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Eps: il nuovo piano faunistico venatorio regionale toscano è una urgente priorità

Si è svolto oggi a Siena, il Convegno promosso dall’EPS Toscana incentrato sul nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale.

Un tema quanto mai importante che EPS ha voluto mettere al centro di una iniziativa che ha avuto il merito di sviluppare un confronto utile tra portatori d’interesse, la scienza e la politica regionale.
Comuni valutazioni sono emerse rispetto alle forti criticità dell’attuale situazione gestionale in materia faunistico venatoria in una Regione un tempo modello e riferimento a livello nazionale.

Per risolvere le criticità che oggi caratterizzano la caccia in Toscana è necessario mettere in campo lo strumento fondamentale della futura pianificazione territoriale; il PFVR infatti, dovrà prefigurare le future scelte sulla gestione faunistica e stabilire i criteri e gli indirizzi su cui incentrare il ruolo e le funzioni degli istituti faunistici pubblici e privati.

I ritardi maturati in questi anni devono dunque essere superati per dare certezza ai soggetti impegnati nella gestione.

I lavori sono stati introdotti dal Dott. Galdino Cartoni, che ha preso la parola su invito del moderatore Dott. Federico Morimando Tecnico ATC Siena 3. Il Presidente Nazionale EPS ha rappresentato le proposte e le aspettative delle Aziende Faunistiche e Agrituristiche Venatorie, che ambiscono sempre di più a svolgere un importante ruolo sia sotto il profilo della conservazione faunistica ed ambientale, sia sotto il profilo economico, occupazionale e produttivo.

Il Prof. Marco Apollonio, docente di Scienze della Natura e del Territorio dell’Università di Sassari ha ampiamente sviluppato i temi inerenti la gestione degli ungulati e le complesse dinamiche legate al rapporto tra essi e le attività umane. Un intervento fortemente apprezzato che non ha evitato di affrontare aspetti spinosi come quello del Lupo, sviluppati con assoluto rigore scientifico e con piena consapevolezza della realtà che stiamo vivendo e delle criticità che si stanno aggravando nel territorio.

Anche la voce degli ATC è emersa durante i lavori con la comunicazione del Coordinatore Regionale ATC Toscani Roberto Vivarelli Presidente ATC Siena 3 Nord. Vivarelli ha ribadito con forza alcune richieste e valutazioni che gli Ambiti hanno rivolto alla Regione Toscana inerenti il funzionamento dei Comitati di gestione e la necessità di un radicale ripensamento sulla governance; in particolare sul ruolo e le funzioni che vengono a determinarsi tra Regione e ATC. La mancanza di un nuovo Piano Faunistico che sappia leggere l’attualità del territorio agro – silvo – pastorale per disegnare il futuro, rappresenta oggi un limite reale per l’attività degli ATC Toscani, per una corretta e rinnovata attività degli istituti faunistici e per l’efficace gestione delle popolazioni faunistiche.

Nel convegno, la posizione ed il punto di vista del mondo venatorio è stata rappresentata dal Dott. Marco Romagnoli Segretario Regionale della Confederazione Cacciatori Toscani. La CCT di cui anche l’EPS è parte integrante assieme alle altre Associazioni Confederate (Federcaccia Toscana, ANUU Migratoristi, ARCT), rappresenta oggi oltre il 60% dei cacciatori toscani. Il segretario ha esordito con una prima considerazione di carattere politico; l’Assessore Remaschi ha recentemente annunciato la volontà di celebrare a fine giugno una Conferenza Regionale sulla caccia. Occorre però recuperare prima il rapporto tra cacciatori agricoltori e ATC che da tempo appare logorato e circoscritto in tavoli di confronto dove le decisioni vengono continuamente rinviate. La Confederazione, ritiene che il ritardo sull’approvazione del PFVR debba necessariamente essere colmato. Non si tratta di un atto burocratico o formale ha asserito Romagnoli, bensì di un documento che sancisce la volontà politica oltre alle scelte tecniche che la Regione intenderà attivare per uscire dalle secche nelle quali il modello toscano è finito in questi ultimi anni.

Romagnoli ha ripreso i temi più volte evidenziati dalla Confederazione in questi mesi sui quali occorrerà con urgenza procedere:

– Affrontare, ripensare ed innovare la governance istituzionale sulla caccia;

– Ripensare il ruolo e le funzioni dell’ATC sviluppando gli strumenti di confronto anche a livello locale per far si che il nuovo Piano rappresenti il frutto del confronto e del coinvolgimento del territorio e delle varie istanze e proposte espresse.

– Criteri univoci sulla nuova pianificazione e ferma opposizione a procedure “stralcio” poiché il territorio è da considerarsi un “unicum” su cui armonizzare le singole azioni. Azioni che dovranno vedere coinvolti i vari enti gestori (Regione, ATC, Parchi, AFV e AAVV)

– Risorse ed investimenti pubblici per la gestione faunistica

– Un diverso approccio al tema degli ungulati ritenuta ormai esaurita l’esperienza della Legge Obiettivo n.10/2016

– Affrontare la crisi della piccola selvaggina stanziale con strumenti nuovi (Distretti per la stanziale, miglioramenti ambientali, rilancio qualitativo degli istituti faunistici.

– La migratoria: dati e scienza a difesa dei calendari venatori

– Una nuova gestione del comparto danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole

Infine il segretario Romagnoli ha voluto anche richiamare l’attenzione sul rapporto con ISPRA e sulla necessità che la Regione riattivi e valorizzi altri riferimenti scientifici quali il CIRSEMAF e le Università per rafforzare l’autonomia decisionale e legislativa della regione contrastando le pulsioni centraliste del Ministero dell’Ambiente in materia di caccia.

Una responsabilità che spetta al mondo politico. I cacciatori Toscani aspettano risposte; risposte che stanno dentro il dibattito della campagna elettorale in corso e del futuro governo della Regione Toscana.

I lavori si sono conclusi con l’intervento del Consigliere Regionale della Lega Nord Roberto Salvini, che raccogliendo l’invito degli organizzatori ha chiarito le priorità del suo gruppo consiliare, ribadendo la centralità per la Lega degli interessi di agricoltori e cacciatori nella più complessa tematica riguardante il territorio e l’ambiente.

Marche: assemblea regionale Acma 

L’ ACMA, Associazione Cacciatori Migratori Acquatici, settoriale della Federcaccia, si è riunita a Monte San Vito di Ancona per eleggere il nuovo delegato regionale.
Graziano Federici, delegato uscente, ha illustrato il lavoro di ricerca effettuato dall’ associazione in particolare quello con telemetria satellitare sulla specie alzavola che permette di avere dati certi sulla migrazione di questo anatide.
Come sempre, questi dati vengono trasmessi all’ ufficio ricerche scientifiche della Federcaccia e sono portati nelle varie comissioni al fine di legittimare i calendari venatori.
I delegati hanno riconfermato all’ unanimità come delegato regionale Graziano Federici ed eletto il Vice delegato nella persona di Massimiliano Nociaro di Civitanova Marche ed il Segretario Renato Venturi.
Presenti alla riunione il Presidente Regionale Federcaccia ed il vice: Antognoni Paolo e Galassi Nazzareno che, nei loro interventi, hanno ringraziato per il lavoro svolto dall’ Acma Regionale in difesa delle cacce tradizionali tramite dati scientifici.
Un apprezzato convivio ha concluso l’ assemblea.

EXPORIVA CACCIA PESCA AMBIENTE: Caccia e pesca "green" per il futuro del settore

Favorire il ricambio generazionale. Sembra essere questa la nuova sfida lanciata dal mondo ittico e venatorio agli organizzatori di ExpoRiva Caccia Pesca Ambiente, la manifestazione firmata Riva del Garda Fierecongressi giunta quest’anno alla sua edizione numero 14.

Con l'ottimismo di chi prende atto di un dato come quello delle 10.000 presenze registrate sabato 30 e domenica 31 a Riva del Garda, ExpoRiva Caccia Pesca Ambiente è già proiettata verso il futuro.

L'esigenza emersa durante la Fiera e condivisa da tutti gli attori coinvolti è quella di trovare nuove strategie per avvicinare giovani alla caccia e alla pesca in un contesto che vede significativi cambiamenti ambientali, culturali e sociali.

In qualità di evento attento all’ambiente e orientato verso la pratica di una caccia e una pesca sostenibili, ExpoRiva Caccia Pesca Ambiente accoglie con entusiasmo la sfida dell’innovazione e si impegna a lavorare per un riallineamento tra queste discipline e la generazione 4.0.

In realtà, l’attenzione alle nuove generazioni è un tema da sempre caro a questo evento. Già da diversi anni i corsi di pesca, i laboratori per la costruzione di esche artificiali e le dimostrazioni di lancio proposte dalle varie associazioni di categoria riscuotono grande successo tra gli appassionati di tecniche e specialità alieutiche.

Se per la parte pesca il fattore esperienziale è un buon punto di partenza su cui lavorare, la caccia punta tutto sulla formazione. Alta soddisfazione tra i visitatori hanno riscosso anche quest’anno gli appuntamenti tecnici della Mezz’ora con le Aziende densi di contenuti tecnici importanti e certamente riadattabili anche a un target meno esperto.

In una vivace combinazione di spazi commerciali -154 gli espositori in Fiera-, occasioni culturali, esposizioni e prove pratiche, con i suoi eventi folkloristici la 14a ExpoRiva Caccia Pesca Ambiente si è fatta portavoce anche di altri messaggi importanti come il valore delle tradizioni e l’importanza del volontariato anche nella conservazione dell’ambiente e della fauna.

Grande partecipazione anche per l’Esposizione Nazionale Canina con oltre 400 cani, organizzata dal Gruppo Cinofilo di Bolzano che ha confermato l’interesse della manifestazione a coinvolgere non solo gli appassionati, ma anche le loro famiglie.

Tecnica, passione e folklore, le tre parole chiave della manifestazione, si sono espresse con successo all’interno della 14a edizione che dimostra ancora una volta di essere un saldo punto di riferimento per tutti gli operatori del settore, attesi anche nel 2020 con una nuova sfida.

14a EXPORIVA CACCIA PESCA AMBIENTE Confronto diretto con il mondo ittico e venatorio

Le note dei corni da caccia sono stati oggi la colonna sonora degli eventi principali di ExpoRiva Caccia Pesca Ambiente, la mostra mercato in programma fino a domenica 31 marzo al Quartiere Fieristico di Riva del Garda.

Manifestazione di caratura nazionale, ma espressione del territorio trentino e della sua ricchezza ambientale, la Fiera è stata introdotta questa mattina, durante l’inaugurazione, dalle parole del Presidente di Riva del Garda Fierecongressi Roberto Pellegrini che ne ha sottolineato le finalità, contestualizzandola nell’importante anniversario che celebra la società di cui è vertice.

“ExpoRiva Caccia Pesca Ambiente è una mostra mercato da vedere e da sentire. La sua offerta espositiva, 154 aziende, e il ricco programma realizzato quest’anno ne fanno un appuntamento capace di far emergere il nostro territorio e nel contempo creare volume d’affari per il settore. Questa manifestazione si colloca a pieno titolo tra gli eventi principali di Riva del Garda Fierecongressi e, con la sua 14a edizione, si inserisce fieramente anche all’interno dell’importante traguardo dei trent’anni di attività della società” – ha dichiarato Pellegrini.

Sulla stessa lunghezza d’onda il Direttore di Riva del Garda Fierecongressi, Giovanni Laezza, che ha voluto evidenziare anche il coinvolgimento emozionale innescato dall’evento. “Rappresentiamo un luogo di incontro tra chi vende e chi compra ma anche l'epicentro di una cultura venatoria tradizionale e nel contempo evoluta dove cacciatori e pescatori praticano le loro passioni con orgoglio. La nostra identità di manifestazione sensibile alle dinamiche ambientali e la fiducia che abbiamo riposto nel volontariato di settore risultano vincenti quando proposti a un pubblico eticamente attento, che vede i propri valori riflessi in questo evento”.

Vero e proprio “biglietto da visita del Trentino”, come l’ha definita il Vicesindaco di Riva del Garda Mario Caproni, ExpoRiva Caccia Pesca Ambiente è quest’anno anche un luogo di incontro privilegiato tra le istituzioni e l’universo ittico-venatorio. Ne è un esempio il dibattito sulla normativa per la caccia in Trentino con protagonista l’Assessore all'agricoltura, foreste, caccia e pesca della Provincia Autonoma di Trento Giulia Zanotelli. Così come il convegno sul futuro della pesca nel Lago di Garda tenuto dall’Associazione Pesca 4.0 in collaborazione con l’Unione Pescatori Bresciani e del Bacino Gardesano nel pomeriggio di oggi.

ExpoRiva Caccia Pesca Ambiente torna fino alle 18 e 30 di domani insieme all’Esposizione Nazionale Canina da oltre 400 cani organizzata dal Gruppo Cinofilo di Bolzano.

UNA NORMATIVA PIÙ ATTUALE PER LA CACCIA IN TRENTINO

Madrina indiscussa della 14a edizione della Fiera - l’Assessore Giulia Zanotelli ha partecipato sia all’inaugurazione che al dibattito sul futuro della caccia in Trentino, svoltosi nel pomeriggio nell’Area Forum della Fiera. Zanotelli ha scelto ExpoRiva Caccia Pesca Ambiente per sottolineare l’attenzione che la nuova Giunta sta riservando al territorio e all’attività venatoria. “Mi sento vicina al mondo della caccia e impegnata sui temi della gestione faunistica e dell’ambiente. Credo che i provvedimenti presi da questa Giunta nei primi quattro mesi di lavoro lo dimostrino”.

L’esecutivo provinciale sta lavorando sulla legge in materia, che risale a ventotto anni fa. E, in quasi tre decenni, ambiente e fauna sono decisamente cambiati. Zanotelli ha espresso in modo molto chiaro il proprio pensiero: “il primo passo lo abbiamo fatto sulle sanzioni, aggiornandole e anche inasprendole, perché il bracconaggio è un fenomeno da contrastare con forza. Ma la caccia non è bracconaggio. I cacciatori, oltre che coltivare la propria passione nella natura, sono anche uno strumento che è utile al monitoraggio delle specie e al ripristino dell’ambiente. Questo molti non lo sanno e quindi si adagiano su una visione assolutamente distorta dell’attività venatoria.” Su questo tema si è espresso anche il Presidente dell’Associazione Cacciatori Trentini Stefano Ravelli “Cacciare è un privilegio, un privilegio che si guadagna solo applicandosi nella gestione della fauna. Ed è esattamente quello che facciamo. Sarebbe tempo di farlo sapere anche al resto della società, che non ci conosce veramente.”

Altro tema toccato dall’Assessore è stato quello dell’igiene e la qualità delle carni di selvaggina. Un ambito dove il Trentino, spesso preso ad esempio di buona gestione faunistica, è invece rimasto un po’ al palo rispetto ad altre realtà. "La Giunta se ne occuperà – ha chiarito Zanotelli – "anche valorizzando con un marchio questo prodotto di altissimo valore". Infine, la formazione dei cacciatori e in particolare quella dedicata alla sicurezza nella gestione delle armi a caccia, sono reputate un punto chiave.

PESCA 4.0

Interessante per il futuro del mondo ittico locale si è dimostrato anche il convegno “Pesca 4 Punto Zero. La pesca che verrà” organizzato dall’associazione Pesca 4.0 in collaborazione con l’Unione Pescatori Bresciani e del Bacino Gardesano. Dall’incontro esce un documento ufficiale condiviso con tutte le associazioni presenti che verrà consegnato ai tre Assessori delle regioni Trentino-Alto Adige, Lombardia e Veneto. Tale documento è stato pensato per chiedere principalmente un’unicità di regolamento per la pesca sul Lago di Garda e per esprimere il desiderio di difendere e salvaguardare le specie ittiche ponendo particolare attenzione a una pesca più sostenibile.

AIW: Alla salvaguardia della Natura o di poltrone?

I Parchi Nazionali d'Italia sono da anni subissati di critiche per progetti ed iniziative di ogni natura, quasi sempre contro gli interessi ideologici dei Parchi stessi (la conservazione dei beni naturali cui hanno mandato); eppure non s'è mai visto uno schieramento unitario di associazioni ambientaliste in loro difesa, nel senso di critica alle loro sempre più discutibili forme di gestione, più attente al turismo ed alla necessità/possibilità di sfruttare ogni bellezza, ogni valore a questo fine che non alla loro tutela e conservazione (si pensi alle "foreste vetuste", che necessitano di una integrale difesa, tanto per fare un esempio, o all'Orso marsicano; e che invece sono, le prime, subito state "svendute" al turismo, e il secondo sfruttato al punto tale da averne messo a rischio la sopravvivenza!) quanto quello scatenatosi in difesa di un vero e proprio poltronificio politico: per le nomine dei Presidenti degli assurdi, inutili ed eccessivi Enti Autonomi che i Parchi hanno mandato di gestire e amministrare! Se questo non è segno che non solo i Parchi, ma anche le associazioni ambientaliste sono succube della politica, quale altra prova ci vuole? Addirittura si sollecita la politica a provvedere alla creazione di altri posti di lavoro nell'ambito dei Parchi, come se già i dipendenti dei Parchi non fossero troppi (nel solo Parco d'Abruzzo dei 7 milioni di euro di budget del 2016, ben 4,5 sono stati utilizzati per stipendi: Corte dei Conti dixit!). I Parchi Nazionali non hanno tanto bisogno di Presidenti, quanto di gestori e tecnici che siano veramente all'altezza del compito, perché sono questi i VERI gestori della Natura e non i Presidenti! E spesso sono proprio questi gli artefici di tante discutibili scelte ai danni del bene Natura chei Parchi hanno mandato di conservare. I Presidenti sono solo poltrone politiche! E, soprattutto, i Parchi Nazionali hanno bisogno di milioni di euro di budget che siano VINCOLATI alla tutela diretta dei territori naturali (acquisto di terreni o loro affitto, indennizzi per mancati tagli forestali e pagamento dei danni della fauna); ripetiamo, non di PRESIDENTI! Anzi, saggezza vorrebbe che fossero abrogate queste cariche e abrogati gli stessi Enti, e dare corpo ad un serio e funzionale Servizio Parchi Nazionali sottoposto al Ministero dell'Ambiente, con un unico Direttore Generale, un unico Consiglio di Amministrazione e solo Direttori di Parchi Nazionali. Se non altro lo Stato avrebbe un unico carrozzone da finanziare, come hanno quasi tutte le Nazioni, con possibilità di spostare i funzionari (Direttori compresi) da un Parco all'altro a seconda della bisogna. Avevamo le Comunità Montane: non facciamo che questi Enti Parco si trasformino nelle nuove mascherate "Comunità Montane" da far presiedere a politici trombati o funzionari pensionati d'oro della politica, e quindi gestori di progetti che un tempo avrebbero fatto la gioia delle suddette Comunità Montane, e che gli ambientalisti contestavano. Progetti che oggi sotto l'egida di "Parco Nazionale" passano per iniziative "ecologiche" e quindi realizzate o realizzabili nonostante i Parchi Nazionali (ultime, il dannosissimo Rifugio "green" della Cicerana nel Parco d'Abruzzo, la diga del Frido nel Parco del Pollino, la centrale eolica Moliterno nel Parco Nazionale dell'Appennino Lucano-Val d'Angri, o la tappa del Giro d'Italia al Lago Serrù del Gran Paradiso, o, per chiudere in bellezza, l'eclatante esempio del famigerato depuratore di Pescasseroli, realizzato in pieno Parco Nazionale d'Abruzzo e su terreni che avrebbero dovuto essere "sacri" in quanto appartennero al fondatore dello stesso Parco, che se li auto-vincolò e che per primo portò in Italia quest'idea e che gli eredi vincolarono a loro volta a questo sacro fine: Ermino Sipari!). Invece sigle ambientalistiche, ambientalisti, giornalisti a loro (a noi) vicini e media in genere stanno protestando per le mancate nomine dei Presidenti dei Parchi Nazionali! Nomine che se non fossero ben retribuite, come aveva stabilito un Governo di qualche anno fa e che un successivo Governo si premurò subito di abrogare, magari interesserebbero assai meno! E poi, andando al vero nocciolo del problema: in Italia ci sono troppi Parchi e troppo grandi. E' necessario trovare altre forme alternative per la tutela del territorio, ed evitare la confusione Parchi=aree di sviluppo e/o ricreative. I Parchi sono per tutelare e conservare, e tutelare e conservare sono ossimoro con sviluppo. E allora, ecco la soluzione del problema: meno Parchi, Parchi più piccoli ma Parchi più seri. E tutele alternative per altre aree meritevoli, che siano rispettose dei diritti delle popolazioni locali e permissive verso gli sfruttamenti razionali delle risorse naturali rinnovabili. Ma di questa sagezza nessun giornale ha scritto o scrive!

 

Murialdo, 31 Marzo 2019 Franco Zunino
Segretario Generale AIW

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