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Toscana: Mercoledì 16 a Pienza si parlerà di piccola stanziale

Mercoledì 16 gennaio si svolgerà a Pienza, alle ore 21:00, presso il centro Auser una iniziativa aperta a tutti i cacciatori interessati al tema della piccola selvaggina e alle relative operazioni di gestione per rilanciarne un incremento che possa soddisfare la passione venatoria di ognuno di noi. Vi prego di darne la massima divulgazione, usando se preferite il volantino che troverete nell’allegato. Vi prego di estendere tale invito anche a quei cacciatori non associati con Arci Caccia che hanno voglia di parlare di qualcosa di diverso dall’acquisto di selvaggina di allevamento pronta caccia. Per noi di Arci Caccia la riproduzione in modo naturale di fagiani e lepri è il cardine fondamentale di tutta la politica venatoria.

Il Presidente Arci Caccia Siena

Fabio Tiberini

 

Sorrentino: bene le parole di Golinelli e Centinaio, ma si riattivi il Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale

In merito all’interrogazione del Deputato Guglielmo Golinelli e alla risposta del Ministro Centinaio sull’implementazione dei poteri alle Regioni in ordine ai piani di caccia, finalizzati al controllo numerico di alcune specie, il Presidente Nazionale dell’ARCI Caccia, Sergio Sorrentino, ha dichiarato:

“Plaudiamo all’iniziativa dell’on. Golinelli e all’attenzione dedicata dal Ministro Gian Marco Centinaio al tema del controllo di alcune specie selvatiche.

Della risposta del Ministro apprezziamo la notizia che ci sia un importante lavoro in corso con le Regioni e con il Ministero dell’Ambiente. La costituzione di un Gruppo di Lavoro che presenterà entro il 31 marzo una Relazione, è un importante obbiettivo.

Ci permettiamo di sottolineare di nuovo criticamente che si sottovaluti l’importanza di riattivare un luogo di confronto con i portatori di interesse. La sede è il Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale previsto dalla legge. Rimetterlo nelle condizioni di operare consentirebbe di mettere in campo – quale risorsa utile al processo – i cacciatori, il loro contributo di proposte, di idee, la loro esperienza e conoscenza che – al fianco e nell’interesse degli agricoltori – potranno operare al servizio delle istituzioni. L’interesse primario, per noi, è di concorrere a risolvere le criticità comunicate al Parlamento dall’interrogante on. Golinelli cui ha risposto con consapevolezza e conoscenza il Ministro Centinaio in Aula. La responsabilità di un infausto animalismo immaturo, presente in Italia, è di voler impedire ad ogni costo la gestione della fauna selvatica. Se troverà udienza il fondamentalismo del “NO”, come nel passato, si aggraverà la situazione producendo ancora più danni all’economia agricola, alla zootecnia, alla salute, al benessere animale e al Paese sempre crescerà il rischio del sacrificio di innocenti vite umane sulla strada”.

 

CCT: sul calendario venatorio la Regione “puo’ e deve”!

Gli argomenti emersi al Tavolo promosso dal Presidente Enrico Rossi riguardante la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra la Regione, gli ATC e le Associazioni e categorie interessate, per riaffermare lo strumento della concertazione hanno visto una sostanziale condivisione da parte della Confederazione Cacciatori Toscani (Federcaccia Toscana, ANUU, ARCT ed EPS).

La strada intrapresa – dichiara Marco Romagnoli – e soprattutto l’accoglimento di alcune fondamentali osservazioni che la CCT ha presentato in ordine sia al protocollo d’ intesa che alle proposte di deliberazione sul funzionamento degli ATC, consentiranno di sviluppare un lavoro comune finalizzato al superamento delle principali criticità oltreché supportare, anche attraverso i contributi tecnico – scientifici le future strategie sulla gestione del territorio e sul nuovo Piano Faunistico regionale.

Nessuna sostanziale novità è però emersa per quanto concerne il Calendario Venatorio e la necessità di approvare un atto deliberativo d’urgenza per superare la fase di sospensiva sulla caccia ad alcune specie (Colombaccio, Corvidi, Anatidi, e Beccaccia) a seguito della sentenza del Consiglio di Stato. A tal riguardo l’ Assessore Remaschi ha informato che il prossimo lunedì 14 gennaio si terrà a Roma un incontro di merito tra gli Uffici Regionali ed Ispra.

La Confederazione Cacciatori Toscani esprime la sua più totale insoddisfazione sui tempi ed i modi con i quali questa grottesca situazione si sta trascinando. La Regione Toscana “può e deve” rispondere ai cacciatori riaffermando nel contempo le proprie competenze e prerogative sulla materia. Non è più possibile assistere a questo continuo rimpallo di responsabilità.

Come già sostenuto in queste settimane, la politica e le forze di governo in primis, hanno il dovere di agire con chiarezza e senza tergiversamenti ed incertezze. Il tempo è ora!

Abruzzo: cambia il disciplinare della selezione al cinghiale

In questo articolo apparso sul quotidiano online l'Eco dell'Alto-Molise Vastese, troviamo la notizia della pubblicazione del nuovo disciplinare per la caccia di selezione in Abruzzo. Purtroppo con novità molto positive per i cacciatori che saranno chiamati a compiere una serie di obblighi burocratici supplementari.

http://www.ecoaltomolise.net/cinghiali-cacciatori-fanno-furbi-la-regione-cambia-disciplinare-della-caccia-selezione/

Alleghiamo il nuovo disciplinare per la caccia di selezione in Abruzzo:

 

 

 

Fidc: Il rischio della democrazia dei pochi

La discussione in Commissione Affari Costituzionali della Camera per l’introduzione del referendum propositivo ha indicato nel 25% degli aventi diritto al voto il quorum necessario perché un quesito referendario sia valido. 

Lo stesso quorum però sarà applicato anche alle consultazioni abrogative, dimezzando così la soglia di validità attuale. La prossima settimana, il 16 gennaio, la proposta approderà in Aula.
È evidente che se la riforma andrà in porto costituirà un grave rischio non solo per la caccia, ma per ogni questione il cui interesse è limitato a portatori di interessi particolari, non avvertiti o compresi dalla gran parte della popolazione chiamata a esprimere un parere. In questo modo ogni qualvolta il quesito referendario sarà incentrato su questioni che non sono percepite come proprie dalla maggioranza dei cittadini, la proposta sarà nelle mani di una minoranza di persone, magari ben organizzata, che potrà approfittare del disinteresse generale.
Sotto l’apparente obbiettivo di una maggiore democrazia sarà così il volere di pochi e non della maggioranza a essere applicato e a decidere del futuro di molte cose. Come Associazione venatoria ovviamente la nostra primo preoccupazione è per la caccia e la gestione ambientale, ma come cittadini non possiamo non preoccuparci di questioni come le grandi opere, la gestione di beni pubblici come l’acqua, le scelte di politica energetica, la sanità e molti altri temi che, purtroppo, non sempre riscuotono l’interesse che dovrebbero nella maggioranza della popolazione.
Per quanto in suo potere la Federazione Italiana della Caccia si è già attivata a livello politico, associativo e sociale per contrastare questa che considera una scelta, come minimo, non ben ponderata nelle sue conseguenze.
Ora più che mai è necessario un fronte comune fra tutti i rappresentanti della ruralità a difesa di un patrimonio di valori, tradizioni e storia, ma anche di economia reale e lavoro, che non può essere lasciato nelle mani di una minoranza in larga parte ben poco equilibrata.

Roma, 10 gennaio 2019 – Federazione Italiana della Caccia

 

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