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Caccia riservata ai prorietari terrieri: Libera Caccia Toscana dice no!

Queste sono giornate molto importanti per il futuro della caccia in Toscana, per questo siamo costretti ad uscire quasi quotidianamente con comunicati per cercare di tenere informati i cacciatori e per denunciare, come in questo caso, i soprusi che si stanno attuando. Negli incontri che si stanno svolgendo ultimamente in Regione tra Associazioni Venatorie, Agricole e i responsabili della gestione politica venatoria Regionale, su due punti le Associazioni Venatorie erano tutte compatte, l'essere contrarie nel dare la possibilità agli agricoltori di cacciare in selezione, in via ESCLUSIVA, nei capanni ricadenti sui terrenidi di proprietà e che potessero andare in regime di controllo senza essere accompagnati dalla vigilanza come avviene per tutti i contenimenti.

Uno di questi concetti, purtroppo, è stato inserito in un disciplinare per la caccia di selezione in un ATC di Siena, un ATC in cui, ci tengo a precisare, non è rappresentata la Libera Caccia, un ATC in cui una associazione venatoria, andate a controllare, ha tre o forse quattro suoi tesserati all'interno del comitato. Ora mi domando ma come si può sostenere a parole alcune idee e poi fare completamente l'opposto. Io se la mia associazione mi avesse chiesto di votare una cosa del genere mi sarei dimesso e, al contrario, se fossi il Presidente regionale di un rappresentante che vorrebbe introdurre, arbitrariamente, la privatizzazione della caccia gli toglierei il mandato e lo caccerei. Io e la Libera Caccia non siamo contro quelle che prima venivano chiamate riserve, per rendere bene l'idea, ma qui si parla di frammentazione di territorio, si parla di introdurre un pericolosissimo concetto, in ogni piccolo o grande "orto" può essere posto un appostamento usato in via ESCLUSIVA dal proprietario del terreno. No signori miei la mia Associazioni Venatorie è contraria a questa cosa e te cacciatore, non fare lo struzzo, informati chi la porta avanti sia politicamente a livello regionale e chi per motivi a me oscuri, come associazione venatoria la avalla. Devi dire no a questa privatizzazione della caccia, la selvaggina è un bene indisponibile dello Stato, la caccia è una delle ultime forme di aggregazione sociale e così deve rimanere.
A quei cacciatori che continuano a chiedere una sola associazione venatoria dico pensateci bene, io non voglio essere allineato con chi porta avanti questa politica venatoria, per questo difendo la mia identità la mia appartenenza ad una associazione, la LIBERA CACCIA, che è un sindacato vero dei cacciatori che ha le proprie idee e porta avanti come può le proprie battaglie.

Responsabile Regionale Caccia agli Ungulati

Antonio Goretti

Campioni di Coerenza: Diciamo ai cacciatori come stanno le cose sulla Legge Obiettivo e sul Protocollo regionale

Lo abbiamo detto giorni fa che la coerenza e la trasparenza non sono caratteristiche proprie di tutte le sigle venatorie, in particolar modo assistiamo ad una evidente dicotomia tra quello che FIDC e CCT decidono a livello regionale nelle stanze del potere e quello che vanno predicando sui territori ai cacciatori, ignari di ciò che realmente viene sottoscritto dai vertici. Se da un lato appreziamo che sia la FIDC che il CCT abbiamo finalmente sposato alcune delle nostre richieste da noi già proposte e protocollate in tempi non sospetti in Regione e presentate via web e media tradizionali, dall'altro siamo sconcertati dalle segnalazioni che ci arrivano dai cacciatori che prendono parte alle riunioni sul territorio, dove sia FIDC che CCT si dicono aperti alle proposte dei cacciatori e continuano a raccontare di volerle sostenere in Regione. 

Ci spiace informare gli iscritti e non a queste sigle, una per altro neanche riconsociuta, che FIDC e CCT hanno già firmato il protocollo sulla gestione della caccia in Toscana presentato dalla Regione nella persona dell'Assessore Remaschi, nel quale si propoga, così come è regolamentata oggi, la Legge Obiettivo per addirittura 3 anni, legge tanto osteggiata a parole da queste sigle e poi avallata in tutto e per tutto per altri anni a venire.
Informiamo inoltre i cacciatori che presenziano a questi incontri territoriali, che nessuna delle proposte di Libera Caccia, " oggi fatte proprie" dalla FIDC e dal CCT sono state recepite nel protocollo firmato dalle stesse associazioni.
Delle due l'una, o si va dalle comunità locali di cacciatori a raccogliere le loro istanze, o si firma il protocollo. Ma firmare tutto quello proposto dalla Regione senza nessuna apertura alle proposte avanzate e poi andare nelle province, come recentemente successo a Pisa, ad abbaiare contro la Luna è da persone incoerenti, senza pensare a ben altre motivazioni che non ci auguriamo esistano.
La coerenza paga e la lotta per migliorare le condizioni del mondo venatorio è per noi di LIBERACACCIA l'obiettivo principale anche a costo di voltare le spalle al potete istituzionale, che può dispensare prebenede a destra e a manca. A noi interessa il futuro della caccia in Toscana e la Regione sta portando avanti quella frattura ormai insanabile tra cacciatori ed agricoltori che determinerà la fine di un equilibrio durato decenni che era modello di gestione per tutta Italia.

FIDC: La caccia “riabilita” l’italia

Il Presidente del Tribunale di Udine su delega del Ministero di Giustizia ha siglato l’accordo con la Federcaccia del Friuli Venezia Giulia convenzionandola fra gli enti che potranno far svolgere i lavori di pubblica utilità e messa alla prova funzionali a riabilitare tutti i cittadini (cacciatori e non).

L’accordo consentirà a coloro che hanno subito “infortuni” giudiziari come la perdita della patente per guida in stato di ebbrezza o altre condotte dal modesto disvalore sociale, fra i quali rientrano anche quelle contravvenzionali legate alla caccia, di ottenere, allo svolgimento positivo del progetto, l’estinzione del reato.

“È un fatto di grande soddisfazione per il mondo venatorio – ha dichiarato dando la notizia il presidente regionale FVG Paolo Viezzi – Vi è l’orgoglio di affermare non tanto e non solo che la Federcaccia FVG è la prima ed unica associazione di settore ad esserci riuscita in Italia, ma soprattutto che i fini istituzionali, di conservazione ambientale, di protezione civile e di gestione sostenibile della fauna anche mediante il prelievo, perseguiti dal mondo venatorio possono contribuire alla “riabilitazione” delle persone e a favorire la piena attuazione dei diritti civili. Il contenuto della convenzione riconosce all’opera della Federcaccia e di conseguenza al mondo che rappresenta, quella valenza sociale e culturale mediante la quale gli individui possono svolgere la loro personalità concorrendo al progresso materiale e spirituale della società (art.2 Costituzione della Repubblica Italiana) Personalmente sono veramente grato a questa associazione ed a tutti i cacciatori che per natura, verità e compostezza mi hanno consentito negli anni di vivere delle straordinarie soddisfazioni”.

Arci Caccia: la riforma dei referendum è un attacco alla Costituzione

Da questo governo un nuovo pericolo per la caccia e non solo. Il tentativo di M5S e Lega di modificare l’Art. 71 della Costituzione, mina i principi di equilibrio pensati dai padri costituenti. L’introduzione del referendum propositivo svilirà il ruolo del parlamento, sede preposta all’approvazione delle leggi, e l’abbassamento del quorum di validità lo renderà molto più accessibile. L’istituto del Referendum, è stato pensato per interrogare direttamente il popolo sui grandi temi trasversali, non per essere tirato in ballo ad ogni piè sospinto. Per questo siamo profondamente preoccupati, sia come cacciatori che come cittadini. L’apertura di una nuova stagione referendaria, con un quorum del 25% mette a rischio non solo l’attività venatoria, che tanto spesso ha dovuto difendersi dagli attacchi referendari di pochi facinorosi, ma tanti altri diritti che regolano la vita di ogni giorno. Per non parlare, poi, dei costi delle campagne e delle consultazioni referendarie, che in un momento di cattiva congiuntura economica, andrebbero a togliere risorse a temi ben più importanti. Per fare e modificare le leggi c’è il parlamento. Altrimenti a che servono gli stipendi dei parlamentari? Non è che qualcuno, con le mosse politiche di questi giorni, non pensa solo a diminuire il numero dei parlamentari ma piuttosto di abolirne il ruolo e le prerogative?

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