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Cacciando

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Lombardia, Rolfi: coordinare le forze per risolvere problema nutrie, coinvolti anche parchi e consorzi irrigui

FIRMATO PROTOCOLLO PROVINCIALE BRESCIA PER L'ERADICAZIONE

L'ASSESSORE: PRESTO SIGLEREMO IL DOCUMENTO IN ALTRE PROVINCE

(Lnews - Milano, 21 set) L'assessore all'Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia Fabio Rolfi ha siglato, questa mattina, con il vicepresidente della Provincia di Brescia Andrea Ratti, i rappresentanti dell'Associazione nazionale Comuni italiani e i presidenti degli Enti interessati, il protocollo operativo provinciale per efficentare e uniformare il contenimento e l'eradicazione della nutria.

NUTRIA E' PROBLEMA ENORME - "E' necessario coordinare le forze tra Istituzioni, associazioni di categoria ed Enti coinvolti come Parchi e Consorzi di bonifica - ha dichiarato Rolfi -. La nutria in Lombardia rappresenta un enorme problema, perche' causa danni all'economia agricola, alle arginature dei corpi idrici, in cui costruisce le tane, e rischia di contaminare i prodotti alimentari agricoli".

COINVOLGIMENTO PARCHI E CONSORZI GRANDE NOVITA' - La novita' dell'accordo riguarda il coinvolgimento attivo degli Enti Parco e dei Consorzi irrigui. "Ognuno deve fare la propria parte - ha esortato l'assessore -: grazie a questo protocollo l'attivita' di contenimento della nutria non si fermera' ai confini delle aree protette, come successo finora, ma proseguira' anche all'interno dei parchi per rendere efficaci le operazioni su tutto il territorio. Ruolo importante anche per i Consorzi di bonifica: il know how degli operatori nella loro area di competenza garantira' risultati concreti".

DA REGIONE PIU' RISORSE, CHIESTO A GOVERNO FONDO NAZIONALE - "Regione Lombardia ha aumentato le risorse e, per il 2018, ha previsto un investimento di 400.000 euro per il contenimento e l'eradicazione - ha fatto sapere il responsabile dell'Agricoltura lombarda -. Non e' sufficiente e ho gia' chiesto al Governo un Fondo nazionale su questo tema".

TEMPO CONTATO - "Il protocollo provinciale siglato oggi a Brescia mira a stabilire i compiti di ogni singolo ente e a coordinare tutte le azioni affinche' nessuna energia e nessuna risorsa vada dispersa - ha concluso Rolfi -. Nelle prossime settimane sigleremo il documento anche in altre province. Non c'e' tempo da perdere, la capacita' riproduttiva delle nutrie non lascia spazio a tempi morti".

I DATI REGIONALI - Di seguito un prospetto della situazione relativa alle nutrie in Lombardia con il numero di nutrie stimate e quello di nutrie prelevate per l'anno 2017, divisi per province:

Provincia - nutrie stimate - nutrie prelevate nel 2017

Bergamo - 22.013 - 1.598

Milano - 43.259 - n.d.

Lodi - 104.276 - 13.815

Pavia - 110.845 - 632

Cremona - 120.172 - 24.841

Brescia - 139.324 - 14.950

Mantova - 168.132 - 29.557

Lombardia - 708.021 - 85.393. (Lnews)

ARCI Caccia di Siena C’era una volta…

Si potrebbe iniziare con un c’era una volta l’ATC SI19. Un modello costruito non sulle chiacchiere ma sui fatti, certificato dal desiderio spontaneo di tanti cacciatori di altre zone della Regione e tantissimi di fuori Regione che volevano scegliervi la loro residenza venatoria, laddove la selvaggina stanziale non era solo una “speranza” ma un’occasione reale. Anche l’OCSE riconosceva alle campagne senesi un valore aggiunto da “fauna selvatica”.

L’ARCI Caccia ha concorso allora in modo determinante a realizzare nell’ATC gli indirizzi che permettessero di dimostrare – dentro e fuori la Nazione e in barba ai “cattivi profeti” – che la gestione faunistica sociale si può fare: i fagiani, le lepri nascono e vivono, si riproducono ….per generazioni.

Risultati inconfutabili che venivano da un lavoro lungo, impegnativo di diversi anni che inizia con l’entrata in vigore della legge nazionale.

Si apre la vicenda giudiziaria dell’ATC SI19, contestualmente si esaurisce la produzione naturale, merito del volontariato dei cacciatori impegnati nelle politiche faunistiche, si torna a comprare selvatici e con scarsi risultati. Un caso?

Oggi una sentenza di assoluzione chiude quel processo a Sanchini al quale l’Associazione rinnova tutta la solidarietà. Resta la responsabilità del Presidente dell’ATC di un’impropria scrittura a penna su un documento che la Magistratura ha condannato.

Sanchini non disperde l’esperienza, viene a far parte di una Commissione di Lavoro dell’Associazione di Siena.

La passione dei cacciatori si realizza tramite gli ATC servendoli – e non servendosene – come altri pensano di fare.

E’ la “natura” che condanna gli “errori” della gestione faunistica. Quando cala il volontariato, scompare la piccola selvaggina, al piacere per la caccia si sostituisce la delusione. L’ARCI Caccia non si arrende, è per la qualità della caccia in una campagna ricca e vissuta.

Sicilia: ANUU Migratoristi, ARCI Caccia, Federcaccia ed ENAL Caccia richiedono incontro alla regione

Gent.mo Dott. Edy Bandiera Assessore Agricoltura Regione
Gent.mo Dott. Mario Candore Dirigente Generale Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale
Gent.mo Dott. Salvatore Gufo Dirigente Gestione Faunistica del Territorio

PALERMO

Ripetutamente le scriventi Associazioni Venatorie Nazionali Riconosciute hanno richiesto un incontro con i destinatari della presente, al fine di un confronto finalizzato alla soluzione di varie problematiche concernenti l’attività venatoria e la gestione del territorio, alla luce della Legge Regionale N.33 dell’ 1.09.1997. In particolare: – una revisione, e non stravolgimento, della L.R. N.33/97 per l’integrale recepimento della Legge Nazionale N.157 dell’11.02.1992; – revisione, durata e modifica del Piano Faunistico Venatorio Regionale ed adeguamento dei Siti Natura 2000 ; – regolamentazione del prelievo venatorio all’interno dei Demani Forestali;

– istituzione dei Comitati di Gestione negli A.T.C. per una corretta gestione del territorio, – problematiche varie attinenti al monitoraggio, controllo e gestione del territorio. La mancata collaborazione con le Associazioni Venatorie Nazionali Riconosciute (che si avvalgono di propri uffici tecnici), da parte del competente Assessorato, nella formulazione gestita, in uno ad altri componenti interessati, del Calendario Venatorio 2018/2019, ha portato alla debacle giudiziaria di detto C.V., determinata dalla impugnativa da parte di Associazioni Ambientaliste e sfociata nella ordinanza emessa dal TAR di Palermo (N. 847/2018). L’ordinanza del TAR è molto penalizzante per il mondo venatorio ed immotivatamente eccessiva per le decisioni adottate. Merita pertanto il ricorso al C.G.A.. Dispiace dover ricordare come in sede di riunione del C.R.F.V., in data 17.05.2018, per esprimere il parere sul C.V. 2018/2019, le Associazioni Venatorie Nazionali Riconosciute, che avevano ricevuto in visione uno “schema di C.V.” (tre facciate che stentiamo a credere redatte dai competenti uffici), avevano osservato e fatto constatare diverse anomalie che avrebbero provocato l’impugnativa poi verificatasi.

Restando in attesa di riscontro, porgiamo distinti saluti.

Palermo, 21 Settembre 2018

ANLC: Sicilia, una regione davvero “Speciale”

Speciale in senso totalmente e assolutamente negativo. Una regione dove, per impreparazione o per malafede, si appronta un calendario venatorio destinato inesorabilmente a cadere sotto i colpi “gratuiti” dell’ennesimo ricorso al TAR.
Altre regioni, come le Marche, dove la gestione della caccia è fatta da funzionari preparati e lungimiranti, hanno dimostrato che se si vuole veramente è possibile prevenire le azioni scellerate e totalmente ingiustificate di chi ha l’unico scopo di limitare la caccia in maniera così pesante da distruggere alla radice la passione di tanti cittadini onesti e irreprensibili.
È davvero avvilente che dopo la tragedia che si è consumata in Piemonte, ora anche una Regione a Statuto Speciale si avvii su quello stesso percorso che porterà alla disperazione migliaia di cacciatori bollandoli come se fossero dei terroristi criminali e assassini. E tutto questo, con l’aggravante di chi cambia le regole a giochi ormai iniziati e dopo aver incassato le tasse che la maggior parte di questi cittadini così vessati hanno regolarmente versato. La Libera Caccia è pronta – come sempre, e come ha fatto in Piemonte – ad adire tutte le vie politiche e legali a fianco degli amici cacciatori siciliani per non lasciarli soli a combattere contro l’ideologia animalista che sembra aver conquistato, anche in questa regione, spazi di grande potere. Posizioni chiave dalle quali, con la connivenza di un Istituto che ha messo la sua indipendenza scientifica in fondo a un cassetto, lanciare assalti spietati contro la caccia e i cacciatori. E purtroppo, anche in questa tristissima circostanza, si dimostra ancora una volta che la Libera Caccia aveva ragione nel giudicare scellerato e suicida l’accordo sottoscritto da Federcaccia,  Arcicaccia e Anuu Migratoristi con Legambiente che era stata spacciata come un alleato prezioso e che invece è il più feroce dei nostri nemici ed è sempre la prima a firmare i ricorsi al Tar.

Roma, 21 settembre 2018

Il Presidente
Paolo Sparvoli

Anche in Austria si potranno abbattere i lupi

Anche l'Austria prende posizione sul problema lupi.
La "dieta" del Land Bassa Austria infatti ha apportato delle modifiche alla legge sulla caccia, inserendo la possibilità di abbattere i lupi che si rivelassero "problematici",
Il Partito Popolare Austriaco, ÖVP, ritiene che il lupo possa essere un pericolo non solo per il mondo agricolo e gli allevatori, ma anche il turismo e l'uomo stesso.
Per poter abbattere i lupi sarà necessario seguire un iter preciso.

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura