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UMBRIA: TROPPI LUPI E CINGHIALI

UMBRIA: TROPPI LUPI E CINGHIALI
Insorge la Cia dell'Umbria per cui occorre una nuova politica faunistica, con l'intervento della Regione intervenga per superare l'assurdo limite del "de minimis".
Sul banco degli imputati lupi e cinghiali, con allarme rosso nelle campagne umbre per predazioni e danni.
A ciò si sommano le difficoltà ad ottenere i risarcimenti degli anni passati, con la decisione della UE di imporre per questi il limite del "de minimis", in sostanza l'impossibilità di superare la soglia di 15mila euro in un triennio, nulla rispetto ai danni prodotti da questi selvatici.
La Cia dell’Umbria ha dunque chiesto alla Regione di avviare una procedura nei confronti della Commissione europea perché venga rivisto il tutto, almeno nelle aree protette, come fatto di recente, e con successo, per il Parco Nazionale del Gran Sasso.
Secondo l'associazione agricola i prelievi selettivi di cinghiali risultano inefficaci, e si era proposto di posticipare al 31 gennaio (ora è al 31 dicembre) la caccia al cinghiale, così come avviene nelle regioni confinanti; capita infatti che i suidi, cacciati altrove, si spostino in Umbria, arrecando nuovi danni.
Quanto ai lupi bisogna prendere atto di un numero che sugli Appennini è ormai superiore ai 2.000 esemplari, ed al fatto che le predazioni spesso si rivolgano verso allevamenti di pregio. Il lupo, si dice, non è più a rischio estinzione, e bisognerebbe avviare piani di contenimento, così come già fanno Francia, Spagna e Svezia; non ha caso il Ministero dell'Ambiente ha eleborato un documento che prevederbbe questa strategia. 
 
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