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Alessandro Bassignana

Alessandro Bassignana

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ALTRO LUTTO: CADE IN UN DIRUPO MENTRE CACCIA E MUORE

(ANSA) - BOLOGNA, 2 NOV - E' caduto in un dirupo profondo circa 60 metri ed è morto per le ferite, durante una battuta di caccia al cinghiale sull'Appennino bolognese. E' successo in mattinata a Monteacuto delle Alpi ad un 63enne residente nel comune di Alto Reno Terme. Verso le 8.30 sono intervenuti i Carabinieri della stazione di Lizzano in Belvedere.
La salma è stata posta a disposizione della Procura. 

I LUPI ENTRANO NEL GIARDINO E SBRANANO 4 CAPRETTE

Il  veterinario dell'ASL è certo, si tratta di lupi, forse un branco.
Sono penetrati durante una notte nebbiosa nella proprietà di Moreno Guerra, 35 anni allevatore per passione e nella vita magazziniere, in quel di Tessello, frazione di Cesena, ed hanno sbranato quattro delle sue tredici caprette.
Gli animali erano protetti e lui li aveva cresciuti come fossero d'affezione, curandoli con mille accorgimenti. 
Racconta: " Ho parlato anche con il veterinario dell’Usl. Sì, sono lupi. Ricordiamo che in questa zona dalla provincia ne sono stati censiti almeno sei, sette. Sicuramente non ha agito un solo esemplare, assalti come questo vengono sempre effettuati dal branco. Inoltre qui vicino a San Carlo, nei pressi del cimitero, ne sono stati visti anche la settimana scorsa e da più persone. Si muovono nella zona, a un allevatore qui vicino di recente sono spariti un vitello e una mucca".
Lui aveva sentito l'abbaio dei cani, ed aveva illuminata la zona con i fari nonostante la fitta nebbia, ma non aveva visto nulla; poi alla mattina la macabra scoperta: quattro caprette sbranate, tre adulte e una di sei mesi.
Continua e spiega al giornalista come i lupi siano entrati, scavando e alzando la rete esterna, saltando poi la recinzione del giardino dov'erano le pecore. L'uomo, demoralizzato e furibondo intende ricvolgersi alla Provincia, segnalando l'accaduto.  

ENPA: BLOCCATE LA CACCIA NELLE ZONE TERREMOTATE

(ANSA) - ROMA, 1 NOV - Si blocchi l'esercizio della caccia almeno nelle regioni più colpite dal sisma, Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. E' quanto chiede, in una nota, l'Ente nazionale Protezione Animali. "Chiediamo un atto di responsabilità - è l'appello dell'Enpa - a chi ha il dovere-potere di fermare le "doppiette" anche per scongiurare l'ipotesi che qualcuno tra i soccorritori possa diventare un bersaglio, finendo vittima di un incidente di caccia».
In queste ore Enpa è presente nelle zone colpite dal terremoto dove sta collaborando al recupero e alla messa in sicurezza degli animali, prestando loro tutto l'assistenza di cui hanno bisogno. Ma "la presenza di persone armate nei nostri boschi e nelle nostre campagne - spiega l'associazione animalista - rappresenta un ulteriore fattore di rischio per l'incolumità delle persone - come dimostrano i gravi incidenti di caccia negli ultimi giorni - e degli animali, anch'essi gravemente provati dal sisma e che spesso fuggono dalle località terremotate. Inoltre, nel contesto di una viabilità già duramente compromessa, lo spostamento degli automezzi dei cacciatori può andare a interferire con il corretto funzionamento della macchina dei soccorsi, creare inutili ed evitabilissime strozzature".(ANSA). 

ANIMALISTI INDIVIDUATI E DENUNCIATI: ERANO DONNE

Sono donne, e "Il Secolo XIX" le battezza  "Pasionarie anti-caccia" prendendo a prestito un termine nato nella Spagna di inizio novecento, ormai diventate un vero e proprio incubo per i cacciatori che scelgono le alture dell’entroterra di Genova per le loro battute.
Partono da Lombardia e Piemonte, e si spostano in Liguria per disturbare i cacciatori impegnati nell'esercizio di un'attività prfettamenete lecita, consentita da leggi dello Stato.
Donne che si chiamano Simona, Marzia, Marta, Francesca, Marilena e Antonia, ed hanno un'età compresa tra i 33 e i 42 anni, un lavoro e una famiglia alle spalle.
Tutto normale, o quasi, perchè queste scatenate animaliste sono disponibili ad usare maniere forti, come spray urticanti, aggressioni verbali e fisiche ed altro ancora, con dei veri e propri raid che sono loro costate denunce e le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di San Martino.
Le indagini dei militari, coordinati dal capitano Augusto Sorvillo, attraverso testimonianze e l'esame di telecamere e celle telefoniche hanno dato volto e nome alle autrici di almeno due degli assalti di questi ultimi due mesi, e si tratta di sei persone, e di queste cinque erano donne.
Lungo l'elenco dei gravi reati ascritti alle donne, e vanno dalle lesioni personali sino a minacce, violenza privata, appropriazione indebita, esercizio arbitrario delle proprie ragioni e inosservanza di un provvedimento dell’autorità giudiziaria.
Ora non si scherza più, e secondo fonti accreditate esisterebbero anche gli estremi per contestare il reato di associazione per delinquere, poiché queste persone si muoverebbero, coordinate, come una vera e propria banda. Altro che...Pasionarie!
 

CACCIATORE URTA CAVI ALTA TENSIONE

Ha toccato in maniera accidentale i fili dell'alta tensione, rischiando di restare folgorato.
E' accaduto a Sant'Elpidio a Mare (Fermo), ieri, quando D.M. un cacciatore di 33 anni ha toccato con un'asta i cavi dell'alta tensione.
Il giovane è stato soccorso dai compagni di caccia e sul posto sono intervenuti l'ambulanza della Croce Azzurra di Sant'Elpidio a Mare e l'automedica del 118.
E' stato anche allertato l'elisoccorso e il giovane cacciatore è stato caricato su Icaro che l'ha trasportato d'urgenza al Torrette.

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