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Cacciando

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HIT SHOW 2018 – SERGIO BERLATO (Fratelli d’Italia) ATTACCA VARIATI: IL SINDACO SI PREOCCUPI DELLA SICUREZZA IN CITTA’ E NON DEI LEGALI POSSESSORI DI ARMI

Rimaniamo sinceramente sbalorditi dalle dichiarazioni del Sindaco di Vicenza Achille Variati sulla presenza dei minori di 16 anni a Hit Show 2018, soprattutto in merito alla possibilità per quest’ultimi di vedere le armi esposte secondo rigidi standard di sicurezza in una fiera di settore che ha rilevanza internazionale.
Ricordiamo al Sindaco che forse dovrebbe pensare più alla sicurezza della città di Vicenza, soprattutto in aree particolarmente degradate, invece di lanciare allarmi su pericoli inesistenti. Il Sindaco, come rappresentante delle Istituzioni dovrebbe portare rispetto ai legali possessori di armi, perché sono persone ritenute affidabili dalle autorità e dalla fedina penale perfettamente pulita, requisito indispensabile per avere un porto d’armi.
Se dovessimo preoccuparci dell’educazione dei ragazzi, il nostro ultimo pensiero dovrebbe essere rivolto a quei ragazzi che frequentano la fiera con i loro genitori proprio perché quest’ultimi, in qualità di legali possessori di armi, sono cittadini integerrimi che non rappresentano in alcun modo un pericolo per la sicurezza pubblica e l’incolumità altrui e che sicuramente sapranno fornire una corretta educazione ai propri figli.
Vorremmo inoltre mettere a conoscenza il Sindaco Variati che tutte le armi per uso civile esposte ad Hit Show, oltre a quelle per specifico uso venatorio, vengono utilizzate per il tiro sportivo in diverse categorie, ivi comprese le pistole semiautomatiche che il Sindaco in scadenza del Comune di Vicenza ha definito in maniera azzardata “armi per sparare agli esseri umani”.
Le armi sono strumenti e come tali devono essere considerati. Quello che dobbiamo condannare è l’uso distorto che alcuni soggetti, tra i quali coloro che le possiedono illegalmente, ne possono fare. Il Sindaco Variati, come fanno molti della sua parte politica, invece di preoccuparsi delle armi utilizzate da cittadini onesti e affidabili, dovrebbe preoccuparsi delle armi utilizzate dai terroristi e dai criminali, spesso acquistate al mercato nero.
Vogliamo ricordare al Sindaco Variati e ai suoi accoliti che Hit Show non è il gay pride e neppure una manifestazione di quei centri sociali dai quali si guarda bene dal prendere le distanze. Se i ragazzi minorenni accompagnati dai loro genitori entrano in manifestazioni come Hit Show, che rappresentano l’eccellenza italiana nel settore delle armi sportive, riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo, questo non rappresenta certo un pericolo né per i ragazzi né per la collettività.

BUFERA IN CASA FIDC: LASCIA IL PRESIDENTE PROVINCIALE DI ASTI

Ancora dimissioni in Federcaccia Piemonte.

Alla fine del 2017 Alessandro Bassignana, vicepresidente regionale vicario, aveva abbandonato FIdC in polemica contro i dirigenti della sua stessa associazione, accusati d’essere più interessati alle poltrone all’interno di ATC e CA piemontesi, piuttosto che a difendere interessi dei cacciatori.

Non solo, perché Bassignana aveva pure chiesto che, per gravi fatti che l’avevano coinvolto,  il presidente regionale Bruno Morena si autosospendesse dagli incarichi all’interno dell’associazione, delegando il Consiglio Regionale di proseguire nella gestione dell’attività.

Il tutto era legato alle indagini della Procura della Repubblica di Asti che, ad inizio estate, avevano interessato il mondo venatorio: l’operazione, denominata “Lepus aliena”, aveva cercato di squarciare il velo su alcune presunte irregolarità legate all’acquisto di selvaggina dall’est europeo, per l’appunto lepri. I soggetti coinvolti, secondo quanto riportato in quei giorni dagli organi di stampa, si sarebbero resi responsabili, a vario titolo, del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, falsità materiale e ideologica commessa dal Pubblico Ufficiale (http://www.lastampa.it/2017/06/21/edizioni/asti/operazione-dei-nas-per-individuare-lepri-malate-provenienti-dallest-europeo-Tgo9s7kcsp7EVk1wxp9WvN/pagina.html ).

In un primo tempo sembrava che Morena avesse accettato di “congelare” il suo incarico, ma poi aveva cambiato idea e nulla era accaduto, anche perché il presidente aveva fatto mettere ai voti l’autosospensione invece di deciderla lui come sarebbe stato normale in una situazione di quel tipo; e così, alla fine,  il suo vicario s’era deciso a sciogliere le riserve, rassegnando le dimissioni dalla stessa Federcaccia.

S’è ora saputo, ed è stata La Stampa del 3 febbraio a scriverlo, come, sebbene non sia indagato, le problematiche in cui era incappato il presidente Morena fossero piuttosto serie e gravi, tanto d’aver comportato a suo carico il ritiro cautelare di porto d’armi e il sequestro di fucili e carabine; tutto ciò scaturito da intercettazioni telefoniche seguite alle indagini della Magistratura e durante le quali, evidentemente, gli erano sfuggite parole che non avrebbero dovuto essere dette da chi detiene legalmente armi in casa.

La vicenda però non s’è chiusa lì, ed ora sta travolgendo anche altri pezzi pregiati di Federcaccia Piemonte: ieri infatti  sono giunte le dimissioni irrevocabili, e il conseguente abbandono dall’associazione, di Daniele Sburlati, presidente provinciale di Federcaccia Asti, il più giovane esponente del Consiglio Regionale ed appassionato cacciatore alpino.

Significative le parole del trentacinquenne imprenditore vinicolo di Nizza Monferrato in una missiva indirizzata al Consiglio Provinciale astigiano, e che riconducono a: “…recenti vicende che hanno coinvolto alcuni rappresentanti sia a livello regionale che a livello provinciale astigiano, compromettendo l’immagine della federazione…”

Sburlati, che dichiara di voler evitare coinvolgimenti personali, muove un’accusa per nulla velata contro i vertici FIdC  per   la: “…passività che alcuni rappresentanti hanno dimostrato.”

“…Non si può continuare a far finta di nulla” prosegue l’ormai ex presidente Federcaccia, chiudendo con il richiamo ad un “assordante silenzio” che graverebbe su alcune vicende che invece dovrebbero far riflettere qualcuno. A chi si riferisca non è dato saperlo, ma è probabile che il bersaglio possa essere lo stesso Consiglio Regionale di Federcaccia, che già Bassignana aveva accusato di aver sottovalutata la situazione cercando di sottacere il tutto.

Viene infatti riferito come l’indagine della Procura della Repubblica avrebbe interessato anche alcuni esponenti astigiani FIdC, sottoposti ad analoghi provvedimenti cautelativi in relazione alla detenzione delle armi.

Com’è noto, essere cacciatore senza fucile diventa molto complicato, e questo dovrebbe essere normalmente scritto nello statuto di ogni associazione venatoria.   

Il terremoto continua, e non si sa quando e dove finirà!  

TOSCANA: SI E' SVOLTA LA CONFERENZA PROGRAMMATICA ORGANIZZATA DA FEDERCACCIA

  • Pubblicato in Notizie

Successo per la Conferenza Programmatica promossa dalla Confederazione Cacciatori Toscani (Federcaccia Toscana, ANUUMigratoristi, ARCT): dagli interventi e dalle indicazioni non solo la fotografia di una situazione allo stremo ma anche l’abbozzo di un disegno per uscire dalla crisi e l’apertura del dialogo con le forze politiche e sociali necessarie a dare gambe al progetto. A partire dal saluto del presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani: una presenza affatto formale ed una disponibilità di sostanza, naturalmente all’interno delle competenze del ruolo super partes, a far si la crisi della gestione faunistica in Toscana torni al centro del confronto fra le parti. Dalla Conferenza esce un patrimonio di riflessioni da cui sono emerse proposte concrete che costituiranno la piattaforma con cui la CCT – lo ha annunciato, chiudendo la prima sessione, Moreno Periccioli (membro presidenza CCT e presidente FIDC Toscana)- si presenterà già dai prossimi giorni agli organi di governo della Regione ma anche ai Gruppi Politici presenti in Consiglio. Un drappello dei quali è stato messo a confronto con gli ATC e gli Agricoltori nel corso di una tavola rotonda svoltasi al pomeriggio, aperta da Francesco Rustici (membro presidenza CCT e presidente ARCT) e coordinata dal giornalista di Sentieri di Caccia Matteo Brogi. Vi hanno preso parte per le associazioni agricole Marco Failoni della CIA e Fabrizio Filippi della Coldiretti, per gli ATC Giovanni Doddoli rappresentante del Coordinamento, Gianluca Dall’Olio presidente FeNaVeRi, Andrea Pieroni consigliere regionale del PD e Tommaso Villa candidato di Forza Italia in Toscana.

Filo conduttore la consapevolezza dello stato di crisi in cui versa il comparto in Toscana; imbarazzo e disponibilità da parte dell’esponente della forza di governo della Regione a riaprire la concertazione per uscire dalle secche, attenzione e apertura da parte degli agricoltori sulla necessità di riaffrontare l’intera questione governance negli ATC, emergenza ungulati e questione danni; caccia “compatibile”, secondo il rappresentante di FI con le scelte animaliste di Berlusconi e infine da chi in prima linea quotidianamente (Doddoli ATC) grido d’allarme ma anche rivendicazione orgogliosa del ruolo della caccia: “Dai cacciatori gratuitamente un milione di ore caccia per le attività di controllo. Fate voi il conto del costo sociale se i cacciatori incrociassero le braccia!

DALLE PROPOSTE EMERSE

Abiti Territoriali di caccia

Piena vicinanza e sostegno alle ragioni e problematiche espresse dagli ATC Toscani nel documento presentato alcune settimane fa e rimasto lettera morta. C’è un evidente rischio di paralisi dell’attività amministrativa degli ATC. Occorre urgentemente aprire un tavolo di crisi per evitare che il caso di Firenze 5

Sia solamente il primo di una serie di dimissioni a catena.

Crisi della Piccola selvaggina stanziale

Si propone d coinvolgere gli Atc e le varie categorie nella stesura e proposta del nuovo Piano Faunistico.

Le strategie sugli Istituti faunistici pubblici e privati vanno sottoposte ad ampia partecipazione dei territori No a scelte centralistiche.

Sulla piccola selvaggina stanziale si propone la necessità di sperimentazione di “zone a particolare gestione faunistica venatoria” per coinvolgere maggiormente i cacciatori e concentrare gli investimenti negli istituti faunistici quali ZRC e ZRV

Gestione ungulati

Superamento della Legge obiettivo sugli ungulati. Occorre procedere con urgenza alle verifiche previste dalla legge sull’applicazione della normativa straordinaria che a parere della CCT non ha raggiunto i risultati attesi vista la comune valutazione che anche le associazioni agricole danno della situazione.

Aumento dei danni e crescita degli ungulati impongono una radicale inversione di marcia. Occorre ritornare alla corretta applicazione dell’Art 37 e snellire le procedure per gli interventi di contenimento. Superare da subito la logica del conflitto tra squadre e cacciatori di selezione applicando le indicazioni più volte proposte dalla CCT.

Danni.

Necessità di uniformare criteri di stima e rilevamento (anche mediante criteri e modalità innovative e oggettive proposte nella conferenza) accompagnandoli ad un unico atto di indirizzo regionale sui prezzi di mercato dei prodotti e modalità di indennizzo. La CCT propone anche l’istituzione di un fondo regionale alimentato con risorse pubbliche e lo studio di una eventuale copertura assicurativa .

Ripensare il modello

Occorre superare le emergenze ma anche iniziare una nuova riflessione sul futuro. La crisi degli ATC non è solo un problema Toscano. Quale modello di caccia per il futuro per garantire i capisaldi pubblicistici e dare maggiore peso al ruolo di agricoltori e cacciatori nella gestione.

Maullu (FI): L'idea del M5S di abolire la caccia è folle e pericolosa

Riceviamo e pubblichiamo

“Dopo aver dimostrato a più riprese la propria incompetenza e la propria intollerabile superficialità, specialmente in materia di infrastrutture, il Movimento 5 Stelle si è ripetuto con il tema della caccia: citando il numero di vittime umane causato dai cacciatori nel corso dell’ultima stagione, il Movimento-Bluff ha infatti affermato di voler “abolire la caccia”. Come sempre, le proposte dei grillini si basano su un’ostinata ignoranza, sulla volontà di soddisfare in maniera grossolana gli appetiti di certi segmenti della popolazione, come gli ambientalisti o gli animalisti. Affermare di voler “abolire la caccia” non ha alcun senso – i grillini vorrebbero davvero impedire a quasi un milione di persone di esercitare la propria attività? -, e i seguaci di Grillo si dimenticano di aggiungere che la caccia, in alcune determinate località, ha contribuito in maniera determinante alla stabilizzazione degli ecosistemi naturali, eliminando le specie più pericolose e invasive. Indipendentemente dal numero di vittime prodotte dai cacciatori, in ogni caso, i grillini resteranno sempre più pericolosi e mortali di qualsiasi arma da fuoco”.

ACL: ORGOGLIOSI DI ESSERE DIVERSI DALLE 7 SORELLE E DAL LORO MODO DI FARE E AGIRE

ORGOGLIOSI DI ESSERE DIVERSI
Ci riferiamo al documento emesso sulle prossime Elezioni dalle cosiddette 7 Sorelle, cioè le 7 Associazioni Venatorie riconosciute a livello nazionale,come ci tengono sempre a sottolineare questo loro status, quasi un privilegio anche solo per il fatto che introitano dallo Stato una quota ogni loro tesserato. Al di là di questo aspetto non marginale, noi non possiamo esimerci dal giudicare il loro operato ed i risultati concreti raggiunti in materia venatoria da queste Associazioni.
Ne esce un quadro desolante, un costante e continuo arretramento nelle condizioni sempre più restrittive ed autopenalizzanti in cui il cacciatore si trova davanti ad ogni stagione venatoria.
Questo è frutto di una politica venatoria di retroguardia che ha portato negli anni a lasciare sul campo, oltre a parte dei nostri sacrosanti diritti,circa 800 mila praticanti e, se è vero che sono loro le Associazioni che contano, le riconosciute, di questo sfacelo se ne debbono prendere ogni responsabilità davanti ai loro iscritti.
In particolare quelle Associazioni maggiormente rappresentative hanno ancor più responsabilità in quanto dichiaravano di difendere la Caccia a 360 gradi, però con risultati sotto gli occhi di tutti noi.
Ma veniamo al documento che porta la sigla oltre che delle Associazioni Venatorie riconosciute,anche quello di CN CN ( Caccia & Natura), esso non dà alcuna indicazione al mondo Venatorio ma comunica la costituzione di una Cabina di Regia, avviando una serie di incontri con le forze politiche che, a quanto si evince dal documento,ha come punto dominante l’Ambiente. Tutto il resto è un bla bla dai toni tipici della politica politicante d’altri tempi, ove si parlava di tutto per poi chiedersi dove alla fine dove si volesse andare a parare.
Di certo una cosa noi di ACL siamo certi :di non appartenere a questo tipo di Associazionismo e di questo siamo fermamente orgogliosi.
Abbiamo intrapreso la nostra strada e le nostre battaglie in mezzo a mille difficoltà e ostacoli ma alla fine siamo stati premiati, crescendo ed espandendosi costantemente su tutto il territorio lombardo. Cercheremo di trovare una soluzione utile per la nostra passione nell’intento di essere degnamente rappresentati in Regione, facendo sentire il nostro peso e, se necessario, farci contare.
Le filosofie venatorie le faccia chi vuole…..NOI NO !!!!

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura