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Calendario Venatorio Toscano: le osservazioni della CCT

Calendario Venatorio Toscano: le osservazioni della CCT

 

Si è tenuto ieri presso la Regione Toscana, il tavolo di confronto promosso dall’ Assessore Marco Remaschi, sulla proposta predisposta dalla Giunta Regionale per il nuovo Calendario Venatorio Regionale per la stagione venatoria 2018/2019. La Confederazione Cacciatori Toscani presente con Claudio Tani e Franco Bindi, ha consegnato un corposo documento e presentato le proprie osservazioni su un provvedimento di grande interesse per i cacciatori e per riaffermare la certezza del diritto per tutti i cacciatori Toscani.
Nella premessa si sono volute evidenziare alcune prerogative di fondo che le associazioni confederate hanno ritenuto di riaffermare nel dare un giudizio sostanzialmente positivo sull’impianto della proposta data anche la situazione politico istituzionale che sta attraversando il Paese e in relazione anche ai Calendari recentemente approvati in altre Regioni.
La nostra prima preoccupazione rimane quella di garantire la massima certezza di diritto ai cacciatori e mettere il calendario in sicurezza senza aprire spazi potenziali a ricorsi o a polemiche che potrebbero dar vita a guerre sante su questo argomento. Per questa ragione di fondo vogliamo dare atto all’ Assessore di aver predisposto una proposta che rimane nel solco dell’esperienza degli anni passati, e che ha “stabilizzato” in Toscana il calendario, raggiungendo un compromesso su tempi e specie cacciabili, sostanzialmente positivo rispetto ad altre esperienze regionali.
E’ stato sottolineato che avremmo potuto apportare suggerimenti, proposte e valutazioni in merito anche alle recenti delibere sulla caccia in deroga allo Storno, sui pagamenti delle quote aggiuntive per la caccia agli ungulati e sulla caccia di selezione al Capriolo. Purtroppo ciò non è stato possibile a causa di una congenita mancanza di concertazione. Pertanto, pur prendendo atto delle decisioni e degli atti approvati, continuiamo a ritenere che si potevano proporre ulteriori miglioramenti anche dal punto di vista tecnico, che avrebbero migliorato l’efficacia dei provvedimenti. In particolare si ritengono necessari correttivi inerenti la delibera che fissa le quote alla caccia agli ungulati e su quella relativa al prelievo dello Storno in deroga.
Altro elemento che è stato richiamato con forza è quello di garantire la massima celerità nei tempi di approvazione, in ragione alle certezze a cui facevamo riferimento e per assicurare ai cacciatori un riferimento certo per lo svolgimento dell’attività venatoria di questa stagione ormai alle porte.
Ciò premesso i punti sollevati dalla Confederazione aderenti si sono incentrati su specifici aspetti che rendono la proposta di calendario non soddisfacente e che pertanto dovranno essere debitamente rivisti.
Per quanto riguarda la specie Cinghiale in braccata le intenzioni della Giunta sono quelle di aumentare l’arco temporale per la caccia alla specie. A tal proposito ci preme ricordare gli esiti del ricorso alla Corte Costituzionale sulla legge 20/2001 su una norma analoga. Una scelta pertanto che, visti i vincoli della sentenza e della legge 157/92 esporrebbe il calendario venatorio a rischi di ricorso e di eventuali sospensive. Inoltre nel merito della proposta, fermo restando l’arco temporale, la nostra posizione rimane quella di evitare date unificate di apertura e mantenere la massima flessibilità sui tempi della caccia al Cinghiale sui vari territori degli ATC mantenendo sostanzialmente quella che è stata l’impostazione dello scorso Calendario venatorio. Pertanto l’allegato B andrà ridefinito sulla base delle proposte che arriveranno dagli ATC che d’intesa con le organizzazioni agricole e venatorie potranno al meglio renderle calzanti sulla base delle esigenze territoriali.

E’ stata posta la necessità di imprimere una svolta più coraggiosa per l’inserimento del prelievo (in deroga) della Tortora dal Collare e del Piccione Selvatico (forma domestica) da attivare in via prioritaria nella fase di maturazione delle colture oleaginose, nei terreni a seminativo (cereali) etc. Considerato il trend dei danni alle superfici agricole il mettere assieme dei buoni provvedimenti sullo Storno, Tortora dal collare e Piccione può determinare dei positivi risultati, anche in termini economici, e un ulteriore elemento di salvaguardia per le produzioni agricole.
Per quanto riguarda il giorno di inizio dell’addestramento dei cani, anche quest’anno rileviamo una posticipazione del periodo di apertura. Si richiede il rispetto delle date previste dalla Legge e comunque la contrarietà ad un apertura in giorno infrasettimanale. Sarebbe più opportuno in questo caso valutare una data ricadente nei giorni di sabato o domenica.
Riconfermare la pre-apertura, (una giornata piena alle specie di indirizzo, più la seconda per Storno, Corvidi, Piccione e Tortora dal Collare).
Inserire il cane da riporto in pre-apertura così come già previsto nel periodo 1- 31 gennaio, per garantire l’eventuale recupero dei capi feriti.
Infine, per fornire un ulteriore contributo tecnico – scientifico, sono stati consegnati alcuni aggiornamenti relativi a studi e ricerche più recenti per rafforzare ed integrare le motivazioni sul prelievo di ogni singola specie cacciabile prevista nella proposta di Calendario.
Nell’ incontro infine sono state anche evidenziate da parte nostra, alcune emergenze e criticità inerenti gli appostamenti fissi, infatti in alcune aree interessate da SIC, SIR, ZPS e Rete Natura 2000 si stanno presentando blocchi autorizzativi e incertezze sulle procedure relativamente alle nuove autorizzazioni e spostamenti di sito per gli appostamenti fissi. Su questo aspetto è stato richiesto un approfondimento e una rapida soluzione all’ Assessore Remaschi.
In conclusione nessun salto nel buio su proposte stravaganti che sono in parte aleggiate al tavolo di discussione e anche una certa sorpresa nel constatare che alcune Associazioni, fino a ieri impegnate nella difesa strenua del rapporto cacciatore-territorio, oggi siano alla testa di una proposta che nei fatti porta alla reintroduzione di forme di mobilità incontrollata.

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