Sono donne, e "Il Secolo XIX" le battezza "Pasionarie anti-caccia" prendendo a prestito un termine nato nella Spagna di inizio novecento, ormai diventate un vero e proprio incubo per i cacciatori che scelgono le alture dell’entroterra di Genova per le loro battute.
Partono da Lombardia e Piemonte, e si spostano in Liguria per disturbare i cacciatori impegnati nell'esercizio di un'attività prfettamenete lecita, consentita da leggi dello Stato.
Donne che si chiamano Simona, Marzia, Marta, Francesca, Marilena e Antonia, ed hanno un'età compresa tra i 33 e i 42 anni, un lavoro e una famiglia alle spalle.
Tutto normale, o quasi, perchè queste scatenate animaliste sono disponibili ad usare maniere forti, come spray urticanti, aggressioni verbali e fisiche ed altro ancora, con dei veri e propri raid che sono loro costate denunce e le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di San Martino.
Le indagini dei militari, coordinati dal capitano Augusto Sorvillo, attraverso testimonianze e l'esame di telecamere e celle telefoniche hanno dato volto e nome alle autrici di almeno due degli assalti di questi ultimi due mesi, e si tratta di sei persone, e di queste cinque erano donne.
Lungo l'elenco dei gravi reati ascritti alle donne, e vanno dalle lesioni personali sino a minacce, violenza privata, appropriazione indebita, esercizio arbitrario delle proprie ragioni e inosservanza di un provvedimento dell’autorità giudiziaria.
Ora non si scherza più, e secondo fonti accreditate esisterebbero anche gli estremi per contestare il reato di associazione per delinquere, poiché queste persone si muoverebbero, coordinate, come una vera e propria banda. Altro che...Pasionarie!