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Luca Gironi

Luca Gironi

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Arci Caccia Marche: la Regione delibera il prelievo in deroga di storno, piccione e tortora dal collare

MARCHEarci

La Regione Marche delibera il prelievo in deroga per la mitigazione dei danni alle produzioni agricole per storno, piccione e tortora dal collare. Delibere importanti, con addirittura il parere positico di ISPRA. Un grazie sentito dalla nostra associazione va a una politica venatoria attenta alle varie sensibilità portata avanti dall’Assessore alla caccia e Vicepresidente della Regione Mirco Carloni ed alla grande professionalità della squadra di tecnici dell’ufficio caccia della regione Marche che hanno saputo portare a casa questo risultato.

Alleghiamo le delibere:

 

CABINA DI REGIA DEL MONDO VENATORIO: REFERENDUM CONTRO LA CACCIA RAPPRESENTA LA VERA MINACCIA ALLA FAUNA

cabina di regia

 

 Roma, 2 luglio 2021 – La proposta del Referendum 2021 “SÌ ABOLIAMO LA CACCIA”, promosso dall’omonimo comitato e oggetto di discussione oggi in una conferenza stampa dedicata in Campidoglio a Roma, rappresenta la più grossa minaccia alla preservazione della fauna, una minaccia ben più importante di quanto possa rappresentare la caccia.

La proposta di referendum, ricordiamo, è tesa all’abolizione di numerose parti della legge quadro sull’attività venatoria 157/92, ed è stata già profondamente criticata da altre associazioni anticaccia e di protezione ambientale; la proposta, inoltre, segue quella volta all’abolizione dell’articolo 842 del codice civile, ovvero l’articolo che consente l’accesso ai fondi privati durante l’attività venatoria. I proponenti oggi erano accompagnati in conferenza stampa esclusivamente da alcuni esponenti politici del Movimento 5 Stelle (assenti invece, benché annunciati, la Sindaca Raggi e personaggi del mondo dello spettacolo), mentre non è stata registrata la presenza di esponenti di altre forze politiche o associazioni ecologiste e animaliste.

La Cabina di Regia delle associazioni venatorie riconosciute seguirà con attenzione il procedere di questa ennesima iniziativa volta a eliminare la caccia non per le sue eventuali ricadute sull’ambiente e la conservazione delle specie animali, ma perché ispirata solo da motivazioni ideologiche slegate da qualsiasi fondamento tecnico-scientifico e soprattutto prive di qualsivoglia conoscenza su come si articola e si svolge l’attività venatoria sostenibile e regolamentata nel nostro Paese.

Ricordiamo in primis che l’esercizio venatorio costituisce per gli agricoltori e le pubbliche amministrazioni un argine fondamentale e assolutamente insostituibile per prevenire danni alle colture, al bestiame, ai danni alle infrastrutture e concorre al controllo delle specie invasive, danno per la biodiversità, gli habitat e gli stessi cittadini.

Da ultimo, non meno importante, teniamo a ricordare ai promotori che il nostro Paese, che sta faticosamente uscendo da un terribile periodo di pandemia che ha messo in ginocchio cittadini, aziende e attività di vario titolo, non ha bisogno di iniziative di questo tipo volte ad affossare un settore legittimo che genera economia, occupazione e produce mezzo punto di PIL, ma dovrebbe favorire invece attività di concertazione tra mondi diversi (venatorio, ambientalista, agricolo) per la gestione comune del territorio e la tutela faunistica.

Nel caso in cui questa ennesima iniziativa dovesse concretizzarsi, il mondo venatorio agirà prendendo i dovuti provvedimenti in linea con le azioni già intraprese in passato.

 

Componenti della cabina di regia del mondo venatorio:

Federazione Italiana della Caccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia, Arcicaccia, AnuuMigratoristi, Italcaccia, Ente Produttori Selvaggina, CNCN (Comitato Nazionale Caccia Natura).

 

NASCE IL NUOVO COMITATO SCIENTIFICO DI FONDAZIONE UNA

fondazione unaA presiederlo Renata Briano, ex Parlamentare Europeo.

Roma, 30 giugno 2021 - Dal 2015 ad oggi Fondazione UNA è diventata il riferimento dell’ambientalismo concreto in Italia per preservare la biodiversità mettendo i diversi attori del settore a confronto e da ottobre 2020 fa parte dell’IUCN, l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, che ha come obiettivo quello di rafforzare il dialogo sulle migliori pratiche di conservazione dell’integrità e della diversità della natura e, al tempo stesso, dell’ambiente.

Oggi la Fondazione si pone nuovi e più sfidanti obiettivi, e per perseguirli ha deciso di rinnovare il Comitato Scientifico e la sua mission puntando su personalità di grande credibilità dal punto di vista istituzionale e scientifico e sull’inserimento di giovani di valore che possano portare un punto di vista innovativo.

Ogni componente del Comitato Scientifico svolgerà un ruolo di coordinamento su una particolare area progettuale che verrà sviluppata dalla Fondazione. Tutti i nuovi membri guarderanno comunque al comune obiettivo di affermare la figura del cacciatore come “Paladino del Territorio”, valorizzando il contributo dello stesso a salvaguardia della biodiversità.

 

 

Il nuovo Comitato Scientifico sarà così composto:

PRESIDENTE

Renata Briano. Vent’anni di esperienza politica, prima in Regione Liguria e poi come membro del Parlamento Europeo e Vice Presidente dell’Intergruppo ”Biodiversità, ruralità e attività venatoria”;

VICEPRESIDENTE

Osvaldo Veneziano. Ex Presidente e Direttore Nazionale Arcicaccia;

CONSIGLIERI

Silvio Barbero. Vice presidente dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e di Slow Food Italia;
Marco Cioppi. Docente di Economia e Gestione delle Imprese presso il Dip. DISCUI dell’Università di Urbino “Carlo Bo”;
Antonella Labate. Biologo Faunistico, specializzata in conservazione e diritto ambientale;
Paolo Lanfranchi. Ex Docente Università di Milano, Dipartimento Veterinaria, Igiene e Patologia animale;
Franco Perco. Esperto in conservazione faunistica. Ex direttore Parco Monti Sibillini, Presidente onorario Associazione italiana per la gestione Faunistica;
Fabio Renzi. Segretario generale Symbola – Fondazione per le Qualità Italiane;
Giorgio Salvatori. Giornalista RAI per oltre 30 anni. Presidente Wilderness. Autore di pubblicazioni di rilievo anche in ambito venatorio;
Corrado Teofili. Responsabile Area Biodiversità e Conservazione di Federparchi, Coordinatore del Segretariato di IUCN Italia;
Giorgio Zanetta. Esperto di marketing e comunicazione digitale.

Nel sostenere questo importante cambiamento per Fondazione UNA, il Presidente Maurizio Zipponi ha dichiarato: “Negli ultimi anni siamo molto cresciuti e un passo di questo tipo era dovuto per dare nuova linfa e competenza ai progetti della Fondazione. Per questo motivo abbiamo deciso di strutturare la composizione del Comitato Scientifico con figure di primario livello e di background professionali diversi, che possano contribuire sinergicamente con le loro differenti esperienze alla  realizzazione degli obiettivi ambiziosi che la Fondazione intende perseguire, uno su tutti quello di essere riconsciuta come una delle prime realtà ambientaliste sul territorio nazionale”.

Nell’insediarsi come Presidente del Comitato Scientifico, Renata Briano ha aggiunto: “Ho accettato questo incarico con grande entusiasmo perché da tempo seguo le attività di Fondazione UNA e credo molto nelle sue iniziative, e nell’importanza del dialogo tra le parti su temi urgenti da affrontare come quelli legati alla tutela della biodiversità. Sono convinta che il Consiglio di UNA, anche con il supporto del rinnovato Comitato Scientifico, potrà sviluppare iniziative più incisive a tutela dell’ambiente, stimolando il confronto tra diversi portatori di interesse e garantendo al mondo venatorio un ruolo centrale nelle politiche di gestione del territorio”.

Ulteriore obiettivo per consolidare la crescita di UNA sarà quello di continuare a favorire il dialogo non solo con il mondo politico che con quello dell’associazionismo (venatorio, agricolo, ecologista) nazionale, ma anche con quello europeo impegnato nella tutela dell’ambiente e della biodiversità.

Porte aperte all’Arci Caccia: la parola ad ATC e CA, la presenza fa la differenza

arcicaccia logo co1XII Congresso di Chianciano 10-11 settembre 2021

Porte aperte all’Arci Caccia: la parola ad ATC e CA, la presenza fa la differenza

In preparazione del XII Congresso aperte le porte dell’Arci Caccia ai contributi degli enti gestori della fauna selvatica. La nostra associazione costruisce ponti verso la società e, contrariamente ad altri, rifugge da barricate fallimentari. Le sintesi dei documenti approvati dal Consiglio sono state inviate alle organizzazioni periferiche per la discussione, le modifiche e gli emendamenti. Centinaia di volontari e dirigenti (sempre e comunque a titolo gratuito) dal Presidente Nazionale a quelli regionali e locali, senza differenza di ruolo, sono impegnati a pieno regime nelle attività preparatorie del Congresso. Noi predichiamo e pratichiamo gli indirizzi della legge che disciplina la vita delle associazioni di terzo settore: volontariato attivo e no profit. Consapevole dell’importanza e del ruolo degli ATC e dei CA, l’Arci Caccia ha inviato loro il documento programmatico del Congresso, così che, se vorranno, potranno mandarci dei contenuti, tesi a contribuire ad una migliore conoscenza dei cittadini e dei cacciatori dell’attività che, questi sottovalutati enti, svolgono per i loro territori. I risultati raggiunti, le criticità che si sono presentate loro in questi anni, saranno attentamente valutati dalla commissione del documento politico organizzativo, per essere rappresentate in sede di assemblea congressuale plenaria e già nei congressi territoriali. La parola, quindi, agli ATC e ai CA che lo vorranno. La scelta del silenzio di questo nostro mondo della gestione faunistica, che vede l’impegno dei cacciatori, sarebbe un’occasione persa di quel percorso che deve portare a farsi valere gli enti gestori di importanti parti di patrimonio naturalistico nel nostro paese. A noi piace sperare che, enti preposti a tutela di cotanto valore, abbiano una gran voglia di essere protagonisti della ripresa di questo paese. Buon congresso anche a loro.

https://www.arcicaccianazionale.it/porte-aperte-allarci-caccia-la-parola-ad-atc-e-ca-la-presenza-fa-la-differenza/

 

Lupi, attacchi nelle stalle e danni agli allevamenti dell'Emilia Romagna: sistemi anti-predazione finanziati fino al 100% e bando da 2,5 milioni

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Lupo 2Misure Regione. Mammi: "Unico in Italia, il nostro programma di prevenzione anche in Europa. Ma serve un piano nazionale"

Lupi che attaccano allevamenti e stalle o avvistati in prossimità dei centri abitati in appennino e in pianura. Una situazione preoccupante, con segnalazioni di cittadini e agricoltori aumentate in modo considerevole negli ultimi tempi.

E proprio sugli attacchi al patrimonio zootecnico, la Regione ha avviato un programma di lavoro unico in Italia, portato anche a Bruxelles come esempio di ‘buona pratica’, che mette a disposizione degli agricoltori un tecnico specializzato e adeguati strumenti economici - bandi pubblici con fondi di bilancio e bandi con fondi del Programma di sviluppo rurale- che finanziano il 100% degli interventi realizzati per sostenere l’acquisto di dotazioni anti-predazione e il supporto, appunto, di un tecnico esperto per la valutazione delle soluzioni più adatte alla propria realtà aziendale. E a breve viale Aldo Moro metterà 2,5 milioni di euro su un nuovo bando per la prevenzione dei danni da fauna selvatica.

A supporto delle aziende agricole inoltre è attivo il numero 051 6375090, da contattare anche per segnalare la presenza di lupi o di situazioni che meritano attenzione, e l’indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Misure però che, senza la cornice di un piano nazionale, non bastano.

La Regione ha avviato da tempo un tavolo di confronto con l’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale (Ispra) per individuare azioni da mettere in atto nel breve periodo in ottica di mitigazione dei conflitti sul territorio regionale.

Sono diversi gli aspetti legati a questo problema, spiega Mammi nella sua lettera, prima di tutto gli attacchi al patrimonio zootecnico e le loro conseguenze; poi l’analisi della popolazione dei lupi – dalle cause di mortalità alla gestione degli esemplari feriti - e la questione dei cosiddetti lupi ‘confidenti’, che si avvicinano sempre più ai centri abitati e mettono in pericolo animali e persone. Per questo sono indispensabili protocolli operativi per intervenire sulle situazioni effettive e anche sul livello percepito di problematicità. E a questo va necessariamente affiancata una attività di formazione adeguata del personale per garantire gli interventi e l’operatività sul territorio.

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