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Il Re Barolo

"Il re dei vini e vino da re", questa è una delle definizioni che s’è guadagnato sul campo questo grandissimo vino piemontese, consumato e apprezzato in tutto il mondo.

Tutelato dalle rigide norme della DOCG (denominazione d’origine controllata e garantita) il Barolo può essere prodotto solo nella provincia di Cuneo, e più precisamente nei comuni di Barolo, Castiglione Falletto, Cherasco, Grinzane Cavour, Monforte d’Alba, Verduno, La Morra, Novello, Roddi d’Alba e Serralunga d’Alba.

La sola uva che può essere utilizzata è il robusto Nebbiolo, nelle varietà “Michet”, “Lampia”, “Rosé”, ed è previsto un invecchiamento minimo di tre anni (e due almeno in botti di rovere e castagno) per il tipo normale; se invece si tratta di Riserva l’invecchiamento dovrà salire ad almeno cinque anni.
Ha una gradazione di 13°, ma nelle grandissime annate può salire anche di 1°/ 1,5°.


I vigneti devono rispondere anche a questi requisiti:
terreno argilloso-calcareo e con loro eventuali combinazioni;
esclusivamente collinare mentre sono da escludere categoricamente i terreni di fondovalle, umidi, pianeggianti e non soleggiati a sufficienza;
altitudine a quote comprese tra i 300 e 500 metri ma non inferiore a 170 metri non superiore a 540 m. s.l.m;
un’ esposizione prevalentemente a sud e con esclusione per i nuovi impianti, del versante nord.
Per i nuovi impianti e i reimpianti la densità non può essere inferiore a 3500 ceppi/ha (normalmente compresa tra 3500 e 5000 ceppi/ha).
L'allevamento consentito è la controspalliera Guyot,, mentre è assolutamente vietata ogni pratica di forzatura.
Importanti i “cru” di provenienza che talvolta prendono nome dal vigneto preceduto da “sorì”, “vigna”, “bricco”, “rocche”.
La fermentazione avviene in vasche di acciaio inox e il vino matura in fusti di rovere, pregiato quello di Slavonia, da 10 a 50 ettolitri e con età compresa tra i 10 e i 60 anni.
Da un po’ di anni, e sempre con maggior frequenza, vengono usate piccole botti bordolese, denominate barrique e di capacità ridotta (225 litri) che non possono essere utilizzate per più di tre vendemmie.
La “barricatura” arrotonda il vino stabilizzandolo.
Con la microssigenazione si polimerizzano i tannini, producendo una sensazione gradevole e rotonda al palato.
In più la barrique aggiunge nuovi aromi al vino, fornendo sentori come la vaniglia, il cocco, tabacco, cenere di camino, caramello e altri ancora come caffè e cioccolato legati al tempo di permanenza alla durata e ai metodi in cui viene condotta la fermentazione alcolica, alla tostatura e al tipo di legno usato.
Le caratteristiche organolettiche ci descrivono un vino di colore rosso granata con riflessi aranciati, che al naso si presenta con un profumo intenso e persistente, eccezionalmente complesso, che tende a prediligere, a seconda dello stato evolutivo, gradevoli note fruttate e floreali come viola e vaniglia o note terziarie come goudron e spezie.
In bocca le sue componenti "dure", che sono acidità, tannini e sali, risultano piacevolmente equilibrate da quelle "morbide" (alcoli e polialcoli), con una intensità e persistenza eccezionali che fanno del Barolo un vino potente, elegante e di grande personalità., per l’appunto da Re.
Il sapore che lascia è ampio, caldo e carezzevole, di grande stoffa.
È importante sottolineare come pur essendo i comuni indicati molto vicini tra loro, esistano delle differenze organolettiche significative che contraddistinguono i vini prodotti nelle varie località. Tutto ciò dipende dell'esposizione, in realtà poco variabile, ma soprattutto dal suolo che invece può variare passando dall’ argilloso sino a quello prevalentemente sabbioso.
Il risultato di queste diverse combinazioni è un crescendo graduale che consente di passare da soluzioni più strutturate a vini più morbidi e fruttati.

Il Barolo entra nella stagione ottimale a partire dal quarto anno, maturando sino all’ottavo o decimo e proseguendo la sua vita per molti anni ancora. Esistono ottime bottiglie di venti, trenta e anche più anni.
La bottiglia deve essere conservata in posizione orizzontale, in modo da lasciare sempre umido il sughero del tappo, impedendone la seccatura e l’inclusione d’aria che potrebbe provocarne ossidazione e decadimento. Deve essere stappata alcune ore prima del suo consumo, a temperatura ambiente e possibilmente versata in una caraffa o in un ampio decanter. Bicchieri tipo ballon, quelli panciuti. Il vino Barolo trova il giusto abbinamento con piatti come arrosti di carne rossa, brasati, e naturalmente la cacciagione, la nostra selvaggina di piuma o di pelo. Adatto anche per accompagnare cibi tartufati e formaggi a pasta dura e stagionati.
Come tutti i "grandi vini rossi", può essere anche classificato come vino da meditazione; questo anche nella sua variante Barolo Chinato.
È un ingrediente essenziale per un grande piatto, il Brasato al Barolo, tipica ricetta della cucina piemontese

 

 

 

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