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ANLC Toscana: C'e' qualcosa che non torna

Da una disamina successiva del calendario venatorio della toscana, a nostro avviso, come Libera Caccia toscana, c'è qualcosa che non torna. Rileggendo l'articolato infatti abbiamo notato che ci son state due dimenticanze importanti nel redigere il calendario venatorio relativo alla stagione 2018/19. Si tratta di tecnicismi che riteniamo fondamentali, presenti nei calendari precedenti e mancanti nella stagione passata che è stata oggetto del famigerato ricorso di parte animalista. La prima riguarda la giustificazione giuridica relativa la paragrafo 2.7.10, incomprensibilmente sostituita con "la sovrapposizione di una decade con il periodo di migrazione prenuziale indicato nel documento Key concepts e consentita dal documento Guida interpretativa" (par 2.7.9). L' utilizzo della decadi di sovrapposizione relative ai par 2.7.9 e 2.7.2, servono esclusivamente, per quelle specie le quali hanno un KC all'inizio della terza decade di gennaio (anatre ad esempio), i quali paragrafi, se applicati, autorizzano al Regione a chiudere la stagione venatoria al 31 gennaio. Se non adoperati la stagione termina al 20 di gennaio. Non ci sembra corretto in questo caso, e ne' assolutamente sufficiente, riportarlo solo nelle premesse dell'atto il par 2.7.10, se poi nella scheda specifica della specie beccaccia si utilizza un paragrafo il quale entra in contrasto con l'intenzione di discostarsi dal kc Nazionale. In sostanza, per esser chiarissimi, nella scheda si concede e giustifica solo la decade di sovrapposizione al 20 gennaio e non al 31 gennaio. Pericolosa dimenticanza.

Ogni specie ha necessità di un suo giustificativo giuridico e scientifico ben preciso. Ricordando che la conformità dell'arco temporale massimo, di cui all'art 18 legge 157/92, nel quale, a seguito del recepimento dell'art 42 legge statale 96/2010, sono stati introdotti due nuovi archi temporali, "minimo e medio" riferiti al kc Nazionale dai quali le regioni possono discostarsi lecitamente usando i paragrafi 2.7.2. 2.7.9 e 2.7.10 .

Per ciò che riguarda inoltre la "Seconda dimenticanza"; non vengono citate due pubblicazioni scientifiche di alto livello, le quali servono ad ulteriore fondamento a quelle regionali e presenti invece negli articolati passati. Per rapidità di lettura vengono sotto riportate, e possono esser confrontate con i calendari passati. E' chiaro che la scheda non sia più in grado di sostenere le osservazioni degli animalisti, dove si lamenta una falsa applicazione del par 2.7.10. Come cittadini, che pagano profumatamente in anticipo un servizio, ci dovremmo, a questo punto il condizionale è necessario, aspettare un prodotto finale di applicazione della norma, privo di qualunque dimenticanza. L’ osservazione, tra l’altro, non e’ solo rivolta alla regione Toscana, ma a tutte le Amministrazioni Regionali.

Fino a qui la relazione, diciamo così scientifica, fatta in collaborazione con l'Ufficio migratoria ANLC. E se domandare è lecito, e rispondere è cortesia, chiediamo a chi di dovere delle risposte e forniamo in allegato tutta la documentazione del caso. Perchè dai documenti mancano, essendo state tolte, alcune citazioni così importanti? Sia ben chiaro che le nostre sono osservazioni e che ognuno può commettere errori, ma se si ricorre al Consiglio di Stato su queste basi si potrebbe rischiare di portare davvero la nave ad un naufragio sicuro e senza più nessuna speranza di riemersione. Attendendo risposte dagli Uffici Regionali e dall'Assessorato competente, ci mettiamo a disposizione di tutto il resto del mondo associativo venatorio al fine di poter attuare strategie comuni ed evitare fughe in avanti che potrebbero portare a pronunciamenti molto pericolosi.

Presidente regionale ANLC Toscana Alessandro Fulcheris

Presidente commissione migratoria ANLC Toscana Luca Stincardini

Al via ExpoRiva 2019

Poche ore ancora e prenderà il via la XIV edizione di Expo Riva Caccia Pesca Ambiente, una due giorni di esposizione incentrata sulla caccia e sulla pesca. Gli organizzatori attendono almeno 15000 spettatori che affolleranno i 154 stand dove potranno entrare in contatto con aziende, associazioni ed eccellenze del territorio. Molti gli stand commerciali, ma molte anche le occasioni di apprendimento, perché Exporiva è ovviamente una Mostra Mercato, come ci conferma anche il "Direttore Artistico" Ettore Zanon ma un po' diversa dal solito. Sarà che siamo alle porte della Mitteleuropa e in piena Zona Alpi, ma quei tutto è incentrato su quella particolare atmosfera austroungarica che permea l'attività venatoria ad est del Passo del Tonale. Tutto, dagli stand, al cibo, ai cacciatori e al loro abbigliamento, riporta immediatamente la mente a tradizioni antiche, che fortunatamente, restano sempre attuali. Abbiamo chiesto ad Ettore Zanon quali sono i punti forza della Fiera quest'anno e lui ci ha risposto che, al di là delle scenografie e dell'alta qualità della merce esposta, uno dei punti di forza di questo piccolo grande appuntamento è il fitto calendario di eventi che rendono la visita un'esperienza formativa:

Si comincia con l’esposizione dei migliori trofei di caccia trentini di sempre, oltre 400 trofei raccolti e presentati dall’Associazione Cacciatori Trentini. Trofei anche dalla Provincia di Verona, esposti grazie all’Unione Provinciale Cacciatori Veronesi.

In ambito tecnico è di assoluto rilievo la tavola rotonda (domenica 31 marzo Ore 9.00 | 12.00) organizzata dal circolo culturale RI.V.A. (Rinascita Venatoria Ambientale) sul tema “Caccia al cinghiale: tecniche venatorie a confronto” con la partecipazione di alcuni noti esperti del settore.

Nell’Area Forum si susseguiranno i momenti tecnici, quest’anno sviluppati nel format “Mezz’ora con le Aziende”, dove si affronteranno temi legati fondamentalmente alla tecnologia applicata alla caccia.  In un orizzonte locale, invece, non passa inosservato l’incontro pubblico con il neo Assessore all’agricoltura, foreste, caccia e pesca della Provincia Autonoma di Trento, Giulia Zanotelli (sabato 30 marzo ore 14.00). Si parlerà di un tema caldo: le ipotesi di modifica della normativa sulla caccia. Non mancheranno le occasioni per fare esperienze pratiche, con il tiro simulato al Cinghiale Corrente, e la possibilità di testare gli strumenti ottici da un’altana realizzata in esterna. Significativa come sempre la presenza delle Associazioni e dell’editoria di settore. Immancabile l’apporto della Questura di Trento, a disposizione dei visitatori per chiarire dubbi e fornire preziose indicazioni sulle tematiche giuridiche e di sicurezza nell’uso delle armi.

Nella “Piazza degli Artisti” si potranno ammirare opere e dimostrazioni di artigianato e pittura venatoria, mentre domenica pomeriggio si terrà la premiazione del prestigioso Concorso Internazionale Expo Riva Scheiben. Il contest dei dipinti sulle tradizionali tavolette di legno è giunto alla quinta edizione, quest’anno il tema proposto dalla giuria era “Camosci nella neve”.

Da non perdere anche l'esposizione cinofila che animerà l'intera giornata di domenica portando un'ulteriore nota di colore.

Calendario venatorio toscano: noi non ci arrendiamo!!!

Federcaccia e CCT ricorreranno al Consiglio di Stato contro una sentenza inaccettabile!

Federcaccia e CCT nei giorni scorsi hanno dato doverosa comunicazione ai propri associati della pubblicazione della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale della Toscana n. 420 del 22.3.2019 che ha dichiarato l’illegittimità del calendario venatorio della Toscana 2018/2019 limitatamente (a) all’anticipazione della data di chiusura della caccia alle specie interessate dalla preapertura di pari durata delle due giornate di effettivo esercizio venatorio (anziché di durata pari all’intero periodo compreso tra il 1° e la terza domenica di settembre) e (b) alla chiusura della caccia alla beccaccia stabilita al 31 gennaio (anziché al 10 gennaio).

Dietro le eccezioni di inammissibilità e le difese formulate in giudizio dalla Federcaccia e dal CCT le associazioni ambientaliste/protezioniste hanno invece pensato bene di “battere in ritirata” e rinunciare ai molti, ulteriori motivi di ricorso che riguardavano:

– l’obbligo di annotare sul tesserino venatorio i capi prelevati solo dopo aver accertato l’abbattimento;

– l’esonero dal controllo dei carnieri e degli abbattimenti all’interno delle aziende agro-turistico venatorie;

– l’esenzione delle giornate dedicate alla caccia di selezione degli ungulati dal calcolo cumulativo delle giornate di caccia;

– i periodi di prelievo di tutte le specie di avifauna migratoria (con la sola eccezione, appunto, della beccaccia).

È stato poi respinto, perché infondato, anche il motivo di ricorso che riguardava l’apertura anticipata della stagione venatoria alle specie storno, tortora, colombaccio, merlo, gazza, ghiandaia, cornacchia grigia, alzavola, germano reale e marzaiola senza acquisire il parere dell’Ispra.

Come si vede, il ricorso delle associazioni ambientaliste/protezioniste è stato più che efficacemente contrastato da Federcaccia e CCT.

Ciò precisato per doverosa e completa informazione dei nostri associati, dopo aver approfondito le motivazioni della sentenza del TAR della Toscana, Federcaccia e CCT hanno preso la decisione di dare mandato ai propri legali di proporre appello in Consiglio di Stato per quanto concerne i due punti del calendario venatorio della Toscana 2018/2019 ritenuti illegittimi dai Giudici Amministrativi.

Come si legge nella sentenza, una volta decisa la preapertura della caccia ad alcune specie, indipendentemente dal numero delle giornate effettivamente autorizzate, andrebbe sempre e comunque sottratto dal periodo di caccia ordinaria l’intero arco temporale dal 1° alla terza domenica di settembre. Così, a fronte di soli due giorni di preapertura, i cacciatori si sono visti privare di ben tre settimane di attività venatoria.

E questo senza che il Consiglio di Stato, in sede di sospensiva, e poi il TAR della Toscana, con la sentenza, abbiano fornito alcuna plausibile motivazione appiattendosi, invece, su un parere dell’Ispra di poche righe che nulla effettivamente dice al riguardo.

Per quanto poi concerne l’anticipata chiusura al 10 gennaio della caccia alla beccaccia, questa data è stata stabilita dai Giudici Amministrativi, in contrasto con la legge e con tutte le più recenti risultanze scientifiche che giustificano il 31 di gennaio, seguendo anche qui il parere dell’Ispra, che non ha nulla di scientifico e che rappresenta soltanto l’opinione personale di un dipendente dell’Istituto fermo a dati scientifici (Key Concepts) addirittura risalenti al 2001 che, pur privi di alcun valore giuridico, sarebbero in grado di superare l’art. 18 della L. 157/1992 che, rivisto nel 2010, ha confermato per la beccaccia l’idoneità della data di chiusura al 31 di gennaio.

Sorprende poi che i Giudici Amministrativi, progressivamente, tendano in sostanza a voler far passare il parere dell’Ispra sui calendari venatori regionali non solo obbligatorio ma anche vincolante, così come è stato per il calendario venatorio della Toscana 2018/2019, quando la chiusura della caccia alla beccaccia il 31 gennaio è stata oltremodo giustificata da specifici monitoraggi eseguiti nel mese di marzo 2016-2017-2018 da nostri associati appositamente formati e supportata dai più recenti studi scientifici forniti in larga misura dall’Ufficio Avifauna Migratoria di Federcaccia.

Tutto inutile, perché i Giudici Amministrativi ritengono insuperabile il parere dell’Ispra, nonostante la sua evidente genericità (ogni anno è praticamente identico per tutte le Regioni).

Questo non solo si pone in contrasto con la legge ma rappresenta una non consentita “invasione di campo” dei Giudici Amministrativi nelle valutazioni di merito che in materia di caccia spettano alle Regioni. Con la conseguenza che da qualche anno i calendari venatori regionali sono affidati in modo disomogeneo ai ricorsi delle associazioni ambientaliste/protezioniste e alle decisioni cautelari dei Tribunali Amministrativi e del Consiglio di Stato, oltretutto dopo che i cacciatori hanno già pagato le tasse di concessione commisurate all’intera stagione venatoria stabilita specie per specie dall’art. 18 L. 157/1992.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: differenze incomprensibili di calendari venatori anche di Regioni confinanti come è accaduto quest’anno dove, grazie ai Giudici Amministrativi, la caccia alla beccaccia in Liguria si è chiusa il 31 dicembre, in Toscana il 10 gennaio, in Umbria e nelle Marche il 31 gennaio… in barba al tanto invocato principio di precauzione e con buona pace dell’esigenza di omogenea conservazione della specie e di parità di trattamento dei diritti dei cacciatori.

Queste sono le ragioni per le quali Federcaccia e CCT hanno deciso di fare appello contro la sentenza del TAR Toscana ipotizzando, in caso di conferma da parte del Consiglio di Stato, di portare la questione anche in sede europea, dove siamo certi che saremo quantomeno ascoltati e dove potremo illustrare i numerosi esempi di eccesso di potere giurisdizionale esercitato dai Giudici Amministrativi italiani nei confronti dei cacciatori tutte le volte che si discute di avifauna migratoria la cui protezione è di interesse internazionale e non si ferma ai confini dei singoli Stati.

Sconcerta, infatti, leggere la sentenza del TAR Toscana e non trovare nemmeno un rigo di motivazione in ordine alle ampie e documentate argomentazioni svolte in questo senso da Federcaccia e CCT.

Per tutto quanto esposto, dunque, continua con rinnovato vigore l’impegno per vedere riconosciute le nostre fondate posizioni scientifiche e tecnico-giuridiche.

Fidc Brescia: si sperimenta il tesserino digitale

La Regione Lombardia ha chiesto la collaborazione delle associazioni venatorie per la sperimentazione del tesserino digitale. Di cosa si tratta? In sostanza da Milano verrà predisposta una applicazione da installare sullo smartphone, sul cellulare, del cacciatore che ne farà richiesta; compilando i campi predisposti il cacciatore potrà evitare di ricorrere al mitico tesserino “lenzuolo” di cui siamo dotati oggi ed essere perfettamente in regola con la normativa, segnando giorno mese e Atc o Ca in cui svolge la giornata di caccia. Poiché l’applicazione sarà collegata al sistema informatico regionale, i tesserini digitali potranno fornire in tempo reale in dato dei prelievi venatori. Inoltre il riepilogo dei dati contenuti nel tesserino, dagli abbattimenti al numero delle giornate, che viene fatto alla fine dell’anno potrà essere fatto in modo molto più agevole senza far passare uno per uno i tesserini. Attraverso questa applicazione poi la Regione Lombardia intende inviare tutta una serie di informazioni, dal calendario venatorio ad altre delibere utili per tenere sempre informati i cacciatori. Per coloro che sono interessati a questa sperimentazione, che per la stagione venatoria 2019/2020 non sostituirà il tesserino cartaceo ma lo affiancherà, rivolgersi in sede al 030/2411472 oppure scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Federcaccia Sassari: importante incontro in provincia


Il Presidente Provinciale della Federcaccia Mario Azara, presenti il Presidente della sezione comunale di Olbia Giovanni Serra e il consigliere Provinciale Davide Bacciu, ha incontrato negli uffici di Olbia della Provincia di Sassari, il Commissario Dott. Guido Sechi e i dirigenti dei settori Ambiente di SS e OT, Dott. Zara e Dott.ssa Canu, e il funzionario Dott. Columbano.

Il Presidente ha evidenziato l’urgente necessità di implementare i monitoraggi sulla lepre e sulla pernice, che la Provincia sta già compiendo nelle zone autogestite, al fine di estenderli quanto prima (entro il mese di Aprile) anche alle aree vocate, libere all’esercizio venatorio.

Ha chiesto espressamente alla Provincia di prevedere che i monitoraggi e i conseguenti piani di prelievo (deliberando ulteriori stanziamenti) comprendano l’intero territorio Provinciale.

Ha altresì evidenziato l’ambiguità dei deliberati regionali in materia, i quali hanno previsto stanziamenti da destinarsi solo per i monitoraggi nelle dette aree autogestite.

La Federcaccia ha sottolineato la necessità di attivarsi quanto prima al fine di scongiurare l’ipotesi che possano essere messi nelle condizioni di andare a caccia alla nobile stanziale solo i cacciatori facenti parte delle zone autogestite, creando una abominevole disparità di trattamento tra gli stessi cacciatori e coloro che non sono iscritti alle dette zone.

La Provincia si è detta convinta che l’attività di monitoraggio posta in essere nelle zone autogestite e anche nelle Oasi (grazie ad uno stanziamento ad hoc fatto dalla stessa Provincia all’Università di Sassari) porterà ad ottenere i dati necessari per predisporre un piano di prelievo che riguardi l’intero territorio regionale.

In ogni caso, al fine verificare se ciò corrisponde a quanto auspicato sia dalla Provincia che dalla Federcaccia, nelle prossime ore scriverà una comunicazione alla Regione e all’Università al fine di avere certezza che il territorio oggetto di monitoraggio e i risultati conseguenti saranno potenzialmente sufficienti a predisporre, secondo legge, del piano di prelievo in tutto il territorio regionale (zone autogestite e zone accessibili alla libera caccia).

La Federcaccia ha inoltre chiesto che si proceda quanto prima alla costituzione del Comitato Provinciale Faunistico. Anche in tal senso la Provincia ha preso impegno.

La Federcaccia dando piena disponibilità ad aiutare i Tecnici Faunistici, qualora fosse necessario, ringrazia il Dott. Sechi e i dirigenti per il positivo incontro, a cui seguiranno senz’altro ulteriori interlocuzioni anche alla luce di quanto, si spera a breve, potrà emergere dalla posizione che verrà assunta dagli uffici e soprattutto dal nuovo Assessore Regionale all’Ambiente, competente per materia.

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