4 marzo: dalla "cabina" alla..."gabina"
- Pubblicato in Il caffè di Cacciando
Canottiera e…”Gabina elettorale”, così come la chiamava lui, nel 1993 erano due degli elementi distintivi della Lega Nord di Umberto Bossi, il “Senatùr” che dal prato di Pontida cominciava ad arringare le piazze del Nord Italia alla ricerca del consenso politico.
L’ebbe, e il partito nato dall’unione di sei movimenti autonomisti dell’Italia settentrionale, l’anno successivo riuscì ad arrivare addirittura al Governo del Paese, insieme alla neonata Forza Italia e con Silvio Berlusconi leader, Roberto Maroni agli Interni e Irene Pivetti, giovanissima Presidente della Camera dei Deputati.
Era nata la “Seconda Repubblica”, e come andò a finire è noto a tutti, perché s’aprì una fase che ancora non s’è ultimata.
Da allora sono passati cinque lustri, nel frattempo il partito ha cambiato più volte nome, inserendo e togliendo riferimenti all’autonomia o alla “Padania”, passando da quasi il 10% del consenso elettorale a meno della metà, per arrivare ai giorni nostri, con il nome del partito che è diventato…Lega (e basta), ed una visione che abbraccia l’Italia anziché cercare di dividerla.
Anche Bossi è finito in soffitta, sostituito da un leader, Matteo Salvini, giovane e abilissimo utilizzatore di social e comunicazione, e che ambisce a governare l’Italia intera (non solo il Nord!) con il centrodestra, anche perché i sondaggi che vedono la sua coalizione in netto vantaggio sugli altri schieramenti (PD, Movimento 5 Stelle e LEU) lo accreditano di quasi il 15% dei voti, vicino a superare, pensate un po’, proprio… Berlusconi, di nuovo a cavallo sebbene non sia più Cavaliere dopo le sentenze che l’hanno azzoppato alcuni anni fa.
E tra gli argomenti di questa virulenta campagna elettorale quest’anno s’è anche inserita l’attività venatoria, complice la feroce campagna animalista ed anti-caccia mossa dalla solita ed inutile Maria Vittoria Brambilla, imbarcata proprio da Berlusconi alla ricerca di qualche voterello in più sparso qua e là; e dagli adepti dell’ex-comico genovese Beppe Grillo, ora alle prese con la terribile rogna dei “falsi rimborsi”, ma sempre pronti a demonizzare e criminalizzare i cacciatori, chiedendone l’eradicazione completa dalla nostra Società.
A schierarsi apertamente a favore di caccia e cacciatori sono stati però i due più forti alleati di Berlusconi, e cioè Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, ma specialmente lo stesso Matteo Salvini che è recentemente intervenuto a HIT Show 2018, la grande kermesse fieristica vicentina che da qualche anno s’è imposta come l’appuntamento principe italiano, ed uno dei più importanti a livello internazionale, per cacciatori ed appassionati d’armi, tiro e attività collegate a quelle discipline.
Salvini nella giornata di domenica 11 febbraio, a margine di un convegno sulla legittima difesa, ha incontrato i rappresentanti del mondo venatorio e di Assoarmieri, associazione che riunisce i produttori d’armi e munizioni italiane, un settore che fattura quasi 7,3 mld d’euro l’anno, regalandoci quasi mezzo punto di PIL e facendo lavorare 2334 con ben 87.000 lavoratori, in un comparto importantissimo per la nostra bilancia commerciale dato che armi e munizioni sono apprezzate ed esportate in tutto il mondo, che assorbe oltre il 90% della nostra produzione.
La caccia è una parte essenziale di questo sistema, e chiede alla politica maggior interesse e rispetto, tanto che le sette Associazioni Venatorie riconosciute (ANLC, ANUUMigratoristi, ARCI Caccia, Enalcaccia, EPS, FIdC, Italcaccia), più CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura), si sono recentemente unite in quella che è stata subito battezzata “Cabina di regia”, cercano di parlare con un’unica voce al mondo politico, e riaffermando il ruolo fondamentale dell’attività venatoria nella gestione dell’ambiente e di attività economiche ad esso collegato.
Le promesse da parte del leader leghista agli esponenti della “Cabina di regia” ci sono state, ed anche piuttosto consistenti, ma tutti noi sappiamo bene come quando si cercano i voti siano tutti propensi a farle, mentre il vero problema è poi quello di mantenerle a tempo debito.
Vedremo ora quale sarà la risposta di quell’altra cabina, o se preferite…”gabina”: quella elettorale!
Il 4 marzo è dietro l’angolo.