Lo scorso weekend, ovvero il 6 e il 7 aprile, si è tenuta la annuale assemblea nazionale di ACMA e per tale evento ci siamo accasati nel nord Italia, più precisamente a Campagna Lupia in provincia di Venezia, un comune fondamentale per il futuro della caccia agli acquatici vista la vicinanza con le Valli Venete. Quest’anno è stata un’ assemblea più importante del solito infatti è scaduto il mandato dei vari delegati e del direttivo che sono stati rinnovati in tutta Italia. L’ormai ex-presidente Alfonso Lenzoni ha lasciato la carica, con grande senso di appartenenza, per mancanza di tempo. Lo ringraziamo ancora molto per tutto il lavoro svolto in questi due mandati, ma rimarrà comunque nel consiglio direttivo per seguire soprattutto il progetto “telemetria satellitare”. Il nuovo presidente in carica è Gabriele Fasoli che dopo decenni di militanza nell’associazione si prende la onerosa responsabilità che necessità questa carica. Non mancano le novità all’interno del nuovo direttivo che abbassa l’età media e riesce a distribuirsi più omogeneamente in tutta Italia con degli ottimi punti di riferimento, ovvero: Manuel Scappi per l’Emilia Romagna, Sebastiano Mosca per la Sicilia e Graziano Federici per le Marche. Quest’ultimi sono andati ad aggiungersi agli ormai veterani Alfonso Lenzoni, Stefano Simeoni e Lionello Marcato (vicepresidente). L’assemblea ha visto un’ottima partecipazione da parte dei delegati e di simpatizzanti che hanno seguito con interesse i nuovi e innovativi progetti che da sempre ACMA porta avanti per salvaguardare la caccia agli acquatici. Ringraziamo in particolar modo Lionello Marcato per averci ospitato nella sua terra e per l’ottima organizzazione.
PIANO LUPO E BRACCATA AL CINGHIALE: CONTINUA LA MOBILITAZIONE 18 aprile 2019 - Caccia
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Nei giorni scorsi, la Confederazione Cacciatori Toscani ha lanciato l’ allarme sui contenuti del Piano Lupo, elaborato dal Ministero dell’ Ambiente e attualmente depositato all’attenzione della Conferenza Stato Regioni.
Avevamo messo l’accento sulle forti limitazioni previste sullo svolgimento della caccia al Cinghiale in braccata e per la rigida regolamentazione applicata nelle aree sensibili come i siti Natura 2000 e le aree contigue adiacenti ai Parchi Nazionali e Regionali. Per la nostra Regione stiamo parlando di circa 350.000 ettari di territorio interessati che, così come previsto dal piano, sarebbero per la maggior parte sottoposti a tali restrizioni.
Non è certo un caso che da subito siano scaturite polemiche e forte opposizione, contro tale sciagurata ipotesi, non solo da parte del mondo venatorio, ma anche dalle Istituzioni.
Le dichiarazioni di forte contrarietà dell’ Assessore Remaschi e di alcuni esponenti del PD Regionale si sono unite a quelle della Coldiretti, di Luciano Monaci – Presidente della Federcaccia di Grosseto e quelle di Francesco Rustici – Presidente dell’ Associazione Regionale Cacciatori Toscani. La maremma infatti è sicuramente una delle realtà territoriali dove si è sviluppato da giorni un ampio dibattito sul provvedimento e sulle conseguenze che potrebbero determinarsi. Un fronte largo e combattivo deciso a dare battaglia per la difesa di una tradizione come quella della caccia al Cinghiale in braccata e impegnato a scongiurare le disastrose ricadute per quanto attiene al tema dei danni alle produzioni agricole. Ad oggi, grazie alla caccia in braccata ed alle squadre vengono garantiti dei piani di prelievo di circa 70.000 capi di Cinghiale all’anno.
In questo quadro si sta consumando l’ennesimo scontro tra i 5 Stelle e la Lega; una evidente contraddizione che ormai ha raggiunto i contorni di una commedia che si sta celebrando sulla pelle dei cacciatori, degli agricoltori e degli allevatori.
“ Vogliamo anche oggi tornare su questa pericolosa vicenda – dichiara Marco Romagnoli segretario della Confederazione Cacciatori Toscani – per spronare la politica regionale ad andare avanti e battersi contro questo nuovo attacco rivolto non solo al mondo rurale e venatorio, ma anche alle prerogative delle regioni.”
Un impegno che sta proseguendo dunque e che vede la Confederazione alla testa di una battaglia non certo semplice; un impegno che registra anche segnali positivi e crescente attenzione a livello parlamentare da parte anche della principale forza di opposizione al governo giallo-verde.
In questi giorni, il Deputato Luciano Nobili del Partito Democratico ha depositato una interrogazione al Ministro dell’ Ambiente che raccoglie puntualmente molti dei contenuti da noi sollevati e che sarà presentata alla Camera dei Deputati.