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Arci Caccia Marche: Grazie a Fidc per aver diffuso le nostre proposte

Leggendo il comunicato stampa diffuso da Federcaccia Marche nella giornata dell’8 marzo, ci viene spontaneo offrire la nostra solidarietà al Presidente Regionale dell’associazione maggiore. Comprendiamo la necessità di visibilità che impera in questa fase pre-elettorale nella mente del Presidente regionale FIDC Paolo Antognoni (a breve si riunirà, infatti, l’Assemblea regionale FIDC per eleggere il nuovo Consiglio e il Presidente regionale FIDC Mar­che) e capiamo la tensione che lo sta attanagliando.
Fatta questa preme­ssa, non possiamo che ringraziarlo per aver diffuso in maniera così capillare la no­stra proposta per il Cal­endario Venatorio Ma­rche 19/20 in tutto il Paese. Vogliamo ribadirlo: credia­mo fermamente che la proposta di Arci Ca­ccia sia “attenta al­le esigenze conser­vazionistiche e di gestione della fauna selvatica” oltre a essere “social­mente e politicamente equilibrata”. Ques­to soprattutto alla luce delle vicissitudini occorse al Calendario “migliore d’Italia” approvato la scorsa Stagione Venatoria e contenente tutte le richieste del Presidente Antognoni. Un calendario che ci ha privato della possibilità di caccia­re in SIC e ZPS vulnerabile com’era ai ricorsi al TAR Marche e al Co­nsiglio di Stato pre­sentati e vinti dalle Associazioni ambie­ntaliste e animalist­e. Nell’interesse della caccia e dei cacciatori, per cui Arci Caccia si batte e lavora con concretezza, impegno ed entusiasmo, senza inseguire facili populismi e promesse difficili, se non impossibili, da mantenere, noi auspichiamo l’is­tituzione di una “ca­bina di regia” che unisca le forze e le competenze di tutti i portatori di interesse marchigia­ni. Un tavolo comune, come già esiste a livello nazionale, e non ulteriori divisioni, che sono la principale causa dell’ indebolimento della nostra categoria. Per la prossima Stagione Venatoria ci farebbe quindi piacere, in un’ottica costruttiva, condividere le nostre idee, non soltanto sulla prop­osta di Calendario, con FIDC Marche, invece di perdere tempo a sollevare polemiche che nulla di buono portano alla caccia.
Non ci resta che fare al Presidente Paolo Antognoni un grande in bocca al lu­po per le prossime elezioni regionali di FIDC Marche e per una Stagione Venatoria futura ricca di… co­mbattenti. Restiamo comunque a disposizione di qualunque cacciatore desideri o abbia anche solo la curiosità di avere chiarimenti su come e perché, e sulla base di quali conoscenze e dati scientifici ufficialmente validati, Arci Caccia ha formulato la sua proposta di calendario.

Gabriele Sperandio, Presidente Arci Ca­ccia Marche

Fidc Marche: inaccettabili le proposte al ribasso di Arci Caccia sul Calendario 2019-2020

In riferimento alla proposta presentata da Arci Caccia Marche in merito al calendario venatorio per la stagione venatoria 2019-20 non possiamo fare a meno di sollevare una serie di osservazioni sui contenuti:
- Arci Caccia prevede la chiusura della caccia al 30 gennaio rinunciando a priori e senza motivazioni tecnico scientifiche al mese di Febbraio
Vogliamo ricordare che in questo momento si sta svolgendo un braccio di ferro fra il ministro dell’Ambiente Sergio Costa e quello delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio relativamente ai Key Concepts. Se la Commissione Europea adottasse i KC proposti dal ministro Costa su suggerimento di ISPRA la caccia alla selvaggina migratoria a gennaio sarebbe praticamente chiusa a diverse specie di grande interesse venatorio.
In questo momento in cui si “difende” tutti assieme il mese di Gennaio non ci pare strategicamente utile rinunciare a Febbraio, mese in cui l’attività venatoria in molti Paesi a noi confinanti viene regolarmente svolta alle stesse specie che a noi vengono precluse.
- La proposta di Arci Caccia non prevede la preapertura agli acquatici
È bene ricordare che nella nostra regione una buona parte del prelievo di queste specie viene effettuato nelle giornate di preapertura e che una tale proposta sarebbe estremamente punitiva per i praticanti questa forma di caccia.
- Viene tolta la preapertura alla quaglia
Questa è una conquista degli ultimi anni, con grande soddisfazione dei cacciatori-cinofili.
- Vengono tolte due giornate di preapertura alle altre specie, 4 invece di 6
- La proposta di Arci Caccia prevede la sospensione dell’ addestramento cani nel mese di Settembre e una riduzione dalle 20 alle 19 dell’orario ad Agosto
Una penalizzazione per i cinofili che colpisce soprattutto chi ancora lavora.
- Viene prevista la chiusura anticipata della caccia alla selvaggina stanziale di una settimana
- Beccaccia. Su questo selvatico sembrano essersi concentrate particolarmente le attenzioni di Arci Caccia: chiusura della caccia alla beccaccia anticipata al 20 Gennaio con la riduzione di una decade
Non si comprende da dove scaturisce questa scelta considerato che la beccaccia al momento è considerata dalla Commissione Europea Least Concern, ovvero “minor” preoccupazione come molte altre specie cacciabili.
Variazione del protocollo del gelo attualmente previsto solo a gennaio con altro sistema molto più penalizzante previsto tutto l’anno
Riduzione del prelievo annuale da 20 a 15 capi
Una proposta inspiegabile che si scontra anche con il parere ISPRA, che prevede un carniere annuale di 20 capi.
- Non è previsto, nelle giornate di preapertura , l’utilizzo del cane per il recupero della selvaggina mezzora dopo l’orario di chiusura della caccia.
- Non sono presenti fra le specie cacciabili la moretta e il combattente
Si penalizzano così i cacciatori che mantengono i “chiari” tutto l’anno con beneficio per tutta l’avifauna.

Al di là di singole e personali considerazioni, Federcaccia Marche non può condividere che questa proposta sia come affermato nelle conclusioni da Arci Caccia “socialmente e politicamente equilibrata” e men che mai condivisibile, anche da altre Associazioni venatorie.
Federcaccia Marche crede fortemente che ora più che mai, in questo momento in cui gli anticaccia militanti sembrano aver rialzato la testa e sferrano attacchi quotidiani non solo alla caccia ma a tutte le manifestazioni della cultura rurale, non si debba arretrare di un millimetro.
Il nostro ruolo è quello di chi deve salvaguardare tutti i tipi di caccia e soprattutto i loro periodi, eticamente e scientificamente sostenibili.
Sicuramente Federcaccia Marche non firmerà mai questa proposta di calendario, diffida la Regione dall’adottarlo anche in parte e lotterà ogni giorno contro chi vuole immotivatamente limitare ancora la nostra passione.

Paolo Antognoni – Presidente regionale Federcaccia Marche

Lombardia: le associazioni venatorie in Regione per la caccia in deroga. Federcaccia: “in caso di no di ispra la giunta regionale proceda comunque”

Stamattina in Regione Lombardia le associazioni venatorie hanno visto illustrate le schede relative alle proposte di deroga alla direttiva uccelli per la prossima stagione venatoria e relative a contenimento delle storno per contenimento dei danni alle colture, prelievo per periodi limitati e piccole quantità di fringuello, peppola e storno, cattura a fini richiamo mediante i roccoli di quantità limitate di tordo bottaccio, sassello, cesena e merlo.

Erano presenti Federcaccia, Anuu, CPA, ACL, Libercaccia e Italcaccia.

Le proposte predisposte dagli Uffici Regionali rispondono a tutti i requisiti della Direttiva Uccelli, e ogni passaggio pare motivato e tecnicamente sostenibile, e di tanto è stato dato atto da parte delle AAVV.

Federcaccia, in persona del vicepresidente regionale Lorenzo Bertacchi, ha sostenuto che il prelievo in deroga dello storno motivato dal contenimento dei danni, sebbene oggettivamente e spazialmente molto limitata, al momento deve essere mantenuta, trovando il sostegno delle altre associazioni di fronte alla proposta dell’ANUU di rinunciare a tale forma di deroga.

FIdC ha inoltre suggerito (incontrando il sostegno delle altre associazioni presenti) di allungare il periodo di prelievo del fringuello dal 13 ottobre sino al 25/30 ottobre, nonché dell’apertura dei roccoli almeno sino al 20 dicembre per sassello e cesena.

Federcaccia ha altresì insistito affinché, a seguito della risposta di ISPRA, fosse anche essa negativa la Giunta Regionale voglia procedere entro il mese di maggio ad adottare con delibera le proposte trasmesse ad ISPRA: in tal modo i tempi sarebbero sufficienti per una eventuale disamina del Giudice Amministrativo prima dell’inizio del prelievo, scongiurando ogni rischio di procedura di infrazione.

Federcaccia inoltre osserva che gli Uffici e la Giunta, nel valutare e discostarsi motivatamente dall’eventuale parere negativo dell’ISPRA, dovranno soffermarsi sulle sole eventuali contestazioni tecniche, e non certo sulle valutazioni politiche dell’Ente citato, incapace di fornire dati, ma sempre pronto a entrare nel merito di scelte politiche di salvaguardare il nostro patrimonio culturale/rurale.

 

Fidc Marche: le relazioni pericolose. Per la caccia e i cacciatori

A chi come la nostra associazione ha a cuore la promozione della caccia e la costruzione di una rinnovata percezione della figura del cacciatore nel suo complesso nella società è particolarmente evidente la necessità di una maggiore unità fra le sigle associative, anche in risposta a spesso pressanti richieste in questo senso provenienti proprio dagli appassionati.

Non possiamo che salutare con piacere dunque lo spirito di collaborazione che da qualche tempo sembra caratterizza le politiche venatorie dell’Arcicaccia e della Liberacaccia marchigiane.

A chi fosse sfuggita, segnaliamo infatti la loro posizione condivisa in sede di audizione consiliare sul calendario della scorsa stagione 2018/19 o quanto espresso, sempre in unità di intenti, in sede di audizione consiliare sullo statuto tipo regionale. E ancora, ultima in ordine di tempo, l’organizzazione congiunta del convegno sulla gestione faunistica a Villa Potenza in occasione della fiera Wild Nature Expo.

Certo, crediamo, l’unità dovrebbe essere a maggior sostegno delle legittime richieste dei cacciatori e non, ad esempio, esprimendo come hanno fatto Arcicaccia e Liberacaccia trovandosi concordi sul divieto di utilizzo del cane da riporto in preapertura e sulla riduzione della caccia alla selvaggina stanziale o ritenendo inutile uno statuto volto a uniformare i regolamenti degli ATC rendendo più semplice e chiara la vita agli appassionati marchigiani. Curiosa, per così dire, anche la posizione espressa dalle due associazioni in un’altra audizione lo scorso settembre, in occasione della quale hanno votato contro la proposta di modifica alla legge regionale che consentiva di estendere l’utilizzo degli appostamenti fissi ai colombacci anche in pre apertura, così come è in altre regioni, anche confinanti.

Ecco, magari qualcosa in questo rapporto di coppia va forse ancora un attimo perfezionato. Perché non c’è dubbio che stare insieme sia una bella cosa, ma l’obbiettivo comune sarebbe meglio fosse qualcosa di positivo. Non vorremmo invece che la motivazione dell’alleanza fosse solo il far dispetto a qualcun altro, senza curarsi troppo delle conseguenze per tutti i cacciatori.

Non ci resta che sperare per il futuro.

Intanto aspettiamo di toglierci una piccola curiosità: non sarà che per tenere in piedi questo “matrimonio” la Liberacaccia marchigiana è pronta a condividere anche la proposta di calendario venatorio 2019/20 presentata da Arcicaccia – che vi alleghiamo perché vi possiate rendere conto da soli – con limitazioni incomprensibilmente penalizzanti per i cacciatori marchigiani?

Fidc: i predatori devono essere controllati, da Bruxelles un chiaro segnale per la conservazione dei limicoli

Il giorno 5 marzo si è tenuta nelle sale del Parlamento Europeo a Bruxelles, la conferenza organizzata da FACE per fare il punto della situazione sulla conservazione di otto specie di limicoli oggetto del Piano d’Azione Internazionale Multispecie (pavoncella, beccaccino, combattente, chiurlo maggiore, piovanello pancianera, beccaccia di mare, pettegola e pittima reale), tutti legati alle praterie umide nel periodo riproduttivo.
In rappresentanza delle associazioni venatorie italiane aderenti a Face era presente il Dott. Michele Sorrenti, responsabile tecnico dell’Ufficio Avifauna Migratoria FIdC e Chairman del Gruppo di Lavoro FACE sulle direttive Natura.
Il Piano è focalizzato sul momento della nidificazione, poiché è riconosciuto che il declino è dovuto a una riduzione nella produzione di giovani, cioè a una perdita di uova e di pulcini. I fattori causali del declino sono principalmente due: le pratiche agricole con la conseguente perdita di habitat e i predatori.
Su quest’ultimo fattore sono state esposte nell’incontro delle interessanti relazioni, che hanno presentato dati sperimentali sull’entità delle perdite dovute a predazione e i positivi effetti del controllo effettuato.
Tra gli interventi, quello di Iben Hove Sorensen, dell’associazione dei cacciatori danesi, ha dimostrato che in un’area della Danimarca l’80% dei nidi di pavoncella è perduto per predazione a causa della volpe, del visone americano e del cane procione, queste ultime due specie classificate aliene invasive.
La relatrice ha esposto inoltre che in diverse aree si è ottenuto un accordo fra proprietari del fondo, ornitologi, cacciatori e autorità, che consentono un efficace controllo dei predatori.
Il punto di vista della Commissione, rappresentata da Joseph Van der Stegen, è che l’obiettivo del Piano è riportare le specie di limicoli a uno stato favorevole e per ottenere il risultato la direttiva “Uccelli” prevede lo strumento della deroga secondo lettera c “per la tutela della fauna e della flora”. È quindi possibile agire in completa legalità per controllare le specie di uccelli che predano i limicoli nel periodo riproduttivo, anche se non sono cacciabili, oppure al di fuori del periodo di caccia consentita se sono ammesse al prelievo.
Un’altra interessante presentazione è stata quella del proprietario terriero e allevatore di bestiame Bertwin Elshof, che ha esposto la propria esperienza sui suoi terreni, coadiuvato da un gruppo di studio di ornitologi. I dati sono sorprendenti: l’uso di fototrappole ha dimostrato predazioni intense da parte sia di volpi e corvidi, ma anche di tassi e martore, queste ultime due specie in forte aumento sul territorio e protette dalla legge olandese.
Dal 2007 al 2018 il controllo di volpi e corvidi ha fatto triplicare il numero di nidi di pavoncella, beccaccia di mare e pettegola, raddoppiare quelli di pittima reale, e aumentare in modo sensibile quelli di germano reale e pispola.
Uno studio biennale di ornitologi professionisti olandesi ha dimostrato che in tre zone campione di praterie umide olandesi è stato predato il 70% dei nidi. Nel corso del dibattito alcuni deputati europei hanno posto alla Commissione l’esigenza forte dei territori di avere maggior libertà per intervenire, mentre oggi la lotta ai predatori è limitata dall’impostazione protezionistica delle direttive Uccelli e Habitat.
In Italia esiste una popolazione importante di pavoncelle nidificanti nelle regioni settentrionali di circa 5000-6000 coppie. Anche su questa l’azione dei predatori opportunisti (cornacchie, gazze, volpi, ma anche gabbiani reali) è importante, ma mentre la limitazione della caccia è sempre presa in considerazione, al contrario per il controllo dei predatori vi sono spesso difficoltà e burocrazia eccessiva.
Ci auguriamo che il Piano d’Azione Europeo e le conclusioni della conferenza di Bruxelles possano avere conseguenze anche in Italia a tutela della popolazione nidificante di una specie per la quale proprio il successo riproduttivo ridotto è considerato la causa primaria del declino.

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