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Toscana: CCT e EPS prendono le distanze dal regolamento sulla vigilanza

Nei giorni scorsi la Città Metropolitana di Firenze ha approvato il nuovo Regolamento per il coordinamento della vigilanza volontaria e per il riconoscimento di Guardia giurata venatoria.

EPS Toscana esprime sorpresa e rammarico sia per il metodo utilizzato, dal momento che non c’è stata concertazione con le associazioni venatorie, sia nel merito, poiché non sono stati modificati una serie di criteri che penalizzano le numerose GGVV che volontariamente ogni giorno prestano la loro opera per la tutela dell’ambiente, la gestione faunistica del territorio, e la collaborazione con gli istituti privati.

Abbassamento dell’età limite per lo svolgimento delle prestazioni, visite mediche e prove di tiro annuali, aumento delle ore obbligatorie di servizio, sono alcune delle novità che impediranno a molte guardie Volontarie di continuare a prestare la loro opera.

Un regolamento che dovrà essere necessariamente corretto a giudizio della Confederazione Cacciatori Toscani. A questo riguardo la CCT ha concordato e calendarizzato un incontro con i rappresentanti della Città Metropolitana per presentare, tramite una delegazione delle associazioni Confederate, le richieste di urgente modifica ad un atto che rischia di ostacolare ed avvilire un’attività fondamentale come quella della vigilanza, sia sul territorio che negli istituti faunistici pubblici e privati.

 

ARCI Caccia: Ministero dell’Ambiente, lupi e leggi contro natura.

Lupo 2

Il Piano Lupo ha una parte “eversiva” delle regole di conservazione dell’equilibrio tra le specie, una messa più in difficoltà dal “Piano” sono gli esseri umani. La fiaba in cui il lupo mangiava Cappuccetto rosso era più credibile di parte di quanto scritto nel Piano Lupo. Criminalizzare la “braccata” e con essa i cani che in “squadra” sono indispensabili per un’attività di controllo dei cinghiali in moltiplicazione e che fanno danni all’agricoltura, morti sulle strade. È specie che va contenuta e in particolare con la “braccata” che in molte realtà è l’unica soluzione che può incidere. In merito la proposta del Ministero è qualcosa che è al di fuori della scienza e della conoscenza.

SIC, ZPS, SIR servono a proteggere questi ambienti ove si tutela il paesaggio rurale, ambienti e selvatici. Si vogliono lasciare distruggere coltivazioni e specie dal cinghiale? Lo si dica. Senza braccata il cinghiale non avrebbe più controlli salvo qualcuno voglia far credere che a contenere queste popolazioni saranno i lupi! Oppure direbbero altri si potrebbe mettere ai cinghiali del sale sulla coda? Purtroppo c’è chi al Ministero racconta favole: segugi feroci che inseguono e mangiano i “lupi”, cinghiali che coltivano i campi, pastori allevati dalle pecore…. La favola più credibile è quella di governanti che vanno a lavorare per cacciare gli uomini dalle campagne. Una vita a “cinque stelle” riservata ai più ricchi!

Tutelare, il lupo è nella storia della caccia italiana. Il cacciatore nelle favole spara al lupo cattivo solo e per non far mangiare Cappuccetto Rosso. Ha fatto bene. Speriamo che le Regioni che sono chiamate ad esprimere il loro parere si ricordino che i cacciatori sono difensori della natura a tutto tondo: sono dalla parte degli allevatori e quindi delle pecore dalla parte dei cani, contro il randagismo dalla parte di lupo e cinghiale e la braccata serve all’equilibrio tra queste due specie per la vita di entrambe che forse banalmente possiamo chiamare biodiversità.

La parola ora è alle Regioni che contrariamente ad altre istituzioni non stanno su Marte. Chiediamo loro di cancellare questa parte della norma e propongano di valorizzare le squadre dei cinghialai per fare i censimenti e per azioni di gestione conservativa del lupo. Il presidio del territorio, la tutela degli allevamenti di bestiame ricchezza del paesaggio italiano lo sanno far bene i cacciatori. Di certo questi vivaddio maestri delle braccate ne sanno di più, qualche volta di quanto circola in certe stanze dei ministeri.

 

Roma, 12 aprile 2019

Arci Caccia: i senatori PD interrogano i Ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura sui cinghiali

cinghiale

Istituire un tavolo di confronto con le regioni e con le commissioni parlamentari sull’emergenza cinghiali, coinvolgendo tutti i soggetti interessati per definire un piano straordinario capace di affrontare la questione che è ormai molto seria. Lo chiedono i senatori del Pd al governo, con un’interrogazione rivolta ai ministri delle politiche agricole e dell’ambiente, presentata dai capigruppo dem nelle commissioni competenti Andrea Ferrazzi e Mino Taricco e sottoscritta dai molti colleghi Mirabelli, Messina, Sudano, Magorno, Sbrollini, Biti, Rojc, D’Arienzo, Vattuone, Grimani.

“Sul territorio nazionale – spiegano i senatori dem – continua l’emergenza cinghiali, una specie più che raddoppiata in 10 anni e che costituisce un danno per l’agricoltura e un rischio per le persone, perché le incursioni degli animali sulle strade causano un numero crescente di incidenti, spesso anche mortali. Solo nei primi 10 mesi del 2018 sono stati registrati 118 eventi gravi che hanno causato 10 morti e 155 feriti. L’escalation dei danni alle coltivazioni, delle aggressioni e degli incidenti è il risultato della incontrollata proliferazione dei cinghiali presenti in Italia, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città. Nonostante le promesse, finora il governo non ha fatto nulla. Per questo chiediamo un intervento immediato con l’istituzione di un tavolo che pianifichi il contenimento della specie, se necessario anche attraverso un provvedimento legislativo specifico. Un provvedimento – concludono i senatori dem – per scrivere il quale andranno coinvolti tutti i soggetti interessati”

Abbiamo raccolto una dichiarazione al volo di uno dei firmatari, il Senatore Mino Taricco: “I cinghiali stanno diventando una vera emergenza. In alcuni luoghi, oltre a fare danni all’agricoltura, sono un pericolo per la circolazione. Noi, al governo abbiamo chiesto che si convochi al più presto un tavolo a cui far sedere tutti i portatori di interesse. Occorrono provvedimenti legislativi ad hoc, alla cui stesura devono partecipare tutti i portatori d’interesse”

Ed abbiamo chiesto un contributo a Remo Calcagno, Presidente Regionale del Piemonte, conterraneo di Taricco: “La situazione Cinghiale in Piemonte non è meno critica che nel resto del paese, tutto questo è aggravato anche per i vari ricorsi di un mondo ambientalista sempre più integralista che, pur di attaccare la componente venatoria, viene a meno a quelle che sono le esigenze gestionali con scarso senso di responsabilità. Si ritiene opportuno alla luce dei fatti che ora più che mai ci sia un assunzione da parte di tutti di atteggiamenti responsabili lasciando da parte demagogie inutili. In tutto questo la politica deve in modo urgente mettere in campo un progetto gestionale a livello Nazionale per far sì che cittadini, imprenditori agricoli, siano tutelati. Non possiamo che essere soddisfatti dell’iniziativa intrapresa da parte di alcuni Senatori del PD che chiedono con forza di istituire un tavolo di confronto con Regioni e commissioni Parlamentari, fermo restando il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati. Un problema, se gestito, può diventare una risorsa e noi riteniamo che l’apporto del mondo venatorio responsabile sia fondamentale e utile ad una gestione responsabile del territorio. Il tempo è scaduto!!”

Infine, ha commentato l’iniziativa il Presidente Nazionale Piergiorgio Fassini: “Solo dalla caccia, e dai cacciatori, possono arrivare soluzioni pratiche e attuabili per questo problema. La buona caccia è buona gestione della fauna, i cacciatori sono i primi ambientalisti ed è ora che la società civile ne riconosca l’impegno per la tutela dell’ambiente e del territorio. Chi pratica l’attività venatoria è un cittadino impegnato, con una fedina penale immacolata, che ama trascorrere il proprio tempo all’aria aperta, svolgendo un’attività sana che al contempo funge da presidio del territorio. Tutto l’opposto dell’ambientalismo da salotto, il cui integralismo ci ha portato ad avere i cinghiali fin nel centro delle nostre città”

 

Face: Stabilire le priorità per la caccia e la conservazione in Europa

Dal 9 all’11 aprile scorsi la Royal Dutch Hunters’ Association – Koninkliijke Nederlandse Jagersvereniging (Associazione Reale olandese dei Cacciatori) ha ospitato la riunione dei Membri della FACE in Olanda. Il principale evento è stato la prima “Conferenza Europea dei Cacciatori: grandi sfide per la caccia e la conservazione”, dove una gruppo di esperti di alto livello ha discusso gli argomenti più scottanti che affrontano i cacciatori europei .Questi includevano il futuro del piombo nelle munizioni, la gestione dei grandi carnivori, la febbre suina africana nel cinghiale, la sostenibilità della caccia degli uccelli migratori e le imminenti elezioni europee.

partecipanti alla conferenza erano formati da un misto tra le principali associazioni nazionali di cacciatori d’Europa, esperti del mondo accademico, rappresentanti della Commissione Europea e dell’industria come pure le principali Associazioni ambientaliste europee non governative. Ogni sessione ha evidenziato varie opportunità e timori e la necessità della FACE di mantenere un dialogo con le istituzioni della UE per promuovere la caccia e la conservazione .Hanno anche sottolineato l’importanza per la FACE e i suoi Membri di comunicare il ruolo cruciale che i cacciatori europei giocano riguardo alla conservazione della natura, economie rurali, educazione delle giovani generazioni e alla promozione della eredità culturale.

 Torbjörn Larsson, Presidente della FACE ha affermato “I cacciatori eruopei sono uniti nella FACE per gestire il dibattito a Bruxelles dove il 75% delle normative relative alla caccia vengono decise. Dal 1977 FACE ha costruito un ponte tra cacciatore e istituzioni europee; non è mai stato così importante avere una FACE forte”

 Nel corso della riunione è stato nominato nuovo Segretario Generale il Dr. David Scallan, già in FACE come Direttore Senior della Conservazione dove era responsabile della supervisione della attuazione del programma di conservazione della federazione. Ha un background forte nella gestione di progetti dell’UE, politica di conservazione, gestione della selvaggina, agricoltura sostenibile e conflitto uomo-natura. Ha ricevuto il suo Ph.D. (qualifica di Dottore di Ricerca) dalla National University of Ireland Galway con una dissertazione sul il ruolo economico, ecologico e sociale della caccia nella Irlanda rurale. Ha una vasta conoscenza della politica e della politica europea sulla caccia nonchè un vivo interesse a gestire l’agenda di conservazione della FACE. Come Segretario Generale non vede l’ora di implementare in modo efficace il lavoro della FACE in collaborazione con i vertici delle Associazioni nazionali venatorie d’Europa.

Concludendo la Riunione dei Membri, il Presidente della FACE, Torbjörn Larsson ha affermato: “Sono lieto che la FACE abbia incaricato David Scallan a realizzare la nostra concezione per una caccia sostenibile che sia estesamente accettata come parte integrante della cultura europea e come strumento vitale per la conservazione e gestione della natura e della fauna selvatica europea.”

 

Salvini da il via libera all'abbattimento dei lupi... col parere dell'ISPRA

 

lupo 1

Enorme clamore ha suscitato la notizia che dal Viminale è uscita una Circolare indirizzata ai Prefetti che autorizzerebbe l'abbattimento dei lupi problematici. Parte subito il plauso di allevatori e amministratori in prima linea contro quella che ormai, in molte parti d'Italia è paragonabile a quella degli ungulati. Partito immediatamente il fuoco di fila degli animalisti, che minacciano ricorsi.

Alleghiamo l'articolo:

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/animali/2019/04/12/viminale-a-prefetti-ce-allarme-lupi-si-allabbattimento_bff0fe70-19f5-4194-bee5-f5a074dcf2ab.html

Curiosando su Facebook, però, abbiamo trovato questa dichiarazione sulla Pagina di Canislupus.it, che sembra spegnere molti facili entusiasmi:

Prima che qualcuno si senta legittimato ad imbracciare il fucile, o riconosca nel Ministro dell'Interno il salvatore della zootecnia, o anche lo sterminatore dei lupi, anticipiamo un estratto della circolare 13651 del 4 aprile emessa dal Ministro Matteo Salvini ed indirizzata ai Prefetti. Si indica che eventuali interventi in deroga su animali problematici "dovranno essere valutati con parere ISPRA, dovranno avere carattere di eccezionalità e potranno essere considerati a condizione che sia stata verificata l'assenza di altre soluzioni praticabili".
Ma non c'era già scritto nel DPR 357... già dal 1997??

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