Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Luca Gironi

Luca Gironi

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Basilicata: il TAR accoglie il ricorso delle associazioni ambientaliste

Brutte notizie per i cacciatori lucani. Il TAR della Basilicata, infatti, ha accolto il ricorso delle associazioni ambientaliste, obbligando la regione a rivedere il calendario venatorio uniformandosi al parere dell'ISPRA. Un bel problema per i seguaci di Diana che vedranno chiudere la caccia il 10 gennaio per il tordo bottaccio, il 20 gennaio per 14 specie di uccelli acquatici, il 31 dicembre per la beccaccia, il 31 ottobre per quaglia e tortora e il 1 dicembre per la lepre. Non sarà inoltre possibile cacciare i primi 10 giorni di febbraio e ci saranno consistenti riduzioni al carniere massimo di beccaccia, codone e tortora.

(www.regionebasilicata.it)

VENETO: PRESENTATO UN PROGETTO DI LEGGE SULLA FAUNA SELVATICA

  • Pubblicato in Notizie

Il Presidente della terza Commissione permanente del Consiglio regionale dl Veneto, Sergio Berlato, presenta un Progetto di legge sulla gestione di tutta la fauna selvatica.

Ad oggi la normativa statale e regionale si limitano a disciplinare l’aspetto di programmazione e gestione dell’attività venatoria ( L. 157/1992 e LR 50/1993).

L’obiettivo di questo nuovo Progetto di legge e’ disciplinare il quadro assai più complesso ed articolato di gestione del patrimonio faunistico, ambientale e produttivo del settore agricolo, ittico e zootecnico, quadro in cui la programmazione faunistica venatoria rimane solo uno tra i diversi strumenti di gestione a fronte di un monitoraggio continuo del territorio, della convivenza equilibrata tra le diverse specie di fauna selvatica nei diversi habitat e non ultimo dei danni eventuali cagionati da questi ultimi al settore produttivo.

Il PDL demanda alla Giunta regionale l’elaborazione di un programma regionale pluriennale di gestione faunistica, ambientale e produttiva, (articolo 2), di durata quinquennale, che introduce strumenti di studio, rilevazione dati e loro analisi e di individuazione di metodologie di gestione, ivi compreso lo strumento del controllo e contenimento delle specie di fauna selvatica di cui agli artt. 19 L. 19/92 e 17 LR 50/1993 al fine di prevenire il determinarsi di fenomeni di disequilibri faunistico-ambientali e di situazioni di gravi danni alle produzioni agricole, ittiche e zootecniche.

Ecco il testo del Progetto di legge:

NORME REGIONALI PER UNA CORRETTA GESTIONE DEL PATRIMONIO FAUNISTICO, AMBIENTALE E PRODUTTIVO DEL SETTORE AGRICOLO, ITTICO E ZOOTECNICO DEL VENETO

Art. 1 – Finalità

1. La Regione del Veneto al fine di concorrere a promuovere una complessiva e coordinata gestione del patrimonio faunistico, ambientale e della produzione agricola, ittica e zootecnica, interviene con la presente legge, nel rispetto delle normative comunitarie e statali vigenti, per introdurre un modello di gestione che intervenga in modo organico per rendere compatibili tra di loro le componenti faunistiche, ambientali e produttive.

2. La Giunta regionale, per il conseguimento delle finalità di cui al comma 1, predispone, sulla base di un approccio tecnico scientifico, un programma regionale pluriennale di gestione sostenibile del patrimonio faunistico con lo scopo precipuo di prevenire fenomeni di disequilibri faunistico-ambientali e gravi danni alle produzioni agricole, ittiche e zootecniche, definendo, al contempo, strumenti di rilevazione e metodologie di gestione applicabili ai diversi contesti/situazioni.

Art. 2 –Programma regionale di gestione faunistica, ambientale e produttiva.

1. La Giunta regionale definisce entro 120 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, acquisito il parere della competente commissione consiliare, il programma regionale pluriennale di gestione faunistico, ambientale e produttiva che, operando sulla base di un approccio tecnico-scientifico, introduce strumenti di studio, rilevazione dati e loro analisi e di individuazione di metodologie di gestione al fine di prevenire il determinarsi di fenomeni di disequilibri faunistico-ambientali e di situazioni di gravi danni alle produzioni agricole, ittiche e zootecniche.

2. Il Programma di cui al comma 1 è soggetto a revisione ogni cinque anni.

a) opera il censimento del patrimonio costituito dalla fauna selvatica; monitora lo stato di conservazione e la consistenza delle singole specie selvatiche; rileva i dati biometrici, al precipuo fine di verificare la distribuzione, consistenza e tendenza delle singole specie nell’ambito del territorio regionale;

b) individua strumenti e attiva metodologie di rilevazione e monitoraggio dei disequilibri tra le diverse specie di fauna selvatica e dei danni alle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche causate sul territorio dalle specie di fauna selvatica;

c) diffonde gli studi, i dati e i censimenti fra i soggetti interessati;

d) individua, su parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ISPRA, le metodologie ecologiche da utilizzare per il controllo selettivo della fauna selvatica, in particolare quali mezzi di difesa delle colture agrarie e delle produzioni ittiche e quali soluzioni di controllo ed eradicazione di specie alloctone e nocive.

e) disciplina le modalità generali e procedurali dei piani pluriennali di controllo e di contenimento regionale della fauna selvatica nel rispetto delle normativa comunitarie e statali vigente e qualora i metodi ecologici ordinari siano risultati inefficaci o inadeguati.

g) dispone le modalità per la gestione del fondo regionale destinato alla prevenzione ed ai risarcimenti dei danni di cui all’articolo 26 comma 1 legge 157/1992 e del fondo regionale di cui all’articolo 3 della legge regionale 23 aprile 2013 n. 6.

3. Per le attività di rilevazione, monitoraggio e divulgazione delle informazioni di cui al comma 1, la Giunta regionale coinvolge, coordinandole, province e Citta metropolitana, Associazioni rappresentative delle categorie interessate, Ambiti territoriali di caccia e comprensori alpini, per quanto di competenza.

Art. 3 –Piani di controllo e contenimento della fauna selvatica.

1. Il controllo e il contenimento della fauna selvatica viene attuato dalle province e dalla Città metropolitana, sulla base delle risultanze e secondo le metodologie di carattere selettivo individuate dalla Giunta regionale, secondo le procedure di cui all’articolo 3, anche utilizzando i soggetti da queste individuati ai sensi dell’articolo 17 comma 2 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50, anche a tal fine appositamente formati.

2. Il controllo ed il contenimento della fauna selvatica nelle riserve e nei parchi naturali regionali deve avvenire in conformità al regolamento delle medesime aree protette e sotto la diretta responsabilità e sorveglianza dell’ente gestore: le attività di controllo e di contenimento sono svolte dal personale dell’ente gestore e da soggetti appositamente autorizzati dall’ente gestore stesso, in conformità a quanto previsto dalla legge 6 dicembre 1991, n. 394 “Legge quadro sulle aree protette”.

3. La Giunta regionale adotta piani regionali pluriennali di controllo e contenimento per il perseguimento di particolari finalità caratterizzate dalla necessità di coordinamento su scala sovra-provinciale o inter-regionale.

Art. 4 – Clausola di invarianza finanziaria.
1. All’attuazione della presente legge si provvede nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio della Regione.

ANUU: UNA LEGGERA RIPRESA DEL PASSO

Queste note sono redatte alle ore 12 di venerdì 28 ottobre per ragioni di impaginazione della rubrica allorquando si sta riprendendo un movimento migratorio che avevamo preannunciato nella nostra ultima nota informativa (25/10) con la ripresa del passo in modo interessante dei primi Tordi sasselli soprattutto nella giornata di giovedì 27 ottobre. Con loro hanno rifatto capolino le Allodole, che erano rimaste improvvisamente bloccate, come tutti gli altri migratori, con le cattive condizioni meteorologiche dell’ultimo fine settimana (venerdì 21, sabato 22 e domenica 23). Tuttavia, mancano ancora in questa nota favorevole i Frosoni, i Lucherini e le Peppole, che riteniamo non si faranno attendere, mentre per i Fringuelli vi è una assenza che non ci fa ben sperare anche se le condizione meteorologiche dei 33°C di Palermo ci inducono a ritenere che il sole rimarrà presente anche dopo l’inizio di novembre. I luoghi più congeniali ai Beccaccini si stanno riempiendo d’acqua e ciò è molto importante perché solamente con condizioni ottimali il mitico uccello delle paludi diventa appetibile anche per i nostri cacciatori. Ritorneremo sull’argomento in modo più approfondito nella nota informativa di martedì 8 novembre e brinderemo, quindi, al vino nuovo per una ripresa del passo autunnale prima di chiudere l’anno con le mitiche Cesene.

Cambio della guardia alla Presidenza dell’ARCI Caccia del Piemonte

Il 13 ottobre 2016, nella sede di Alessandria, si è svolta la prima Direzione Regionale dell’ARCI Caccia del Piemonte, dopo la celebrazione del Congresso Nazionale di Fiuggi.

La discussione, introdotta dal Direttore Generale Osvaldo Veneziano, ha trovato sulle linee di politica venatoria nazionale il consenso dei dirigenti regionali presenti in rappresentanza delle Federazioni provinciali e più impegnati nelle battaglie significative per la salvaguardia e la valorizzazione dell’attività venatoria e per la conquista di un rinnovato consenso dei cittadini in una Regione in cui sono sempre più presenti segnali di isolamento dell’opinione pubblica e delle altre categorie della Società civile.
Uscire da una condizione culturale minoritaria e perdente, laddove le stanno spingendo le azioni delle altre Associazioni venatoria è una priorità inderogabile.
La discussione partecipata e di merito si è protratta fino a tarda sera.
Prendendo atto dell’impossibilità, per motivi personali, del Presidente uscente Lino Rava a continuare il proprio mandato, così come già comunicato da mesi, terminato il dibattito e condivisi gli orientamenti del candidato alla presidenza, Remo Calcagno, si è passati alla votazione del nuovo Presidente nella persona di Remo Calcagno che, nelle conclusioni, ha riportato l’apprezzamento della Direzione per il lavoro del Presidente uscente.
Il voto è stato unanime dopo di che si è proceduto anche alla cooptazione di Bruno Peinetti.
Dall’indomani tutti al lavoro per coinvolgere i Direttivi provinciali sugli indirizzi deliberati e per rilanciare l’impegno per la nuova legge regionale, il piano faunistico e la revisione delle normative alla luce anche delle preoccupazioni che derivano dalle modifiche della perimetrazione degli ATC e dei CA dalla nuova legge del Piemonte in materia.
In preparazione del Congresso regionale, da fissare entro la metà dell’anno 2018, il Consiglio di Presidenza risulta così composto: Calcagno Remo Presidente regionale, Mario Bruciamacchie Presidente onorario, Giovanni Anzicche, Vice Presidente.

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura