La Tassidermia: un'arte
- Scritto da Paolo Moro
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Imbalsamazione, etimologicamente “mettere in un balsamo”, è un termine riferito ai tempi antichi e in particolare al periodo della civiltà egizia: allora l’uomo era convinto che impedire la decomposizione dei tessuti organici equivalesse a rendere immortale l’anima umana; Erodoto racconta che per questo procedimento occorrevano dai settanta ai trecento giorni.
Dopo essere stata adottata dalla civiltà Sciita, e nell’antica Mesopotamia, questa pratica fu ampiamente diffusa anche nel Medioevo, con lo scopo di conservare i personaggi illustri come principi e santi; le tecniche di imbalsamazione, già in quel periodo erano molto cambiate rispetto ai tempi passati ed erano eseguite solitamente dal medico di corte che, in modo del tutto personale, seguiva le proprie specifiche conoscenze.
Una tecnica successiva, la “tassidermia” (dal greco taxis. Disposizione, e derma, pelle) ha avuto il suo periodo più fiorente dal 1600 alla metà del 1800 quando lo sviluppo dei viaggi di esplorazione e naturalistici portava dalle terre sconosciute un gran numero di animali non noti alla zoologia, che dovevano essere conservati prima di essere studiati, catalogati e descritti.
L’arte della tassidermia, che riguarda quindi più specificatamente la lavorazione della sola pelle dell’esemplare, è legata all’interesse per le scienze naturali che caratterizzò l’Illuminismo.
Proprio in quel periodo nacque e si sviluppò il primo importante laboratorio tassidermico, il Rowland World’s Ltd., fondato a Londra intorno al 1850; da questo periodo le tecniche di lavorazione si sono continuamente evolute passando prima per l’utilizzo della paglia (da cui il termine, oggi assolutamente improprio, di “impagliare”), quindi per il legno e il gesso, fino agli attuali modelli realizzati in materiale di origine sintetica; attualmente si è in grado di assicurare una particolare definizione nei più piccoli dettagli, mettendo persino in evidenza i fasci di nervi ed il sistema venoso, con il risultato finale della durata praticamente illimitata, garantita dall’utilizzo di prodotti antitarmici molecolari.
La tassidermia è quindi un insieme di adeguate e specifiche tecniche che, rispettando l’aspetto e la dimensione esteriore degli animali, nonché la preparazione in osso di trofei, conserva la pelle di vertebrati e di altre classi zoologiche per fini sintetici ed amatoriali.
Nella nostra realtà provinciale, da più di cinquant’anni, Senna Comasco è diventato un punto di riferimento per molti appassionati che, ai fini personali, didattici o venatori, si affidano alle abili mani dello Studio di Tassidermia Moro.
Qui, grazie ad un lavoro eseguito con grande passione, esperienza ed un raro realismo, unito ad una grande cura per i minimi dettagli, il risultato potrebbe essere paragonato a quello di uno scultore.
Lo Studio Moro è la dimostrazione che la tassidermia ad altro livello rasenta i confini dell’arte, dalla preparazione del più piccolo esemplare a quello di un grosso animale (preparazioni generalmente commissionate da Musei o da collezionisti privati): ciò è possibile grazie ad un insieme di conoscenze tecniche, fisiologiche ed anatomiche, unita ad ricerca di materiali innovativi e nuove metodologie.
Allo Studio Moro, il cliente può consultare il tassidermista, già riguardo il taglio, la prima preparazione e la conservazione delle pelli, prima che le stesse vengano inviate al laboratorio.
Membro ufficiale del Safari Club International, socio dell’A.T.I. (Associazione Tassidermisti Italiani), dell’E.T.F. (European Taxidermist Association), dell’N.T.A. (National Taxidermist Association), nonché misuratore ufficiale dei trofei secondo i metodi S.C.I. e Rowland Word’s, lo Studio Moro è in costante perfezionamento e sempre alla ricerca d materiali e tecniche nuove, in continuo contatto con importanti aziende del settore che operano negli Stati Uniti.
Ricordiamo che l’esercizio dell’attività di tassidermia è subordinato ad autorizzazione dell’Amministrazione Provinciale e vincolato al conseguimento dell’abilitazione dell’attività stessa; le Regioni, sulla base di apposito regolamento, disciplinano quest’attività, la detenzione e il possesso di preparazioni tassidermiche e trofei.
Nel rispetto della salvaguardia dell’equilibro faunistico, tutti gli esemplari provenienti dall’estero sono vincolati alla documentazione relativa allo sdoganamento, sia essa CITES (dove prescritto dalla Convenzione di Washington), o certificato veterinario e di importazione che ne autentichino la provenienza.
Per le specie protette provenenti dal territorio nazionale, è invece obbligatoria l’autorizzazione alla detenzione dei suddetti esemplari rilasciata dall’Amministrazione Faunistica competente.