Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Luca Gironi

Luca Gironi

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

1968-2018 CAMPIONATO S.UBERTO – UN PERCORSO LUNGO 50 ANNI

Federazione Italiana della Caccia ha festeggiato il traguardo del mezzo secolo della disciplina “inventata” in Italia e ora diffusa fra i cinofili di tutta Europa. Una festa nel nome dell’amicizia, del sano agonismo e della caccia.

Sportività, amicizia, allegria, voglia di stare insieme, commozione, passione per i cani e la caccia… Il tutto condito per i presenti dalla soddisfazione di sapere di stare vivendo un momento che comunque resterà inimitabile ed irripetibile.

Questi gli ingredienti principali della bella e partecipata festa che ha riunito presso il Borgo de’ Romolini a Sansepolcro (Ar) – a pochi minuti dalla Zona di Collacchioni – i vertici nazionali e regionali della Federazione, autorità, giornalisti delle principali testate di settore, concorrenti, appassionati e campioni vecchi e nuovi che hanno fatto la storia di questa disciplina cinofila, voluta con una felice intuizione dalla Federcaccia 50 anni fa, diffusasi prima in tutta Italia e poi in Europa, dove si è radicata al punto da costituire una delle colonne portanti dei Campionati del mondo di cinofilia.

“Questa sera celebriamo la festa della cinofilia venatoria – ha detto rivolgendosi ai quasi 300 presenti in sala un comprensibilmente emozionato Antonio D’Angelo, vice presidente nazionale con delega alle attività sportive, aprendo la serata – ed essere qui rappresenta per me una grande gioia e un onore, il coronamento dell’impegno della passione di una vita. La cinofilia venatoria agonistica – ha proseguito – è sicuramente praticata da una minoranza di persone, ma ricordiamo che in Italia l’80% dei praticanti caccia con i cani. Nelle nostre case, insieme a noi, vivono almeno 2 milioni di cani, nella massima parte amati, curati e rispettati quanto e forse più di quelli in mano a tantissimi non cacciatori. Ringrazio tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione di queste celebrazioni – ha concluso – a partire da Domenico Coradeschi, vera memoria storica della cinofilia italiana e anima di Collacchioni”.

“Ringrazio Domenico, un grandissimo amico – ha fatto eco il presidente Gian Luca Dall’Olio – al quale Federcaccia e non solo il S.Uberto devono molto per quello che ha costruito a Collacchioni lavorando soprattutto sulla starna, compagna eletta del cane, la cui presenza su questi terreni ha provocato in chiunque l’abbia incontrata soddisfazione e grande emozione”.

“Non dimentichiamo anche un altro aspetto importante del S. Uberto – ha proseguito il presidente – ancora più da rimarcare specie in questo momento in cui siamo sotto gli occhi attenti delle cronache, ovvero che sviluppa in chi lo pratica il senso etico dell’azione, del comportamento nei confronti del cane, dei selvatici e di chi osserva. La sicurezza e la padronanza piena e consapevole del fucile e delle proprie azioni sono elemento fondamentale di questa disciplina, una forma di istruzione pratica alla caccia da dare prospetticamente a chi ci attacca strumentalizzando gli incidenti”.

“Questa è la festa della cinofilia che unisce” ha sottolineato nel suo saluto il presidente Enci Dino Muto, graditissimo ospite insieme al vicepresidente Silvio Marelli. “La cinofilia per troppo tempo ha diviso, ma è il momento di cambiare direzione. Con Federcaccia collaboriamo a molti tavoli nel comune interesse della difesa della natura e della selezione delle razze canine”.

La serata è proseguita condotta con garbo e leggerezza da Gisella Marini, giovane cacciatrice e presidente di una sezione Fidc pugliese, in questa occasione in veste con eccellenti risultati di presentatrice, che ha introdotto i diversi momenti previsti dal programma, che hanno visto anche i saluti di Luigi Chiappetta, responsabile del Comitato Organizzatore del 50° S. Uberto; del sindaco di Pieve Santo Stefano Albano Bragagni; di Domenico Coradeschi, che in qualità di vicepresidente FIDASC ha portato anche i saluti del presidente Felice Buglione, impossibilitato ad essere presente; dell’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli e di un gradito ospite internazionale, il presidente della Real Federación Española de Caza, Angel Lopez Maraver.

Diversi i momenti significativi della celebrazione. Non sono mancati attimi di sincera commozione al conferimento delle targhe alla memoria dei padri fondatori del S. Uberto, consegnate da Marcello Stoduto.

La moglie, signora Mara Gentili, e la figlia Emily Leporatti, hanno ritirato la targa per Polo Leporatti, a cui si deve in particolare nella sua veste di primo presidente del Comitato organizzatore dei mondiali di cinofilia, l’aver dato alla disciplina del S.Uberto respiro internazionale.

Alla figlia di Luigi Renzi, Fiorella, è stata consegnata la targa in memoria del padre, lungimirante ideatore di una disciplina cinofila che esaltasse i valori etici della caccia e promuovesse la sicurezza fuori e dentro il campo di gara.

Fra applausi sinceri è seguita poi la premiazione degli atleti che si possono fregiare del titolo – per alcuni anche ripetuto – di Campioni del Mondo a singolo della specialità. D’Angelo ha così chiamato sul palco presentandoli uno a uno Alessandro Brizzi; Marco Carretti; Mirella Cecconi; Alberto Dandolo; Massimo D’Ambrosio; Matteo Frigato; Francesco Meconi; Simone Michelucci; Fabrizio Muccioli; Domenico Nardi ed Elena Villa.

Dopo di loro, a raccogliere gli applausi della sala è stata la volta dei partecipanti ai Campionati del mondo 2018, dal quale come è noto l’Italia ha riportato prestigiosi titoli individuali e di squadra: Francesco Meconi; Ermanno Soldi; Gregorio D’ambrosio; Mariliano Mazzoleni; Marta Viviani ed Elisa Mambelli, accompagnati dal CT Giuliano Billi.

Per ultimi, ma non certo ultimi, a salire sul palco Leo Bellanti e Carlo Tizzi a nome di tutto lo staff di Collacchioni, composto oltre a loro da Giovanni Donnini; Giovanni Giusti; Giovanni Occhini; Ivo Pulcinelli; Federico Sinatti e Nico Tizzi, che il presidente Dall’Olio ha voluto premiare personalmente con un coltello personalizzato realizzato appositamente da Fraraccio di Frosolone, centro molisano famoso per la forgiatura delle lame, a ciascun componente per esprimere simbolicamente la gratitudine della Federazione e di tutti coloro che frequentano la Zona per l’impegno e la professionalità che esprimono e senza le quali non sarebbe possibile lo svolgimento sempre al top delle prove organizzate a Pieve Santo Stefano. L’affetto che li circonda e che tutti i presenti hanno espresso anche in questa occasione è buona testimonianza di questa consapevolezza.

Ad arricchire l’evento, anche dal punto di vista artistico culturale, l’esecuzione de “L’inno di Diana” composizione al pianoforte scritta ed eseguita dal giovanissimo – 13 anni – ma promettente Giovanni Stoduto, e l’Inno d’Italia cantato dal tenore Davide Pastorino. Presente anche Roberto Aguzzoni, autore di una storia del S.Uberto realizzata per l’occasione e distribuita in anteprima alla serata.

L’evento – alla cui organizzazione hanno contribuito fattivamente Laura D’Intino e Claudia Sansone, della segreteria nazionale FIdC – si è concluso in allegria a tavola, fra ricordi, aneddoti, brindisi e programmi per il futuro, primo fra tutti quello di iniziare a preparare i festeggiamenti per i prossimi… 50 anni!

Enci: il Presidente Muto scrive alla RAI per chiarire la polemica creata dalla trasmissione "Indovina chi viene a cena"

Con riferimento al programma Indovina chi viene a cena trasmesso su RAI 3 nella serata del 11 novembre 2018, ENCI precisa che, per quanto riguarda i presunti certificati genealogici prodotti da associazioni non aventi titolo all’emissione di pedigree, l’Ente attualmente collabora con gli inquirenti e in difesa degli allevatori cinofili italiani su diverse, importanti indagini. L’ENCI è naturalmente obbligato al più stretto riserbo e non può fornire alcuna informazione.

In merito alle verifiche zootecniche ratificate da ENCI occorre ribadire, respingendo con fermezza l’immagine circense che ne è stata attribuita, che si tratta di importanti momenti di confronto che impegnano allevatori e appassionati che con mille sacrifici sottopongono i loro amati cani all’attenzione di esperti giudici qualificati. Proprio attraverso queste verifiche vengono individuati i cani che rappresentano le eccellenze per tipicità e funzione, con interessanti sviluppi anche nel campo di attività socialmente utili. A tal proposito non posso che ringraziare tutti i cinofili, dagli esperti giudici a coloro che collaborano nei gruppi cinofili e nelle associazioni specializzate, per la dedizione e l’impegno profuso.

Quanto alla Riproduzione Selezionata, si precisa che i criteri per ciascuna razza sono identificati e costantemente aggiornati, di concerto con le associazioni specializzate di riferimento, dalla Commissione Tecnica Centrale che sta prestando la più grande attenzione alla riduzione dell’incidenza delle malattie ereditarie tenendo presente la pressante necessità di non impoverire la variabilità genetica delle singole razze.

La Commissione Tecnica Centrale ha in seno tutte le competenze necessarie per favorire la corretta selezione del cane di razza, di cui troppe volte si parla senza avere precise conoscenze. La Commissione, che si riunisce proficuamente e con frequente periodicità, è infatti composta da un rappresentante dei servizi zootecnici e da un funzionario del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, da un rappresentante dei servizi veterinari del Ministero della Salute, da tre tecnici qualificati esperti in cinologia docenti o ricercatori universitari, da quattro allevatori di esperienza e dal coordinatore del Comitato Consultivo degli Esperti.

Ci spiace osservare che l’ENCI non è stata direttamente interpellata dagli autori della trasmissione, come ci si poteva attendere, e non ha potuto contribuire ad approfondire temi che sono costantemente al centro della nostra attenzione.

ENCI ribadisce il suo concreto appoggio agli allevatori che contribuiscono al miglioramento e alla diffusione delle razza canine, avendo come principio fondante il benessere e la salute dei nostri cani.

Il Presidente Dino Muto

Veneto: Arci Caccia scrive alla Regione per chiedere la rimozione del divieto di caccia

 Padova, 12 novembre 2018

Al

PRESIDENTE DELLA REGIONE VENETO

dott. Luca ZAIA

All’

ASSESSORE ALLA CACCIA

Dott. Giuseppe PAN

Egr. Sigg,

riteniamo che la proroga del divieto di caccia per una altra settimana nell’intero territorio della Provincia di Belluno non trovi tutte quelle motivazioni di essere del Decreto del Presidente del Veneto.

E’ vero che in alcune zone persistono situazioni emergenziali per le quali, come cacciatori ed anzi come Arcicacciatori, abbiamo dato il nostro fattivo apporto per contribuire a ridurre i disagi ed i rischi per le popolazioni interessate. Ed è anche indubbio che continueremo a prestare la nostra opera laddove fosse di interesse per la collettività tutta e laddove venisse richiesta.

Ma è altrettanto vero non tutta la provincia è interessata dal fenomeno emergenziale oggetto più volte dell’interesse dei media. Ci sono vasti tratti di territorio montano sfiorati dal maltempo e dove pensiamo la caccia possa essere concessa non costituendo pericolo alcuno né per le squadre di soccorso – in quanto non presenti – né per la fauna non gravata da condizioni critiche ed emergenziali.

Già la scorsa settimana con una specifica nota avevamo chiesto al Presidente del Veneto e all’Assessore Regionale Pan che se il divieto di caccia dovesse essere prorogato lo si facesse “per aree effettivamente interessate dai fenomeni meteorologici dei giorni scorsi e quindi per aree chiaramente identificabili ricadenti in Riserve Alpine o porzioni di esse”.

Siamo convinti nell’essere nel giusto ribadendo questa nostra richiesta e richiedendo pertanto che la Regione, rimuova e stralci il divieto di Caccia generalizzato per l’intera provincia di Belluno.

Possiamo capire l’estremo disagio al quale sono sottoposti alcuni territori ma riteniamo altresì che non per questo si debba impedire ad un gruppo di persone di esercitare legittimamente il loro diritto in altre aree, sapendo altresì che tra qualche settimana la stagione venatoria in zona Alpi vedrà, per alcune forme di Caccia, la propria conclusione definitiva.

Piergiorgio Fassini

Vice Presidente Regionale

Emilia Romagna: Via libera dalla Giunta regionale all'avviso per affidare l'attività di soccorso e cura degli animali feriti o in difficoltà.

L'assessore Caselli: "Un servizio a favore di tutta la collettività"

Un compito che sarà affidato ai Centri di recupero animali selvatici e alle associazioni di volontariato. Prevista un'unica convenzione per ciascuna provincia, anche in presenza di più soggetti. A disposizione ci sono 300mila euro per coprire le spese su tutto il territorio regionale. Le candidature vanno presentate entro il 30 novembre prossimo

Bologna – Garantire su tutto il territorio regionale per l’anno 2019 il soccorso e la cura di esemplari di caprioli, volpi o altri animali selvatici feriti, ad esempio dopo essere stati investiti da un’autovettura di passaggio, oppure che si trovano in difficoltà per mancanza di cibo a seguito di un’intensa ondata di maltempo. È ciò che si prefigge l’avviso pubblico approvato dalla Giunta regionale in continuità con il percorso avviato nel 2016, dopo che la Regione ha ‘ereditato’ dalle Province questa competenza.

L’avviso ha come obiettivo la raccolta di manifestazioni di interesse per la stipula di convenzioni per le attività di raccolta, trasporto, cura, riabilitazione e liberazione degli esemplari feriti o in difficoltà. I soggetti che possono partecipare sono i Centri per il recupero degli animali selvatici (Cras) e le organizzazioni di volontariato con finalità statutarie compatibili, queste ultime per le sole attività di raccolta e trasporto. Per presentare le candidature c’è tempo fino al 30 novembre prossimo.

“Con l’avvicinarsi della scadenza a fine 2018 delle attuali convenzioni- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli- abbiamo provveduto anche quest’anno ad emanare l’avviso pubblico per la raccolta delle candidature per svolgere questa importante attività a favore della collettività. Abbiamo pertanto predisposto un bando che da una parte si fa carico della copertura del servizio sull’intero territorio regionale e dall’altra tiene conto delle esigenze espresse dai Cras e dalle organizzazioni di volontariato. Confidiamo per questo che l’avviso vada a buon fine e si facciano avanti candidati per tutte le province dell’Emilia-Romagna”.

Cosa prevede l’avviso pubblico

Il bando prevede la stipula di un’unica convezione per ciascuna provincia; la Regione ha stanziato la somma di 300mila euro per coprire le spese che saranno sostenute per svolgere le attività su tutto il territorio regionale. In caso di più candidature nella stessa Provincia, evento non del tutto infrequente, spetterà agli uffici regionali promuovere un confronto tra i soggetti che hanno manifestato il loro interesse, onde evitare sovrapposizioni territoriali nello svolgimento dell’attività.

I soggetti a cui si rivolge l’avviso devono essere dotati delle attrezzature idonee alla cattura, trasporto e cura dei selvatici recuperati e devono garantire che le attività siano svolte grazie all’apporto prevalente di volontari in possesso delle necessarie cognizioni tecniche e pratiche o eventuali abilitazioni professionali.

Tra le altre condizioni espressamente richiamate è prevista la copertura 24 ore su 24, festivi compresi, nei territori dove è prevalente la raccolta e cura di mammiferi selvatici pericolosi per l’uomo, come cinghiali, cervi e lupi. Nelle altre zone sarà sufficiente tenersi pronti ad intervenire all’interno di una fascia oraria ordinaria di otto ore al giorno.

La dotazione di 300mila euro, prevista a copertura delle spese, sarà ripartita su base provinciale per il 60% tenendo conto della superficie di ciascun territorio, per un altro 35% sulla base dello storico del numero di capi recuperati e/o curati. La restante quota del 5% sarà ripartita a ciascun Cras od organizzazione di volontariato che si renda reperibile 24 ore su 24.

Per le attività oggetto di convenzione è riconosciuto il solo rimborso dei costi sostenuti. Tra le spese rimborsabili rientrano, a titolo di esempio, i costi connessi ai chilometri percorsi per la raccolta e il trasporto degli animali bisognosi di cure, le spese per il medico veterinario, per esami, analisi, materiali per medicazioni, farmaci e alimentazione terapeutica specifica. /G.Ma

Per informazioni sulle modalità di presentazione delle candidature si può consultare il testo integrale dell’avviso all’indirizzo: http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/entra-in-regione/bandi/bandi-2018/avviso-pubblico-per-soccorso-alla-fauna-in-difficolta-bando-2018

 

Arci Caccia Marche in lutto per la prematura scomparsa di Andrea Montagna

Con un grande nodo in gola ci uniamo alla famiglia di Andrea per il grave lutto. Andrea, giovanissimo, appassionato cacciatore e cinofilo, Consigliere del Comitato provinciale Arci Caccia di Pesaro e Urbino, è stato coinvolto, questa mattina, in un grave incidente stradale mentre si stava recando al lavoro. Persona generosa e stimata da tutti, Andrea, oltre all’impegno associativo nel Comitato provinciale, era attivissimo nella sezione comunale Arci Caccia di Sassocorvaro (PU). Sentite condoglianze alla famiglia. Un abbraccio grande alla moglie e al piccolo figlio. Andrea, ne siamo certi, continuerai a correre dietro i tuoi cani in un paradiso di beccacce e fagiani. Ci mancherai!

Gabriele Sperandio – Arci Caccia Marche

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura