Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Alessandro Bassignana

Alessandro Bassignana

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

ROMANIA: STOP AI TROFEI DI GRANDI CARNIVORI

Nei giorni scorsi la Romania ha annunciato la decisione di vietare qualsiasi trofeo di caccia ai grandi carnivori: orsi bruni, lupi, linci e gatti selvatici.
Va ricordato come tutti questi selvatici siano protetti da norme molto severe, e da quando la Romania è entrata nell'Unione europea, nel 2007, sono aumentate le pressioni perché s'intervenisse in tal senso.
Lo segnala il quotidiano "The Guardian", ricordando come nell'ultimo anno siano stati uccisi 550 orsi, 600 lupi e 500 grandi felini,  con la caccia diventata un settore che porta svariati milioni di euro nelle casse rumene grazie a cacciatori giunti da tutto ilmondo e disposti a pagare svariate migliaia di euro per un trofeo di quel tipo.
In realtà tali animali risultano protetti, ma consente l’abbattimento di animali selvatici per i quali è dimostrato siano un pericolo per l’uomo o che possano arrecare danni alle sue proprietà.
In Romania, sempre secondo il "The Guardian" ci sarebbero oltre 6.000 orsi e circa 4.000, ma gli ambientalisti sostengono che il numero possa essere sovrastimato per favorire gli abbattimenti.
La decisione del governo è sostenuta nelle grandi città, mentre in campagna e nelle aree rurali si teme che ora i danni possano aumentare.
Da ultimo esiste la preoccupazione che ciò favorisca il bracconaggio, ragion per cui l'esecutivo ha creato un'unità speciale per raccogliere dati sui danni e gli animali più pericolosi; negli ultimi tempi si è anche assistito a fenomeni di malcostume e corruzione, con l'aumento di condanne ai danni di bracconieri, ma anche funzionari o forestali conniventi.
 

FRANCIA: VOTATI EMENDAMENTI PER IL CONTROLLO DEI LUPI

Il Parlamento francese, contro il parere del Governo di Parigi, ha adottato in questi giorni alcuni emendamenti per facilitare il controllo dei lupi in zone montane, prendendo le distanze dal quadro normativo nazionale ed europeo.
Adottati in occasione del disegno di legge della montagna, questi emendamenti sono stati sostenuti da molti rappresentanti eletti nei dipartimenti montani. 
"I lupi si sono riprodotti su larga scala, le specie protette sono le pecore, piuttosto che loro. Il lupo uccide la pastorizia", ​​ha dichiarato il deputato PS delle Hautes-Alpes Karine Berger; ma per l'UDI (Union des dèmocrates et indépendants) Philippe Folliot (circoscrizione di Tarn), "il lupo è una specie invasiva."
 
Secondo gli autori di questo emendamento "il principio di rigorosa tutela delle specie contenute nella Convenzione di Berna e della direttiva Habitat non è adatta a questi grandi predatori che danneggiano i sistemi operativi agroecologici del nostro paese."
Il Ministro della Pianificazione del Territorio, della Ruralità e degli Enti Locali, Jean-Michel Baylet, fece  invano presente come l'attuale politica fosse equilibrata, ricordando che sotto la direzione al Ministero dell'Ambiente di Ségolène Royal è stato aumentato da 12 a 36 il numero di lupi che possono essere abbattuti ogni anno, secondo le indicazioni delle prefetture. 
Nel 2015, sono stati uccisi quasi 9.000 animali da reddito, soprattutto pecore, e questi sono state risarciti con grave danno per la collettività. 
I deputati hanno anche adottato un emendamento del relatore Bernadette Laclais (PS) perchè il risarcimento degli agricoltori venga sancito dal diritto e non solo da una circolare ministeriale.
Anche Patricia Morhet-Richaud, Senatrice repubblicana delle Hautes-Alpes, ha scritto al Ministro dell'Ambiente, Ségolène Royal, chiedendo di modificare lo status di protezione rigorosa del lupo, in maniera meno restrittiva, chiedendo all'Europa di rivedere le direttive (Convenzione di Berna) attualmente in vigore. Il Ministro ha subito risposto d'aver incaricato il suo staff di studiare la situazione.
 

UMBRIA: TROPPI LUPI E CINGHIALI

Insorge la Cia dell'Umbria per cui occorre una nuova politica faunistica, con l'intervento della Regione intervenga per superare l'assurdo limite del "de minimis".
Sul banco degli imputati lupi e cinghiali, con allarme rosso nelle campagne umbre per predazioni e danni.
A ciò si sommano le difficoltà ad ottenere i risarcimenti degli anni passati, con la decisione della UE di imporre per questi il limite del "de minimis", in sostanza l'impossibilità di superare la soglia di 15mila euro in un triennio, nulla rispetto ai danni prodotti da questi selvatici.
La Cia dell’Umbria ha dunque chiesto alla Regione di avviare una procedura nei confronti della Commissione europea perché venga rivisto il tutto, almeno nelle aree protette, come fatto di recente, e con successo, per il Parco Nazionale del Gran Sasso.
Secondo l'associazione agricola i prelievi selettivi di cinghiali risultano inefficaci, e si era proposto di posticipare al 31 gennaio (ora è al 31 dicembre) la caccia al cinghiale, così come avviene nelle regioni confinanti; capita infatti che i suidi, cacciati altrove, si spostino in Umbria, arrecando nuovi danni.
Quanto ai lupi bisogna prendere atto di un numero che sugli Appennini è ormai superiore ai 2.000 esemplari, ed al fatto che le predazioni spesso si rivolgano verso allevamenti di pregio. Il lupo, si dice, non è più a rischio estinzione, e bisognerebbe avviare piani di contenimento, così come già fanno Francia, Spagna e Svezia; non ha caso il Ministero dell'Ambiente ha eleborato un documento che prevederbbe questa strategia. 
 

A...CACCIA DI CACCIATORI

Un gruppo di animalisti spezzini si sta organizzando per arrecare disturbo ai cacciatori toscani la prossima domenica, con fischietti e tamburi. Dopo la votazione della legge che in Liguria punisce il "disturbo" all'attività venatoria, questi attivisti dell'animalismo spinto hanno indirizzato le loro attenzioni, e il loro raid verso la Toscana, dove intendono colpire i cacciatore di migratoria.

 

Leggi l'articolo completo... http://www.cittadellaspezia.com/La-Spezia/Attualita/Fischietti-e-megafoni-animalisti-218854.aspx

 

VENETO: ERADICARE LE NUTRIE

La Giunta del Veneto ha detto sì all'abbattimento delle nutrie stanziando 250 mila euro di contributo per le Province, Città metropolitana e Parchi. Diventa operativo il piano triennale per il controllo del roditore, mirando all'eradicazione della specie, responsabile di danni ingenti a colture, arginature e alla rete idraulica del territorio di pianura.
Dichiara l'Assessore all'Agricoltura Giuseppe Pan: “Con l’entrata in vigore del Piano regionale di eradicazione, formulato nel rispetto del parere dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale la Regione dà piena applicazione alla legge 15 approvata a maggio dal Consiglio regionale. Il piano fornisce indicazioni operative a tutta la “filiera” degli Enti pubblici deputati al contrasto della nutria, superando ogni possibile incertezza o ambiguità, e copre, con uno stanziamento di 250 mila euro per il 2016, le spese a carico dagli enti pubblici chiamati ad attuare i piani di controllo su base provinciale o territoriale, dall’acquisto delle gabbie, all’attività di formazione degli operatori, all’acquisto dei kit per la soppressione eutanasica degli animali catturati”.
Ad occuparsi di controllo ed eradicazione del roditore arrivato nel 1929 dal Sud America, e moltiplicatosi a dismisura, una rete di soggetti, pubblici e privati, coordinata dalla Regione: Province, la Città metropolitana di Venezia, Comuni, Consorzi di bonifica, Enti Parco e delle Riserve regionali e gli Entri gestori dei siti di Rete Natura 2000, senza dimenticare proprietari dei fondi, cacciatori, guardie venatorie e giurate,  ed altri ancora come volontari autorizzati.
Tutti dovranno indossare un gilet di riconoscimento ad alta visibilità. Vietati i velene e metodi non selettivi, ma nessun limite all'uccisione delle nutrie, che debbono essere eradicate, obiettivo condiviso dall’ISPRA e dall’Unione Europea che ha incluso la nutria tre le specie esotiche invasive e quindi oggetto di monitoraggio e controllo.
 

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura