Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Cacciando.com

Cacciando.com

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

ARCI Caccia: Meno male che i cacciatori esistono e che hanno armi sportive. Un bene per l’Italia.

“Ci risiamo! Con le campagne elettorali che caratterizzano la primavera tornano a “sbocciare” proposte di legge anticaccia in verità datate “fiori finti” che hanno l’obiettivo di distrarre gli elettori dai reali problemi che vivono i cittadini.

Così dal Palazzo lontano dalla vita reale si torna a polemizzare. Di fronte ai drammi ambientali: clima, rifiuti da smaltire, inquinamento cose troppo serie. No grazie. Meglio prendersela con il cacciatore. Vecchia storia che di certo ha solo concorso ad una certa “politica” quando di palazzo di prendere il contatto con buona parte del popolo.

La storia non ha insegnato. Tra i diversi referendum celebrati c’è stato anche quello sulle armi. I cittadini andando alle urne in tantissimi (85% dei votanti) lo hanno bocciato con circa l’80% dei NO. Che dire di quelli sulla caccia e sull’accesso ai fondi agricoli che non hanno visto di certo le folle annunciate dagli “anti” affluire ai seggi per votare. Democrazia vorrebbe farsene una ragione. È di questi giorni il dibattito riaperto sui requisiti per il rilascio e rinnovo del porto d’armi presentato dall’On. Verini e altri deputati Pd. “Non ancora definitivo” come lo stesso ha dichiarato. Per quanto riportato dalla stampa caratterizzato da restrizioni, noi per quanto letto diciamo insensate.

L’onorevole Verini ha comunicato alle agenzie di stampa che dalle restrizioni saranno esclusi i cacciatori, i tiratori, quanti praticano l’attività sportiva con le armi contrariamente a quanto riporta nel merito l’articolo del Sole 24 ore.

Siamo curiosi di conoscere quali criteri saranno adottati per le armi delle guardie zoofile? In attesa di rettifiche che il Sole 24 ore pubblicherà correggendo quanto scritto.

Quella proposta di legge, per quanto se ne è letto andrebbe cambiata e di molto. Ci permettiamo sommessamente di suggerire per un futuro migliore maggiore chiarezza. Forse il tema principale da affrontare è la preparazione e la consuetudine d’uso dell’arma da parte di chi la possiede. Conoscere l’arma, sparare e periodicamente garantisce maggiore sicurezza nel maneggio di strumenti più pericolosi solo se ignoti. Segnaliamo senza emozioni in vero il riciclaggio di una antica idea dell’on. Maria Michela Brambilla che propone al Parlamento, si dice a chiudere la caccia il sabato e la domenica ecc….. Non commentiamo neppure. Concludiamo con una considerazione rivolta a quanti credono nella politica e hanno il senso della cosa pubblica, dell’interesse al bene comune: prima di legiferare ascoltate, superate preconcetti ideologici di cui si e vi alimentano le associazioni fondamentaliste.

Non supportate, inseguendo mode e sondaggi il lavoro nelle importanti Istituzioni democratiche di questo paese. Concertazione e partecipazione non sono parolacce. Discriminazione delle minoranze e intolleranze questi si sono brutti comportamenti ed è brutta la politica che la pratica sempre.

CCT: Ennesimo ricorso al tar toscano degli animalisti, questa volta nel mirino l’art. 37 al cinghiale

Qualche giorno fa, la trasmissione Report in onda su RAI 3, ha aperto la puntata, sul problema della presenza del cinghiale nell’area urbana di Roma. Un problema peraltro noto e che riguarda numerose altre città italiane e anche centri abitati minori.

E’ emersa in tutta evidenza la fragilità di un sistema amministrativo e gestionale del problema. Il servizio ha messo in luce il caos totale sul coordinamento tra enti e strutture istituzionali (Comune Regione ISPRA) ma anche un approccio “fatalista” di alcuni amministratori che pensano di risolvere la questione, insegnando ai cittadini a convivere con questa emergenza. E così, oggi, non solo le campagne ma anche le nostre città, vivono una sorta di ritorno al passato; un rigurgito medioevale che ripropone la presenza di cinghiali nei parchi pubblici nelle zone urbane e periurbane, tra i caseggiati e le scuole in compagnia di lupi ormai presenti e visibili anche in pieno giorno nelle rotatorie o lungo le mura e gli orti delle nostre città storiche.
Da una parte il medioevo che ritorna e dall’altra un animalismo che continua a non demordere sul fronte dei ricorsi e ai Tribunali per impedire le azioni gestionali e i contenimenti necessari per tenere in equilibrio le popolazioni selvatiche con l’ambiente naturale e le attività umane.

Mentre l’opinione pubblica deve convivere con i cinghiali tra i cassonetti di Roma o all’Ospedale di Careggi a Firenze, mentre si registrano incrementi preoccupanti degli incidenti stradali (anche mortali) e di ingenti danni all’agricoltura e al patrimonio zootecnico, i soliti noti LAC, LAV,EMPA,WWF etc… continuano a presentare ricorsi ai TAR contro le norme regionali per impedire i necessari contenimenti. Qualche settimana fa, le associazioni di cui sopra hanno depositato al TAR Toscano, il ricorso per l’annullamento del Piano di controllo 2019/21 sulla specie cinghiale approvato dalla Regione Toscana.

Nel ricorso si contesta da parte dei ricorrenti, la forma della braccata come modalità per il controllo della specie cinghiale ai sensi dell’art 37 della Legge 3/94.
In sostanza si sostiene che tale modalità non risponde ai pareri e rilievi forniti da Ispra poiché non risponde a criteri di selettività e che le attività di controllo devono essere applicate solo a seguito dell’utilizzo di metodi ecologici.

Inoltre, viene anche sollevato il tema riguardante la presunta illegittimità costituzionale dell’art 37 della Legge 3/94 commi 3,4,4 ter in riferimento all’art 117 comma 2 lettera s della Costituzione nella parte in cui vengono autorizzati all’attuazione degli interventi di controllo anche i soggetti abilitati oltre alle guardie venatorie, i proprietari e i conduttori dei fondi, le guardie forestali e comunali munite di licenza di caccia.

Un eventuale pronunciamento di accoglimento di queste istanze o l’eventualità dell’accoglimento della richiesta di sospensiva da parte del TAR Toscano, potrebbe nei fatti mettere in serio pericolo il proseguimento degli interventi di controllo, in art. 37, provocando inevitabili ricadute negative per i bilanci degli atc, per i danni alle coltivazioni in un periodo molto delicato dell’anno e per le conseguenze sulla biodiversità e nei rapporti intraspecifici per le varie specie di fauna selvatica.
Seguiremo con attenzione questo nuovo fronte nella certezza che la Regione Toscana abbia cura di predisporre le necessarie controdeduzioni contro questo ennesimo tentativo di attacco al ruolo e le competenze che Le spettano.

Nel frattempo, vogliamo sottolineare una buona notizia riguardante proprio l’argomento della legittimità costituzionale sull’affidamento degli abbattimenti dei soggetti autorizzati al controllo. Un analogo ricorso presentato dallo stesso cartello animal-ambientalista al TAR della Lombardia, ha visto respinta dallo stesso tale contestazione. Un buon precedente che speriamo sia seguito anche in Toscana.

Armi: il PD presenta un disegno di legge che mette in allarme tutti i cacciatori

Sul Sole 24 Ore è apparso un articolo (allegato) riguardo ad una proposta di legge firmata da alcuni autorevoli esponenti del Pd che propone una vigorosa stretta all'acquisto di armi e al rilascio dei porto d'armi. Si chiederebbe, infatti, che il titolare di porto d'armi vada a visita ogni anno e che per acquistare e detenere un fucile od  un'altra arma sportiva, siano necessarie verifiche approfondite. Si porrebbe inoltre in essere una tassa di circa 200€ sul possesso di armi da fuoco.

https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2019-04-10/armi-nuova-tassa-e-piu-controlli-risposta-pd-legittima-difesa-174346.shtml?uuid=ABYfh9mB&fromSearch

Lo ha commenta nel pomeriggio il Senatore di FDI Stefano Maullu di FDI "Il PD ha deciso di scagliarsi frontalmente contro una comunità di persone perbene, contro tutti gli appassionati di armi, dimostrando per l’ennesima volta di essere lontano anni luce dalla realtà quotidiana di milioni di italiani. Con il disegno di legge depositato dal deputato dem Walter Verini, e condiviso da personaggi come Maurizio Martina e Debora Serracchiani, il PD propone di introdurre una tassa di almeno 200 euro annui per il possesso legale di armi, alla quale si aggiungono il rinnovo annuale del certificato medico di idoneità e una serie di ulteriori controlli anche per chi acquista armi per uso sportivo. Ancora più sconvolgente è la motivazione della proposta: il PD vorrebbe infatti presentarla come una sorta di risposta alla riforma della legittima difesa, come se tra i temi possesso legale di armi e il diritto alla difesa personale esistesse una qualche connessione. A quanto pare, i continui appelli della crociata anti-armi sono stati raccolti anche dal PD, che ha deciso di sfruttarli soltanto per la propria propaganda politica ed elettorale. Pur di racimolare qualche voto in più, i tristi democratici sono pronti a tutto, anche a presentare proposte di legge del tutto prive di senso. Come efficacemente dimostrato da una ricerca dell’Università Sapienza, soltanto il 5% degli omicidi è commesso con armi legalmente detenute. Basterebbe questo dato per smontare la proposta del PD e la loro sterile propaganda, che ancora una volta produce delle proposte di legge ideologiche e inconsistenti, basate sul nulla assoluto. Il disegno di legge presentato dal PD è completamente folle, e non merita nemmeno di essere preso in considerazione. Dai dem ci aspettiamo delle scuse immediate all’intera comunità di appassionati, che ovviamente non merita di essere penalizzata dalla stoltezza e dall’insipienza del PD”.

Replica a Maullu Walter Verini, deputato PD ed estensore del progetto di legge: “È vergognoso come chi ha votato una legge che rischia di aumentare la diffusione delle armi nel nostro Paese, come quella che chiamano legittima difesa, oggi usi armi di distrazione”. Lo dichiara Walter Verini, deputato del Partito democratico, a proposito delle critiche ricevute dalla proposta di legge da lui presentata sulla limitazione nel rilascio dei porto d’armi. “La proposta di legge che stiamo definendo – continua – punta a impedire questo, e a rendere piu’ seri i controlli per chi vuole armarsi. Restano ovviamente esclusi, come e’ chiaro, da queste proposte chi svolge attivita’ venatorie e chi svolge davvero attivita’ sportiva. Solo chi e’ in malafede, come chi ha votato una legge pericolosa come quella, puo’ speculare con argomenti come quelli”,

Arci Caccia, dalla nuova Presidenza un messaggio forte e chiaro: gestione faunistica e unità per conquistare consenso nella Società

arcicaccia logo co1
Un forte richiamo all’unità, questo il filo conduttore del documento programmatico con cui Piergiorgio Fassini, Neopresidente Nazionale di ARCI Caccia, si presenta al mondo venatorio. All’unità dell’associazione, che non è stata scossa da questo repentino cambio di gruppo dirigente e soprattutto all’unità del mondo venatorio, obbiettivo sempre più importante in questa epoca storica in cui gli attacchi del mondo animal-ambientalista si fanno sempre più pressanti.

Fassini continua richiamando le origini dell’Associazione, le sue radici, fatte di difesa della caccia come tradizione popolare e quindi indissolubilmente legata alla sua forma sociale, accessibile a tutti, e non solo a chi, come usava dire Carlo Fermariello, ha il portafoglio a soffietto.

Perché ARCI Caccia, da sempre è impegnata nella difesa della caccia e dei cacciatori, senza mai scadere in pericolosi populismi, ma portando avanti fieramente la propria idea di caccia, sociale, sostenibile ed etica. Tom Benettollo, indimenticabile Presidente dell’ARCI, richiamava all’associazione il ruolo di “lampadiere”. Per illuminare la via occorre stare un po’ avanti agli altri, non troppo ma avanti. Ed ARCI Caccia, parte integrante della Federazione, non può esimersi da ricoprire questo ruolo nel mondo venatorio. Per questo dovrà “armarsi” convenientemente, riformando le strutture associative costituendo gruppi di lavoro che possano stare sempre sul “pezzo” dei problemi della caccia. Riforme necessarie per rimanere al passo coi tempi, che però non devono andare a toccare la macchina che regola la democrazia interna. Un meccanismo ben oliato, che anche in questa occasione ha garantito trasparenza e stabilità all’Associazione. Occorre, inoltre, potenziare la capacità di comunicazione. È fondamentale, infatti, dare risposte precise in tempi sempre più rapidi e portare a conoscenza dei cacciatori le tante iniziative realizzate in giro per l’Italia.

Attraverso la caccia, possono arrivare spunti per la risoluzione di problemi ambientali complessi come quello dell’emergenza ungulati, i cinghiali in particolare, che sta creando così tanti problemi. Dalla buona caccia, che altro non è che buona gestione della fauna, molto di buono può venire per l’ambiente, il territorio e i cittadini che lo abitano.

Il cacciatore è un cittadino di serie A, che purtroppo, per troppo tempo, ha lasciato che altri usurpassero il suo ruolo di sentinella del territorio, primo tra gli ambientalisti veri, niente a che vedere con i tanti estremisti che popolano più i salotti che foreste e campagne. Occorre invertire questa tendenza, recuperando una posizione nella società che in altri paesi, dove l’attività venatoria non ha subito il linciaggio mediatico a cui è stata soggetta in Italia, i seguaci di Diana occupano di diritto.

I tempi cambiano e le minacce con loro, più che degli attacchi degli anticaccia (pur sempre presenti e mai sopiti), il mondo venatorio deve preoccuparsi del ruolo marginale che ormai ricopre nella società, delle tentazioni di gestione privatistica che ormai hanno permeato parte del mondo agricolo e venatorio, oltre che di possibili catastrofi come l’approvazione del DL “Spazzacorrotti”, che equiparerebbe le Associazioni Venatorie ai Partiti Politici.

Possiamo decisamente affermare che è un futuro pieno di insidie, quello che si trova sul cammino dei cacciatori e solo un mondo venatorio coeso e preparato potrà riuscire a farvi fronte.

Noi di una cosa siamo certi, ARCI Caccia sarà pronta a fare la sua parte.

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura