Regione Toscana bracola nel buio, non riuscendo a gestire il fenomeno dell'aumento degli ungulati, si inventa regole assurde e nuova e più oppressiva burocrazia tesa a bloccare le attività dei cacciatori e degli Atc.
Quando si fallisce e non si sa cosa fare, si usano parole come gruppi di lavoro, coordinamenti, supporto, funzionari... tutte parole vuote di senso pratico che servono solo per dare fumo negli occhi e giustificare lo stipendio di qualcuno.
Gli ungulati aumentano, come aumentano i danni da loro provocati e non aumentano gli abbattimenti in maniera rilevante, La legge obiettivo ha fallito completamente i propri obiettivi e si pensa di sostituirla con dei provvedimenti sbagliati sia nel merito che nel metodo. Il metodo è lo stesso delle legge obiettvo, cioè nessuna concertazione con le parti in causa, nessuna modifica recepita, seppure promessa, e delibere presentate da Remaschi alla sua Giunta prive dell'appoggio dei portatori di interesse, per questo vengono bloccate e ridiscusse nelle sedi competenti, cioè nelle riunioni con i cacciatori, agricoltori, Atc e ambientalisti. Un modus operandi, quello di Remaschi, che ha decretato la rottura degli equilibri necessari al sistema di gestione della fauna selvatica in Toscana.
La filosofia della Regione è che l'assessorato competente non ha mai colpe, le responsabilità sono di altri, una volta tocca agli Atc, poi ai cacciatori e poi agli agricoltori.
Questa legislatura è satata la peggiore della storia della caccia in Toscana, mai la nostra regione ha toccato così il fondo.
La Regione è talmente disperata da rinuciare a tutelare gli agricoltori in collaborazione con i cacciatori e le squadre di cinghiale, e comincia ad armare gli stessi agricoltori. Proprietari dei fondi a cui basta solo una autodichiarazione per iniziare a sparare agli ungulati, quando agli Atc o agli organi preposti servono sopralluoghi e burocrazia a non finire. Questa scelta testimonia la resa dell'amministrazione alla propria incapacità. Gli agricoltori seri e veri non hanno certo tempo di far la posta al cinghiale, i numeri di quelli muniti di porto d'armi e disposti a prendersi la resposabilità di sparare nei propri campi, magari anche di notte, sono limitatissimi quindi anche gli eventuali abbattimenti che ne deriverebbero sarebbero irrilevanti, come irrilevanti sono stati gli abbattimenti creati dalle norme della legge obiettivo. Unico ennesimo risultato raggiunto sarà ancora mettere agricoltori contro cacciatori, dopo che sono stati messi cacciatori contro cacciatori. Gli agricoltori toscani non vogliono avere il danno alle loro colture, non vogliono indennizzi, tantomeno sparare in prima persona. Inoltre Libera Caccia ha chiesto, inascoltata, che qualora il singolo agricoltore decida di procedere agli abbattimenti in autonomia, debba rinunciare a qualsiasi richiesta di indennizzo, proposta rigettata. Quindi al danno per i cacciatori di aggiunge la beffa di continuare a chiedere soldi per le colture danneggiate.
Come si evince chiaramente da queste scellerate proposte, Remaschi naviga a vista, senza ascoltare i cacciatori che sono gli unici che possono eliminare il problema dei danni alle colture agricole in Toscana, Libera Caccia porta avanti le uniche proposte serie per dare la possibilità ai cacciatori di risolvere a norma di legge il problema alla base, usando la braccata in ongi territorio dove la presenza di ungulati è eccessiva sia per i danni, sia per la sicurezza dei cittadini.
Dopo il fallimento delle delibere di Remaschi in Giunta ci sarà un incontro direttamente col Presidente Rossi per capire se tutti gli attori della gestione faunistica in Toscana sono d'accordo con le nuove proposte dell'assessorato competente, in questa occasione Libera Caccia farà sentire alta e forte la propria voce in difesa innanzitutto del buon senso.
ANLC Toscana