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Emilia: Calendario venatorio 2019-2020. Lega in pressing. Le richieste di Pompignoli: “stop con i divieti"

Bologna, 6 marzo. “Basta con i divieti e le penalizzazioni. Avanti con il buon senso e con la definizione di un calendario più flessibile, che risponda alle reali esigenze faunistiche e ambientali dei nostri territori”.

Il consigliere della Lega, Massimiliano Pompignoli, a poche settimane dalla deliberazione del nuovo calendario venatorio regionale, chiede che rispetto ad alcune prescrizioni, la Giunta di viale Aldo Moro “faccia un passo indietro e accolga una volta per tutte le sollecitazioni dei cacciatori”.

“Mi riferisco prima di tutto alle disposizioni sulla beccaccia. È assurdo che si continui a limitarne il prelievo alla seconda decade di gennaio e non se ne protragga la chiusura a fine mese, come avvalorato da diversi studi scientifici. Per troppe stagioni questa Giunta ha messo dei paletti alla caccia di questa specie, richiamandosi al parere di Ispra che sappiamo tutti non essere vincolante ai fini dell’adozione di un calendario. Dopo il respingimento in Commissione agricoltura alla Camera dei Deputati, dell’assurdo emendamento di Liberi e Uguali che mirava a rendere vincolante il parere di Ispra, non ci sono più scuse. Il Governo, per la prima volta e con coraggio, ha messo in chiaro la natura puramente consultiva dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale che, in alcun modo, deve ergersi a organo legittimante delle decisioni politiche di alcune Regioni, assunte perlopiù sulla scorta delle intimidazioni delle sigle anticaccia.”
Per Pompignoli, inoltre, non c’è più tempo da perdere nemmeno sul fronte degli ungulati il cui regolamento di gestione è da rivedere: “la crescita esponenziale degli esemplari di questa specie, su tutto il territorio regionale, ha fatto registrare un significativo aumento dei danni alle produzioni agricole e del numero dei sinistri stradali. È chiaro a questo punto, che non basta intervenire sul fronte degli indennizzi, aumentando le risorse vincolate al risarcimento del danno, ma bisogna agire a monte, per frenarne la proliferazione, migliorando i metodi di prelievo e rendendo più flessibili le tecniche collettive della girata e della braccata.”
“Questa Regione” – conclude il consigliere della Lega – “deve armarsi di coraggio e riconoscere il ruolo di prestigio della caccia che è tradizione e cultura ma anche valorizzazione del territorio, tutela della biodiversità e conservazione dell’equilibrio faunistico. L’attività venatoria coinvolge decine e decine di persone in tutta la Regione. Ognuna di queste presta il proprio tempo e la propria attività per la gestione diretta delle aree montane, di quelle rurali e di quelle protette. E lo fa volontariamente, nell'interesse dell’equilibrio faunistico e dell’ecosistema che contribuisce a tutelare.”

Trentino: nuova riunione del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza sulla situazione lupi

Il presidente Fugatti: “Dobbiamo avere gli strumenti per poter intervenire”


La presenza, sempre più manifesta, del lupo in Trentino ed i connessi problemi di carattere sociale ed economico sono stati al centro, nel pomeriggio a Trento, della riunione del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, presieduto dal prefetto Sandro Lombardi, alla presenza di Piero Genovesi, biologo di ISPRA, l'stituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Erano presenti anche il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti e l’assessore all'agricoltura Giulia Zanotelli, oltre che i sindaci di Castelfondo, Oscar Piazzi e di Vallarsa, Massimo Plazzer e Gianluca Barbacovi di Coldiretti Trento.

I sindaci hanno evidenziato come gli avvistamenti dei lupi siano ormai sempre più frequenti, con una presenza molto vicina alle abitazioni, mentre il rappresentante di Coldiretti ha sottolineato le grandi difficoltà che i continui attacchi al bestiame stanno creando al settore zootecnico.

“Attendiamo una risposta dal Ministero dell’Ambiente quanto prima – ha detto il presidente Fugatti al termine dell’incontro – nell'auspicio che non si debba intervenire dopo un aggressione, come avvenuto per l’orso. Oggi l’ISPRA ci ha detto che non esiste il rischio zero. Questo ci preoccupa ulteriormente perché in passato ci era stato detto che il lupo non era pericoloso per la popolazione. Noi abbiamo attivato un percorso, abbiamo posto la questione della sicurezza pubblica e abbiamo portato il tema all'attenzione di tutte le Regioni del Nord. L’auspicio è che ora ci diano gli strumenti per poter intervenire, altrimenti dovremo assumerci noi la responsabilità di farlo”.

Zona Alpi: Si prepara la 54^ assemblea nazionale UNCZA

Dal 28 al 30 giugno 2019 a Vezza d’Oglio, Alta Val Camonica (Bergamo) si svolgerà la 54ª Assemblea nazionale Uncza (Unione Nazionale Cacciatori Zona Alpi – settoriale FIdC) organizzata dalla Federcaccia Brescia, dalla locale sezione comunale FIdC di Alta Val Camonica, dall’Uncza e in collaborazione con il comprensorio alpino di caccia Ca1 Ponte di Legno.

Numerose le iniziative in programma, a partire da venerdì 28 con la valutazione dei trofei a cura della commissione Uncza durante la mattinata e nel pomeriggio si riunirà il consiglio nazionale Uncza; la giornata si concluderà alle 21.00 con una rassegna corale.
Sabato 29 la giornata si aprirà alle 9.00 con un convegno nazionale su “Il cervo sulle Alpi”, per poi proseguire dopo pranzo con l’assemblea nazionale Uncza durante la quale è prevista la cerimonia di premiazione della Tesi di Laurea per poi concludere in serata con il concerto della Banda Musicale.
L’ultimo giorno, domenica 30, si inizierà all’alba alle ore 5.30 con le visite naturalistiche, si proseguirà alle 11.00 con la Santa Messa Sant’Uberto presso la Chiesa parrocchiale per poi proseguire alle 12.30 con il pranzo sociale del cacciatore con la consegna della Scheibe.

locandina

 

Benelli e Fiocchi: accoppiata vincente per l’Ethos 28 Magnum 3 parte

Sempre per rimanere nell’ambito dell’estetica, asta e calcio sono realizzati con un bel noce europeo, trattato con il sistema WOOD FX e finiti con zigrini intagliati con passo di mm 1,5. I pannelli zigrinati, li troviamo sull’asta e sulla pistola del calcio. Quest’ultima è stata disegnata con una forma particolarmente snella e concepita per far assumere alla mano una posizione naturale e confortevole per il polso, in modo da spingere il dito sul grilletto istintivamente e velocemente.
In questo fucile, che concentra il meglio del Know how Benelli, non poteva mancare una canna che eccelle per resa balistica con qualsiasi caricamento, ovvero una canna Crio Power Bore con bindella in fibra di carbonio e strozzatori Criochoke.

Per un fucile magnum che concentra così tanta tecnologia, ovviamente ci voleva una munizione adeguata, la prima magnum in questo calibro. Una sfida non da poco, che i tecnici di Fiocchi hanno raccolto realizzando la Cal. 28 Magnum. Una munizione con bossolo rosso 28/76/16 con innesco Fiocchi 616 e fondello di tipo 3-16mm. Caricata con 33 grammi di piombo al 2% di antimonio, che corrispondono a 363 pallini numero 7, è capace di raggiungere una velocità di 400 metri al secondo con quasi 900 bar di pressione.

 

SCHEDA TECNICA
Calibro:
Cal. 28
Calcio e asta:
In noce con sistema di riduzione del rinculo Progressive Comfort e con trattamento Wood FX
Calciolo:
Intercambiabile in Poliuretano Speciale
Camera:
76 magnum
Meccanica:
Semiautomatico Inerziale a testina rotante con scatto a geometria variabile
Finitura carcassa:
Carcassa nichelata
Nasello:
Intercambiabile in Poliuretano Speciale
Lunghezza calcio dal grilletto/deviazione:
365 mm +/- 2 mm modificabile a 380 mm +/- 2 mm con calciolo lungo o 350 mm +/- 2 mm con calcio specifico con Kit Progressive Comfort – var. dx/sx
Piega al nasello:
35 ± 1 mm
Piega al tallone:
60 ± 1 mm, variabile in 45, 50, 55, 65 mm
Peso:
2.400 g circa con canna da 65 cm
Serbatoi:
Tubolare da 2 cartucce 28/70 o 28/76
Sicura:
Trasversale con avviso in rosso di arma pronta per lo sparo
Guardia-Grilletto:
Tecnopolimero-dorato
Scatto:
Pacchetto estraibile, carico compreso tra 22 e 28 N, sicura manuale a traversino reversibile, sicura automatica contro lo sparo a raffica, sicura automatica contro lo sparo a otturatore non in completa chiusura, cut-off al serbatoio
Mirino:
Fluorescente lungo rosso
Note:
Canna: cm. 65 con foratura selezionata compresa tra 13,8 e 14 mm bindella ventilata in fibra di carbonio

 DSC 0261 min

FIOCCHI MAGNUM (CAL. 28)
COLOREROSSO
CONFEZIONE25 - 150
DATI TECNICI
CALIBRO28
BOSSOLO28/76/16
PB33 g
N^0,2,3,4,5,6,7
BORRAPlastica Contenitore
VELOCITÀ V0400 m/s
PRESSIONE860 bar
CHIUSURAChiusura stellare a 6 petali

 

Fidc Marche: La solita “macedonia” animal-ambientalista

Lo scorso 27 febbraio su due quotidiani a diffusione soprattutto regionale è apparso un articolo sostanzialmente sovrapponibile, ricavato da un comunicato della “Alleanza delle associazioni ambientaliste marchigiane”, che riunisce 8 sigle protezioniste e animaliste della regione. Come contenuti, sul tema lupo, la consueta “macedonia” di informazioni parziali e argomentazioni di parte spacciate per verità e fra loro slegate, ma tutte volte - al solito - a mettere in cattiva luce caccia e cacciatori.

Immediata già nella prima mattinata la risposta del presidente regionale Federcaccia Paolo Antognoni, indirizzata ai due direttori e per serietà non pubblicata in attesa di una rettifica doverosa e dovuta.
Questa, spiace dirlo, non è arrivata, in barba a qualsiasi considerazione deontologica e di rispetto per la par condicio. Ci sentiamo quindi autorizzati a diffonderla sui nostri canali. Questo il testo della risposta di FIdC Marche.

Egregio Direttore,
ho letto con interesse l’articolo apparso questa mattina sul quotidiano da Lei diretto e dedicato alla questione lupo, o meglio, alla posizione su questa delle associazioni ambientaliste – ma forse sarebbe ormai più esatto definirle animaliste – che ovviamente hanno del lupo, come di altre tematiche che riguardano fauna territorio e ambiente, una visione legittima ma certo di parte.
Avendo tirato in ballo come sempre la caccia, mi sento in dovere di intervenire, auspicando che nell’interesse dei cittadini, oltreché per dovere deontologico, voglia riservare anche a noi lo stesso spazio.
Prima di tutto credo opportuno sgombrare il campo dal grande equivoco ingenerato nell’opinione pubblica ad arte, che i cacciatori siano interessati alla riapertura della caccia al lupo e che a questo pensi chi suggerisce di gestire la specie ANCHE attraverso prelievi.
Il lupo non è una specie cacciabile, con molta probabilità non lo sarà mai più, ma quel che più conta è che a nessun cacciatore interessa lo sia.
“Salviamo il lupo dalle doppiette”, “No alla caccia al lupo” e via di questo passo sono riusciti slogan che servono ad alzare l’attenzione di una opinione pubblica in realtà molto distratta e poco informata spingendola a influenzare le decisioni che dovrà prendere in merito la classe politica. Una “campagna pubblicitaria” delle associazioni protezionistiche ben riuscita, lo ammettiamo, ma basata su presupposti falsi.
C’è da aggiungere che se mai si giungesse alla decisione di prelevare, ma diciamo senza false ipocrisie di sparare a qualche esemplare della specie lupo (1 o 2? Questi i numeri di cui stiamo ipoteticamente parlando) non sarebbe certamente un cacciatore a premere il grilletto. Carabiniere forestale, poliziotto, guardaparco, tiratore scelto del Col Moschin…. Non sappiamo a chi si rivolgerebbero le autorità e francamente non ci interessa. Ma di sicuro non sarà il pensionato Mario Rossi, titolare della licenza di caccia dal 1968. Probabilmente, visto come funzionano le cose in Italia, si chiamerà qualche “esperto” straniero, magari francese, Paese come noi membro della UE dove il lupo è altrettanto protetto, ma dove ogni anno vengono abbattuti senza tante polemiche un certo numero di esemplari ritenuti pericolosi o eccessivamente confidenti.
Detto questo, che mi pare una puntualizzazione di non poco conto, veniamo alle altre accuse mosse alla categoria. Che il bracconaggio sia purtroppo un fenomeno presente non lo neghiamo, anzi, siamo i primi a combatterlo e denunciarlo al fianco delle forze dell’ordine. Anche qui però, la ricostruzione dell’Alleanza delle associazioni ambientaliste marchigiane è di parte e sembra che i nostri boschi e le nostre campagne si trasformino dopo il calar del sole in cambi di battaglia popolati di incursori e reparti speciali votati a una lotta all’ultimo sangue con le specie selvatiche. Un po’ di senso della realtà credo non guasterebbe.
Più che le battute al cinghiale, poi, a provocare lo spostamento verso la pianura e i centri abitati degli ungulati e di conseguenza dei predatori, sarebbe più corretto individuare come causa la ricerca dei primi - e di conseguenza dei secondi - di maggiori e più facili fonti di cibo, come qualsiasi tecnico faunistico può confermare.
Infine il riferimento agli incidenti di caccia, che nulla ha a che fare con la questione in discussione ma che per gli anticaccia “ci sta sempre bene”. I dati riportati sono ancora una volta inesatti, non sappiamo se volutamente o per una errata scelta nelle fonti. I dati forniti dalla nostra e dalle altre associazioni venatorie assieme al CNCN a conclusione di stagione e non contestati da nessuno, semplicemente perché veritieri, sono un po’ diversi: sono 12 i decessi accertati durante la stagione 2018-19 (dal 1° settembre 2018 al 30 gennaio 2019), con una diminuzione del 33% rispetto a quella precedente. Per maggiore chiarezza, gli incidenti mortali che hanno coinvolto i cacciatori sono stati 10 (83% del totale), mentre quelli che hanno coinvolto i non cacciatori sono stati 2 (17% del totale). Durante lo stesso arco temporale i feriti sono stati 50, con un calo del 17% rispetto al 2017-18. I ferimenti dell’ultima stagione hanno coinvolto per il 74% dei casi cacciatori (37 feriti) e per il rimanente 26% dei casi non cacciatori (13 feriti).
Anche un solo decesso durante la caccia rimane inaccettabile, siamo i primi a dirlo, ma forse è bene ricordare che qualsiasi attività umana, anche quella apparentemente più sicura, comporta una percentuale di rischio che può essere abbassata, ma non eliminata del tutto. Non vogliamo abbassarci anche noi al giochino del “lui è peggio di me”, ma basta guardare allo sci, all’escursionismo o alla raccolta di funghi.
Concludendo, caro Direttore, ribadisco l’auspicio che anche la nostra voce sia ascoltata in questa discussione, e la ringrazio per l’attenzione che mi ha concesso
Paolo Antognoni - Presidente Regionale Federcaccia Marche

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