LA CACCIA DI SELEZIONE IN TOSCANA: PROBLEMI E SFIDE PER IL FUTURO
- Scritto da Luca Gironi
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L'imminente apertura generale ha visto un'ulteriore occasione d'incontro organizzata dalla CCT pisana; giovedì 6 settembre, a Ponsacco, il Professor Marco Apollonio è stato il protagonista di un'iniziativa tutta incentrata sulla caccia di selezione. Questa tipologia di caccia, che negli ultimi anni ha incontrato un interesse via via crescente da parte di tanti nuovi appassionati, ha compiuto vent'anni di attività in provincia di Pisa; fu proprio allora che il Prof. Apollonio, insieme a un gruppo di valorosi "pionieri", avviarono l'organizzazione dei primi distretti della caccia di selezione. Montecatini V.C. e Castelnuovo V.C. - ricordate a più riprese dai relatori e dagli intervenuti - originarono la gestione territoriale degli ungulati e la relativa organizzazione del prelievo. Da quel momento, in modo progressivo ma continuo, l'intero territorio della provincia di Pisa è stato suddiviso in tanti distretti di caccia di selezione nelle aree vocate alle specie di riferimento. L'incontro del 6 settembre è stato dunque l'occasione per tracciare una sorta di bilancio della ventennale esperienza di questo prelievo venatorio; come in tutte le vicende complesse, la caccia di selezione, a Pisa, come da altre parti, evidenzia aspetti altamente positivi ad altri più problematici. Volendo indicare - per macro temi e in modo sommario - gli uni e gli altri, potremmo affermare che la caccia di selezione ha - senza dubbio - contributo a far crescere la cultura della sostenibilità del prelievo dei cacciatori, la consapevolezza sul ruolo ecologico e di salvaguardia del capitale faunistico da loro gestito e una maggiore facilità di entrare in sintonia con le sensibilità di conservazione presenti nella società. Di contro si nota una conflittualità - talvolta esplicita e talora latente - con altre tipologie di caccia che aumentano la concorrenzialità tra cacciatori, che invece avrebbero bisogno di coesione e di unità d'intenti. A far da contorno a queste problematicità si sono aggiunte, nell'ultimo periodo, la vicenda della Legge Obiettivo sugli ungulati voluta dalla Regione Toscana e la sospensione del prelievo delle femmine di capriolo decisa dal TAR a seguito del ricorso presentato dall'URCA. Di tutto questo ha parlato il Prof. Apollonio, il titolo della relazione era, “La caccia di selezione in Toscana: successi, problemi e sfide per il futuro”. Lo sviluppo e l’affermazione della caccia di selezione in Toscana rappresenta uno dei più grandi successi della gestione venatoria nel nostro Paese. Infatti, a partire da una situazione dove una importante risorsa faunistica era relativamente poco abbondante e non utilizzata, si è arrivati a sviluppare una gestione conservativa ad alto contenuto tecnico che ha permesso, pur in presenza di un continuo prelievo venatorio, un forte sviluppo delle popolazioni degli ungulati. Il livello della gestione attualmente in atto pone la Toscana ai vertici del panorama venatorio europeo per quanto concerne la caccia agli ungulati. A livello culturale nella nostra regione si è affermato il principio per cui svolgere i censimenti e rilevare i dati biometrici con diligenza è più importante di ostentare aspetti formali o rituali dietro ai quali spesso manca la sostanza tecnica