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Luca Gironi

Luca Gironi

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PIEMONTE. VIGNALE (FI): AZZERRATI I RISARCIMENTI PER I DANNI AD AGRICOLTORI. RISOLTO IL PROBLEMA O SCELTA (MIOPE) POLITICA?

“Nei prossimi anni la Regione Piemonte non stanzierà un euro per risarcire le attività agro-pastorali presenti nelle aree protette per i danni provocati dalla fauna selvatica” lo annuncia il consigliere regionale di Forza Italia, Gian Luca Vignale, a margine della III Commissione consiliare, durante la quale è stato discusso il DDL n. 222 “Assestamento del bilancio di previsione finanziario 2016-2018 e disposizioni finanziarie”.

Nel testo di legge il capitolo di bilancio dedicato agli stanziamenti per risarcimenti derivanti da danni alle produzioni agricole ed ai pascoli provocati dalla fauna selvatica all’interno delle aree protette, viene azzerato gli anni 2016-2017 e 2018.

Negli ultimi dodici anni la Pubblica Amministrazione ha accertato per le Aree Protette Regionali quasi 6 milioni di euro per danni all’agricoltura causati solo dal cinghiale. “Delle due l’una – si domanda Vignale – : o in un anno si è risolto completamente il problema oppure siamo di fronte ad una scelta politica, irresponsabile e miope”.

In Commissione l’assessore Valmaggia ha motivato l’azzeramento dei fondi “ per le scarse richieste di risarcimento presentate in Piemonte”. “Se il dato fosse corretto – si meraviglia – vorrebbe dire che in Piemonte si è miracolosamente risolto il problema. Temiamo invece che si sia di fronte all’ennesima miopia di questa amministrazione che non si rende conto della gravità del problema e di quanto penalizzi sia le aziende agricole che le aree protette piemontesi”.

“Per questo motivo – conclude – presenteremo un’interrogazione urgente in Consiglio Regionale. Se, come crediamo, i dati dovessero sconfessare l’assessore è evidente che serve un intervento urgente e una modifica del documento economico regionale.”.

(www.ladeadellacaccia.it)

FIDC BRESCIA. DECRETO QUARTA GIORNATA AGGIUNTIVA DA APPOSTAMENTO FISSO

L’UTR di Brescia ci comunica che con decreto dirigente struttura n° 9417 del 27/09/2016, pubblicato sul B.U.R.L. in data odierna, è stato prevista per la caccia da appostamento fisso all’avifauna migratoria nel periodo compreso tra il 1° ottobre e il 30 novembre 2016, in aggiunta alle tre giornate settimanali di caccia attualmente consentite, una giornata settimanale integrativa di caccia a tordo bottaccio, tordo sassello, cesena, merlo, germano reale, alzavola, canapiglia, fischione, marzaiola, mestolone, moriglione, folaga e gallinella d’acqua per la provincia di Brescia.

http://www.federcacciabrescia.it/wp-content/uploads/2016/09/decreto-giornata-aggiuntiva.pdf

(www.ladeadellacaccia.it)

ARCI CACCIA DI TERAMO: DOPO LA SENTENZA TORNI LA BUONA POLITICA

Massimo Sordini Presidente provinciale dell'ARCI CACCIA interviene sulla sentenza del TAR Abruzzo sul Calendario Venatorio depositata in data 29 settembre ad appena due giorni dall'avvio della stagione.
Sordini rileva che la sentenza ha sostanzialmente "salvato" l'impianto generale del Calendario, la cui costruzione, evidentemente, con era così fallimentare come in molti hanno gridato dal principio. Ricorda poi che la sentenza ha sospeso il Calendario esclusivamente sulla scelta del periodo di chiusura di tordi e beccaccia al 19 gennaio. Circa le motivazioni che hanno indotto il TAR ad una sentenza di conferma del "blocco" della caccia alla Beccaccia ed ai Tordi al 31 dicembre, il Presidente dell'ARCI CACCIA vuole ricordare a tutti i cacciatori, in particolare a coloro che erano presenti nella Sala Polifunzionale di Castelnuovo Vomano in quella famosa Assemblea pubblica, i “cattivi consiglieri” della Regione su questa tematica.
In quella sede - ricorda Massimo Sordini - sia gli organizzatori, cioè i Presidenti dei due ATC Porrini e Sabini, sia la Federcaccia, che a detta degli stessi nominati sono espressione di un "pensiero unico", si sono prodigati a “suggerire” all'Assessore Regionale Dino Pepe e a tutta la struttura tecnica regionale, di protrarre la caccia alla beccaccia fino al 31 gennaio, convincendoli anche dell'inutilità dei monitoraggi alla specie e dei vincoli posti sul Calendario per le prescrizioni dell'ISPRA che dovevano, sempre a detta loro, non essere presi in considerazione.
“Evidentemente - continua Sordini - si tratta di monitoraggi e prescrizioni utilissime e necessarie, come l'ARCI CACCIA ha sostenuto dal principio, proprio per ottenere quei dati che consentono di motivare il protrarsi della caccia alla beccaccia fino al 19 gennaio.Allora la Regione ci ascoltò”.
"Stavolta il forte canto delle sirene ha fatto commettere un grave errore all'Assessore Pepe a discapito, ovviamente, dei cacciatori abruzzesi, che hanno perduto così quei 19 giorni di caccia alla beccaccia ed ai tordi in un periodo di presenza delle due specie.così importanti per queste attività". Sordini conclude stigmatizzando: "Abbiamo intenzione di chiedere all'Assessore Pepe, passate le prime settimane di apertura, di riapprovare un nuovo Calendario che dia certezza di diritto e sia confortato dall’Ispra.
Nel contempo riproponiamo i temi prioritari: nuovo piano faunistico, osservatorio regionale, controllo dei danni all’agricoltura.

Teramo, 29 settembre 2016

Abruzzo:Finalmente si apre la caccia

Finalmente in Abruzzo può partire la stagione venatoria. Grazie al lavoro della regione e alle iniziative legali della FENAVERI, a partire da Sabato 1 Ottobre finalmente i cacciatori possono finalmente dare inizio all'annata di caccia. Il pronunciamento del TAR, infatti, si è limitato a ridurre il tempo di caccia di tordo bottaccio, tordo sassello, cesena e beccaccia, predisponendone la chiusura al 31 Dicembre. Un problema che si cercherà di affrontare nei prossimi mesi.

A seguito la sentenza del TAR:

https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=H57LXW5RW32ZBEH7T42EBHIQVU&q=Calendario%20or%20venatorio

BERLATO MANTIENE LA PROMESSA E PRESENTA ESPOSTO IN PROCURA CONTRO I DIRIGENTI DELLA FIDC

Mantenendo fede, come da sua consuetudine, all'impegno assunto pubblicamente nei giorni scorsi, il Presidente della terza Commissione permanente del Consiglio regionale del Veneto, Sergio Berlato, in data odierna ha depositato formalmente presso la Procura della Repubblica di Venezia, un dettagliato esposto per chiedere alle autorità competenti di procedere a norma di legge nei confronti di quei dirigenti venatori che, nelle scorse settimane, si erano lasciati andare ad incaute e false affermazioni riportate dalla stampa locale, affermazioni che parrebbero aver travalicato ampiamente il limite consentito.
Nell'esposto presentato alla Procura della Repubblica di Venezia il Presidente Berlato contesta ad alcuni dirigenti della Federcaccia ed in particolar modo a Luciano Babbo, la legittimità di alcune affermazioni riportate sulla stampa, del tipo "Primo giorno di apertura della caccia le associazioni sono già sul piede di guerra e paventano disordini dal primo ottobre quando entrerà in vigore la nuova legge sul nomadismo venatorio, legge che consente ai cacciatori di cacciare fuori ambito”. Oppure del tipo “Federcaccia ha lanciato l’allarme con Luciano Babbo: secondo i nostri legali i cacciatori potranno essere sanzionati fino a 1800 euro da ogni pubblico ufficiale, sia la polizia provinciale o le guardie venatorie perché per noi resta in vigore la legge 157, quella precedente. Inoltre vengono esautorati gli ambiti di caccia" o ancora del tipo "è in vigore il nuovo calendario venatorio che noi non riconosciamo e che prevede per la selvaggina sempre tre giorni di caccia su un totale di cinque, che aumenta i giorni in cui saranno presenti cacciatori creerà un caos … la nuova legge regionale è in contrasto con la legge statale 157 sancendo di fatto che dal 1 ottobre al 30 novembre migliaia di cacciatori da tutta Italia potranno cacciare gratuitamente a Venezia."
Ad avviso del Presidente Sergio Berlato si ritiene che le affermazioni palesate dal Babbo integrino il reato previsto e punito dall’articolo 658 del codice penale “Procurato allarme presso l’autorità" nonché il reato di " istigazione alla disobbedienza a leggi di ordine pubblico (art.415 c.p.)".
Non e' la prima volta che viene attivato un contenzioso tra Sergio Berlato e Luciano Babbo. È già accaduto infatti che il Presidente Berlato abbia chiamato Babbo a rispondere davanti ai giudici per alcune affermazioni rilasciate incautamente alla stampa.
La cosa singolare è che Babbo ha provveduto a pagare le spese legali con un assegno della Federcaccia.
Essendo prevedibile l'esito anche di questo nuovo contenzioso, il Presidente Berlato si augura che, almeno questa volta, Babbo si paghi le sue spese con i soldi suoi e non utilizzi quelli dei soci della Federcaccia.

Sergio Berlato
Presidente della terza Commissione permanente del Consiglio regionale del Veneto

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