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CCT: tavolo caccia… risultati utili e strumentalizzazioni!

 

Nel tavolo istituzionale promosso dal Presidente della Giunta Regionale Enrico Rossi, è stato siglato ieri, il protocollo di intesa tra la Regione Toscana e le Associazioni Venatorie , Agricole e gli Ambiti Territoriali di caccia. Finalmente, dopo mesi di confronto, il lavoro promosso dal Presidente Rossi sta producendo i primi importanti risultati per affrontare e dare soluzione, ai problemi che affliggono l’attività venatoria e per impostare le future scelte strategiche che la Regione si troverà a compiere. Per chi come noi, ha rivendicato in tempi non sospetti, l’esigenza di ristabilire un terreno di confronto e concertazione serio e avanzato tra portatori di interesse e la Regione, la giornata di ieri, si caratterizza come un passaggio decisivo per l’apertura di una fase “ nuova” che dovrà essere accompagnata dalla capacità di tutti nel presentare proposte e obiettivi il più possibile condivisi. Le priorità e le sfide da affrontare sono molteplici ed il lavoro da svolgere, dovrà essere sviluppato con competenza e puntualità da parte di tutti i soggetti firmatari del protocollo:

– il nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale, il Governo degli ATC, la discussione e rivisitazione della Legge Obiettivo per gli ungulati e le necessarie modifiche da introdurre, il nuovo Calendario Venatorio, sono solo alcuni dei principali argomenti sul tappeto.

Temi, questi e altri, che connoteranno gli assi portanti della prossima Conferenza Regionale sulla Caccia; un appuntamento di alto profilo previsto così come annunciato al tavolo, per il prossimo mese di giugno.

La firma del protocollo siglata ieri dal segretario della CCT, specificamente delegato dalle Associazioni Confederate (Federcaccia Toscana, ANUU, ARCT, EPS), ci vede pertanto impegnati con serietà e senso di responsabilità in questo determinante percorso. Il lavoro di ascolto e confronto che stiamo portando avanti sul territorio, tra i cacciatori e non solo, consentirà di supportare le proposte che saranno presentate al tavolo e concertate con i soggetti rappresentati. Un modo di lavorare e di pensare che mette al centro il confronto e il rispetto di tutti gli interlocutori in campo.

Al margine della riunione si è dovuto assistere con tristezza e stupore a una sceneggiata improvvisata da un noto esponente di Liberacaccia, che non ha firmato il protocollo per la presenza della Confederazione Cacciatori Toscani. Aver paura di chi porta in dote un progetto unitario per il mondo venatorio e temere il confronto democratico sviluppato sulla forza degli argomenti e delle proposte concrete, non rappresenta un buon segnale per chi ha davvero a cuore gli interessi ed il futuro della nostra passione.

La volontà di rottura da parte dei mancati sottoscrittori, peraltro lasciati soli da altri “ compagni” di viaggio, rappresenta ancora una volta il volto gretto e corporativo di associazioni venatorie che producono solo divisioni tra i cacciatori. Un episodio quello di ieri, che può trovare spiegazione solo con il fatto che per qualcuno è iniziata la campagna elettorale e che si stanno utilizzando le sedi Istituzionali, per generare confusione e farsi propaganda in vista delle prossime elezioni Europee e Regionali, creando nemici e tensioni all’interno del mondo venatorio.

ANLC Toscana: Federcaccia, "campioni" di coerenza

Esistono associazioni venatorie serie e coerenti e poi ci sono associazioni, strafottenti e in piena contraddizione con loro stesse, che non conoscono le regole democratiche e pensano solo alla conquista del potere,tralasciando il bene della caccia e dei cacciatori.

Mentre il Presidente nazionale Dall'Olio, oltre a chiedere al legislatore nazionale di inasprire notevolmente i criteri per il rilascio della licenza di caccia e per il rilascio dell'abilitazione di cacciatore formato, si schiera contro il riconoscimento della Confavi (realtà identica alla CCT), in Regione Toscana si tenta di imporre a tutti la presenza e la firma della CCT ai tavoli istituzionali regionali.
Ciò che sorprende è l'insistenza e con cui, ancora oggi, Fidc difende questa operazione, che non lede solo i diritti delle associazioni venatorie riconosciute ma va contro la legge e perfino contro le direttive dello stesso Assessore Remaschi, che aveva invitato la CCT (sigla non riconosciuta come confermato dal parere della stessa Regione) a stare fuori dagli incontri negando la convocazione ufficiale.
Mentre a Roma le Associazioni non riconosciute devono stare fuori dai giochi, a Firenze devono partecipare alle decisioni in barba alle leggi.
Questa carica ossessiva alle poltrone e per la gestione del potere ha travolto tutti. La Regione ha abdicato al suo ruolo di garante per "obbedir tacendo" agli ordini di una associazione che vede nei propri vertici esponenti di una certa parte politica, che hanno perfino ricoperto, negli anni passati, ruoli nella stessa Amministrazione Regionale.
Vista l'immobilità di Remaschi, il dubbio ci assale.... Le decisioni vengono prese in Regione o in qualche palazzo fiorentino, per poi venir propinate come scelte della Regione sui tavoli di confronto?
Libera Caccia rimanda quindi al mittente le accuse prive di motivazioni serie della Fidc, e fa notare che anche Italcaccia non ha firmato l'accordo e che Arcicaccia, non più tardi di ieri, ha pubblicato una dura presa di posizione contro i metodi usati da Fidc.
La coerenza è sempre stata la nostra forza, lo ribadiamo ancora, per noi ai tavoli istituzionali devono sedere solo le associazioni venatorie riconosciute. Se davvero qualcuno vuole cambiare le regole, allora siano cambiate per tutti e siano coinvolte le tante sigle non riconosciute presenti in Toscana.
Richiamiamo, infine, ai suoi doveri l'Assessore Remaschi, dichiarandoci disponibili al confronto costruttivo, ma partendo da basi solide di serietà e coerenza, nonché di rispetto delle regole democratiche da tutti condivise. Alla Fidc diciamo che ci incontreremo ancora nelle sedi opportune, dove continueremo la nostra battaglia, in nome e per conto dei tanti cacciatori toscani ed italiani che, grazie alle scelte di certe compagini venatorie, oggi sembrano destinati all'estinzione; una su tutte l'aver sostenuto la legge 157 che ha di fatto colpito a morte la caccia in Italia.

Veneto: astensione di Fratelli d’Italia-Mcr sulla proroga della validita’ del piano faunistico venatorio regionale.


Il Gruppo consiliare Fratelli d’Italia – MCR si è astenuto sulla proposta di proroga della validità del Piano faunistico venatorio regionale votata dal Consiglio regionale.
Già a febbraio dello scorso anno in occasione dell’ultima proroga – affermano i Consiglieri regionali Sergio Berlato e Massimiliano Barison – avevamo avvisato la Giunta regionale e l’intero Consiglio che quello sarebbe stato l’ultimo voto che Fratelli d’Italia esprimeva a favore della proroga dell’attuale Piano. In virtù dell’impegno preso con il mondo venatorio, dopo l’ultima proroga speravamo che il Veneto si dotasse di un nuovo Piano Faunistico che potesse conservare quanto di positivo emerso dall’attuazione del vecchio PFVR ma che potesse dotare la nostra regione di strumenti adeguati ed aggiornati al fine di garantire una corretta gestione del patrimonio faunistico e degli habitat naturali nel Veneto.

A distanza di un anno e coerentemente con quanto affermato nel 2018 ci siamo astenuti sulla proposta di proroga dell’attuale Piano faunistico. La nostra astensione – continuano i Consiglieri Berlato e Barison – non fa venire meno il sostegno alla maggioranza e la stima all’Assessore ma vuol essere di stimolo affinchè sia approvato quanto prima un nuovo piano che possa prevedere la razionalizzazione delle risorse annualmente pagate dai cacciatori, riducendo il più possibile il numero degli Ambiti Territoriali di Caccia, utilizzando queste risorse non più per pagare i costi amministrativi ed i rimborsi spese dei comitati direttivi degli ATC ma per integrare il reddito degli imprenditori agricoli, per tutelare gli habitat naturali, per effettuare ripopolamenti di fauna selvatica.

Ufficio stampa
Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia – MCR

Venezia, li 6 febbraio 2019

Protocollo d'intesa in Toscana: LIBERA CACCIA NON FIRMA

Protocollo d'intesa tra Regione Toscana, Ass. Venatorie, Atc e Associazioni Agricole "per la condivisione del modello di gestione faunistico venatoria sul territorio regionale toscano"

LIBERA CACCIA NON FIRMA

Si è appena conclusa la riunione con l'Assessore Remaschi in Regione per la messa appunto di un protocollo di intesa con le Associazioni Venatorie "per la condivisione del modello di gestione faunistico venatoria sul territorio regionale toscano".
I metodi che la politica regionale adotta nei confronti delle associazioni venatorie sono inaccettabili.
Avevamo chiesto, già nel primo incontro, di scegliere come impostare il Tavolo; secondo noi è corretto che vi partecipino solo le associazioni venatorie riconosciute, ma considerato che ancora una volta era presente la CCT (associazione non riconsciuta), sarebbe stato giusto seguire un cirterio di pluralismo vero, e chiamare al Tavolo tutte le altre sigle non riconosciute presenti sul territorio toscano. In forza di ciò avevamo scritto una lettera congiunta con Arci Caccia, seguita poi da un'altra lettera dello stesso tenore da parte di Enalcaccia, chiedendo l'esclusione della CCT inquanto organizzazione non riconsociuta, come si evince dal parere degli uffici regionali. La nostra richiesta è stata accolta, l'Assessore Remaschi ha cambiato le convocazioni ufficiali al tavolo escludendo la CCT.
Presente alla riunione c'è il presidente della CCT Romagnoli che però ha parlato come delegato di Federcaccia, ma all'atto della firma sul documento leggiamo quella del rappresentante della CCT che firma in nome e per conto della CCT stessa, che non doveva neanche essere presente al tavolo perchè non convocata.
A questi giochetti Libera Caccia non ci sta!
La coerenza e la correttezza sono i fondamenti di tutti gli accordi tra uomini di parola e ci meravigliamo che l'Assessore, messo di fronte al fatto e dopo aver ammesso che la CCT non doveva essere neanche presente, non abbia invitato la CCT a ritirare la firma, segno che qualcosa non quadra e certamente questi comportamenti non possono essere avallati da Libera Caccia.
Come noi un'altra sigla venatoria riconosciuta, Italcaccia, non ha firmato l'accordo, quindi ad oggi non c'è nessun protocollo di intesa tra Regione e mondo venatorio per la gestione della Caccia in Toscana, mancando la firma due importanti associazioni venatorie riconosciute come Libera Caccia e Italcaccia.
Ci meravigliamo di come le altre altre sigle abbiano firmato il documento senza battere ciglio, altresì ci sembra che la parola dell'Assessore, data a convegno di Grosseto e ribadita quando è stato convocato il Tavolo con l'esclusione della CCT, non sia coerente con le proprie azioni.
Libera Caccia chiede il rispetto degli impegni presi, altrimenti porterà avanti le proprie battaglie in altre sedi, tra i cacciatori e nelle piazze come ha sempre fatto.

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