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Alessandro Bassignana

Alessandro Bassignana

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PIEMONTE: L'ASSESSORE NON MOLLA E LE AAVV...NEMMENO!

COMUNICATO STAMPA
 
Le scriventi Associazioni Venatorie riconosciute esprimono sconcerto ed imbarazzo di fronte alle dichiarazioni apparse oggi su “La Stampa”, nell’articolo a firma Maurizio Tropeano.
A commento della recente ordinanza del Tar Piemontese, favorevole al mondo venatorio, in un inequivocabile virgolettato Giorgio Ferrero ha dichiarato: “l'assessorato ha già pronto un provvedimento legislativo per vietare la caccia a queste specie, come già fatto per pernice bianca, lepre variabile, allodola”.
Ciò appare ai nostri occhi incredibile, persecutorio e ritorsivo, quasi un delirio d’onnipotenza, nemmeno si potessero ogni volta ignorare sentenze od ordinanze del Tar, aggirando gli ostacoli con i pessimi artifizi di cui s’è dotata la politica moderna: il divieto di cacciare pernice bianca, lepre variabile e allodola (dopo le tre sentenze sulla pernice) fu inserito nel “collegato” alla legge finanziaria, documento essenziale per garantire l’esercizio finanziario della Regione, e dunque capace d’inglobare e divorare di tutto, quasi fosse un cosmico “buco nero” e non uno strumento legislativo.
Con cosa si riproverà ora? A quale provvedimento legge verrà affibbiato l’ennesimo inganno, l’ultima e peggior beffa ai danni di caccia e cacciatori piemontesi? Un nuovo emendamento? 
Vedremo, per ora si sappia come il mondo venatorio non starà con le mani in mano, ma insorgerà nuovamente dopo essere già risorto il 10 giugno. Ordinanze e sentenze si rispettano, s’applicano e non s’aggirano.
Quanto a numeri o conteggi delle specie che l’Ordinanza Tar n.280/2016 considera nuovamente cacciabili, l’assessore ne cita alcune ma evidentemente dimentica, o forse non sa, come essendo queste “migratorie”, le valutazioni vadano fatte su dati internazionali, e come non abbiano alcun senso i dati sulle minime popolazioni nidificanti o svernanti in Piemonte, territorio che si trova al limite meridionale dell’areale riproduttivo, o fuori da quello di svernamento. La caccia a queste specie si svolge infatti sulla massa di migratori in transito autunnale verso i luoghi di svernamento. Diventa dunque indispensabile avvalersi di pareri qualificati, come quello che alleghiamo a titolo esemplificativo in merito al mestolone (che non è…quello della cucina!), ma che può essere egualmente prodotto per ogni altra specie: 
Mestolone Anas clypeata (nuova tassonomia Spatula clypeata):
nessuna proposta di divieto né di contingentamento dei carnieri da parte di ISPRA (vedi Guida ai Calendari Venatori ISPRA)
Specie giudicata in stato “Depleted” in Unione Europea nel più recente rapporto sulle specie di uccelli selvatici http://bd.eionet.europa.eu/article12/summary?period=1&subject=A056
Specie giudicata LC (Least concern= minima preoccupazione) sia in Europa (UE + extra UE) che in UE nella recente RED LIST OF EUROPEAN BIRDS. (Vedi allegato 1)
Specie in incremento o stabile come svernante in Europa, vedi grafici sottostanti (www.wetlands.org)
Specie in incremento moderato in Italia dal 1993 al 2010 e dal 2001 al 2010 (ISPRA Zenatello et al., 2014).
Va poi ricordato all’assessore come per tutti questi anatidi e migratori abbia ben poco senso riferirsi a situazioni locali, piemontesi, ma l’osservazione debba invece essere estesa a tutto il Paleartico Occidentale, così come l’interesse alla loro gestione e prelievo debba essere quanto meno europeo, a maggior ragione sapendo come la UE le consideri da tempo specie cacciabili negli Stati Membri. Non corrisponde al vero poi che queste siano… “specie assenti nella tradizione venatoria piemontese”, mentre è purtroppo vero il tentativo della Regione di farle scomparire dalle tradizioni di caccia, esistenti e molto forti in provincia di Vercelli, Novara e Cuneo e in parte anche Torino. Curiose peraltro le esternazioni dell’assessore Ferrero sulle tradizioni venatorie piemontesi, calpestate con i divieti di caccia a varie specie tra cui la pernice bianca, tradizione pura, e pure con consistenze numeriche che per questa stagione si preannunciano al massimo degli ultimi vent’anni, e procedure di monitoraggio e censimento eseguite seguendo alla perfezione “Linee Guida” della Regione e sotto il controllo e parere dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
Sembra proprio che la quarta lezione ancora non sia bastata, e che il dialogo tra sordi non porti ad alcun risultato, specialmente quando viene meno il rispetto per il diritto di oltre venticinquemila cittadini, elettori e contribuenti.
Infine risulta tutto pretestuoso, ed anche ingenuo, voler nascondere talune inclinazioni animal-ambientaliste dietro l’arroganza di uno schermo di scientificità solido come i giochi di sabbia di fronte alla marea montante; appare vendicativo predisporre un nuovo “provvedimento legislativo” a danno dei cacciatori, mentre sarebbe più apprezzata un’immediata uscita di scena dell’assessore: quelle che nei Paesi civili, del Paleartico Occidentale e non solo, si chiamano DIMISSIONI!
 
Torino, 2 agosto 2016
 
Anuu Migratoristi, Federcaccia Piemonte, Enalcaccia, EPS, ANLC
 

LETTERA APERTA AL MINISTRO DELL’AMBIENTE ON.LE GALLETTI

Il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato la risposta dell’On.le Ministro Galletti all’interrogazione (a risposta immediata) relativa a “calendario attività venatoria e modifica dati Key Concepts”. Non possiamo che plaudire nell’apprendere dell’iniziativa del Ministero che ha informato la Commissione Europea sull’avvio di un ampio confronto con tutti i soggetti portatori d’interesse al fine di acquisire dati scientifici aggiornati ed attendibili in ordine al sostenibile prelievo venatorio, in Italia, delle specie beccaccia, cesena e tordo bottaccio, istituendo allo scopo un “tavolo tecnico” presso la Conferenza Stato/Regioni al quale, per la prima volta, sono state invitate anche le associazioni venatorie (oltre a quelle ambientaliste e protezionistiche). Davvero una svolta rispetto alle posizioni ingiustificatamente intransigenti assunte dal Ministero nel gennaio 2015 allorquando, in ordine alla procedura di EU-Pilot avviata dalla Commissione Europea, addossava sulle Regioni la responsabilità non solo della carenza di dati afferenti l’inizio della migrazione prenuziale, ma altresì della calendarizzazione dell’attività venatoria in contrasto con i pareri dell’Ispra ed in violazione dell’art. 7 della Dir. 2009/147/CE, dimenticando: - che in ossequio all’art. 18 L. 157/1992 ed ai calendari venatori vigenti fino alla stagione 2013/2014 lo stesso Ministero aveva sempre assentito il prelievo delle tre specie migratrici in argomento fino al 31 gennaio, anche dopo l’uscita dei dati Key Concepts nel 2001; - che il parere dell’Ispra è per le Regioni, quanto alla redazione dei calendari venatori, obbligatorio ma non vincolante, (ad eccezione della caccia nella prima decade di febbraio) come reiteratamente affermato dalla Magistratura italiana, potendo essere disatteso motivatamente sulla base di dati e risultanze scientifiche acquisite autonomamente; - che la data di chiusura del 31 gennaio non si pone affatto in violazione dell’art. 7 Dir. 2009/147/CE, checché ne ritenga l’Ispra sulla base delle proprie induttive informazioni, dal momento che, per sua stessa ammissione in riferimenti bibliografici scientifici propri, l’inizio della migrazione prenuziale della cesena e del tordo bottaccio si registra in febbraio; - che parimenti dicasi per la specie beccaccia, come dimostrato da recenti ricerche aggiornate al 2016, che si fondano su metodologie di studio (radio tracking satellitare) di cui l’Ispra neppure dispone e che smentiscono i risalenti Key Concepts italiani; - che alle Regioni, in materia, l’art. 2.7.10 della Guida applicativa della Dir. 2009/147/CE attribuisce autonomia decisionale in relazione alle caratteristiche territoriali, climatiche ed ambientali, in discostamento dal dato KC nazionale.

E’ dunque con grande soddisfazione che le scriventi Associazioni venatorie confermano la loro piena disponibilità a fornire tutto il supporto organizzativo e scientifico necessario alla valutazione dei dati in ordine all’inizio della migrazione prenuziale della beccaccia, della cesena e del tordo bottaccio, nello spirito di leale collaborazione tra privati e Pubblica Amministrazione anche in ossequio al principio di sussidiarietà orizzontale di cui all’art. 118 Cost. . Nell’incontro avvenuto in maggio presso il Ministero dell’Ambiente, le Associazioni Venatorie hanno fornito una panoramica di studi e dati disponibili, di cui alcuni pubblicati su riviste scientifiche riconosciute, che dimostrano la concordanza fra studi ISPRA nazionali, dati regionali e dati dei Paesi Membri UE mediterranei, nell’assegnare al mese di febbraio l’inizio della migrazione pre nuziale delle specie tordo bottaccio, cesena, beccaccia e alzavola. In tale preliminare incontro non è stato tuttavia possibile il necessario e indifferibile confronto fra i risultati, le metodologie e quindi la validità scientifica tra i dati KC vigenti e quanto oggi disponibile. Si ritiene che questo confronto sia oggi la più urgente necessità per continuare il dialogo e aprire il percorso di modifica del KC e di accettazione dei dati regionali. Trattandosi di specie migratrici la cui tutela non è limitata all’interno dei confini nazionali ma estesa invece alle aree di riproduzione, di migrazione, di sosta e di diffusione che hanno dimensioni transnazionali, si chiede all’On. le Sig. Ministro, in funzione proprio di quella attività istruttoria demandata al “tavolo tecnico”, di voler acquisire presso la Commissione Europea e per essa presso il Comitato ORNIS copia di tutta la documentazione afferente, a far tempo dal 2001, l’attività di raffronto dei dati pervenuti dai singoli Stati membri così da verificare in primo luogo se sussistano o meno giustificazioni scientifiche a supporto della consentita differenziazione dei rispettivi calendari venatori quanto alla caccia alla beccaccia, alla cesena ed al tordo bottaccio.

La procedura EU-Pilot, che a detta dell’On.le Sig. Ministro avrebbe “costretto” la Presidenza del Consiglio, nelle stagioni venatorie 2014/2015 e 2015/2016, a disporre d’imperio la modifica dei calendari venatori di alcune Regioni italiane disponendo l’anticipazione al 20 gennaio della chiusura della caccia alle tre specie migratrici in questione, è, per usare i termini della Magistratura italiana che ha annullato tali provvedimenti d’imperio, una mera forma di “dialogo strutturato” tra la Commissione UE e uno Stato membro al fine di risolvere preventivamente una possibile violazione del diritto comunitario, la cui pendenza non integra – di per sé – accertamento del mancato rispetto della normativa comunitaria. Sicché, in mancanza del raffronto dei dati internazionali operato dal Comitato ORNIS e parimenti in mancanza di dati nazionali aggiornati, non è dato alla Commissione Europea ne’ al Governo Italiano ipotizzare alcuna violazione della Dir. Uccelli 2009/147/CE che, come noto, non stabilisce alcuna data di chiusura della caccia alle specie migratrici fissando solo, quale termine ultimo, l’inizio della cd. “migrazione prenuziale”. Inizio della migrazione prenuziale che la Commissione Europea ritiene legittimamente individuato in Francia, in Spagna e in Grecia nel mese di febbraio inoltrato, così da consentire la caccia ad alcune specie fino al 20 febbraio, mentre invece pretenderebbe che in Italia sia da anticipare alla seconda decade di gennaio. Palese incongruenza, questa, che le scriventi Associazioni hanno già denunciato al Tribunale della UE; che l’Ufficio Legislativo del Ministero dell’Ambiente e la Commissione Europea hanno riconosciuto effettivamente sussistente; e che porta all’assurda conclusione per la quale una beccaccia o un tordo bottaccio che per ventura si trovi il 20 gennaio sul confine italo-francese, con una zampina di qua e l’altra di là, dovrebbe migrare per la metà italiana e restare dove si trova, cacciabile per un altro mese, per la metà francese. Quale migliore occasione, dunque, del “dialogo strutturato” Italia-Commissione Europea, nell’ambito dell’avviata procedura EU-Pilot, per richiedere con fermezza al Comitato ORNIS delucidazioni al riguardo. Di tutta evidenza occorre infatti urgentemente porre rimedio a tale palese incongruenza mediante le acquisizioni di tutti i dati già disponibili e implementabili, che le Regioni, nell’ambito delle proprie autonomie in materia espressamente riconosciute al punto 2.7.10 della Guida all’applicazione della Dir. Uccelli, con il contributo delle associazioni venatorie ed ambientalistiche, possono espletare ricorrendo a propri Centri di Osservazione, a Istituti universitari, ad accreditati Istituti di ricerca senza che all’Ispra, quale mero organo consultivo ministeriale, possa essere riconosciuto un ruolo di esclusiva competenza e tantomeno decisionale come del resto è stato ribadito non solo dai Giudici nazionali ma altresì dal Governo a margine della discussione parlamentare di approvazione della L. 122/2016 che ha introdotto l’art. 12 bis della L. 157/1992.

Come più volte sottolineato dalla Magistratura italiana, infatti, l’Ispra è chiamata ad esprimere pareri che non hanno alcun carattere vincolante per l’attività delle Regioni le quali possono motivatamente stabilire le date di chiusura dell’attività venatoria approvando i propri calendari sulla base di risultanze scientifiche autonomamente acquisite. Le scriventi Associazioni venatorie, pertanto, auspicano l’immediata ripresa del “tavolo tecnico” presso la sede della Conferenza Stato/Regioni, cui poter propositivamente partecipare fornendo i propri contributi scientifici, confidando altresì nell’acquisizione da parte del Ministero dell’Ambiente e per esso dell’Ispra di tutti i lavori svolti a far tempo dal 2001 dal Comitato ORNIS in relazione alla verifica ed istruttoria transnazionali dei dati provenienti dagli Stati membri in ordine alla decade di inizio della migrazione prenuziale della beccaccia, della cesena e del tordo bottaccio e alzavola. E ciò allo scopo di dimostrare, nel rispetto delle rispettive competenze (Ministero, Ispra, Regioni, soggetti portatori di interessi primari), che la chiusura della caccia al 31 gennaio è data congrua alla tutela internazionale delle tre specie migratrici in questione, così da determinare la Commissione Europea a rivedere i Key Concepts e la calendarizzazione dell’attività venatoria quantomeno dei Paesi appartenenti al bacino mediterraneo al fine di evitare, anche nella doverosa considerazione di esigenze economiche, culturali e ricreative, discriminazioni in danno dei cacciatori italiani e disparità di trattamento tra cittadini europei. Confermando il plauso all’iniziativa del Ministro intesa a coinvolgere tutti i soggetti portatori d’interesse in sede di Conferenza Stato-Regioni con la finalità di acquisire dati scientifici aggiornati ed attendibili in ordine al sostenibile prelievo venatorio delle specie in questione, ci dichiariamo nell’assoluta disponibilità a dare il nostro contributo nel fornire nuovi ed ulteriori dati aggiornati. Con l’occasione, voglia gradire, On.le Sig. Ministro, i nostri più deferenti ossequi.

Roma, 29 luglio 2016

Federazione Italiana della Caccia, Arcicaccia, Enalcaccia, ANUU

La Fe. Na. Ve. Ri. è finalmente una realtà

 

 

Oggi è stata costituita la FENAVERI, l’organismo che d’ora in poi rappresenterà gran parte del mondo venatorio italiano a livello nazionale e internazionale. L’atto costitutivo è stato firmato questa mattina a Roma, davanti al notaio, da Federazione Italiana della Caccia, Enalcaccia, Arcicaccia e Anuu Migratoristi. E’ previsto che in questa prima fase la presidenza sarà ricoperta dalla Federcaccia, la vicepresidenza vicaria dall’Enalcaccia, e la vicepresidenza dalle altre due associazioni: Arcicaccia e Anuu.

Con la costituzione del nuovo soggetto si è raggiunto un importante risultato: aver dotato l’associazionismo venatorio italiano di uno strumento, la FENAVERI (Federazione Nazionale Associazioni Venatorie Riconosciute), capace di realizzare una sintesi costruttiva tra le più importanti associazioni venatorie (che annoverano più dei due terzi dei cacciatori italiani) che insieme si apprestano a rilanciare la politica venatoria attraverso un progetto capace di dialogare con le diverse sensibilità del Paese e debellare le incongruenze emerse anche in ambito europeo rispetto alle vigenti Direttive Comunitarie.

Una voce comune che si prodigherà per l'affermazione della cultura rurale, per il superamento della cultura animalista, fondamentalista, per dialogare con l’anima conservazionista dell’ambientalismo e sollecitare l’interesse per l’attività venatoria da parte dei giovani nonchè per rafforzare il rapporto con il mondo agricolo e infine per riconoscersi nel comune sentire dell’opinione pubblica, trattando con più autorevolezza con le istituzioni nazionali ed europee.

Il modello organizzativo Statutario non mortifica ma riconosce l’autonomia gestionale delle Associazioni Venatorie quali parti di un insieme, poiché forte è la consapevolezza che l’unità di intenti non è mai stata messa in discussione e che un coro in armonia sa farsi ascoltare meglio di un solista.

Un’armonia che è stata raggiunta grazie ad uno Statuto di grande equilibrio nel quale si potranno facilmente riconoscere anche gli organi periferici delle singole associazioni. Sarà un impegno corale vocato a valorizzare, oltre alle politiche comuni, anche la comunicazione, i servizi, la vigilanza venatoria e le attività sportive. Un impegno particolare sarà posto altresì nella difesa delle tradizioni venatorie che caratterizzano storicamente molte regioni italiane. Grande attenzione sarà riservata ai rapporti con gli organismi internazionali che ormai rivestono un ruolo determinante nella definizione e nella gestione delle politica venatoria a livello nazionale.

La FENAVERI elaborerà un rinnovato progetto alimentato dalla capacità e dalle risorse tecnico-culturali che il mondo della caccia porta con sé.

I cacciatori italiani, ancora una volta, sono pronti ad affrontare da protagonisti gli impegni che li attendono, ottimizzando le risorse in una grande Federazione unitaria, la FENAVERI, che rispettando le singole autonomie, saprà parlare al Paese con una voce sola.

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