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Firenze: Arci Caccia dice no alla chiusura della caccia a Cercina

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Il comune di Sesto Fiorentino, per bocca dello stesso primo cittadino, ha fatto trapelare la volontà di chiudere alla caccia l’area di Cercina, in nome di un non ben definito disturbo, arrecato dall’attività venatoria, alle attività umane. Arci Caccia parteciperà all’assemblea indetta dal Comune per domani 16 luglio alle ore 21, presso il Centro Civico N° 5, per manifestare la propria ferma opposizione. Infatti, è bene ricordare che l’attività venatoria è già rigidamente normata e la legge fissa rigorose distanze minime da case, strade e luoghi di lavoro appunto per evitare simili inconvenienti. Ci preme, inoltre, di ricordare che l’assenza di attività venatoria, in un momento come questo, in cui le sentenze del Tar e le difficoltà della Polizia Provinciale hanno di fatto bloccato l’attività di controllo, causerebbe una proliferazione incontrollata degli ungulati, con tutto ciò che ne deriverebbe per le attività agricole e l’incolumità dei cittadini. Quindi occorre valutare bene certi passi prima di compierli, a meno che non si voglia avere la responsabilità morale di qualche incidente d’auto e dell’aumento dei danni alle colture. Finora, in territorio libero, quando questi si verificano, si è attinto ai fondi dei cacciatori per il loro indennizzo, ma se il Comune, tra l’altro ente non competente in materia di caccia, decide arbitrariamente di chiuderla su una grande porzione del suo territorio, chi sarà a pagare? Forse il Sindaco, magari con risorse proprie? Ci permettiamo di dubitarne…

Pistoia: Polemiche a non finire per i lanci di selvaggina dell'ATC

Fagiano Tenebroso Ivano

Pubblichiamo il comunicato stampa inviato ai mezzi di comunicazione da Carlo Maltagliati, storico dirigente del CPA e ora menbro dell'ATC in quota Associazione Italiana Wilderness, che lamenta scarsa trasparenza nelle assegnazioni dei capi da immettere sul territorio:

"Fra qualche settimana arriveranno i 5000 fagiani di oltre 120 giorni così detti pronto caccia pagati con i soldi dei cacciatori. Credevo che nella riunione convocata dal capo del distretto della commissione piccola selvaggina Antonio Colantoni si sarebbe dovuto decidere dove dovevano essere liberati nella nostra provincia questi animali. Con sommo stupore mi fu presentata una lista dove tutto era già definito, sia la suddivisione sia la località. I fagiani erano distribuiti nei tre distretti come gli anni passati e cioè: Pistoia e Sambuca Pistoiese, Montagna Pistoiese, e Valdinievole.

Obbiettai che ciò non era condivisibile in quanto la suddivisione per i tre distretti poteva essere logica per l’immissione di animali a lunga permanenza e quindi era opportuno valutarne anche il territorio, non certo per i fagiani pronto caccia; questi dovevano essere liberati secondo le zone dove vi erano più cacciatori. La mia richiesta è stata bocciata perché quanto stabilito rispecchiava quanto veniva fatto negli anni passati. Volendo avere dei dati precisi, mi sono recato in Regione a Firenze e mi è stato dato il numero dei cacciatori della Provincia di Pistoia comune per comune. Facendo la somma dei cacciatori iscritti all’ ATC 11 di Pistoia, i residenti in Valdinievole sono n. 2727 e gli sono stati assegnati n. 2120 fagiani. Quelli residenti nel Pistoiese compreso la montagna sono n. 2318 e gli sono stati assegnati n. 2880 fagiani. Se poi si controllano i dati dei lanci delle lepri, le percentuali sono circa le stesse, in più i dirigenti della montagna pistoiese hanno rinunciato alla propria quota andata a Pistoia.

Certo Antonio Colantoni ha fatto un bel regalo hai suoi tesserati della Federcaccia essendo lui presidente della stessa a Monsummano T. Un dato fra tutti di come l’ ATC 11 tratta la piccola selvaggina che poi riguarda anche il Padule; nella riunione del 27 Giugno fra le cose in discussione, ci fu quella degli abbattimenti agli ungulati; per decidere se era opportuno o meno aumentare l’abbattimento di un cervo adulto in un distretto, la discussione è andata avanti per un ora e un quarto, dopo altri argomenti è stato discusso del lancio dei 5000 fagiani, dove io feci le mie dimostranze, il tutto per la durata di 10 minuti, dalle ore 20,05 alle ore 20,15 e alcuni avevano lasciato prima la riunione. Un altro dato non trascurabile sono i verbali delle riunioni che su mia richiesta, approvata dai presenti, ci dovevano essere consegnati di volta in volta ; per ora ne abbiamo ricevuto solo uno, stiamo aspettando fiduciosi gli altri. Per le commissioni non sono mai stati fatti, il Presidente però ha detto che dovranno essere fatti ! Speriamo. Questo fa capire gli interessi venatori della maggioranza dei componenti dell’ ATC 11 di Pistoia. Ma i cacciatori non si preoccupino; per quanto mi riguarda se non mi ascoltano in ATC, li informerò a mezzo stampa".

Il componente dell’ ATC 11 di Pistoia

Carlo Maltagliati

risponde l'ATC 11 tramite il suo Presidente Damiani:

"In merito al comunicato stampa apparso nei giorni scorsi a riguardo della ripartizione e distribuzione dei “fagiani” sul territorio Pistoiese, il Presidente dell’Atc Pistoia 11 afferma: “Con sorpresa, sconcerto e dispiacere leggo le esternazioni del componente Carlo Maltagliati al quale più volte, sia in sede di Commissione che in sede di Comitato, è stato spiegato il criterio di assegnazione della selvaggina.

Le ragioni dell’attuale distribuzione dei capi sul territorio pistoiese non attengono al solo rapporto con il numero di cacciatori per zona, ma soprattutto nel rispetto dei criteri tecnici e quindi in relazione al territorio ospitante, alle migliori possibilità di sopravvivenza della selvaggina immessa e di fruizione venatoria.
Ricercare il più alto successo di sopravvivenza è un dovere preciso di questo Ente perché è, senza dubbio, il modo più efficiente ed efficace di utilizzare le risorse economiche destinate al ripopolamento faunistico della selvaggina stanziale.

Il territorio Pistoiese è suddiviso in tre ampie aree : Montagna Pistoiese, Piana Pistoiese e Valdinievole; quest’ultima zona occupa 26.500 ettari di territorio , la montagna e la piana Pistoiese occupano invece 70.027 ettari.
La ripartizione dei capi è così suddivisa : alla Valdinievole andranno 2.120 fagiani , Montagna Pistoiese 1.400 fagiani e piana pistoiese 1.480 fagiani.

Come si vede dai dati, la Valdinievole occupa appena il 28% del territorio provinciale ed è un area con oggettive difficoltà di fruizione venatoria determinate dalla forte urbanizzazione, ciò nonostante vi vengono immessi oltre il 40% di tutti i fagiani acquistati. Ci tengo a precisare che nel corso degli anni nessun cacciatore si è mai lamentato della suddivisione così organizzata.

Onestamente non capisco come si possa andare oltre questo numero se non per ragioni di ‘populistico consenso personale’ a discapito delle risorse di tutti i cacciatori pistoiesi.

Tale dato rende evidente che il componente Carlo Maltagliati non ha ben compreso il complesso lavoro effettuato dai tecnici, da tutti i capi distretto, dai cacciatori che da anni utilizzano questi criteri e dagli altri componenti del Comitato che in maniera democratica approvano tali scelte.

Esprimo altresì il mio sostegno al componente Antonino Calantoni (Presidente Commissione Minuta Selvaggina) che dal suo primo insediamento si è sempre prodigato e impegnato su tutto il territorio pistoiese al fine di garantire una gestione ottimale delle risorse offrendo sempre la massima disponibilità a tutti i soggetti interessati.

Nel prossimo Comitato analizzeremo in maniera profonda tale episodio e valuteremo se necessario eventuali azioni nelle sedi opportune nei confronti di chi esterna dati interpretati in maniera arbitraria che fanno solo del male alla caccia ed ai cacciatori”.

Piemonte: cambio della guardia in Arci Caccia Biella

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In data 13 luglio ore 10,00 presso il circolo bocciofilo di Cavaglià (Bi), si è tenuto il congresso straordinario, da dove è emersa una nuova classe dirigente per il Comitato Provinciale di Biella dove, forti di una nuova adesione alla nostra associazione di circa 120 soci, si è reso necessario riunire un’assemblea straordinaria per eleggere il nuovo Direttivo. Dopo un ampio dibattito, davanti a circa una cinquantina di soci sono stati eletti nel nuovo comitato direttivo i seguenti militanti.

Direttivo:

Padovan Davide, Zerbola Daniele, Battaglin Fiorenzo, Morezzi Claudio, Gasperini Silvano, Antoniotti Cristiano, Corsetti Angelo, Givonetti Ugo, Massarotto Luigi, Ugolini Filippo, Loiudice Donato.

Revisori:

Ballario Dario, Careddù Antonietta, Fresi Pasqualino.

Garanti:

Giorsa Elvio, Osti Richiard.

Subito riunitosi lo stesso a eletto:

Presidente Padovan Davide

Vice Presidenti:

Corsetti Angelo,

Zerbola Daniele

Da questa operazione attualmente si passerà da circa 20 soci a 140, con la nascita di sei nuovi Circoli in aggiunta allo storico circolo di Pray gestito dal Presidente Provinciale uscente Giorsa Elvio che in tutti questi anni a contribuito a tenere viva la nostra Associazione nella Provincia Di Biella. I circoli di nuova costituzione sono siti nei comuni di: Brusnengo, Cambursano, Cavaglià,Cossato, Curino, Pettinengo.

 

Arci Caccia Puglia: Cambio della Guardia in Regione… usciremo dalla crisi?

In merito alle dimissioni dell’Assessore Regionale alla caccia Leonardo Di Gioia e alle deleghe in materia di caccia che sono state riprese dal Governatore Michele Emiliano. Il Presidente dell’ARCI Caccia Regionale Giuseppe De Bartolomeo ha dichiarato:

“Auspichiamo di lasciare al passato “la crisi” della gestione faunistica, i ritardi accumulati per la predisposizione del Piano Faunistico e i difficili rapporti tra Giunta e associazioni venatorie nazionali portatrici di interesse legittimi e legittimati dalle norme. Purtroppo così è stato in questi anni. Con l’ottimismo di chi rappresenta un’antica e positiva cultura, quella dei cacciatori, auguriamo che con l’assunzione di responsabilità in materia di gestione faunistico venatoria da parte del “Governatore” della Regione Puglia, il più rappresentativo delle istituzioni regionali si apra una “stagione venatoria” nuova per interlocuzione e partecipazione dei portatori d’interesse in primis per creare un solido rapporto con gli agricoltori. Occorre che le istituzioni superino approcci ideologici e discriminatori.

Il ruolo della Regione Puglia è strategico anche per il Paese Italia, essendo la nostra Regione quella cui spetta il compito di coordinare la materia venatoria in Conferenza delle Regioni.

Riproponiamo per l’occasione l’invito alle Associazioni Venatorie regionali riconosciute operanti in Puglia a superare il primato della “caccia” alle tessere, per dar vita in questa regione alla “Cabina di Regia” unitaria per trovare comunità di intenti e condivisione di progetti. Prima di tutto occorre salvaguardare la caccia, la passione dei cacciatori importante forza ambientalista a presidio operativo della campagna. Anche a questo servono le associazioni venatorie.

Lecce, 10 luglio 2019

 

Febbre Primaverile 3 parte

 Di Marco Benecchi

 Non aveva avuto fortuna ma era contento ugualmente. Mi confidò che l’indomani avrebbe dormito fino a tardi e poi si sarebbe dedicato alla pesca (il permesso lo rilasciava il proprietario stesso dell’albergo). Quando invece arrivò Pietro sembrò che fosse stato ad un funerale. Era da parecchio tempo che non lo vedevo così giù di morale. Quello stato d’animo non era da lui, sempre scherzoso e con un perenne sorriso sulle labbra. Nel piazzale antistante l’albergo aveva visto il mio capriolo e così: “Ma che ce l’hai legati?“ La mia sonora risata trascinò anche lui, così tornò a prendersela con filosofia. Durante l’ottima cena chiesi all’amico di quanti “liquidi” disponeva, per potermi regolare sull’indomani, e lui rispose che quelli non mancavano, ma che erano i caprioli quelli che scarseggiavano. Il giorno dopo di buon’ora trovammo Jones ed Ivan (l’accompagnatore di Pietro) che parlano animatamente vicini ai fuoristrada. Quando ci videro, Jones sempre con il solito misto di tedesco, italiano ed inglese ci disse, che dietro suo consiglio, quel mattino Ivan avrebbe portato Pietro in una nuova zona ricca di caprioli. Ci salutammo con rinnovato entusiasmo ed ognuno seguì il proprio accompagnatore. Non c’è che dire, specialmente a caccia la fortuna è spesso determinante; alle cinque e un quarto avevo già abbattuto un bel Gabler in regresso. Dalla mole assomigliava più ad un capriolo toscano che sloveno, notoriamente più piccolo. Era proprio il trofeo che cercavo. Mentre rientravamo, io, mio padre e Jones non parlammo altro che di Pietro. Lo sloveno era ottimista, se anche quel mattino “il mio fratello di macchia” non avesse preso niente, la nostra spedizione sarebbe stata seriamente compromessa. Quando salii in camera lasciai sul nostro tavolo al ristorante il mio “Muts“ stile SS, con sopra l’ennesimo rametto d’abete e quando riscesi per fare colazione ci trovai vicino il Filson di Pietro con la stessa decorazione. Davanti al Gamsu, trovai Pietro raggiante, era l’eroe del giorno. In poco appena due ore di caccia aveva finalmente abbattuto tre caprioli. Uno era veramente molto bello mentre gli altri due abbastanza modesti.

Immagine 3

Lo Spitzer aveva ancora del velluto sul trofeo. Sicuramente ero più felice io di lui. Eravamo legati da una profonda amicizia e vederlo così felice mi riempì gioia. Insieme al capriolo che avevo preso la sera prima e quello del mattino fotografammo un bel Tableau di cinque capi, dei quali nessun trofeo assomigliava all’altro. Mio padre, in disparte, sornione sussurrò: “Hai capito cosa è successo?“, “Ho capito tutto!”, gli risposi. Ambedue sapevamo che se non fosse intervenuto Jones, non credo che Pietro avrebbe portato a casa un trofeo! Quello che si erano detti i Guardia al mattino rimarrà per sempre un segreto. Eravamo troppo su di giri per tornare a dormire, così sfruttammo il resto della mattinata per acquistare qualche souvenir a Kamnik. Alle diciotto ripartimmo per la caccia. Da lì a poco venni gratificato con la più grande stima che un Guardiacaccia Centroeuropeo può darti. Saliamo a quota 1600 fino al bordo di una stupenda radura rettangolare di cento metri per centocinquanta. Era dominata dalla solita Ceka, dalla quale controllavamo una salina, una mangiatoia per il fieno ed un distributore automatico di granaglie. Jones ci spiegò che quel posto era visitato da molti animali come mufloni, cervi, caprioli, cinghiali ed anche da qualche orso. Lui stesso, lo scorso anno, dalla nostra postazione aveva abbattuto un cinghiale “Gold Medal”. Prima di salire sull’altana lo sloveno mi fece capire che ci avrebbe lasciati soli, tanto sapevamo cosa dovevamo fare. Quelle parole mi riempirono talmente d’orgoglio, che per me la caccia poteva ritenersi già conclusa con successo. L’indomani saremmo tornati a casa ed io volevo godermi quelle ultime ore in santa pace e completamente rilassato. Presi qualche distanza con il telemetro Leica 1200, così, tanto per abitudine, il binocolo era sulla panca alla mia destra e la Remington carica e con i coprilenti Buttler Creek chiusi. Mentre stavo guardando distrattamente le montagne che si intravedevano in lontananza, regno di stambecchi e camosci mio padre sussurrò : “Guarda un po’ se quel capriolo che lecca il sale è un maschio o una femmina“. Riscosso dello mio stato di trance, presi il binocolo e riconobbi in quel folletto color carota un discreto sei punte. “ Vecchio saggio, che si fa?“ dissi rivolgendomi al tenace genitore “ Siamo qui per cacciare o per prendere il sole?”. Mi rispose “Per cacciare “replicai mentre impugnavo la 243. Quando Jones venne a prenderci ci trovò impegnati a pulire il capriolo. Mi chiese come volevo i trofei, se con il solito taglio a tre quarti di occhio oppure intero, poi, stringendomi la mano in un ultimo “ Lowskiblagor” mi disse abbastanza chiaramente: “Sei un buon cacciatore, spero di rivederti anche il prossimo anno“, “Dio permettendo, ci sarò“, gli risposi, con la speranza che mi avesse capito.

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