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Alessandro Bassignana

Alessandro Bassignana

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In Piemonte...giorni da lupi!

Venerdì 2 dicembre, nella sede Federcaccia Piemonte di Torino, si è tenuto "In bocca al lupo", convegno durante il quale si è discusso della presenza e dell’impatto del predatore carnivoro nel territorio piemontese.
E’ stato osservato come, prima ancora di ipotizzare azioni di gestione o controllo del lupo, sia indispensabile disporre di dati certi, o quantomeno credibili, mentre quelli attualmente a disposizione, forniti dal progetto Life WolfAlps, sarebbero decisamente sottostimati, non convincendo gli organizzatori dell’incontro.
Infatti ad inizio 2016 furono proprio i collaboratori di Life WolfAlps (oltre 6 milioni di euro, cofinanziati dalla UE) a comunicare alla stampa come si stimasse la presenza di 21 branchi di lupi, suddivisi in 14 nella provincia di Cuneo e 7 in quella di Torino; di questi soli 4 sarebbero stati riproduttivi. A tutti questi animali s’aggiungevano alcuni soggetti in dispersione sul territorio.
Da quel giorno però, così ci dice Federcaccia, oltre una dozzina d’animali (dovrebbero essere 14) sono stati recuperati morti, principalmente sulle strade, e non solo in quelle due province ma pure in quella d’Alessandria (un soggetto a pochi km dal capoluogo); insomma come a dire che di questo passo un predatore formidabile come il lupo, sopravvissuto a secoli di persecuzioni, rischiava d’essere messo al tappetto, pensateun po', dagli…automobilisti subalpini!
Chiaro che qualcosa non tornasse, e che fosse necessario affrontare il problema in maniera seria e scientifica, al fine di giungere a più corrette stime numeriche.
Ad aggiungere perplessità a quelle già manifestate, sono però giunte sul tavolo di Federcaccia Piemonte notizie di nuovi ritrovamenti di lupi morti, addirittura quattro!
Il giorno 3 dicembre il primo, quello della foto, che è stato trovato a Montezemolo, in provincia di Cuneo; sempre dalla “Provincia Granda” è giunta anche la notizia di un altro animale recuperato in Val Po.
Torino non voleva essere da meno dalla contigua Cuneo, e così alla lupa di 25 kg, 18 mesi, trovata vicino alla ferrovia nel comune di Exilles, s’è aggiunta la segnalazione di un altro lupo recuperato morto in Valle Orco, non lontano dalle Valle d'Aosta.
Insomma, non c’è che dire, in Piemonte davvero…giorni da lupi

SCIVOLA E GLI PARTE UN COLPO, COSI' E' MORTO UN CACCIATORE

Un cacciatore di cinghiali di 67 anni è morto con un colpo di fucile ieri durante una battuta di caccia sui Monti Lucretili, nel comune di Licenza, in provincia di Roma al confine con l'Abruzzo. Il colpo sarebbe partito dal fucile che aveva a tracolla. A dare l' allarme la moglie non vedendolo rientrare. Sul posto i carabinieri della stazione di Licenza che hanno trovato il corpo sull'argine del torrente. Si ipotizza l'incidente. Verranno effettuati l'esame autoptico e gli accertamenti balistici per chiarire con esattezza se il colpo sia partito accidentalmente.
 

IL BRACCONIERE ERA UN EX-FORESTALE

Questa volta il bracconiere era un ex forestale.
E' successo nel vicentino, e all'onore delle cronache è finito un cittadino di Schio, Dario Nicolussi, 69 anni, agente della forestale in congedo, finito nei guai per il possesso di fucile ad aria compressa mai denunciato, l'averlo portato in spazi aperti al pubblico senza essere in possesso di porto d’armi, in più per aver cacciato in un giorno di silenzio venatorio con un’arma non consentita. A finire nei guai è lo scledense
A notificargli queste ipotesi di reato la polizia provinciale, che ormai da un paio d'anni teneva sotto osservazione un capanno di caccia in località Boldoro, realizzato a ridosso d'alberi da frutta che attraevano i volatili, specialmente nella stagione autunnale.
Il capanno sembrava abbandonato, ma alle guardie che regolarmente l'ispezionavano, non è sfuggito l'uomo, mimetizzato tra le sterpaglie, in chiaro atteggiamento di caccia. Peccato fosse venerdì, giorno di silenzio venatorio, e dunque sono subito scattati i controlli.
 

Trento...val bene una messa?

Le proteste degli animalisti hanno fatto effetto, e la messa che domani si sarebbe dovuta tenere in Duomo per i cacciatori trentini in occasione del patrono Sant'Uberto, non ci sarà.
La decisione è stata presa da parte dell'Arcidiocesi di Trento in seguito all'azione di protesta dell'associazione “Centopercentoanimalisti” che nei giorni passati avevano affisso su muri e portoni di Diocesi, Duomo, ed altre zone della città, manifesti che recavano lo scencertante messaggio: "Sant'Uberto  patrono degli assassini! Diocesi vergogna! L'unica messa 'buona' per il cacciatore è quella funebre".
 
E così la Chiesa, invece di prendere le distanze da una pletora di fanatici pronti ad augurare la morte a gente normalissima e per bene, ne omologa la protesta, accodandosi agli strepiti degli animalisti e annullando un rito religioso che mai prima d'ora s'era pensato di mettere in discussione.
Il presidente dei cacciatori trentini ha disapprovato la decisione degli alti prelati, che invece si difendono spiegando che non v'è alcuna polemica con il mondo delle doppiette locali, ma solo prudenza da parte dell'Arcivescovo Lauro Tisi, che si sarebbe confrontato con il questore di Trento.
Tutto questo non è che l'ultima conferma di una Società ormai impazzita, dove sembra saltata ogni scala di valori e nulla contano più storia e tradizioni di un popolo, in questo caso quello trentino, che ha saputo fare della caccia una vera e propria arte.
La Messa di Sant'Uberto è tradizione antichissima, una consuetudine che si ripete da secoli in molte località italiane, partendo da quella celeberimma e suggestiva di Venaria Reale per proseguire con altre egualmente belle, e nessuno avrebbe mai pensato che potesse essere cancellata per...ragioni di sicurezza.
Un tempo si diceva " Parigi val bene una messa", ma questo evidentemente non vale per Trento e per i suoi cacciatori. 
 
 
 

CINGHIALE FERISCE CACCIATORE

Un grosso cinghiale ha attaccato e ferito un cacciatore toscano di 75 anni, ferendolo a genitali e coscia
E' accaduto ad un uomo di Donoratico, subito trasportato all'ospedale di Cecina, dove è subito stato operato e trasefrito ne reparto urologia.
Il cinghiale era stato ferito, durante una battuta di caccia alla quale partecipavano ben ottanta persone, ma è riuscito a dirigersi verso le poste dov'era l'uomo.
L'ha buttato a terra e cominciato a colpirlo. E' servito l'intervento dei compagni per uccidere l'animale, diversamente sarebbe andata molto peggio.
E' subito intervenuto il 118, e l'uomo ora è fuori pericolo.
 

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