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Fidc Marche: aspettate a ringraziarci

Abbiamo lasciato trascorrere qualche giorno prima di rispondere al comunicato di Arcicaccia Marche non perché ci avesse lasciato – come forse speravano – senza parole, ma semplicemente perché vista la assoluta mancanza di contenuti non richiedeva di ribattere. Dal momento che la polemica non sembra quietarsi, forse perché qualcuno – non noi – continua a fomentarla sul territorio, ci vediamo costretti ad aggiungere qualche argomento.

Tralasciando i riferimenti alla mia persona – ma voglio tranquillizzare il presidente Arcicaccia Marche: in Federcaccia non c’è alcuna fibrillazione, a differenza di altre associazioni che ci dicono invece essere… perturbate a tutti i livelli – credo valga la pena ribadire alcuni concetti.

Il primo: quel Calendario che loro definiscono “il migliore d’Italia” con intento denigratorio, Federcaccia Marche, e non solo, lo ritiene veramente un esempio concreto di ciò che si può ottenere pur rispettando i dettami scientifici e l’irrinunciabile principio della sostenibilità del prelievo. Un Calendario che, sia chiaro a tutti, Federcaccia Marche ha sostenuto in ogni sede, a differenza, spiace sottolinearlo, di quanto fatto da Arcicaccia, che ha guardato bene dal costituirsi a sua difesa.

I dati scientifici, in alcuni casi proposti da Federcaccia attraverso i propri Uffici Tecnici, sono già presenti sul calendario Venatorio dello scorso anno e non sono mai stati contraddetti da nessuno avendo vinto tutti i ricorsi, a dimostrazione della credibilità della Regione Marche e di Federcaccia presso le Istituzioni. Non il Calendario venatorio, ma il Piano Faunistico Venatorio Regionale è stata la causa dei problemi relativi a Sic e Zps ben noti ai cacciatori marchigiani che Arcicaccia cerca – diciamo “cerca” perché preferiamo pensare a un pretesto piuttosto che non comprenda la differenza – di attribuirgli. Fra l’altro, non possiamo non trovare quantomeno curiosa l’avversione dell’Arcicaccia al Calendario venatorio regionale, essendo questo lo stesso che assieme a Federcaccia aveva sottoscritto per la stagione 2016-2017 (e che non a caso aveva superato anche l’esame del TAR Marche a marzo 2017).

Ribadiamo di non comprendere e di non condividere assolutamente la proposta di calendario presentata da Arcicaccia per la prossima stagione. Ben lungi dall’essere “socialmente e politicamente equilibrata” – come gli piace definirla con molto compiacimento e pochi significati – va addirittura contro alcune indicazioni di ISPRA ed è immotivatamente rinunciataria. È del tutto inspiegabile ad esempio la proposta di riduzione a 15 capi annuali di beccaccia invece dei 20 che ISPRA propone nei propri pareri. Discutibile poi l’ironia sulla stagione ricca di combattenti, che altro non fa se non evidenziare la volontà di Arcicaccia di rinunciare ad alcune specie cacciabili, evidentemente non ritenute interessanti, secondo il classico atteggiamento perdente già visto in altre sedi. Siamo veramente curiosi a questo punto di vedere quali “conoscenze e dati scientifici ufficialmente validati” Arcicaccia abbia alla base della sua proposta.

Comunque non è nella mia natura e men che meno in quella della Federazione che rappresento, rifiutare una mano tesa. Se Arcicaccia – o altri – vogliono condividere l’impegno per il prossimo calendario venatorio ben vengano. Ma se sono mossi da idee di giocare al ribasso con i diritti dei cacciatori marchigiani, magari per garantirsi un’estate tranquilla, evitino pure il viaggio.

E aspettino a ringraziare, perché non pensiamo di avergli fatto un favore a far sapere ai cacciatori come stanno le cose. Sempre che il presidente Arcicaccia non intendesse farlo per la stagione venatoria soddisfacente di cui potrebbe godere malgrado… le proposte della sua Associazione.

Paolo Antognoni – Presidente Regionale Federcaccia Marche

Arci Caccia Pisa: un successo la nostra iniziativa sulla piccola selvaggina

L’Arci Caccia provinciale di Pisa in collaborazione con il Comitato Regionale della Toscana ha organizzato, sabato 9 marzo a San Miniato presso il Circolo Arci La Scala, un importante convegno sulla gestione della fauna stanziale e degli istituti pubblici zrc e zrv.
Settore della caccia in crisi, che tutti insieme dobbiamo rilanciare e consolidare. L’Arci Caccia con questa iniziativa ha voluto aprire un approfondimento ed un confronto, anche con la presenza di esperti per poter suggerire idee e proposte.
L’iniziativa ha visto il saluto istituzionale dell’Ass. Gozzini del comune di San Miniato, membro del Comitato di gestione dell’Atc n.15 di nomina pubblica. A cui ha fatto seguito l’introduzione del presidente provinciale Arci Caccia Ivano Vanni che ha presentato gli argomenti in discussione. Dopo è stata data la parola all’Ass. Regionale Marco Remaschi, in quanto per altri impegni avrebbe lasciato l’assemblea a metà mattinata. L’Assessore ha puntualizzato il lavoro e gli impegni, anche temporali, presi ai tavoli di concertazione dalla Regione preannunciando che nei prossimi mesi si terrà una conferenza sulla caccia, ricordando che le problematiche sono molteplici e complesse, ma se lavoreremo seriamente e con un confronto serio soprattutto tra mondo venatorio e mondo agricolo potremmo dare gambe e costruire insieme il nuovo piano faunistico.
L’iniziativa è continuata con l’intervento del Dr. Roberto Mazzoni della Stella, tecnico faunistico conosciutissimo e che ha lasciato un ricordo positivo nelle nostre zone, per essere stato per anni responsabile del settore nella nostra Provincia.
L’intervento del Dr. Mazzoni è stato profondo, chiaro e particolareggiato sulle problematiche complesse e non semplici della piccola selvaggina stanziale, sulla gestione delle zrc e zrv e sul mantenimento e la riproduzione della selvaggina, alla luce anche dei cambiamenti avvenuti in agricoltura, dei problemi di rifugio ed alimentazione, non trascurando il contenimento dei predatori.
Le considerazioni e le analisi del Dr. Mazzoni sono state motivo di approfondimento e di confronto nell’assemblea ed hanno sviluppato un ricco dibattito di riflessioni, idee e proposte.
Ricordiamo che l’iniziativa era sotto la forma di assemblea pubblica con dibattito alla quale tutti potevano partecipare e dare il proprio contributo senza preclusione per nessuno.
L’incontro che ha visto molti interventi costruttivi, ha avviato un percorso di approfondimento che andrà sviluppato insieme alle altre associazioni venatorie e alle associazioni agricole, ai tecnici ed i comitati degli Atc per arrivare a fare proposte concrete sul potenziamento della piccola fauna stanziale e sulle strutture pubbliche che hanno un ruolo determinante, sapendo che nessuno ha la bacchetta magica… ma non dobbiamo rimanere fermi.
Senza entrare in polemiche sterili con alcune associazioni venatorie, che hanno criticato il convegno ed alcuni interventi, noi ci teniamo a ricordare che l’iniziativa era organizzata da Arci Caccia provinciale e regionale ed era un’assemblea pubblica ed aperta a tutti e quindi ognuno poteva intervenire e dare il suo contributo come si usa in democrazia.
L’Arci Caccia è un’associazione libera ed autonoma, certo con una storia ed una identità, che si batterà sempre per la trasparenza, per il mantenimento della nostra passione e di una caccia popolare e sociale, rispettando le istituzioni e ricercando un confronto aperto con il resto del mondo venatorio ed il mondo agricolo avendo sempre presente il rispetto dell’ambiente, della natura e del territorio.
Ha chiuso la nostra iniziativa il presidente regionale Sirio Bussolotti…
Nel ringraziare tutti gli intervenuti, un grazie di cuore… per l’ospitalità al Circolo Arci La Scala

Toscana: Arci Caccia Firenze proclama lo “sciopero dei contenimenti”

Arci Caccia Firenze, dopo numerosi appelli alla Regione e alla Polizia Provinciale, sospende la propria collaborazione nel contenimento degli ungulati. L’empasse causata dal corto circuito tra Regione e Città Metropolitana sulle competenze della Polizia Provinciale in materia di caccia, lascia le GGVV nell’incertezza causata dalla mancanza di un coordinamento. Per questo, fino a che non ci saranno risposte concrete, le GGVV di Arci Caccia ritireranno le deleghe solo per gli interventi negli istituti di gestione: Zrc e Zrv.


Oggetto: Sospensione della partecipazione alle operazioni di contenimento


All’Attenzione

dell’Assessore Regionale alla Caccia Marco Remaschi


Dott. Paolo Banti
Polizia Provinciale di Firenze


Facendo seguito alla precedente, a tutt’oggi senza risposta, in cui veniva segnalata la comunicazione, da parte della polizia provinciale di Firenze, della non competenza al rinnovo dei decreti delle gg.vv. da parte della stessa. Dato il perdurare di questa incresciosa situazione, di cui ancora oggi non si comprende il motivo del contendere e in assenza di una convenzione specifica che disciplini il ruolo e la competenza delle AA.VV., da tre anni ancora in attesa, che non rende possibile il rinnovo alle nostre gg.vv. e l’attivazione dei decreti per quelle da noi recentemente formate.

Visto che il nostro impegno era stato da noi pianificato, oltre che nella vigilanza, nell’essere di ausilio al contenere la presenza degli ungulati in un limite che anche la stessa legge 10 prefissava. Stante questa situazione, si comunica la nostra ferma presa di posizione nel non essere più disponibili al ritiro delle deleghe dalla polizia provinciale per interventi di contenimento se non nelle strutture pubbliche (zrc e zrv).

Restando a disposizione per ogni eventuale chiarimento, si porgono cordiali saluti.

Paolo Malquori

 Fidc Bergamo risponde alla solita ideologia animalista: Qualcosa si muove, una proposta di legge per il “selecontrollo” dei cinghiali.

Ancora una volta, ignoranza sull’argomento, “mala-informazione”, campagne discriminatorie nelle quali vengono comunque chiamati in causa i cacciatori anche quando non c’entrano. Ancora una volta affermazioni figlie solo dell’ideologia, che vanno oltre ogni corretta ottica di gestione del territorio e anche amministrativa.

Breve cronistoria: già Regione Lombardia nelle scorse settimane con più insistenza aveva chiesto al Parlamento di lavorare alla modifica della legge Nazionale, la 157 del 1992, per permettere controlli faunistici in supporto alle poche forze rimaste nella polizia provinciale in tema di cinghiali.

Gli animalisti gridano allo scandalo per una proposta di legge LEGGI QUI che punta ad autorizzare quanto invece richiesto tra le altre da Regione Lombardia, nel nome esclusivo dell’ideologia! A rispondere sull’argomento è il nostro Presidente provinciale Lorenzo Bertacchi.

“Innanzitutto la caccia di selezione agli ungulati è già di fatto consentita tutto l’anno (dal 2005). Qui si tratta solo dei controlli faunistici, di cui ai cacciatori non interessa nulla, ma alle amministrazioni sì, visto che risarciscono i danni agli agricoltori, soprattutto per cinghiali e piccioni. E la polizia provinciale, anzichè essere impiegata nella repressione del bracconaggio, deve fare gli straordinari di notte per uccidere i cinghiali, con altissimi costi per i cittadini. Come dico sempre i cacciatori non devono prestarsi ad aiutare le Pubbliche amministrazioni se devono essere anche insultati: ancora due o tre anni di e i cacciatori dovranno essere pagati”.

 

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