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Piano faunistico venatorio regionale: le osservazioni della Federcaccia provinciale di Perugia

Incentivazione del volontariato e maggiori fondi per la gestione del territorio, dalle aree di rispetto venatorio alle specie opportunistiche, dal cinghiale e i danni alle colture alla formazione dei cacciatori, fino al rilancio della piccola selvaggina nobile stanziale anche attraverso la gestione delle aree protette regionali, che deve passare in capo agli Atc. Sono queste alcune delle idee, delle osservazioni della Federcaccia Provinciale di Perugia al testo provvisorio del Piano Faunistico Venatorio Regionale (Pfvr), attualmente in fase di partecipazione, che è indubbiamente un ottimo elaborato tecnico: eccellente sotto il profilo scientifico e ricco di contenuti quanto mai innovativi e condivisibili sotto il profilo programmatico e gestionale.

Si tratta dello strumento principale di programmazione dell’intero territorio agro-silvo-pastorale adibito alla caccia programmata: Federcaccia Perugia ritiene indispensabile che per la nostra regione il Piano debba prevedere una serie di misure, attualmente non presenti all’interno del testo provvisorio elaborato dagli uffici regionali e partecipato alle associazioni.

Nel dettaglio, la principale associazione venatoria italiana e regionale chiede un’integrazione con fondi pubblici alle risorse finanziarie necessarie per le attività di programmazione e gestione faunistica, misure concrete di rilancio per le specie starna, fagiano e lepre sia sul territorio libero sia negli istituti privati come le aziende faunistico-venatorie sia, infine, all’interno degli stessi parchi regionali, la cui gestione dovrebbe essere affidata agli stessi Ambiti territoriali di caccia.

Per la piccola nobile stanziale Federcaccia chiede inoltre che venga messa in atto una precisa strategia di miglioramenti ambientali con tanto di obbligo, per gli Atc, di destinare una precisa percentuale dei rispettivi bilanci a tale iniziativa. Lo scopo è quello di aiutare fagiani, starne e lepri con azioni finalizzate al superamento delle cosiddette “colture a perdere”, giudicate obsolete, da sostituirsi con interventi “a strisce”, strette e lunghe, di cereali e leguminose realizzate lungo gli ambienti di rifugio, il foraggiamento invernale e primaverile e un corretto controllo delle specie opportuniste e dei predatori.

E ancora: Fidc Perugia chiede che i ripopolamenti siano affidati esclusivamente agli Atc, affinché non diventino motivo di cure di orticelli privati o, peggio ancora, di ulteriore divisione all’interno delle associazioni venatorie e fra i singoli cacciatori, nonché di illusoria alternativa all’attuazione di politiche venatorie ispirate ad una corretta, sostenibile e soprattutto soddisfacente gestione della fauna selvatica.

Infine, Federcaccia chiede la possibilità, per le guardie giurate volontarie, di essere impiegate in pattuglie miste con agenti di polizia giudiziaria, in modo da garantire la presenza di esperti del territorio, attuare una reale sussidiarietà del volontariato rispetto al pubblico e sortire più efficaci effetti deterrenti rispetto agli illeciti venatori.

Federcaccia Perugia si auspica che la Giunta Regionale recepisca le osservazioni presentate e che, contestualmente, il nuovo Piano Faunistico Venatorio venga approvato quanto prima e comunque entro i termini di legge, onde evitare l’impugnazione davanti al Tar, da parte delle solite sigle anticaccia, del calendario venatorio e della caccia di selezione anche per la prossima stagione.

Ufficio Stampa Federcaccia Umbra

Piemonte: la lotta ragionevole comincia a dare i suoi frutti

In merito al calendario della stagione venatoria 2019/2020 il Presidente Regionale dell’ARCI Caccia Remo Calcagno ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“In un tempo nel quale c’è ancora chi si propone, anche ai cacciatori, con la volontà di “far camminare i treni con le bugie” a noi dell’ARCI Caccia preme portare parole di verità. In sede di Consulta, il 9 maggio, abbiamo proposto e sono state accolti piccoli ma politicamente significativi miglioramenti per la prossima stagione venatoria. Apertura della caccia alla quaglia il 21 settembre e alla “Regina del bosco” la beccaccia e al beccaccino alla data del 20 ottobre chiusura al 20 gennaio. Altro risultato da apprezzare la posticipazione della chiusura della caccia alla mini lepre al 21 dicembre. Non si tratta di cantare vittoria, ma di prendere atto che politicamente è possibile “rimontare” posizioni nelle istituzioni e nella società. Gli obbiettivi sono inscindibili. Possiamo riuscirci se abbiamo argomentazioni valide.

Il nostro auspicio è che l’ISPRA organo scientifico al controllo di Palazzo Chigi esprima il dovuto parere positivo viste le giuste motivazioni adottate dalla Regione e non subisca “affabulazioni” politiche per contrastare la proposta di caccia del Piemonte”.

Massimo Buconi eletto nuovo presidente nazionale della Federazione italiana della caccia

Questa la volontà espressa dall’assemblea elettiva tenutasi questa mattina a Roma. A Buconi e alla sua squadra il compito di guidare per il prossimo quinquennio una Federazione sempre più forte, tesa a raggiungere il dovuto riconoscimento del ruolo utile della caccia per il sistema Italia

Roma, 18 maggio 2019 – Rispettati e non più tollerati. O peggio. Così dovranno essere i cacciatori di domani per il Consiglio di presidenza che l’Assemblea elettiva della più antica e oggi maggiormente rappresentativa associazione venatoria italiana ha indicato come guida per i prossimi 5 anni. Un passaggio formale, ma non per questo meno importante, che va a confermare quella che non per un caso era l’unica lista presentata e sottoscritta a larghissima maggioranza, espressione di unità e condivisione di intenti e di scelte all’interno di quel democratico processo di confronto e sintesi che sempre caratterizza la vita associativa della Federazione.

Massimo Buconi, vicepresidente uscente, è stato così investito del ruolo di presidente nazionale fra gli applausi dei presenti, giunti nella capitale da tutte le province d’Italia per esprimersi in rappresentanza dei quasi 300 mila tesserati Federcaccia.

Massimo Buconi
Massimo Buconi

“Il mio primo pensiero – ha esordito Massimo Buconi prendendo la parola dopo la ratifica del risultato delle urne – va a quanti con il loro impegno e lavoro hanno portato Federcaccia ad essere la grande associazione che è oggi. E fra questi al primo posto metto tutti i nostri presidenti comunali, che operano sul territorio mettendo silenziosamente e spesso in modo misconosciuto tutte le loro energie al servizio sì, della nostra bandiera, ma soprattutto della caccia e dei cacciatori. A loro va il mio sentito e sincero: Grazie!

Un grazie che rivolgo anche a tutti voi presidenti provinciali presenti qui oggi – ha dichiarato il neo presidente – e quanti hanno riposto la loro fiducia in me e nella squadra che mi accompagnerà nel non facile compito che ci attende nei prossimi anni. Come già avevo avuto modo di dire al momento di presentare la mia candidatura, è intenzione mia e di questo Consiglio approfondire e proseguire alcune linee tracciate dal mio predecessore Gian Luca Dall’Olio – anche a lui va il pensiero riconoscente mio e di tutta la Federazione –, e il cui disegno mi aveva visto convintamente partecipe.

Parliamo di dare sempre maggior spazio alla ricerca scientifica finalizzata al sostegno di una pratica venatoria sostenibile e rispettosa della biodiversità, strumento di una gestione che valorizzi e tuteli il nostro patrimonio naturalistico; riorganizzare la struttura della Federcaccia a tutti i livelli secondo principi manageriali di efficienza, contribuendo alla formazione di una nuova classe di dirigenti venatori, non solo giovani, ma maggiormente preparati, in grado di tutelare i cacciatori su tutto il territorio e promuovere la caccia nella società. Un modo anche per tornare ad attirare giovani nelle nostre fila. Un approccio proattivo, presso le Istituzioni nazionali ed europee, fatto anche di dialogo aperto, ma senza cedimenti o fraintendimenti, con chiunque si occupi di ambiente senza prevenzioni ideologiche e con tutte le altre Associazioni venatorie… Con loro dovremo affrontare il tema imprescindibile dell’unità del mondo venatorio. Federcaccia metterà in campo una proposta intelligente e generosa, che auspichiamo nessuno confonda per remissività o arrendevolezza nella difesa della nostra identità a tutti i livelli. Un confronto particolare e su nuove basi poi, sarà aperto con il mondo agricolo e i suoi rappresentanti” ha concluso Buconi.

Assieme a Massimo Buconi sono stati eletti i tre candidati vicepresidenti – Mauro Cavallari, lombardo; Moreno Periccioli, toscano; Giuseppe Giordano, calabrese – e cinque consiglieri: Mario Basile, Puglia; Andrea Ferrara, Campania; Stefano Merighi, Emilia Romagna; Oscar Stella, Veneto; Edmondo Vivoli, Lazio.

A brevissimo si terrà il primo Consiglio nazionale per dare continuità all’operato della Federazione in un momento di estrema importanza per le vicende venatorie e organizzare al meglio il lavoro che il nuovo Ufficio di presidenza porterà avanti insieme con i presidenti Regionali e Provinciali.

Ufficio stampa Federazione Italiana della Caccia

Ufficio di presidenza – Note biografiche

Presidente

Massimo Buconi nasce nel 1958 a Todi, in provincia di Perugia, dove tutt’ora risiede con la moglie e due figli. Si dedica sin da giovanissimo all’attività sindacale, giungendo a ricoprire il ruolo di segretario generale CGIL di zona dal 1979 al 1985, per poi scegliere di impegnarsi a tempo pieno nella vita politica umbra. Eletto Sindaco di Todi – il più giovane d’Italia di quegli anni – riveste la carica dal 1985 al 1994 per diventare l’anno successivo Consigliere provinciale di Perugia, incarico che mantiene fino al 1999. In quell’anno viene nominato, sempre a Perugia, Assessore provinciale viabilità scuole polizia caccia e pesca, incarico che mantiene fino al 2009. Dal 2004 siede in Regione Umbria con il ruolo di consigliere regionale, nominato presidente della Commissione sanità sociale istruzione formazione caccia e pesca, incarico che regge fino al 2015.

Parallelamente porta avanti il suo impegno come dirigente venatorio della Federazione Italiana della Caccia, partendo dall’incarico di presidente della sezione comunale della sua città per poi essere chiamato a far parte del Consiglio regionale dell’Umbria e nel Consiglio nazionale sotto la presidenza di Fausto Prosperini. Dal 2009 ad oggi ha ricoperto per due mandati la carica di vice presidente nazionale con la presidenza Dall’Olio.

Come cacciatore esercita la sua passione sul campo dedicandosi alla penna, sia da appostamento che col cane da cerca, al cinghiale in squadra e praticando la caccia a cervidi e bovidi, strenuo assertore del motto che la caccia va praticata e non solo… predicata.

Vice presidenti

Mauro Cavallari, nato a Brescia nel 1963, sposato e con tre figli, vive in Lombardia. Laureato in Matematica Fisica e Scienze Naturali presso l’Università Cattolica è dirigente d’azienda.

Federcacciatore sin dalla prima licenza di caccia conseguita, dopo aver ricoperto la carica di presidente di sezione comunale a Ramedello Sopra ed essere stato consigliere provinciale Federcaccia di Brescia, ha successivamente guidato come presidente regionale Federcaccia Lombardia per tre mandati, nell’ultimo dei quali è stato anche membro dell’Ufficio di presidenza nazionale.

Con la caccia alla migratoria da sempre nel cuore, oggi pratica maggiormente la caccia alla selvaggina stanziale da penna, con il suo amato springer Kiro.

Moreno Periccioli, classe 1953, sposato e con due figlie, vive e risiede a Siena. Inizia la sua carriera come dirigente dell’Alleanza Contadina nel 1975 e in seguito della Confcoltivatori, di cui diviene presidente provinciale di Siena nel 1979,incarico che mantiene fino al 1983. Nel 1980 viene eletto consigliere provinciale alla provincia di Siena; viene rieletto nella stessa carica alle successive elezioni amministrative del 1985 e rimane in carica fino alla fine del mandato.

Nel 1990 è eletto al Consiglio regionale della Toscana, vicepresidente della Commissione speciale per la programmazione. Nel gennaio del 1992 è nominato assessore regionale con la delega a vari settori fra i quali gli Affari generali e legali, Personale, Lavoro, Ambiente. Alle elezioni regionali del 1995 viene eletto per la seconda volta consigliere regionale e gli viene affidata la delega ai settori Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca. Altri incarichi ricoperti nella sua carriera quello di presidente dell’Assicoop di Siena Spa e di amministratore dell’Azienda Regionale Agricola di Alberese.

Iscritto a Federcaccia fin dalla prima licenza, nel 2006 viene eletto nel Consiglio regionale della Federcaccia Toscana, diventando presidente regionale tre anni dopo e fino all’11 maggio scorso. È un appassionato cacciatore cinofilo.

Giuseppe Giordano, classe 1972, vive e risiede a Reggio Calabria. Geometra libero professionista, titolare di un avviato studio professionale, inizia l’attività nel 1991, successivamente consegue la laurea triennale in Ingegneria Civile.

Nella tornata elettorale del maggio 2006, viene eletto consigliere dell’ Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria (oggi Città Metropolitana) e il 31 luglio dello stesso anno il Consiglio Provinciale lo elegge all’unanimità alla carica di Presidente, funzione che svolge per tutta la durata della legislatura. Nel 2008, entra quale componente, nel Coordinamento Nazionale dei Presidenti dei Consigli presso l’Unione delle Province d’Italia, e nel 2010 viene eletto alla carica di presidente, funzione che svolge fino al 2011. Nella tornata elettorale del marzo 2010, viene eletto consigliere regionale della Calabria, per la IX Legislatura, divenendo componente delle Commissioni Sanità, per la lotta al fenomeno della ’ndrangheta e presso la Consulta per la Cooperazione Sociale. È promotore di numerose iniziative legislative, su varie materie di notevole interesse della comunità

Iscritto a Federcaccia fin dalla prima licenza, dal 1993 al 2018 è stato ininterrottamente vice presidente della sezione comunale di Gallico, dal 2004 fino ad oggi è consigliere provinciale della sezione di Reggio Calabria, nel 2014 è stato eletto consigliere regionale di Federcaccia Calabria, divenendo nel 2017 presidente regionale. Presiede in Calabria il Coordinamento delle 7 Associazioni Venatorie riconosciute. È un appassionato cacciatore di acquatici.

Consiglieri di Presidenza

Mario Basile, nato a Lesina (FG) nel 1965, sposato e con due figli, svolge la propria attività di avvocato e imprenditore a Lesina, dove è stato assessore con delega alla caccia.

Iscritto alla Federazione Italiana della Caccia fin dalla sua prima licenza, ricoprendo negli anni l’incarico di presidente della sezione comunale di Lesina – oltre 15 anni –, presidente della sezione provinciale di Foggia e di presidente regionale di Federcaccia Puglia. Da sempre si dedicato alla difesa del mondo venatorio contro l’estremismo ambientalista.

È stato presidente dell’Ambito Territoriale di Caccia di Foggia e componente del Comitato faunistico venatorio provinciale e regionale, oltre a essere membro della Commissione esami per l’abilitazione venatoria per la provincia di Foggia.

Vivendo sul lago di Lesina, fin dalla prima infanzia si è appassionato e specializzato alla caccia agli acquatici.

Andrea Ferrara, classe 1944, coniugato, tre figli, vive in provincia di Caserta. Laureato in lettere moderne presso l’Università degli studi “Federico II” di Napoli, ha insegnato materie letterarie e latino per circa un quarantennio.

Attualmente in pensione, dedica la maggior parte del tempo alla lettura, alla famiglia e naturalmente alla caccia, la sua grande passione. Cacciatore cinofilo, da sempre amante della caccia alla beccaccia e delle emozioni che essa procura, è iscritto alla Federcaccia dalla sua prima licenza. Nell’associazione ha ricoperto incarichi di dirigente e presidente ai vari livelli: comunale, provinciale e regionale.

Stefano Merighi, classe 1962, vive in Emilia Romagna, più precisamente ad Argenta (FE). Laureato in Giurisprudenza presso l’Ateneo Alma Mater Studiorum di Bologna, svolge da quasi 30 anni la professione di Avvocato nel proprio studio. è stato presidente della X Commissione di esami per avvocati presso la Corte di Appello di Bologna, oltre a ricoprire incarichi di presidente e consigliere in molteplici società di servizi pubbliche sin dal 1995 e a tutt’oggi è componente del Consiglio di Amministrazione di un’importante Società che opera nel settore Energy. Dal 2010 a fine 2011 è stato componente del Comitato Esecutivo del Parco del Delta del Po.

Ha ricoperto diverse cariche in Federcaccia: dal 1992 a tutt’ oggi presidente della sezione comunale della FidC di Argenta e vicepresidente della sezione provinciale di Ferrara; dal 2000 al 2004 consigliere regionale per l’Emilia Romagna; dal 2005 al 2009 consigliere nazionale. Negli ultimi dieci anni e stato eletto per due mandati presidente regionale della FidC dell’Emilia Romagna e consigliere nazionale.

Appassionato di caccia sin dall’infanzia, pur prediligendo la caccia agli anatidi, pratica molteplici forme di attività venatoria con passione ed esperienza.

Oscar Stella, nato nel 1964, sposato e con due figli, è imprenditore nel settore metalmeccanico. Vive e lavora in provincia di Padova. Vanta una lunga militanza nelle fila della Federazione Italiana della Caccia: fondatore nel 1985 della sezione comunale di Cervarese S.Croce nel padovano, di cui è stato presidente ininterrottamente sino a fine 2013, è stato componente del Consiglio provinciale FIdC di Padova dal 1993 al 2000 e successivamente componente della Giunta provinciale dal 2001 al 2008 e dall’anno successivo fino al 2018 presidente provinciale della sezione di Padova e vice presidente regionale di Federcaccia veneto. Dal 1994, anno della costituzione degli ambiti territoriali di caccia in Veneto è sempre stato componente del Comitato direttivo dell’ATC dove risiede.

Dalla sua prima licenza di caccia, conseguita non appena la legge lo ha consentito, è sempre stato migratorista capannista convinto, una passione che ha ereditato dal nonno, originario dell’altopiano di Asiago.

Edmondo Vivoli, classe 1944, sposato, vive in Ciociaria, nel Lazio. Laureato in Scienze politiche, è dirigente in pensione dell’Amministrazione provinciale di Frosinone, ove ha svolto per anni funzioni di vertice e anche di Segretario Generale pro tempore.

Sin dal 1975, quando ha partecipato alla gestione del Comitato provinciale della caccia di Frosinone, si è attivamente interessato alle problematiche che mai sono mancate al mondo venatorio. Per decenni dirigente responsabile in Provincia di Frosinone anche dei Settori della caccia e della pesca, ha anche svolto incarichi dirigenziali esterni in Federcaccia provinciale, regionale e di revisore dei conti in FIdC nazionale, nonché in organi collegiali della Regione Lazio.

Presidente di Atc per quasi 15 anni, ha attivamente collaborato per la loro istituzione nel Lazio. È cacciatore cinofilo prevalentemente di montagna, iscritto in Federcaccia dal 1963 e cacciatore emerito riconosciuto; è anche selecontrollore e tuttora pratica la caccia attivamente, con numerose esperienze all’estero, in Europa e in altri continenti.

Arci Caccia: Il Caccia Village è occasione di importanti appuntamenti con la politica. La caccia va difesa e sostenuta

Sabato 11 maggio 2019 il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, on. Filippo Gallinella, all’interno dell’evento fieristico Caccia Village, ha voluto incontrare le Associazioni Venatorie Nazionali riconosciute.

L’on. Gallinella, a scanso di equivoci rispetto alla forza politica cui orgogliosamente appartiene, il Movimento 5Stelle, ha espressamente e chiaramente preso le distanze criticando il ddl sul “benessere animale” presentato nei giorni scorsi da due senatori del Gruppo 5Stelle sul benessere animale. Gallinella ha disconosciuto le posizioni assunte dai colleghi nella proposta di legge nella quale, surrettiziamente, si abolisce l’art. 842 del Codice Civile, che regolamenta l’accesso ai terreni agricoli. Questa posizione è stata contestata dall’on. Gallinella che ha – di contro – rilanciato il valore culturale, economico, ambientale della caccia sociale italiana e ha esplicitamente inquadrato i cacciatori tra gli ambientalisti italiani.

Sono intervenuti all’incontro i Presidenti delle Associazioni venatorie che hanno portato contributi di merito sulle problematiche della caccia. Il Presidente nazionale dell’ARCI Caccia, Piergiorgio Fassini, intervenendo ha sollevato diverse questioni che ha ripreso nelle considerazioni sugli esiti della riunione e, a margine della stessa, ha dichiarato: “Rinnovo la gratitudine per la franchezza e la conoscenza della materia dimostrata dall’on. Gallinella che si è posto personalmente a garanzia dell’interdizione necessaria per fermare l’iter della legge depositata al Senato dai 5Stelle con la benevolenza del Ministero dell’Ambiente che si è presentato “al battesimo” della proposta. Raccolgo anche l’invito del Presidente Gallinella sulla necessità che le proposte di modifica, per essere credibili, debbono maturare unitariamente tra e nel mondo agricolo e con l’associazionismo venatorio riconosciuto se non vogliono essere solo spot propagandistici sterili.

Confermo quanto espresso nell’incontro, pur comprendendo che la materia è divisiva della maggioranza, è stata una grave decisione omettere l’attività venatoria dal contratto di governo. In Italia la caccia è cultura, storia, socialità, gestione di un bene comune, la fauna selvatica è patrimonio dei cittadini italiani, dell’intera comunità nazionale e internazionale, è proprietà dello Stato, non è proprietà privata né dei cacciatori e neppure degli agricoltori. Escludere dal “contratto di governo” i beni pubblici come l’acqua e non occuparsi del dissesto idrogeologico, è un danno al Paese così come lo è escludere la fauna selvatica”.

Prosegue il Presidente Fassini: “Importante e apprezzata dall’ARCI Caccia è stata la dichiarazione del Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, leader di spicco di Forza Italia, intervenuto all’inaugurazione della Fiera che, come riportato dalla stampa, ha dichiarato che “La caccia deve essere difesa e sostenuta perché, nel rispetto delle regole, aiuta a salvaguardare l’ambiente. Ci sono infatti animali nocivi e pericolosi che devastano le nostre campagne come i cinghiali, perciò è giusto che i cacciatori siano lasciati liberi di svolgere questa attività che esiste da sempre” e ha poi aggiunto “che il fenomeno venatorio fa parte della catena della natura e noi abbiamo bisogno di un equilibrio ambientale”.

Commentando positivamente le dichiarazioni di Tajani, il Presidente Fassini ha concluso: “Esprimo l’augurio che nelle forze politiche, così come ho ricordato all’Europarlamentare Roberto Gualtieri, torni la coerenza, il rispetto della cultura rurale, troppe volte offesa da mode animaliste di palazzo che, di certo, non portano il consenso degli elettori come dimostrato nelle più diversificate esperienze di voto regionali, nazionali e referendarie. Sarà il caso che il Parlamento torni a fare “per il bene di tutti”. Se ne faccia una ragione l’on. Brambilla che a Bastia, con forza, è stata sconfessata ufficialmente, sui temi della caccia, da uno dei più autorevoli rappresentanti del suo Partito.

Sarà il caso che il conflitto in maggioranza e tra le forze politiche tutte, si superi e il Parlamento trovi soluzioni migliorative per agricoltori, cacciatori, ambientalisti per l’ambiente ed i cittadini italiani. Gli abbiamo eletti anche per questo”.

Federcaccia: Dalla CIA un segnale interessante

Roma, 16 maggio 2019 - “Una riforma radicale della legge sulla fauna selvatica per affrontare concretamente un problema ormai fuori controllo, tra danni milionari ad agricoltura e ambiente, rischio malattie, incidenti stradali sempre più frequenti e minacce alla sicurezza dei cittadini anche nelle aree urbane”. Così la Cia-Agricoltori Italiani presentando la sua proposta di riforma della 157/92 a Camera e Senato, relativamente alla questione degli animali selvatici, ungulati, storni, nutrie, sui quali la legge quadro è, non da oggi, sicuramente carente.

Una proposta cui la Federcaccia guarda con una certa attenzione, soprattutto laddove si propone di andare a sostituire il concetto di “protezione” cui si ispira l’attuale legislazione con quello ben più moderno – e funzionale – di “gestione”.
Altri punti della proposta che vanno nel senso di una riflessione più volte richiesta dalla nostra Federazione sono la ricostituzione del Comitato tecnico faunistico venatorio, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri; una consapevole distinzione fra attività di gestione della fauna selvatica (fra cui le attività di controllo) e quelle proprie dell’attività venatoria; la realizzazione e valorizzazione di una filiera tracciata delle carni di origine venatoria.
Su queste basi crediamo possibile un confronto fra il mondo venatorio e quello agricolo, per cui Federcaccia auspica che l’iniziativa possa essere di stimolo a riprendere un colloquio mai interrotto, ma sicuramente reso negli ultimi tempi più difficile, fra cacciatori e agricoltori.
Certo non contribuisce a semplificarlo la visione protezionista a oltranza, che sfocia spesso nell’animalismo più miope, tipica dell’Italia.
A riprova dell’impossibilità nel nostro Paese di parlare serenamente di gestione dell’ambiente ecco l’immediata risposta del TG5 alla proposta della CIA, presentata ai telespettatori ovviamente in chiave negativa, con il consueto corollario di accuse ai cacciatori di essere la causa dell’eccessiva presenza dei cinghiali e delle altre specie invasive.
La soluzione per il canale tv che non a caso è solito dare voce alle idee del Movimento animalista della pasionaria rossa – di capelli, ovviamente – Maria Vittoria Brambilla? Imparare a convivere con tutta la fauna, comprese le volpi e le nutrie.
E pazienza se per queste ultime ad esempio, l’Europa e l’Ispra dicono che essendo una specie aliena andrebbe eradicata. Per gli animalisti UE e Istituto vanno ascoltati solo quando servono a ridurre i calendari venatori.


Ufficio stampa Federazione Italiana della Caccia

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