Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Cacciando.com

Cacciando.com

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Federcaccia Bergamo: Dura presa di posizione contro l’infame aggressione animalista a Lino Pessina

Siamo qua per dire basta, è ora che i cacciatori siano tutelati da questi infami attacchi. Sei animalisti incappucciati contro un 81enne, colpito prima della fuga di questi criminali. Tra i primi a essere vicino al cacciatore di Almenno San Bartolomeo, attaccato nel corso della sua attività regolarmente svolta, è stato il Presidente di Federcaccia Bergamo Lorenzo Bertacchi, che ha così commentato l’accaduto con una decisa presa di posizione.

“L’aggressione a Lino Pessina è una notizia che lascia sgomenti. Sei “eroici animalisti” che prendono a calci e pugni un uomo di 81 anni è l’istantanea della deriva dei nostri giorni e la dice lunga su chi siano i violenti nello scontro di cultura in atto tra gli animalisti traboccanti d’amore e i feroci cacciatori. Non è accettabile che gruppi di persone se ne vadano in giro organizzati in bande in cerca di cacciatori o pescatori da svillaneggiare per farli abboccare in una provocazione o peggio, per passare all’aggressione fisica. Due anni fa fu aggredito un giovane alla Fiera di Casazza. Lo scorso anno a Cremona a un volontario durante la cattura delle lepri i pacifici animalisti incrinarono una vertebra colpendolo, ora l’aggressione al sig. Pessina. E nel mezzo danneggiamenti vari, insulti, minacce. E con la stampa che non perde mai occasione di raccontare in maniera distorta la caccia e le norme che tanto rigidamente la regolano. Ricordiamo che la caccia è attività lecita, radicata e utile, non solo da un punto di vista economico, a tutta la società ed è inaccettabile che gli animalisti siano persone che si possano sentire legittimate o giustificate nell’infamare e ora aggredire anche fisicamente. Federcaccia Bergamo darà il pieno sostegno legale al proprio tesserato cacciatore e confida nell’effettiva identificazione di questi sei delinquenti, perché questi non sono “eroi dei nostri giorni” ma semplici delinquenti. E si augura che la gente per bene apra gli occhi, si informi su come andiamo a caccia davvero, e solo dopo tragga le conclusioni, consapevole che dall’altra parte dietro agli slogan a favore degli animali in realtà c’è solo l’odio verso l’uomo”. (Federcaccia Bergamo)

Arci Caccia Lazio: solidarietà ai cacciatori della Valle di Comino

Dopo la nuova sospensione dell’attività venatoria in Valle di Comino l’Arcicaccia Lazio vuole manifestare tutto il proprio sdegno e, al contempo, esprimere vicinanza ai colleghi cacciatori della valle e al Presidente Provinciale dell’Arcicaccia di Frosinone Franco Frisone per l’impegno profuso a difesa della categoria. La motivazione a sostegno di questo nuovo stop, ricordiamo che già il tar avevo sospeso la caccia, é che tale attività possa mettere in serio pericolo l’esistenza degli ultimi esemplari di orso Bruno Marsicano esistenti. Il fine è senz’altro nobile, ma qualche riflessione bisogna comunque farla. Il dubbio che questo splendido animale venga preso a pretesto dai soliti noti per danneggiare l’attività venatoria e coloro che la praticano viene spontaneo e risalta ancor di più se pensiamo che alcune delle associazioni che hanno impugnato la delibera in questione non hanno speso una parola in ordine all’incidente che, pochi giorni orsono, in Abruzzo, ha causato la morte di tre orsi per annegamento in una vasca di raccolta dell’acqua.

In particolare, ci si domanda come, senza che si intraveda un malcelato pregiudizio nei confronti degli amanti dell’ars venandi, possa il Consiglio di Stato, con una decisione presa con celerità quasi unica nel panorama giuridico italiano, ribaltare una decisione del Tar Lazio il quale, dopo aver concesso la sospensiva richiesta dai ricorrenti, ha analizzato nel merito la questione ed ha infine deciso che non ricorrevano le condizioni accogliere la domanda cautelare.

Al contempo, ci si chiede come mai la Regione Lazio abbia deliberato le due decisioni impugnate a ridosso dell’imminente avvio dell’attività venatoria. In particolare, essendo dei provvedimenti collegati al calendario venatorio approvato ad inizio estate, ci si chiede come non sia stato possibile farlo nei giorni immediatamente successivi, evitando, in tal modo, qualora ci fosse stato analogo ricorso, di creare disagi ai cacciatori insistenti nelle zone interessate dai provvedimenti che, puntualizziamo, hanno ovviamente pagato le imposte annuali occorrenti all’espletamento dell’attività venatoria. Il comportamento della Regione Lazio risulta ancor più incomprensibile se si considera che tali provvedimenti vengono presi annualmente e, aldilà di qualche virgola, sono provvedimenti fotocopia.

Onde evitare qualsiasi strumentalizzazione si ribadisce che i destini dell’Orso Bruno Marsicano stanno a cuore dei cacciatori della Valle di Comino e di tutti gli abitanti della zona e l’Arcicaccia Lazio si associa in questo nobile intento, ma vogliamo stigmatizzare tutti quei comportamenti che sotto la bandiera “salviamo l’orso” celano un solo ed unico intento: penalizzare in tutti i modi possibili i cacciatori della zona in particolare, ma più in generale l’immagine stessa del cacciatore. Vogliamo solo ricordare che quelle comunità rurali vivono a contatto con l’orso da sempre, svolgendo tutte le attività che sono tipiche di quei territori, compresa la caccia, e per gli amanti dei numeri e delle statistiche invitiamo i proponenti il ricorso ad analizzare i luoghi e le cause che hanno determinato la morte di esemplari di orso negli ultimi 40 anni. Nessuna morte può essere addebitata al mondo venatorio, ma, al contrario, le cause sono quasi esclusivamente addebitabili ad incidenti stradali, ferroviari e con qualche atto di bracconaggio non riconducile di certo ai cacciatori.

Per finire l’Arci caccia Lazio, nel ribadire la sua vicinanza ai colleghi cacciatori della Valle di Comino e auspicando che nella decisione di merito del prossimo 13 dicembre il C.d.S. sblocchi definitivamente la caccia in quelle zone, si adopererà affinché, per gli anni avvenire, non si ripetano tali sospensioni, intervenendo presso la Regione Lazio affinché approvi gli atti di propria competenza con largo anticipo.

Caricamento: Colombacci al freddo

Di Andrea Bogazzi

Ho caricato questa cartuccia per cacciare i colombacci al prato nel nord Italia. Erano state da me precedentemente caricate per ottobre/novembre; poi per vari motivi non ho potuto usarle e le ho sparate con i geli di dicembre (-8°).

Per il caricamento ho usato un bossolo di plastica T3 per poter impiegare una dose maggiorata di piombo, anche se un T2 sarebbe andato altrettanto bene. Come polvere ho usato una tra le migliori doppie basi in circolazione: la MBX32 della Baschieri e Pellagri. Polvere di sicuro rendimento con qualsiasi condizione climatica. Per borra una S.G, della ditta Gualandi che mi permette rosate ben distribuite e senza vuoti. Chiusura stellare perché preferisco "concentrare" la rosata e non allargarla alla periferia. Anche se in prima canna ho tolto le alette per avere una leggera "apertura di rosata" del piombo in uscita dalla canna; ma non una dispersione.

Apertura minLe prime, caricate con innesco 616, si sono rivelate ben fatte, con abbattimenti anche di seconda canna a lunghe distanze (questo per un colombaccio piumato di questa stagione non è poco) ma con molto sangue in uscita dall'animale, che comunque ho trovato morto. Ricordo che la temperatura era di molto sotto lo 0! Allora ho pensato di sostituire "solo" l'innesco e passare a uno più potente e ho caricato con il 688. Scelta rivelatasi "vincente" sul campo. Ho dimenticato di dire che ho usato 2 differenti tipi di numerazione del piombo. In prima canna ho usato un piombo nero del 6 perché volevo una cartuccia un po’ più generosa in rosata e per l'appunto ho tolto anche le alette alla borra contenitore. In seconda canna invece, per tiri un po’ più lunghi, fuori dal gioco, ho usato un 5 nero e borra contenitore con alette.

P 20180110 133827 minCartuccia da 1 canna:
Bossolo T3 12/70 plastica innesco 616 (poi modificato con 688); polvere MBx32 nella dose di 1,85 x 35 di piombo 6; borra S.G. da 25 privata dei petali. Cartuccia chiusa stellare a 6 pieghe. Cartuccia finita a 58,00.
Cartuccia di 2 canna:
Come sopra ma ho usato una S.G. da 19 con petali e piombo del 5.

Nota bene:
Le dosi di ricarica illustrate nell’articolo sono puramente indicative: autore, redattori e amministratori del portale declinano ogni responsabilità derivante dall’utilizzo delle stesse.

 

Cambio della guardia per Arci Caccia Arezzo

C’è un nuovo coordinatore al timone della Federazione Provinciale di Arezzo di Arci Caccia. Il Coordinamento Provinciale, infatti, ha individuato in Claudio Viti il nome giusto per traghettare l’Associazione nel prossimo futuro. Viti, uomo di grande esperienza associativa, con un passato al timone della Federazione Arci di Arezzo, è stato scelto convintamente dai presenti, riunitisi la scorsa settimana presso la sede provinciale. Arci Caccia Regionale ringrazia il coordinatore uscente Giancarlo Zaraffi per il lavoro svolto ed augura buon lavoro a Claudio Viti ed al resto del Coordinamento; le sfide non mancheranno certo, ma sicuramente il gruppo saprà portare avanti la gloriosa tradizione dell’Arci Caccia nel territorio aretino.

 

Veneto: ancora chiusure della caccia causa maltempo

Con un decreto firmato lo scorso venerdì, il Vicepresidente della Regione del Veneto, Gianluca Forcolin, ha prorogato al 13 dicembre 2018 il divieto temporaneo alla caccia, limitatamente a 17 territori comunali della provincia di Belluno.

La decisione è stata assunta in considerazione del permanere dello stato di estrema gravità della situazione dopo la devastante ondata di maltempo di fine ottobre, con riferimento ad alcuni specifici ambiti della provincia di Belluno, su conforme indicazione dell’Unità di Crisi Regionale.

Prorogato anche, sempre fino al 13 dicembre, il divieto di caccia in tutto il territorio del Veneto, limitato a una distanza di 500 metri da:

a) Aree boschive interessate da schianti totali o parziali
b) Aree interessate da eventi franosi
c) Aree operative di ripristino, con presenza o meno di cantieri e macchine operatrici

I territori comunali della provincia di Belluno interessati al divieto limitatamente alle porzioni afferenti i Centri Operativi Comunali – COC sono:

– COC di Agordo per l’intero territorio amministrativo comunale;
– COC di Canale d’Agordo per l’intero territorio amministrativo comunale;
– COC di Cencenighe per l’intero territorio amministrativo comunale;
– COC di Colle Santa Lucia per l’intero territorio amministrativo comunale;
– COC di Comelico Superiore per l’intero territorio amministrativo comunale;
– COC di Falcade per l’intero territorio amministrativo comunale;
– COC di Gosaldo per l’intero territorio amministrativo comunale;
– COC di Livinallongo del Col di Lana per l’intero territorio amministrativo comunale;
– COC di Perarolo di Cadore per l’intero territorio amministrativo comunale;
– COC di Rocca Pietore per l’intero territorio amministrativo comunale;
– COC di San Pietro di Cadore per l’intero territorio amministrativo comunale;
– COC di San Tomaso Agordino per l’intero territorio amministrativo comunale;
– COC di Santo Stefano di Cadore per l’intero territorio amministrativo comunale;
– COC di Selva di Cadore per l’intero territorio amministrativo comunale;
– COC di Taibon Agordino per l’intero territorio amministrativo comunale;
– COC di Vallada Agordina per l’intero territorio amministrativo comunale;
– COC di Voltago Agordino per l’intero territorio amministrativo comunale.

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura