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Biathlon: Italia protagonista ai Mondiali di Oestersund

Stefano Fiocchi: “Orgogliosi di sostenere questi ragazzi”


Due Ori, due Argenti e un Bronzo: è di 5 medaglie il bottino italiano ai Mondiali di Biathlon a Oestersund (SVE): un’autentica impresa degli azzurri, che confermano la loro stagione strepitosa e arricchiscono così la “bacheca” sportiva di Fiocchi Munizioni, sponsor della nazionale italiana.
Protagonisti assoluti della spedizione azzurra sono stati Dorothea Wierer e Dominik Windisch, entrambi campioni del Mondo nella Mass Start.
L’azzurra sale sul gradino più alto del podio svedese al termine di una gara capolavoro - impeccabile al poligono e determinata sugli sci - che le consente di riconquistare anche la testa della classifica di Coppa del Mondo, in compagnia di Lisa Vittozzi.
Epica invece la rimonta di Dominik Windisch: giunto 11° all’ultimo poligono, Windisch non sbaglia un colpo, approfitta degli errori altrui e taglia per primo il traguardo iridato sigillando una domenicaperfetta per il Biathlon azzurro: l'Italia non vinceva una medaglia d'oro ai Mondiali da 22 anni,
ne conquista due nella stessa giornata.
L’Argento di Lisa Vittozzi nell’Individuale, l’Argento di Lukas Hofer e Dorothea Wierer nella staffetta single mixed e il Bronzo di Lisa Vittozzi, Dorothea Wierer, Lukas Hofer e Dominik Windisch nella staffetta mista impreziosiscono il medagliere italiano nella rassegna iridata.
“Congratulazioni a Dorothea, a Dominik e a tutti gli atleti della nazionale italiana, protagonisti di una stagione fantastica, ricca di medaglie e soddisfazioni - afferma il Presidente Stefano Fiocchi - Siamo orgogliosi di sostenere gli azzurri: vederli al poligono con le nostre munizioni e al traguardo con le mani alzate ci riempie di gioia. Grazie ragazzi”.

Fidc Lazio: sul piano faunistico-venatorio regionale la Regione non deleghi l’Ispra

Apprendiamo con stupore, da fonti estremamente accreditate anche se ufficiose, che l’Assessorato alla Caccia della Regione Lazio avrebbe conferito all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) l’incarico di elaborare il nuovo paino faunistico-venatorio regionale, fermo ormai al lontano 1998.

Quanto sopra ci lascia a dir poco basiti, visto che la legge nazionale 157/92 parla molto chiaro. All’articolo 10, quello relativo ai piani faunistico-venatori, si legge senza possibilità di interpretazione che: “Le regioni attuano la pianificazione faunistico-venatoria mediante il coordinamento dei piani provinciali“, vale a dire i piani predisposti dalle varie Province, articolati per comprensori omogenei. Detti piani faunistico-venatori, come è scritto chiaramente al comma 8 del suddetto articolo 10, comprendono oasi di protezione, zone di ripopolamento e cattura, centri pubblici e privati di riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale, zone e periodi per l’addestramento e l’allenamento dei cani da caccia, criteri per la determinazione del risarcimento danni da fauna selvatica alle produzioni agricole, criteri della corresponsione degli incentivi per la tutela e il ripristino degli habitat naturali e azioni per l’incremento della fauna selvatica e, infine, l’identificazione delle zone in cui sono collocabili gli appostamenti fissi.

Tutto ciò, va da sé, non può essere deciso da Bologna dove l’Ispra ha sede, ma necessita giocoforza di concertazione con gli attori del territorio. A maggior ragione, la stessa 157/92 demanda alla Regione il coordinamento dei vari piani provinciali, che deve per forza di cose coinvolgere le Province, gli Ambiti territoriali di caccia – nel Lazio ne esistono due per ciascuna provincia -, le associazioni agricole, quelle venatorie e anche quelle ambientaliste provinciali e regionali.Lo stesso Ispra, all’articolo 7 della 157/92 ad esso dedicato, è soggetto all’istituzione di unità operative tecniche consultive decentrate, i famosi osservatori faunistici regionali, che hanno – questi sì – il compito di fornire “supporto per la predisposizione dei piani regionali”. Supporto, appunto; e non certo stesura di propria mano del piano faunistico-venatorio regionale. Così fosse, infatti, l’Ispra diverrebbe di fatto controllato e controllore di sé stesso. A proposito dell’osservatorio faunistico regionale, nel Lazio non è mai stato istituito. La legge è vecchia ormai di 27 anni ma, nonostante le nostre ripetute insistenze e sollecitazioni, non esiste ad oggi un organo scientifico regionale in grado di supportare la Regione nella predisposizione del piano faunistico-venatorio, come anche nella stesura del calendario venatorio. Cogliamo l’occasione, in questa sede, per ricordare una volta in più alla Giunta Zingaretti la grossa possibilità che ha di distinguersi dalle amministrazioni che l’hanno preceduta, compreso il suo primo mandato, per rispettare finalmente le regole in materia venatoria istituendo l’osservatorio faunistico regionale. Sotto questo aspetto, come del resto tutti gli atti di politica faunistico-venatoria che rispettino le regole, siamo sin da ora disponibili e collaborativi. Lo stesso dicasi per la consulta faunistico-venatoria, non convocata ormai da tempo immemore, e per gli esami per l’abilitazione all’esercizio venatorio, che da due anni non si tengono più nella nostra regione, privando così tanti giovani della possibilità di esercitare la caccia ma anche, soprattutto, la Regione di un ingente gettito fiscale, con pari danno erariale.Ci auguriamo, pertanto, che l’Assessorato competente torni sui propri passi quanto prima, anche perché bypassare tutti i portatori di interesse per consegnare la stesura del piano a un organo consultivo e di controllo significherebbe, da parte della Giunta regionale del Lazio, un chiaro atto di indirizzo politico nei confronti della ruralità e dei territori. Una scelta, questa, di cui ciascuno sarebbe poi chiamato ad assumersi le proprie responsabilità.

Umbria: l'Assessore Cecchini convoca la Consulta Faunistico Venatoria

In Umbria è tempo di calendari e piano faunistico venatorio, per questo l'Assessore Cecchini ha convocato le parti sociali per presentare i progetti della Regione ed acquisire le osservazioni ed i suggerimenti delle Associazioni Venatorie ed Agricole.

http://umbrianotizieweb.it/politica/17954-assessore-cecchini-convoca-consulta-faunistico-venatoria-all-ordine-del-giorno-calendario-caccia-2019-20-e-adozione-nuovo-piano-faunistico-venatorio-regionale?jjj=1552754133284

L’ARCI Caccia dalla parte dei giovani, in sciopero, per salvare il pianeta

15 Marzo. Che bella giornata!

Un venerdì che porta fortuna al mondo.

 

L’ARCI Caccia dalla parte dei giovani, in sciopero, per salvare il pianeta

 

Tocca agli adulti in primo luogo perché il tempo a disposizione non è più molto per salvare il Pianeta. Troppi “potenti” al Governo sembrano fregarsene.

Il mondo venatorio italiano al momento è una emblematica espressione di un popolo, purtroppo, troppo spesso adulto. Per antonomasia il cacciatore era il “vecchio saggio” delle nostre campagne, noi ci sentiamo figli e interpreti di quella stagione di razionalità non offuscata dall’ideologia.

Vogliamo esprimere anche noi quel sentimento di allarme e preoccupazione diffuso. Il riconoscimento del valore di questa straordinaria battaglia per la vita del Pianeta è presente tra i cacciatori, cittadini molto sensibili ai problemi ambientali, perché la cultura venatoria è espressione di una conoscenza di constatazione sul “campo” della pericolosità per la vita di specie, di uomini e di animali, della vita in città e in campagna. Temiamo per i nostri figli per le foreste, i boschi, per l’aria che respiriamo, per l’alimentazione di uomini e donne che vivono nei Paesi più poveri e affamati del Mondo.

Ai giovani offriamo la caccia al servizio della biodiversità per la conservazione e l’equilibrio di tutte le specie per la tutela dei paesaggi rurali. Ci impegniamo, fin da oggi, per il futuro della vita del Pianeta e dei “mondaroli”

Ascoltiamo le vostre piazze perché noi siano dimenticate.

CCT: Piano faunistico…la politica batte un colpo

L’approvazione del nuovo piano faunistico venatorio regionale è una delle principali priorità per i prossimi mesi. Da tempo la Confederazione Cacciatori Toscani in tutte le sedi istituzionali, nelle numerose iniziative territoriali e negli incontri tenuti con tutti i gruppi consiliari, ha spronato la Regione Toscana e l’assessore Remaschi ha farsi carico di questo fondamentale strumento di pianificazione.

Solo con il nuovo PFVR si potranno ridefinire compiutamente ruolo e perimetrazione degli istituti faunistici pubblici e privati, ed applicare sugli stessi le scelte per una loro eventuale trasformazione o per eventuali nuove istituzioni.

Il piano faunistico pertanto è lo strumento che ci permette di dare una lettura attuale alla gestione faunistico venatoria della Regione, in relazione ai profondi cambiamenti che il territorio ha subito in questi ultimi anni.

La Crisi della piccola selvaggina stanziale, la presenza degli ungulati all’interno degli istituti con le relative ripercussioni sul comparto agricolo, la totale mancanza di coordinamento tra la gestione del territorio a caccia programmata e quella relativa alle aree protette ecc. rappresentano alcuni dei principali aspetti su cui andrà impostata una nuova strategia gestionale efficace, capace di delineare una prospettiva di impegno per i prossimi anni.

Registriamo con piacere che dopo mesi di smarrimento, anche alcune delle altre associazioni venatorie stiano adesso condividendo queste necessità. Da sottolineare favorevolmente che questa determinazione sembra aver trovato una positiva attenzione anche nella politica e nel consiglio regionale. A tal riguardo vogliamo rimarcare l’importanza della recente mozione presentata in consiglio regionale dal gruppo consiliare della Lega Nord ed emendata da alcuni consiglieri del Partito Democratico tra i quali Simone Bezzini.

La mozione approvata a maggioranza in aula parte dalla premessa che il PFVR scaduto dal 2015, sta generando incertezze normative che devono pertanto essere superate al fine di garantire la massima certezza del diritto per tutti i cacciatori toscani.

Durante l’ultimo tavolo di concertazione come precedentemente annunciato dal presidente Rossi, la giunta regionale ha espresso la volontà di attivare da subito il lavoro per la predisposizione di una prima bozza di piano sulla quale incentrare il confronto e la discussione con i vari portatori di interesse.

Altra nota su cui ci preme richiamare l’attenzione riguarda la modifica apportata dalla delibera numero 333 dell’11 Marzo 2019, riguardante il piano di prelievo ed il calendario venatorio nelle aree non vocate alla caccia di selezione al cinghiale, dove si chiarisce in sostanza che non è consentita la pratica del foraggiamento attrattivo per la stessa.

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