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Veneto: Approvato il calendario venatorio, dopo 4 stagioni torna la caccia al colombaccio nelle giornate di preapertura

(AVN) – Venezia, 2 luglio 2019

 

la giunta regionale del veneto ha approvato, su proposta dell’assessore alla caccia giuseppe pan, il calendario venatorio 2019-2020. La stagione aprirà il 15 settembre 2019 e si chiuderà il 30 gennaio 2020, ma con periodi di caccia diversificati a seconda delle specie.

 

il calendario prevede alcune giornate di preapertura (1, 2, 4, 8 e 9 settembre) per le specie merlo, ghiandaia, gazza, cornacchia nera e cornacchia grigia. Rispetto al calendario venatorio delle precedenti stagioni, ritorna la caccia al colombaccio nelle due giornate di preapertura dell'1 e 2 settembre, anche in considerazione del buono stato della popolazione nel territorio regionale.
confermata la caccia alla tortora anche nella prossima stagione venatoria in veneto, nelle prime due giornate di preapertura, nonostante il piano di gestione nazionale proponga di sospenderne il prelievo nelle preaperture, e poi dal 15 al 30 settembre con il limite di carniere giornaliero a 5 capi e quello stagionale a 20 per cacciatore, così come indica l’ispra (l’istituto superiore per la protezione della fauna selvatica).

 

il calendario 2019-2020 conferma, inoltre, limiti temporali per la caccia al combattente (dal 2 al 31 ottobre), per la starna, il fagiano, la quaglia e il coniglio selvatico (cacciabili fino al 30 dicembre), per l’allodola (dal 2 ottobre al 30 dicembre), per il merlo (dal 15 settembre al 15 dicembre), per la beccaccia e il tordo bottaccio, cacciabili fino al 20 gennaio. Anche per ghiandaie, gazze, cornacchie nere e cornacchie grigie la stagione di prelievo si chiude anticipatamente al 12 gennaio - come nel precedente calendario venatorio- ma restano confermate le giornate di posticipo l’1, il 2, il 3, il 5, il 6, l’8 e il 9 febbraio 2020.

 

chiusura anticipata anche per la moretta (dal 2 ottobre al 20 gennaio), mentre per lepri bianche, pernici bianche, fagiano di monte e coturnice si conferma la possibilità di prelievi numerici limitati dal 2 ottobre al 30 novembre, sulla base di piani determinati da censimenti specifici.

 

“anche quest’anno – sottolinea l’assessore – il lungo e approfondito lavoro istruttorio, che ha coinvolto regione, province e ispra, ha prodotto un calendario equilibrato, rispettoso dell’ambiente, delle normative europee e nazionali, della consistenza numerica delle diverse specie e del diritto dei cacciatori ad esercitare la loro passione”.

 

il provvedimento indica, come ogni anno, il limite quantitativo dei carnieri, le giornate di caccia (tre giorni la settimana a scelta del cacciatore, esclusi martedì e venerdì), gli orari di caccia, norme specifiche per le aziende faunistico-venatorio e per quelle agri-turistico-venatorie, regole per l’addestramento e l’allenamento dei cani da caccia, limitazioni nelle zone di protezione speciale (zps).

 

“per quanto riguarda la selvaggina stanziale – sottolinea l’assessore - l’amministrazione regionale ripropone un calendario unico a livello regionale, senza differenziazioni tra province e tra ambiti territoriali di caccia. Questa scelta consente di semplificare e razionalizzare l’attività venatoria nel territorio regionale”.

 

la caccia agli ungulati (daino, camoscio alpino, capriolo, cervo, muflone) è autorizzata e regolamentata dalle province il cui territorio ricade in tutto o in parte nella zona faunistica delle alpi. Negli altri territori non compresi nella zona faunistica delle alpi, è consentito solo il prelievo selettivo, basato su piani di abbattimento qualitativo e quantitativo autorizzati e regolamentati dalle province.

 

Toscana, Remaschi: "Dalla conferenza regionale metodi e proposte condivisi per un futuro di sostenibilità"

Scritto da Chiara Bini

 

FIRENZE – Un tavolo unico capace di riunire tutti i soggetti coinvolti che discuteranno in modo condiviso e partecipato; un metodo di lavoro per il futuro improntato sul confronto aperto; l'individuazione delle priorità su cui lavorare: sono questi i tre obiettivi focalizzati dalla Conferenza regionale sulla caccia 2019 appena conclusasi al Centro Fiere del Madonnino (Gr). Avviata ieri, la conferenza ha visto due giorni di lavoro pieno e proficuo, con una presenza attiva dei numerosi partecipanti e soggetti coinvolti.

"La Regione – ha detto l'assessore all'agricoltura Marco Remaschi esprimendo la sua soddisfazione per i risultati raggiunti ed apprezzando la condivisione che è emersa dalla due giorni pur nelle varie sfaccettature sottolineate dalle organizzazioni che comunque hanno individuato una linea comune - nell'ottica di migliorare e rilanciare il modello toscano di gestione della fauna e dell'intero sistema agro-silvo-pastorale, si impegna a procedere velocemente in questi ultimi mesi di legislatura per intervenire, in base alle proprie competenze, mediante un confronto aperto e costante con i rappresentanti del mondo agricolo, venatorio e della protezione ambientale per l'attuazione delle proposte individuate e condivise nell'ambito di questa conferenza. Abbiamo l'obiettivo primario di garantire la sostenibilità per gli anni futuri".

Ecco le priorità su cui si è stabilito di lavorare in maniera concertata: - il nuovo piano faunistico regionale già a partire dalla fase preliminare, oggi in corso, per l'invio al Consiglio regionale del primo documento del nuovo Piano entro il mese di settembre 2019. - l'analisi e, dove necessario, la modifica dell'attuale normativa regionale, con l'obiettivo di semplificare e rendere più efficiente l'azione amministrativa. - la Toscana si farà portavoce, entro il mese di ottobre 2019, presso il governo nazionale, tramite la conferenza delle Regioni, della necessità di operare una revisione puntuale della legge 157/92.

"Dalla Toscana – ha quindi concluso Remaschi - arriva un messaggio univoco al Governo che nei prossimi giorni cercherò di condividere con altre Regioni che soffrono le nostre problematiche, la norma nazionale deve essere adeguata alle attuali condizioni imposte da un approccio sostenibile e ecologico e deve fornirci gli strumenti necessari alla risoluzione dei conflitti tra fauna e agricoltura".

 

Conferenza Regionale sulla caccia in Toscana: Arci Caccia, Libera Caccia, Enalcaccia ed Italcaccia scrivono alla Regione

Si è conclusa, sabato, l’esperienza della Conferenza Regionale sulla caccia, organizzata dalla Regione presso il Centro Fiere del Madonnino a Braccagni, in provincia di Grosseto. Purtroppo, all’interno della manifestazione abbiamo dovuto registrare alcuni fatti inconsueti che ci hanno costretto a scrivere alla Regione. Infatti, nella giornata di sabato, gli stand, che come richiesto dalla Regione, erano stati allestiti da alcune delle Associazioni Venatorie Riconosciute presenti, sono stati spostati e rimaneggiati per far posto a quello di una confederazione non riconosciuta, la Cct, che non risultava nemmeno tra i soggetti invitati a partecipare. Già questo fatto, di per sé non sarebbe consono, ma l’essersi spinti a far intervenire un rappresentante di tale gruppo per concludere la manifestazione è stato davvero inaccettabile. In questo modo si mette alla pari delle Associazioni riconosciute dalla legge, una sigla priva di riconoscimento nazionale e al contempo si fa un torto alle tante altre realtà non riconosciute presenti in forma organizzata in Toscana, a cui, a ciò che ci risulta, non è stato recapitato invito. Non vorremmo che sia un modo per sdoganare questa sedicente confederazione, perché questo andrebbe contro ovviamente contro ciò che prevede la legge e gli stessi pareri espressi dalla Regione. Oltretutto, non capiamo nemmeno l’esigenza di tutte queste complicazioni attuate per portare avanti una confederazione fatta da due associazioni (una grande, una molto meno) già in possesso del riconoscimento nazionale. A meno che la ragione non sia stata davvero quello di unire il mondo venatorio, senza di loro, come avvenuto in questa occasione. Non sarebbe meglio, soprattutto per la caccia, mettere da parte personalismi da primo della classe e riunire anche in Toscana la Cabina di Regia delle Associazioni Venatorie Riconosciute come avviene a livello nazionale? Noi siamo pronti e aspettiamo notizie, riservandoci, nel caso perduri questo stato di cose, di rivalutare l’opportunità o meno del partecipare ai tavoli organizzati dalla Regione.

Eugenio Contemori (Enalcaccia), Roberto Parenti (Italcaccia), Alessandro Fulcheris (Libera Caccia) e Sirio Bussolotti (Arci Caccia)

Arci Caccia: dagli atti del Consiglio Nazionale una domanda, quale futuro per la caccia?

 Nella relazione di Piergiorgio Fassini una lucida analisi dell’attuale contesto politico in cui si trova l’attività venatoria.

“La caccia come prefigurata nella 157/92 è “arte di popolo” e per questo è stata ed è boicottata con la speranza di rinchiudere i cacciatori nelle “riserve” a pagamento.

L’incontro con il Presidente nazionale della FIdC ha permesso di chiarire che noi e loro siamo contro “l’abolizione dell’art. 842” del Codice Civile e una caccia sul tipo delle “riserve” alla trentina non serve nel resto d’Italia.

Una brutta pagina è venuta dalla proposta della CIA di modifica della 157/92 confusa e lesiva dell’agricoltura, intesa quale tutela e governo del “paesaggio” rurale, che non si fa con recinzioni, filo spinato tabelle di divieto. Abolire il cacciatore volontario gestore o organizzato in squadre, per sostituirlo con figure semiprofessionali, è un errore. Controcanto forte è venuto dall’EPS a cui brillano gli occhi all’idea di abolire l’art. 842 del Codice Civile. Noi perseguiamo l’unità di intenti e anche organizzativa dell’associazionismo nazionale riconosciuto delle associazioni dei cacciatori con una sola pregiudiziale: giù le mani dalla caccia sociale.

Dalla politica, anche dopo le ultime tornate elettorali amministrative ed europee, ci aspettiamo coerenza e impegni fattivi.

Il rapporto con l’Europa va rivisitato senza illusioni e senza pasticci.

Il primo tema riguarda la rappresentanza delle Associazioni venatorie in Europa.

La Federazione dei cacciatori Europei va ripensata. Non ne facciamo una questione di “poltrone” ma di democrazia della rappresentanza delle decisioni e di scelte politiche.

È del tutto evidente che l’Italia non è la Francia. Il problema è che siamo in assenza di una strategia dei cacciatori europei e si gioca di rimessa.

Tutto andrà analizzato in Cabina di Regia. Occorre sapere per fare cosa si aderisce a FACE. Solo fare viaggi a Bruxelles che non portano nulla ai cacciatori italiani, non ci interessa.

In campagna elettorale ci siamo attivati per chiedere impegni, trasversalmente con le altre associazioni venatorie e per avere candidati “collaudati” ed in tutti gli schieramenti. E’ stata un’azione che ci ha permesso di uscire dall’isolamento. Abbiamo incontrato singoli candidati e forze politiche. Oggi dialoghiamo con tutti senza appiattirci e senza timori referenziali.

Lo abbiamo fatto a Perugia incontrando con gli altri il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera (M5Stelle) On. Filippo Gallinella, dal quale abbiamo ascoltato proposte e difficoltà ma al quale non abbiamo risparmiato una critica fondamentale per uscire dalle promesse. Nel contratto di governo non c’è la gestione della fauna selvatica, quindi come affronteranno l’argomento?

Nel contempo è salito il livello di guardia sulla caccia nelle Regioni.

Con la Cabina di Regia del mondo venatorio, abbiamo presentato ed inviato a tutte le Regioni ed alle rappresentanze di Governo una contro istanza rispetto alla versione protezionista presentata dalle associazioni animaliste/integraliste.

Si è rimessa al centro l’azione di gestione della fauna e di tutela dell’ambiente che come Associazioni Venatorie ci compete, nel pieno rispetto delle norme già adottate e senza cadere nelle false demagogie di chi vuole interpretare le norme.

Dai nostri gruppi dirigenti nelle Regioni, indipendentemente dalla maggioranza politica che governa queste, senza faziosità è emerso che il peso contrattuale dei cacciatori nell’azione di interlocuzione con le Giunte e i Consigli Regionali per la gestione della fauna, è sempre più marginale. Troppe divisioni tra le Associazioni Venatorie e con gli agricoltori

Le promesse di amicizia fanno piacere psicologicamente, lo riconosciamo, ma le cose non cambiano e la sfiducia e le rinunce dei cacciatori crescono. Di certo non aiutano quelle Associazioni che, nei territori, alimentano contrapposizioni demagogiche.

Portare a casa un parlamentare sarà meglio di niente: ma per chi va a caccia cosa cambia?

E intanto fioccano le sentenze negative e le imposizioni politiche riduttive per la caccia.

Al centro della discussione dell’ultimo consiglio nazionale anche i progetti che l’ARCI Caccia dovrà portare avanti nel 2020. Sfide importanti che prevedono un ruolo di primo piano per la Fondazione Una.

Rilanciamo il significato strategico della Fondazione che resta un caposaldo, un presidio, un ponte verso la società, che vede ora la presenza formale anche dell’Enalcaccia.

L’altra nostra “porta” verso i cittadini è la Federazione ARCI.

“Per questi obbiettivi volevamo e vogliamo una Conferenza Programmatica partecipata. Ma ci siamo chiesti quando? Da cacciatori sappiamo che per “caricare le pile” occorre avere il tempo per godersi la caccia “sul campo”, pertanto una soluzione per non rinviare è riuscire a tenere nelle prime due settimane di settembre il Consiglio Nazionale aperto e allargato ove proporre un documento programmatico sintesi e aggiornamento delle Conferenze svolte così da creare una prima elaborazione, punto di riferimento documentale per avviare la discussione per il 2020.

FIDC EMILIA ROMAGNA: nel piano di controllo volpi reinserita la possibilita’ di prelievo durante la trebbiatura

Anche grazie al contributo della nostra Associazione, con deliberazione n. 979 del 18 giugno 2019, la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha modificato il “Piano regionale di controllo della volpe” di cui alla deliberazione n.611/2019. Con riferimento ai gravi danni che lo scavo delle tane di questo animale comporta per l’integrità dei terrapieni di infrastrutture viarie o ferroviarie e degli argini pensili, la Regione ha ritenuto di superare le attuali previsioni del Piano per la parte che riguarda il periodo di cattura con gabbie-trappola e per l’utilizzo della caccia in tana: in particolare d’ora in avanti l’intervento con uso di gabbie-trappola potrà essere attuato durante l’intero anno solare senza limitazioni di orario, con esclusione del periodo in cui la volpe si occupa delle cure parentali in tana dal 15 febbraio al 30 giugno, mentre è stata reinserita la possibilità degli abbattimenti durante la trebbiatura su colture cerealicole e legumi da granella, da realizzarsi alla cerca o all’aspetto senza l’ausilio di cani e da attuarsi esclusivamente negli Istituti finalizzati alla produzione naturale di selvaggina. (Federcaccia Emilia Romagna)

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