E' in edicola Diana n.4/2013.
Su questo numero di fine marzo Spanò racconta prima come nascono le beccacce, e i primi giorni di vita dei pulcini, poi un’avventura di caccia alla regina. Mugellesi invece ci porta a caccia di anatre in Lomellina lungo il corso del Po. Cenci fa il punto sulle attrezzature e i richiami per la caccia ai colombi. Poi articoli sulla migrazione dei volatili. Il cinghiale fra mito e realtà, ispiratore di poeti, cantautori e veggenti, di Rodolfo Grassi. Giannerini ci fa conoscere la monteria a Firenze, un’avventura spagnola alle porte della città dei medici. Passando alla tecnica, Benelli presenta il Vinci Wood, polimero camo simil legno, la caccia al cinghiale con l’express e i pallini esadedrici di Winchester. Come sempre grande spazio alla cinofilia, una prima parte dedicata ai segugi, e precisamente alla ricerca della passata notturna della lepre. Per passare poi alla scelta del cucciolo, al profilo di un allevatore e dei setter e pointer dell’Abbazia. Alcune pagine dedicate al setter. News, racconti e tanto altro, dalla rivista che parla di caccia da oltre 100 anni.
EDITORIALE
L’alba nuova da una vecchia stagione
Il vostro annuncio sulla rubrica Mercato a pag. 12
Dobbiamo andare e non fermarci finchè non siamo arrivati.
Dove andiamo? Non lo so, ma dobbiamo andare
Jack Kerouac (1922-1969)
La caccia ricomincia una nuova stagione col pericolo direinventare se stessa. Auguriamoci trovi traguardi diversi perché nessuna fotografia muta cambiando la cornice. L’autogestione è cresciuta di un altro anno: i mesi a venire diranno se è diventata più saggia o vecchia solamente. Come i suoi protagonisti. I calendari venatori approvati nelle Regioni non sempre hanno avuto il passaporto dei giudici e della Società civile.
L’elenco delle specie non escluse dal carniere ha subito continue modifiche riducendosi senza mai giovare a cacciatori e natura. Le tasse sono rimaste uguali solo in apparenza perché è diminuito il territorio e si è rarefatta la disponibilità di selvatici.
Così la caccia non ha riproposto neppure la vecchia, cara immagine di uomo-cane-carniere sacra alle oleografie di un tempo. Eppure è viva e racconta ancora, a saperla ascoltare, vicende cariche di un fascino antico e moderno insieme perché lega tradizione e speranza, che è poi il modo migliore per costruire il futuro. Alla maniera meno disperante ma egualmente fascinosa indicata dal grande Kerouac.
L’avvenire è davanti a noi: sbrighiamoci prima che il futuro ci inghiotta imprigionandoci in una feroce e inutile crudeltà del ricordo.
Ci sono molte cose da fare e molte di più da progettare, concordare, mettere in cantiere senza polemiche e protagonismi. Rinunciamo alla danza macabra di parole che il tempo incolperà d’essere state senza senso. I Cacciatori vogliono fatti e sono maggior libertà di movimento, riduzione delle tasse o, più concretamente, revisione delle quote di partecipazione in quegli Atc in cui ogni presenza in un fazzoletto di territorio costa oltre 100 euro. I fagiani valgono, franco voliera, quanto le starne, una lepre poco meno di una ventina di pernici. Ma ad aiutare in una non impossibile quadratura del cerchio che imprigiona caccia e carnieri compatibili, sta l’intelligenza e l’inventiva dei dirigenti – ed Eugenio Contemori dell’Enalcaccia Toscana ne è un esempio – il volontariato meraviglioso dei cacciatori, la disponibilità di ciascuno a lavorare per gli altri il desiderio di fare della pratica venatoria, come diceva Fausto Prosperini, una risorsa affrancandola dall’essere problema.
Sono vie difficili da percorrere ma proviamoci. Chissà che non si aggiunga il traguardo. Insieme.
Rodolfo Grassi