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Luca Gironi

Luca Gironi

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TRENTINO ALTO ADIGE: STRATEGIE COMUNI TRA GLI UFFICI CACCIA E PESCA DI TRENTO E BOLZANO

Varie -Come si muovono i vostri orsi? Quanti lupi avete? Gli Uffici caccia e pesca dell'Alto Adige e del Trentino approfondiscono la collaborazione reciproca.

Orsi e lupi non conoscono confini provinciali nei loro spostamenti attraverso i boschi della regione. Ecco perché il tema dei grando predatori è stato al centro del tradizionale incontro annuale fra il personale degli uffici caccia e pesca delle province di Trento e Bolzano. Tra i temi trattati alla baita Hirschplätze a Monticolo nel Comune di Appiano c'è stato infatti il monitoraggio e la gestione dei grandi predatori ma anche i censimenti di lupi e orsi nelle due province. Si è trattato di un confronto aperto e sereno su tutti i piccoli e grandi problemi della convivenza tra uomini e animali selvatici.

MARCHE: DA SABATO RIAPRE LA CACCIA NELLE AREE DI RETE NATURA 2000, ZPS E SIC. APPROVATI PROVVEDIMENTI ANCHE PER I DANNI IN AGRICOLTURA COLLEGATI AGLI UNGULATI

Da sabato 10 novembre riapre la caccia nelle aree di Rete Natura 2000, zone di protezione speciale (ZPS) e dei siti di importanza comunitaria (SIC).

Lo stabilisce una delibera approvata oggi che integra la legge regionale 44-2018.

Una scelta necessaria per non compromettere la stagione venatoria, ma anche per scongiurare rischi di diversa natura, come la sicurezza, l’ordine pubblico e soprattutto i danni alla agricoltura collegati agli ungulati.

Con una seconda delibera finalizzata a rafforzare la tutela delle colture, la giunta regionale ha integrato il piano di controllo dei cinghiali, perfezionando una serie di azioni in via sperimentale e dando la possibilità agli agricoltori in possesso di licenza di abbattere direttamente gli animali, a seguito degli adempimenti previsti. Chi non è in possesso della licenza può farlo tramite selettori autorizzati.

Inoltre gli agricoltori, sia in possesso di licenza di caccia sia non, potranno intraprendere il percorso finalizzato alla installazione di sistemi di cattura degli ungulati nei loro terreni, previa autorizzazione degli organismi competenti.

Un’ altra importante innovazione riguarda l’approvazione da parte della giunta di uno “statuto tipo” per gli Atc che, previo parere della commissione consiliare, permetterà di uniformare il sistema collegato al mondo venatorio. Una modifica auspicata da tutte le associazioni.

Sono state, infine, definite le procedure per la nomina della commissione che dovrà monitorare il rispetto del piano di controllo della caccia finalizzato, in particolare, alla verifica del raggiungimento degli obiettivi da parte della squadre per la caccia al cinghiale, come previsto dal vigente regolamento regionale.

 

LOMBARDIA: SULLE MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE INTERVIENE ROLFI: NORME PIÙ CHIARE E MENO BUROCRAZIA PER I CACCIATORI

LNews - Milano, 08 nov) Sono stati approvati oggi in VIII Commissione consiliare alcuni importanti emendamenti alla Legge regionale sull'attività venatoria. Il primo riguarda l'eliminazione del limite delle 55 giornate di caccia adeguando la normativa regionale a quella nazionale. Il secondo prevede che per misurare le distanze tra i capanni indicate dalla legge si debba seguire la morfologia del terreno e non le distanze in linea d'aria. Il terzo consente di evitare quanto sta accadendo in alcune zone della Lombardia dove sono state revocate autorizzazioni a capanni anche storici a causa della riforma del catasto che ha eliminato la classe 'fabbricati rurali'.
CREDIAMO FORTEMENTE NELL'UTILITA' DELLA CACCIA - "La Regione Lombardia - ha detto l'assessore regionale all'Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi - crede fortemente nell'utilità della caccia e vuole agevolare l'attività venatoria aggiornando la normativa alle esigenze dei cacciatori e del territorio. Abbiamo abolito il limite di 55 giornate di caccia che impediva ad alcuni cacciatori di concludere la stagione. Si tratta di un'azione realizzata anche in vista dell'intenzione di ampliare il periodo di prelievo di alcune specie, penso al cinghiale, che stanno devastando le colture. Ringrazio i componenti della commissione consiliare per l'impegno dimostrato. Era importante anche mettere mano al calcolo delle distanze tra i capanni e alla classificazione dei depositi vicini ai capanni costruiti prima del 1997".

SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA - Altro tema centrale è quello della semplificazione amministrativa per la pratica dell'attività venatorio. "Abbiamo introdotto norme che semplificano il lavoro degli Ambiti territoriali di caccia, evitando situazioni di stallo come quella che ha bloccato l'Atc di Brescia, e chiarito la responsabilità dei censimenti della popolazione faunistica onde impedire rimpalli di responsabilità come quelli che nei mesi scorsi hanno portato al rinvio della caccia al cinghiale. Abbiamo inoltre chiarito - ha concluso Rolfi - le modalità di segnatura dei capi sul tesserino, che può essere fatto anche dopo aver raccolto il capo. Questo eviterà conflitti interpretativi nella vigilanza. Il nostro obiettivo è rendere più chiara la normativa e più sicura l'attività. La sburocratizzazione è tra le linee guida della nostra amministrazione e i provvedimenti approvati oggi vanno proprio in quella direzione". (LNews)

FACE: a Bruxelles si è parlato di come "Comunicare il ruolo della caccia in Europa"

La caccia è parte integrante della cultura Europea e comporta una forte connessione con la natura e con il cibo salutare per milioni di persone. La caccia sostenibile genera anche benefici sociali, economici e di conservazione alle comunità locali nelle regioni rurali d’Europa. E’ necessaria una comunicazione efficace per assicurare che gli ampi benefici della caccia siano compresi e riconosciuti dalla società europea.

La conferenza “Comunicare il ruolo dei cacciatori in Europa”, che si è svolta il 6 novembre a Bruxelles presso il Parlamento Europeo ha evidenziato un ampia serie di approcci efficaci per comunicare il valore della caccia in Europa.

“La carne di selvaggina è l’ ambasciatrice, della caccia sostenibile e quindi deve essere promossa in modo migliore per assicurare il futuro della caccia” ha affermato Oliver Dorn, imprenditore e editore di HALALI Magazine, una popolare rivista tedesca. Dorn ha anche aggiunto: “La selvaggina proveniente da cacciatori di territori e foreste locali è il perfetto esempio di utilizzo della natura ed è divenuta sempre più popolare. Un cibo di prima classe organico e salutare capace di convincere molte persone circa il valore della caccia”.

In questo contesto, la carne di selvaggina dovrebbe essere promossa attraverso i vari mezzi di informazione incluse le piattaforme on line; ad esempio, comunicando i valori nutrizionali della selvaggina, supportando il mercato della carne di selvaggina, ottimizzando la disponibilità di selvaggina presso i consumatori e ampliando la formazione dei cacciatori nel trattamento del selvatico per la catena alimentare. Dorn ha sottolineato che dovrebbe anche essere fatta una distinzione tra selvaggina “proveniente dall’estero” e selvaggina locale che è maggiormente sostenibile.

Joseph Perici Calascione, Presidente della FKNK (Associazione per la Caccia e Conservazione di Malta), ha incentrato il suo intervento sulla necessità di promuovere l’importanza di pratiche di caccia tradizionali e sostenibili che sono costantemente sotto attacco. Il Presidente calascione ha parlato delle sfide della comunicazione relativa alle caccia tradizionale portando l’esempio di Malta di come queste attività culturali profondamente radicate siano state prese di mira da varie campagne diffamatorie. Ha proposto un cambiamento per la comunicazione futura, ad esempio definendo queste pratiche come attività selettive, su scala ridotta e locali come localmente, culturalmente e socialmente importanti per promuovere la diversità europea. Calascione ha affermato: “Credo fermamente nella scienza, nei fatti e nelle scoperte incontrovertibili, come fondamento degli argomenti come la realtà socio-culturale storicamente-innegabile delle pratiche venatorie attraverso l’Europa. La legislazione, che riconosce questa realtà socio-culturale e la riformula in un contesto contemporaneo, supportato dalla scienza, fornisce un eccellente equilibrio tra tutte le realtà che circondano la questione della caccia “. Ha poi concluso che “l’Unione Europea deve essere unita nel promuovere le diversità culturali”

Patrizia Filippi ha sottolineato l’importanza dell’educazione dei giovani con l’esempio dei racconti e della letteratura. Ha presentato “Il cacciatore nel paese delle meraviglie” un libro di racconti del quale lei è un’autrice. Questa pubblicazione è dedicata ai cacciatori e pensata per i genitori e i bambini di ogni età e progettata per facilitare la lettura a persone con problemi di dislessia e difficoltà nella lettura. Attraverso la semplicità lessicale e divertenti disegni, i bambini possono imparare cosa è la caccia e essere introdotti ad argomenti quali la biodiversità e la conservazione.

La conferenza, partita da un’iniziativa promossa dagli eurodeputati Karl-Heinz Florenz e Renata Briano , rispettivamente Presidente e Vicepresidente dell’ Intergruppo “Biodiversità, Caccia, Attività rurali”, è stata organizzata dalla FACE per discutere le sfide e le opportunità per la comunità di cacciatori europea.

Per la FACE questa conferenza si è svolta in concomitanza con la ricorrenza 2018 Anno Europeo del Patrimonio Culturale, in cui tutti i cacciatori europei sono stati incoraggiati a comunicare il valore culturale della caccia. Ci sono già esempi eccellenti come l’UNESCO che ha designato la falconeria come Patrimonio Culturale Intangibile dell’Umanità per il suo valore sociale e ambientale che è stato tramandato di generazione in generazione.

ARCI Caccia: il dolore per le vittime delle recenti tragedie è grande. Non le dimenticheremo. Lo sconforto non porti all’assuefazione e alla resa

Alle vittime dei disastri di questi giorni causati dal dissesto idrogeologico, dalla mancata cura che le istituzioni dovevano al “creato”, va il nostro sentimento di profondo dolore. Il nostro cordoglio è ai parenti, alle comunità colpite dal tragici lutto, alle popolazioni coinvolte dai tragici eventi.

Pur consapevoli della straordinarietà delle condizioni climatiche che, purtroppo, non sono più così eccezionali, siamo ad aggiungere anche noi alle proteste legittime e motivate, la nostra voce a quella di quanti, cittadini e associazioni, chiedono di “fare” per prevenire.

Non da ora l’ARCI Caccia, insieme ad altri ha cercato di porre all’attenzione della politica, delle istituzioni, il tema del dissesto idrogeologico, del consumo del suolo, della sicurezza, della cementificazione selvaggia, della speculazione edilizia, spesso al servizio delle infiltrazioni malavitose.

Ci vogliono tecnologie di monitoraggio e controllo, ci vuole la presenza, il presidio degli uomini nelle campagne.

Il Presidente nazionale dell’ARCI Caccia più volte ha espresso e denunciato pubblicamente queste condizioni. “Invito la vigilanza volontaria dell’Associazione – ha dichiarato – a mobilitarsi con tutte le energie nel segnalare alle autorità competenti, ai Carabinieri/Forestali, situazioni a rischio, edifici sospetti di abusivismo in particolare rispetto alla collocazione vicino ai corsi d’acqua, ai boschi, ai terreni montuosi a rischio di frane – ha proseguito – occorre che le istituzioni, consapevoli che l’Italia è un Paese fragile e stressato da questo punto di vista, portino alla conoscenza dei cittadini con una mappatura puntuale e aggiornata, i confini delle aree più a rischio per consentire agli abitanti, ai volontari di concorrere alla prevenzione, con una presenza organizzativa più attenta in queste aree.

Chi vuol bene agli italiani non può continuare a seminare odio tra i diversi portatori d’interesse.

I cacciatori e così i pescatori, i cercatori di tartufi e di funghi sono esperti conoscitori dei limiti e dei pericoli nelle campagne, per questo – conclude Sorrentino – occorre che il Governo, il Parlamento, le Regioni, gli Enti Locali, promuovano tavoli permanenti coinvolgendo tutte le Associazioni, affinchè si collabori ad una radicata, diffusa e permanente rete di monitoraggio e segnalazione dei rischi, coordinata dai Carabinieri Forestali che hanno competenze e conoscenze per arricchire il volontariato e farne una “risorsa” e ancora più “produttiva” di bene comune e meritevole nel rappresentare quella Società Civile, democraticamente organizzata, troppo spesso marginalizzata da una politica autoreferenziale che sottovaluta il ruolo del volontariato nel migliorare la qualità della vita dei più deboli e dei più indifesi”.

Lo dobbiamo alle vittime, ai familiari, alle future generazioni

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