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Alessandro Bassignana

Alessandro Bassignana

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Ricordo di Gualtiero Quaglino

Poco più di un anno fa veniva a mancare Gualtiero Quaglino, grande cacciatore e cinofilo appassionato. Gualtiero si è spento mentre esercitava la sua passione di sempre, con gli amici di una vita intera: i cani.
Aveva sempre amato la caccia con il cane, prima in alta montagna a forcelli, bianche o coturnici, e poi sulle colline della sua provincia, dove ancora si potevano insidiare starne, pernici rosse e fagiani autenticamente selvatici.
In molti l'hanno in mente con i suoi meravigliosi setter gordon calcare i campi di gara di mezz'Europa, vincendo titoli a raffica e dimostrando a tutti come il bel setter nerofocato, fosse...britannico al 100%.
Eh, sì, perché questo era un cruccio del povero Gualtiero, che ben conoscevo e mi chiese d'aiutarlo a diffondere il suo pensiero, quasi che il setter gordon non fosse ritenuto all'altezza d' altri colleghi che giungevano dalla terra Albione.  Aveva ragione lui, e i suoi cani lo dimostrarono con i risultati: Tekno e Tibet, ma ancor più Celine di Val Bruna che, condotta da Stefano Girandola, s'è laureata campione trailer.
Noi vogliamo ricordarlo un'altra volta, con un filmato che lo vede protagonista insieme ai suoi magnifici gordon:
 
 
Ciao Gualtiero.

L'Europa, la caccia, il Piemonte: Renata Briano risponde

Renata Briano, genovese di nascita, è Eurodeputata al Parlamento europeo, con delega di Vice Presidente della Commissione Pesca e di membro sostituto della Commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare.
Laureata in Scienze Naturali prima di dedicarsi alla vita politica è stata ricercatrice CNR presso l'Istituto Tecnologie Didattiche e poi responsabile del servizio informazione, formazione, comunicazione ed educazione ambientale di ARPA Liguria. 
Dal 2000 in politica, nel Partito Democratico, è stata per due cicli amministrativi assessore della Provincia di Genova con deleghe all’ambiente, sviluppo sostenibile, caccia e pesca, successivamente è approdata alla Regione Liguria, dove ha ricoperto l'incarico di assessore all'ambiente e allo sviluppo sostenibile, all'attività di protezione civile, a caccia e pesca nelle acque interne.
Sposata, è mamma di Francesco.
Renata Briano da sempre si è occupata di attività venatoria, e noi di Cacciando.com abbiamo voluto farle questa breve intervista per chiederle il suo parere su alcune questioni che sono di stretta attualità per i cacciatori.
 
 
 
Come vede la caccia l’Europa?
L’Europa non ha un atteggiamento ostile verso la caccia, purché sia sostenibile e svolta sulla base di criteri scientifici e nel rispetto delle regole. Nel Parlamento europeo è nato l’intergruppo “biodiversità, caccia e ruralità”, che si propone di approfondire le problematiche inerenti questi temi. Penso alla direttiva armi ad esempio. Questo intergruppo, di cui sono vice presidente, è composto da vari europarlamentari provenienti da diversi Paesi e da diversi gruppi politici. La FACE, l’associazione che raccoglie la maggior parte delle associazioni venatorie europee, è molto attività a Bruxelles. In estrema sintesi si potrebbe dire che in Europa l’atteggiamento è sostanzialmente neutro.
Anche in riferimento alle procedure d’infrazione?
Chiunque può fare segnalazioni che possono portare all’apertura di procedure di infrazione. Su questo punto voglio fare approfondimenti, soprattutto perché sembra che si tratti di un procedimento sostanzialmente arbitrario in mano a questo o a quel funzionario. Non solo. I documenti non sono visionabili. Siamo di fronte a qualcosa di poco trasparente. A volte si è avuta l’impressione che venissero portate avanti soprattutto le segnalazioni provenienti da determinati mondi…
Parliamo d’Italia e delle richieste che giungono dal nostro Paese. Quali sono principalmente?
Sì, l’Italia si trova spesso al centro di questioni legate alla caccia, specialmente per quanto concerne la migratoria. Qui bisogna essere chiari e netti: la migratoria non può essere gestita da un singolo territorio, nemmeno da una regione o da uno Stato (come è oggi), perché le specie che migrano non conoscono confini. Servono regole comuni, anche perché diventa inutile proteggere una specie in uno Stato quando in quello confinante viene cacciata. In ogni caso l’UE si sta dimostrando disponibile nei confronti dell’Italia. Penso ad esempio ai Key Concepts. In questo caso però è necessario che il nostro Paese si attivi al più presto, risolvendo così problemi che si protraggono da troppo tempo e ponendo fine a una situazione che ha visto i cacciatori italiani sostanzialmente discriminati rispetto a quelli di altri Paesi come la Francia. 
Regole comuni, questo mi fa venire in mente il Piemonte. Lei sa che ieri il Consiglio regionale ha votato il divieto di cacciare le 11 specie che il TAR aveva imposto fossero reinserite nel calendario venatorio 2016/17?
Sì, l’ho saputo. Siamo di fronte a una situazione che ha dell’incredibile. I divieti imposti dall’assessore Ferrero non sembrano trovare giustificazioni né dal punto di vista scientifico né da quello giuridico. Il TAR mi pare si fosse già espresso piuttosto chiaramente su questo argomento. Nel caso della tipica fauna alpina nel passato le scelte erano state sempre supportate da dati scientifici raccolti secondo le cosiddette Linee Guida, dettate proprio dalla Regione Piemonte. Francamente non riesco a capire le motivazioni che hanno spinto la Regione a penalizzare così pesantemente i cacciatori piemontesi. 
Mi scusi Onorevole, ma l’Europa cosa ne pensa di queste vicende?
La decisione è di ieri. Non ho ancora avuto il tempo di sollevare la questione a Bruxelles, ma lo farò al più presto con un’apposita interrogazione. 
Lei è dello stesso partito del presidente Chiamparino e dell’assessore Ferrero. Non le sembra singolare la pensiate così diversamente?
Vede, il PD è un grande partito, con mille sfaccettature e tante sensibilità differenti. In genere nel PD c’è un atteggiamento di grande equilibrio su questo argomento. Per cui credo che questa domanda andrebbe fatta a loro...
In estrema sintesi: stanno sbagliando i suoi colleghi piemontesi?
Sì, senza dubbio!
 

ULTIMA ORA: TROVATO CACCIATORE MORTO IN MOLISE

Nelle campagne di Morrone del Sannio (Campobasso) un cacciatore è stato trovato senza vita. L'uomo sarebbe morto a causa di un colpo d'arma da fuoco. Gli inquirenti non escludono alcuna pista anche se al momento l'ipotesi più accreditata sembra essere quella di un incidente: il cacciatore, un 69enne di Frosinone (C.S.), sarebbe infatti stato ucciso dalla sua stessa arma, da uno o due colpi partiti accidentalmente mentre scivolava lungo un dirupo.

Ciao Luciano!

Quando sabato pomeriggio Simone m’ha inviato un messaggio in WhatsApp quasi non volevo crederci, e l’ho immediatamente chiamato.
Scherzi? Ma che dici, è...morto Luciano?
Lui, che gli era vicino come un fratello, con la voce rotta dal pianto, mi ha subito risposto:” Ti pare che potrei scherzare su una cosa simile? Luciano è morto oggi, scivolando sul ghiaccio mentre cercava di recuperare un camoscio che aveva abbattuto…” e giù, con singulti che parevano poderose martellate sulla mia testa.
 
Luciano era davvero morto in montagna, sì proprio Luciano Ponzetto quel bravissimo veterinario ed appassionato cacciatore torinese che avevo conosciuto ed imparato a rispettare, come si deve sempre fare con gli amici.
Luciano, l’uomo che l’anno prima era stato…triturato e massacrato da una stampa fetida e schifosa che voleva fare lo scoop ad ogni costo, avendo scoperta la sua passione per la caccia ed alcune foto, regolarmente pubblicate su siti web, che lo ritraevano accanto a prede abbattute da lui in giro per il mondo; tra queste, apriti cielo, un magnifico leone africano!
L’occasione era troppo ghiotta per quei mercenari dell’informazione, e così il Dottor Ponzetto, stimatissimo professionista del Canavese, era stato subito accostato al dentista americano Walter Palmer colpevole d’aver ucciso il famoso leone Cecil! 
Come sia poi andata con la morte del felino simbolo dello Zimbabwe ora lo sappiamo tutti, ed il medico del Minnesota proprio recentemente ne è uscito completamente pulito, avendolo abbattuto in piena regola e con i permessi e le licenze dovute, ma senza le scuse di chi l’aveva indebitamente accusato. 
Nulla di strano, del resto è noto: questa cavolo di nostra Società ormai s’indigna più facilmente di fronte all’uccisione di un qualunque animale piuttosto che a quella di uomini o donne!
 
Com’è, come non è, il povero Luciano, per molti o per tutti, era ormai diventato il “killer” dei leoni, epigono dell’altro delinquente americano uccisore di povere bestie, tanto che all’epoca qualche imbecille chiese pure la sua espulsione dall’Ordine dei Veterinari, nemmeno se l’essere cacciatore comportasse insormontabili problemi etici che lo rendevano incompatibile con il suo mestiere. Così non è, ed è bene lo si sappia, tanto che moltissimi sono i…veterinari-cacciatori, ed in Francia esiste addirittura un’associazione fondata da loro.
 
In quel periodo l’incontrai e gli parlai spesso, trovandolo profondamente amareggiato e dispiaciuto, ma anche ben consapevole che chi lo conosceva davvero non avesse mai cessato di rispettarlo, volergli bene.
L’aveva patita moltissimo, umiliato nel suo essere un serio professionista, ed aveva incaricato un legale di tutelare la sua immagine; le querele erano partite a raffica, e le stava portando a casa quasi tutte, costringendo quegli asini che l’avevano così pesantemente diffamato a risarcirlo.
Poi però aveva ripreso a cacciare, perché Luciano era fatto così, e l’attività venatoria una passione sana e legittima, ma pure malattia inguaribile, tale da portarlo spesso lontano da casa, in ogni angolo del globo.
L’ultima volta che lo vidi fu alcuni mesi fa quando andai a trovarlo nel suo studio per un intervento alla mia setter Marilyn, e lì conobbi davvero il grande…dottore degli animali, accorto ed amato da tutti i suoi clienti, compresi quelli che, pur animalisti convinti, disapprovano la sua attività venatoria ma invece rispettavano le sue immense qualità professionali.
 
Ieri sera, quando s’è diffusa la notizia della sua morte, siti web dei giornali e gruppi social sono quasi impazziti, rimbalzandola ovunque ed aprendo a squallidissime discussioni dove fanatici d’ogni tipo e genere hanno plaudito al “karma”, piuttosto che invocata la dantesca legge del contrappasso o ringraziato quella divina.
Una morte, tragica come quella, era diventata occasione di festa e scherno per una moltitudine di idioti, uno dei punti più bassi che moralità ed intelligenza umana possano raggiungere. 
 
Ora Luciano non c’è più, trascinato sul fondo d’un letale burrone, inferno bianco, dalle insidie del clima e di ghiaccio e gelo, che tante volte aveva saputo affrontare e superare, ma non quest’ultima!
Un giorno ci rivedremo lassù, insieme a tanti altri amici che ci hanno già lasciati.
Ciao Luciano!

LA “CACCIA” DI IGLES E DEI SUOI AMICI

Ecco cosa capita quando un cacciatore con la passione per la tavola, e l'hobby per la cucina di qualità, incontra sulla sua strada un famoso cuoco che apprezza e sa valorizzare i frutti offerti dall'attività venatoria: nasce un libro!
 
In realtà LA “CACCIA” DI IGLES E DEI SUOI AMICI è molto più di un bel libro di ricette scritto a quattro mani, ma si tratta invece di un vero e proprio viaggio attraverso l'Italia alla riscoperta della selvaggina in tavola.
 
L'idea è venuta al piacentino Michele Milani, nella vita pubblicitario ma anche appassionato cacciatore ed autentico gourmet, capacissimo a destreggiarsi tra i fornelli, ed Igles Corelli, ferrarese, apprezzato chef del ristorante “Atman” di Lamporecchio (PT) nonché autore di numerosi libri di cucina e protagonista de “Il Gusto di Igles” sul Gambero Rosso Channel.
 
I due l'hanno pensata davvero bene, e, avvalendosi della collaborazione di 25 amici e colleghi, tutti grandi chef stellati, ci propongono 26 pensieri che rievocano il loro personale ricordo legato al quello che è mondo della caccia e ci snocciolano 35 ricette che si ispirano a una tradizione antica e radicata nelle nostre genti, ma vanno molto più in là, alla ricerca di idee e spunti innovativi per rivalutare un prodotto selvatico,  proprio per questo autentico e genuino, della nostra terra.
 
Eccoli qui gli...Amici Di Igles:
Stefano Baiocco, Heinz Beck, Massimo Bottura, Peter Brunel, Moreno Cedroni, Enrico Crippa, Alfio Fascendini, Alessandro Gavagna, Philippe Léveillé, Valentino Marcattilii, Paolo Masieri, Isa Mazzocchi, Fabrizia Meroi, Vito Mollica, Giancarlo Morelli, Giancarlo Perbellini, Roberto Petza, Luigi Pomata, Davide Scabin, Maria Grazia Soncini, Francesco Sposito, Salvatore Tassa, Angelo Troiani, Mauro Uliassi, Gianfranco Vissani.
 
 
 
Il libro, in pregevole edizione cartonata, è in formato 24x32 composto da 204 pagine ed è arricchito dalle fotografie di Davide Dutto; a pubblicarlo MiCOM, piccola casa editrice che fa capo allo stesso Michele Milani e si inserisce nel filone già inaugurato con il suo primo libro "Storie di caccia e cucina".
 
Al cacciatore mai augurare...buona caccia, ma noi crediamo sia invece doveroso rivolgere a tutti un augurio di buona lettura e buon appettito da parte di Michele, di Igles, dei loro Amici e, naturalmente, anche di Cacciando.com
 
 Michele Milani
 
Igles Corelli

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