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Arci Caccia Abruzzo: la Regione apre addestramento cani e selezione. Quando vedremo Calendario e Piano Faunistico Venatorio?

La Regione Abruzzo ha deliberato in questi giorni rendendo di nuovo possibili addestramento cani e caccia di selezione. La notizia è stata accolta positivamente da Massimiliano di Luca, Presidente Regionale di Arci Caccia Abruzzo: “Ben vengano i provvedimenti che riaprono la caccia di selezione e l’addestramento cani, non possiamo che essere contenti che anche la nostra Regione si sia accodata alla maggior parte delle altre Amministrazioni su questa strada. Ora però, mentre in tutta Italia si discute già di approvazione dei calendari Venatori, in Abruzzo a che punto siamo? Cosa ci dobbiamo aspettare per la prossima stagione?
Inoltre, a che punto siamo col rinnovo del Piano Faunistico Venatorio? Questo strumento, è fondamentale per una corretta impostazione della Gestione Faunistica, e , soprattutto, ci mette al riparo dal rischio che il calendario venga impugnato come il precedente. Riguardo la ripresa della caccia di selezione, come già detto siamo contenti del provvedimento della Regione, ora ci aspettiamo che gli AATTCC siano tempestivi nell’attivarla, ce lo chiedono i cacciatori, ma soprattutto gli agricoltori, che per bocca del Dott. Mauro Di Zio Presidente Regionale della CIA Abruzzo, sottolineano come la presenza di ungulati si sia fatta sempre più invasiva e i danni a carico degli agricoltori sempre più consistenti”.

LO ZAINO PER LA CACCIA DI SELEZIONE

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Chiariamo subito una cosa…, che secondo me lo zaino del cacciatore di Selezione che si dedica al prelievo del SOLO capriolo dovrebbe essere totalmente vuoto, con la sola eccezione di un bel paio di robuste buste di nylon per rifiuti ingombranti e qualche metro di ottima corda. Stop, basta. Non occorrerebbe altro, perché tutto il resto potrebbe stare comodamente nelle nostre tasche, come un coltello, una giberna con poche cartucce e una piccola torcia elettrica, anche se oggi è surclassata dalla potenza dei led di alcuni telefonini. Perché lo zaino servirebbe, o almeno dovrebbe servire, principalmente per il recupero del capo abbattuto. Quando invece ho viste dei video (ma anche dei colleghi cacciatori), cacciare con sulle spalle zaini da 60 – 80 litri stracolmi di cose semi-inutili e poi trascinare il capo abbattuto per decine di metri se non addirittura per centinaia. Se fossimo onesti con noi stessi, dovremmo ammettere che le attrezzature e gli accessori veramente indispensabili per una battuta di caccia in Selezione mattutina o serale non sono poi molti: la carabina, l’ottica e le munizioni, il bipiede, il binocolo (meglio con telemetro incorporato) e un buon coltello. Chi pratica la caccia seriamente, con impegno, conosce bene quanta importanza possa avere uno buon zaino da caccia (specifico da caccia perché quelli da turismo o da trecking che hanno delle caratteristiche ben diverse!), riconoscendogli tutti i suoi molteplici pregi e praticamente nessun difetto. Fino ad alcuni anni fa, il mercato nazionale offriva ben poco, oggi per fortuna, anche in funzione alla costante richiesta, le cose sono cambiate, tanto che moltissimi fabbricanti (industriali o artigiani) di accessori per lo sport, per il tempo libero e per la caccia, hanno in catalogo diversi modelli in grado di soddisfare ogni esigenza. Per citare solo alcune delle marche più famose: Ravelli, Green Sport, Bailo, Suomi Riserva, Selvatico, Red Rock serie “camoscio”, Invicta modello Tiroler, tutto il nutrito campionario offerto da Big Hunter, dalla Kettner e dalla Franconia e la superba produzione dell’insuperabile artigiano Albino Odorizzi. Tutti i moderni zaini in commercio vantano un elevato standard qualitativo, messo al servizio di ogni clientela, compresi appunto i cacciatori.

I modelli che ci interessano in particolare sono quelli che permettono di trasportare comodamente tutte le nostre attrezzature, e che all’occorrenza abbiano la capienza necessaria a contenere la spoglia intera di un selvatico della mole di un capriolo o di un camoscio adulto, anche se ho visto trasportare negli zaini anche grossi mufloni. Lo zaino deve avere una capacità di almeno 45 – 50 litri, per arrivare ad un massimo di 65 – 80. Zaini più piccoli o più grandi non sono certo l’ideale per il cacciatore di selezione e/o di montagna. Stesso discorso vale per gli accessori “Optional”. Una tasca interna va bene, due esterne sono ancora ammesse, ma tutte quelle cinghiette, lacci, occhielli, porta piccozze, porta racchette, porta sci ecc, oltre a non servirci ci appesantiscono e sono fonte d’intralcio durante gli spostamenti (specialmente in ambiente boschivo) e in fase di preparazione al tiro. Un buon zaino da caccia deve essere in nylon e/o in Cordura antistrappo idrorepellente (quelli in cotone e in loden sono bellissimi, ma non fanno al caso nostro, per i motivi che vedremo in seguito). I fabbricanti seri hanno curato in modo particolare i materiali che meglio si adattano alle particolari condizioni d’impiego.

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La continua ricerca di nuove soluzioni tecniche risponde a requisiti che tengono conto del lavoro e dell’usura protratti nel tempo Lo zaino deve avere una bocca di carico ampia, delle cuciture resistenti (meglio se doppie sul fondo), delle fibbie in resina robustissime, degli schienali comodi, anatomici, indeformabili e con rinforzi di acciaio armonico in stecche di ottima qualità e degli spallacci sagomati ed imbottiti completi di asola poggia mento e di maniglie per le mani. Il tutto in meno di due chili di peso. Un mio carissimo amico ha comperato uno zaino dal buon Albino Odorizzi: non ha badato a spese ed ha scelto l’ultimo modello: il “Rucsaak Sloveno”, iperaccessoriato con finiture in corno e pellami pregiati. Quando me lo ha mostrato gli ho detto. “Dove ci vai con quello, tra gli spini e le marruche di Capalbio o nelle macchie dell’Argentario?”. Un zaino del genere e senz’altro uno degli accessori più belli che potresti regalare o regalarti, ma è effettivamente troppo ben fatto per poterlo utilizzare e “strapazzare” a dovere, oppure per vederlo imbrattato di fango, di sangue o di altri liquidi di natura organica! Il mio amico poteva tranquillamente acquistarne uno simile, ma in nylon e Cordura antistrappo, meno rifinito, con meno tasche e con meno accessori. Sarebbe stato l’ideale per la caccia di selezione ed Albino non se la sarebbe presa più di tanto. E per piacere non venite a dirmi che più un’attrezzatura è usurata, stropicciata e mal tenuta e più bravo è il cacciatore che la porta! Io tutte le volte che rientro da una battuta, dedico le stesse cure sia agli scarponi che al fucile. Per non parlare poi degli ausiliari. Non faccio certamente come Jones, il guardacaccia sloveno che conosco ed ammiro da molti anni, che nel suo zaino ha ancora il sangue dell’ultimo camoscio che ha abbattuto insieme al Maresciallo Tito!! Se v’interessa saperlo posso confidarvi tranquillamente le mie scelte. Possiedo diversi zaini, tutti modelli semplici e funzionali; quelli che non lo erano con poco lavoro li ho modificati a mio piacimento e secondo le mie esigenze. Ho un ”Presanella” da 50 litri della Ravelli, un “Camoscio” medio della Red Rock e un “Odorizzi caccia”. Tutti e tre possono essere facilmente lavati e spazzolati e si asciugano in brevissimo tempo. Sono comodi, capienti, robusti e “Spartani”. Li ho usati per trasportarci di tutto, dal materiale per costruire o ristrutturare le altane, al sale e al foraggio per gli ungulati. Mi sono serviti sia come appoggi per tirare con la carabina sia come cuscini per riposare dopo estenuanti battute di caccia. Lo zaino, più che un’indispensabile attrezzatura è un amico fidato, a cui puoi chiedere di tutto, sicuro che non ti deluderà mai.

Marco Benecchi

 

CABINA DI REGIA DEL MONDO VENATORIO: importante far ripartire l’attivita’ venatoria e il controllo faunistico per tutelare l’agricoltura

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Le associazioni venatorie riconosciute e il CNCN chiedono attenzione alle Istituzioni sui danni alle coltivazioni da parte della fauna selvatica e auspicano un potenziamento delle sinergie con il mondo agricolo in tema di contenimento faunistico e gestione del territorio.

 

Roma, 6 maggio 2020 - La cabina di regia del mondo venatorio, in rappresentanza dei cacciatori italiani, conferma il proprio impegno nel rafforzare il dialogo con le istituzioni affinché le attività legate al settore della caccia, in particolare quelle relative al contenimento della fauna selvatica per la tutela dei campi agricoli, possano ripartire nel corso dell’attuale fase 2.

 Gli interventi gestionali sulla fauna rappresentano un tassello essenziale per la tutela del settore agricolo, permettendo agli agricoltori di svolgere il proprio lavoro in sicurezza e nelle migliori condizioni: la caccia, infatti, svolge una funzione fondamentale nel regolare gli equilibri nei confronti della fauna selvatica che, se non controllata, arreca danni ingenti alle coltivazioni agricole.

 Il sistema venatorio è impegnato in questo contesto a potenziare le sinergie già in atto col mondo agricolo in tema di gestione, sviluppo e tutela del territorio, contribuendo così a garantire al settore primario una crescita sostenibile e a tutti il sufficiente approvvigionamento alimentare.

 La pratica della caccia e le attività ad essa correlate, inoltre, non comportano rischi legati ad un potenziale contagio da Coronavirus. L’emergenza sanitaria legata al coronavirus, al pari di quello che sta avvenendo in altri settori, sta segnando profondamente il tessuto sociale economico e produttivo che ruota intorno a diversi sistemi economici, incluso quello della caccia, con potenziali gravi conseguenze sul settore agricolo.

 Dopo aver raggiunto il picco dell’emergenza, siamo entrati nella fase 2, che auspichiamo possa permettere alle piccole e medie imprese, di cui è permeato il territorio italiano, di riprendere ad operare, salvaguardando le produzioni essenziali e continuando a garantire posti di lavoro. Di queste fanno parte anche tutte le realtà che operano nell’indotto venatorio, il cui giro di affari ricordiamo ammonta a quasi 8 miliardi di euro, ovvero allo 0,44 del PIL, coinvolgendo quasi 90.000 addetti.

 Il distanziamento sociale e l’utilizzo delle mascherine diverranno pratiche obbligatorie nell’esercizio di qualsiasi tipo di attività nelle prossime settimane; il mondo venatorio è pronto ad affrontare questa sfida, a ripartire seguendo tutte le precauzioni del caso e facendosi portatore di un grande senso di responsabilità, che già caratterizza questo settore e le persone che ne fanno parte come quotidianamente dimostrato anche in questi giorni di piena emergenza. Uniti ce la faremo!

 

Componenti della cabina di regia del mondo venatorio:

Federcaccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia, Arcicaccia, AnuuMigratoristi, Italcaccia, Ente Produttori Selvaggina, CNCN (Comitato Nazionale Caccia Natura).

Toscana: ignoti malfattori vandalizzano la ZAC Campitello di Bucine (AR)

Una brutta sorpresa aspettava questa mattina i volontari che si occupano della ZAC Campitello, struttura Arci Caccia situata nel Comune di Bucine (AR), a due passi dall’uscita Valdarno dell’A1. Un autentico paradiso per i cinofili che si apprestava a riaprire dopo lo stop forzato imposto dall’emergenza Cavid-19 e che comunque è regolarmente in funzione. I volontari, nel loro giro di controllo, si sono accorti che ignoti malfattori avevano asportato numerose tabelle sul perimetro della ZAC e anche alcuni pali di sostegno. Ovviamente è stata presentata regolare denuncia contro ignoti alle forze dell’ordine e si spera che le indagini portino a scoprire ed assicurare alla giustizia gli autori del gesto. Arci Caccia Arezzo ha deciso di astenersi dal commentare l’accaduto, non volendo dare ulteriore visibilità a chiunque abbia compiuto l’atto vandalico: balordi comuni, integralisti animalisti o, anche se ci rifiutiamo di crederci, altri cacciatori, forse per invidia o chissà quali altri motivi.

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Lazio: Arci Caccia e EPS chiedono la costituzione della Cabina di Regia Regionale

I responsabili regionali del Lazio di Arci Caccia ed EPS hanno preso carta e penna ed hanno scritto alle altre associazioni venatorie della Regione. Obbiettivo della lettera dare seguito alle indicazioni della Cabina di Regia Nazionale e chiedere la costituzione delle Cabine di Regia territoriali. Su questa linea Galdino Cartoni e Giuseppe Pilli si sono appellati agli altri Presidenti Regionali perché si proceda ad unire, sotto una sola bandiera, le voci di tutti i cacciatori, unico modo per avere il peso sufficiente per dialogare, anche in questi tempi difficili, con la politica, con le associazioni agricole e, ultimo, ma non in ordine di importanza, con la società civile.

CABINA DI REGIA LAZIO

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