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Alessandro Bassignana

Alessandro Bassignana

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FEDERCACCIA PIEMONTE AL CONTRATTACCO

COMUNICATO STAMPA
 
Federcaccia Piemonte contesta apertamente l'operato e le affermazioni dell'assessore Giorgio Ferrero, pubblicate sul quotidiano La Stampa il giorno 27/09/16, in particolare laddove egli afferma come l'operazione di "accorpamento" dei comitati di gestione di ATC e CA sia produttiva di benefici economici per la collettività. 
Al contrario il tutto diventerà ben più oneroso, rendendo difficili e costosi gli spostamenti ai membri dei comitati di gestione, tutta gente che presta volontariamente la propria opera ad esclusione del riconoscimento di un minimo rimborso chilometrico per convocazioni e riunioni.
Le DGR appena approvate hanno l'unica funzione d'indebolire il mondo venatorio, favorendo alcune associazioni politicamente "amiche" e penalizzando esclusivamente Federcaccia Piemonte, che con circa il 60% dei cacciatori piemontesi si troverebbe così ad essere rappresentata in misura eguale a chi ha appena un sesto dei suoi associati: un po' come se il PD avesse in Consiglio Regionale la medesima rappresentanza di SEL o dell' NCD.  Noi non l'accettiamo!
Quanto al fatto vi siano esponenti del mondo venatorio presenti sin dal 1995 nei comitati di gestione è certamente vero, ma riteniamo sia questo un problema che investe tutta la società italiana, e basterebbe solo pensare agli attuali rappresentanti piemontesi per trovarne che sono in politica da almeno quarant'anni.
In merito poi all'introduzione del principio secondo il quale i componenti chiamati a rappresentare una categoria non debbano esercitare attività ricadenti in altre, è chiaramente discriminatorio, e noi crediamo possa essere addirittura incostituzionale.
Per tutte queste ragioni Federcaccia Piemonte si è già attivata con i suoi legali di fiducia al fine di tutelare nelle sedi più opportune gli interessi del mondo venatorio e della sua associazione; se deve essere, sarà un nuovo ricorso, il quinto in due anni, da quando assessore e giunta hanno creduto possibile amministrare l’attività venatoria in regione prestando ascolto alle sole richieste di animalisti ed ambientalisti, e dimostrando sempre scarso o nullo rispetto per i 25.000 cacciatori piemontesi. 
Abbiamo sempre vinto e sarà così anche questa volta.
Torino, 28 settembre 2016  

SBRANANO LE CAPRE E ATTACCANO IL PASTORE

Sei lupi assaltano un allevamento cercando di attaccare anche il pastore, costretto a rifugiarsi in una stalla. 
E' accaduto domenica pomeriggio a Fivizzano all'azienda agricola La fattoria del Cow Boy di Mezzana gestita da Martina Giorgi e Mario Deiana, e lo riporta "Il Tirreno".
L'attacco è iniziato nel primo pomeriggio e alle 15 Mario Deiana si è recato al suo allevamento di capre dove ha visto recinti divelti e animali sbranati da un branco di "canidi"  molto aggresivi che subito l'hanno inseguito per aggredirlo. Dall'interno della stalla ha potuto richiedere soccorso e sul posto sono intervenuti amici e carabinieri.
I lupi sono fuggiti, rimanendo nelle vicinanze. Prima dell'arrivo di Mario avevano sbranato due capre, mentre altre cinque mancano all'appello.
Ora i due proprietari hanno paura, anche perchè da quando hanno aperto a marzo scorso hanno già perso una quarantina di animali, non solo per colpa dei predatori ma anche a causa dei bocconi avvelenati disseminati nei boschi da sconsiderati che vogliono così difendersi dai lupi. 
Mario e Martina si sono rivolti ai sindaci di Casola, Riccardo Ballerini, e a quello di Fivizzano, Paolo Grassi, per chiedere sostegno per far fronte a questa emergenza legata soprattutto all’alimentazione dei loro 130 capi, costretti a star chiusi in recinti senza potere pascolare liberi.
 
Foto tratta da "Il Tirreno"

RIVOLUZIONE PER A.T.C. E C.A. PIEMONTESI

Votata dalla giunta regionale piemontese, su proposta dell'assessore Giorgio Ferrero, una DGR in cui si è stabilito il riassetto di ATC e Ca piemontesi; le principali novità sono:
 
- la riduzione dei componenti del Comitato di Gestione da 20 a 10; 
- nuovi criteri di controllo della Regione sull’amministrazione degli ATC e dei CA;
- limite di due mandati per il Presidente del Comitato di gestione;
- l’introduzione dell’applicabilità, per tali organismi dei principi di economicità, pubblicità, correttezza, libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione per l’acquisizione di consulenze, lavori servizi e forniture;
- l’introduzione del controllo amministrativo-contabile affidato ad un Collegio unico dei Revisori dei Conti nominato dalla Regione;
- applicazione agli organismi di gestione degli ATC e CA dei principi espressi dal d.lgs 33/2013, il Decreto trasparenza, in relazione alle finalità pubbliche perseguite;
- introduzione del principio secondo il quale i componenti di cui al comma 6 dell’articolo 11 non devono esercitare attività ricadenti in altre categorie;
- presenza di Uditori appartenenti alle associazioni o enti non nominati ma presenti sul territorio, per tutte le componenti del Comitato di gestione (agricoltori, cacciatori, ambientalisti, rappresentanti degli enti pubblici)
La presente DGR elimina le attuali fasce percentuali previste nei criteri per le associazioni venatorie e introduce per tutte tre le categorie (venatorie, agricole, ambientaliste) un unico principio:  la rappresentanza di tali associazioni e organizzazioni è effettuata assegnando un rappresentante a testa alle associazioni o organizzazioni con il maggior numero di iscritti. Solo nel caso in cui fosse presente fra queste un’associazione o organizzazione la cui percentuale di iscritti raggiunge o supera il 68% (quindi maggiore di due terzi), a questa spettano 2 rappresentanti.
 
Ma ecco quanto stabilisce l'articolo 3, con il quale si è definito l'accorpamento dei comitati di gestione dei 21 Ambiti Territoriali di Caccia e dei 17 Comprensori Alpini attualmente presenti in Regione Piemonte
 
Art. 3
Composizione del Comitato di gestione
1. Il Comitato di gestione è nominato dalla Provincia o dalla Città metropolitana ed è composto da dieci membri, così ripartiti:
a) tre su designazione delle strutture provinciali, presenti in forma organizzata sul territorio della Provincia o della Città metropolitana in cui è ricompreso l’A.T.C. ed il C.A., delle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale;
b) tre su designazione delle strutture provinciali, presenti in forma organizzata sul territorio della Provincia o della Città metropolitana in cui è ricompreso l’A.T.C. ed il C.A., delle associazioni venatorie nazionali riconosciute;
c) due su designazione delle associazioni di protezione ambientale più rappresentative, territorialmente presenti, residenti nel territorio della Provincia o della Città metropolitana; 
d) due in rappresentanza degli enti locali compresi nell’A.T.C. o nel C.A.
Accorpamenti gestionali
 
Si è provveduto all’’accorpamento gestionale dei Comitati di gestione degli ATC e CA" come segue:
 
Comitato di gestione dell’Ambito territoriale di caccia CN 1
Comitato di gestione degli Ambiti territoriali di caccia CN 2 e CN 3
Comitato di gestione degli Ambiti territoriali di caccia CN 4 e CN 5
Comitato di gestione degli Ambiti territoriali di caccia AT 1 e AT 2
Comitato di gestione degli Ambiti territoriali di caccia NO 1 e NO 2
Comitato di gestione degli Ambiti territoriali di caccia AL 1 e AL 2
Comitato di gestione degli Ambiti territoriali di caccia AL 3 e AL 4
Comitato di gestione degli Ambiti territoriali di caccia VC 1, VC 2 
Comitato di gestione degli Ambiti territoriali di caccia TO 1 e TO 2
Comitato di gestione degli Ambiti territoriali di caccia TO 3, TO 4 e TO 5
Comitato di gestione dei Comprensori alpini CN 1 e CN 2
Comitato di gestione del Comprensorio alpino CN 3
Comitato di gestione dei Comprensori alpini CN 4 e CN 5
Comitato di gestione dei Comprensori alpini CN 6 e CN 7
Comitato di gestione del Comprensorio alpino TO 1
Comitato di gestione dei Comprensori alpini TO 2 e TO 3
Comitato di gestione dei Comprensori alpini TO 4 e TO 5
Comitato di gestione del Comprensorio alpino BI 1 e dell’Ambito territoriale di caccia BI 1
Comitato di gestione del Comprensorio alpino VC 1
Comitato di gestione del Comprensorio alpino VCO 1
Comitato di gestione del Comprensorio alpino VCO 2 
Comitato di gestione del Comprensorio alpino VCO 3
 
 

Un lupo s'aggira tra i lavoratori, e il video diventa virale sul web

In questo video, che sta diventando virale sul web di mezzo mondo, si vede un grosso lupo grigio aggirarsi senza alcun problema tra gli operai di una centrale idroelettrica sul fiume Romaine, nel North Shore in Canada.

https://www.facebook.com/cheznousauquebec/videos/1288225654542226/

Non è la prima che questi predatori s'avvicinano così tanto a uomini che stanno lavorando, e nella zonal Saskatchewan, un'area mineraria  tra le più ricche di uranio nel mondo, si sono verificati tre attacchi di lupi sugli uomini adulti in 12 anni, l'ultimo dei quali pochi mesi fa. Gli attacchi sono avvenuti tutti nel raggio di 100 km l'uno dall'altro, e si presume quindi all'interno di una singola popolazione di lupi. Secondo molti esperti il lupo nordamericano starebbe perdendo la paura verso l'uomo.

Solo pochi giorni fa un'automobilista canadese, Catherine Beaudoine, aveva pubblicato un altro video, anche questo visualizzato da centinaia di migliaia di persone, riferito ad un incontro ravvicinato con un lupo molto confidente su una strada del Quebec.

https://www.facebook.com/catherine.beaudoin2/videos/10157312043550062/

Siamo quello che mangiamo?

Fu il padre della medicina Ippocrate, quattro secoli avanti Cristo, il primo ad intuire i benefici dell’alimentazione affermando: “Lasciate che il Cibo sia la vostra Medicina e la Medicina il vostro Cibo”.
Oltre 2.200 anni dopo il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach coniò la celebre frase: “L’uomo è ciò che mangia”, ad indicare come il cibo possa contribuire a migliorare lo stato di salute e il benessere di una popolazione.
 
E che il mangiare sia elemento centrale nella vita delle persone è cosa nota a tutti, anche talvolta si dimentica come esso sia impellente necessità quasi 800 milioni di persone sottonutrite, mentre diventi sfizio o moda per coloro che invece ne hanno in abbondanza,  la così detta civiltà dei consumi.
La recente Expo milanese ha messo il nutrimento al centro della manifestazione, a significare come questo sia uno degli elementi, se non il principale insieme all’energia, che determinerà il futuro del nostro Pianeta
E mentre s’accendono polemiche sul consumo della carne, ed impazzano le dichiarazioni di fedeltà alla dieta vegana, a Torino si sta svolgendo una nuova edizione dell’evento “ Terra Madre–Salone del Gusto” in cui si è parlato di valorizzare la carne di selvaggina. 
In questa occasione Fondazione UNA Onlus (Uomo, natura, Ambiente), i cui soci fondatori sono CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura), Federazione Italiana della Caccia, Arci CacciaEPS (Ente Produttori selvaggina) e l'Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, ha promosso dei corsi di formazione sulla cacciagione tenuti da esperti della materia e rinomati chef, aiutati dai giovani studenti di una scuola di ristorazione a realizzare degustazioni ed una cena a base di selvaggina e prodotti delle eccellenze artigianali piemontesi.
 
Raccontare delle proprietà di quelle straordinarie carni, fornendo informazioni su aspetti nutrizionali e organolettici della selvaggina, illustrare come funzioni il processo di filiera che consente alla carne di finire nel piatto, dall’abbattimento sino al trattamento della spoglia, e questo sia dal punto di vista tecnico che igienico-sanitario, è la strada giusta per avvicinare la gente al nostro mondo.
Vedere le reazioni di chi assaggia e s’entusiasma per un carpaccio di daino, polpettine di cinghiale piuttosto che una carne di capriolo tritata e appena scottata in padella con qualche aroma, è sicuramente elemento su cui riflettere; egualmente lo è constatare lo stupore di chi scopre come queste carni abbiano contenuti in proteine e grassi molto migliori di altre che abitualmente finiscono sulle nostre tavole, e tali da renderle molto adatte all’alimentazione, anche dei bambini. 
Nemmeno va trascurato l’aspetto economico e le relative opportunità per la costruzione di una filiera partecipata e controllata che consenta anche a noi di incrementare il consumo di carne di selvaggina, portandolo al livello di altre nazioni, superando quelle diffidenze e gli steccati ideologici che ancora circondano la figura del cacciatore.
 
Il nostro immenso patrimonio d’ungulati, figlio di un territorio tanto diversificato da fare dell’Italia nazione ad elevatissima biodiversità, con il maggior numero di specie animali e vegetali d’Europa, devo essere non solo tutelato ma pure gestito e prelevato. E alla fine consumato, o se preferite mangiato, ma che ciò avvenga consapevoli d’essere dei privilegiati.
Anche a tavola!
 
Alessandro Bassignana

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