FIDC BRESCIA: VERSO LE ELEZIONI, DIALOGO CON LA POLITICA
- Scritto da Luca Gironi
- Dimensione font Riduci dimensione font Aumenta dimensione font
Ci siamo; non è assolutamente presto per pensare alle prossime elezioni del 4 marzo 2018, che ci interessano sia a livello nazionale che regionale, come cittadini e come cacciatori. Perché se non vogliamo che le questioni che ci importano passino sotto silenzio è il momento di tessere qualche accordo con le forze politiche, almeno quelle che non hanno nel loro programma l’abolizione della caccia, per una nostra legittima difesa. Perché di questo si tratta: chiedere che il rispetto delle leggi non sia solo a senso unico, per noi, ma anche per coloro che ci vedono come l’unico problema alla salvaguardia dell’ambiente. Come se tutto ciò che accade nelle nostre campagne, quelle che rimangono dopo l’assalto urbanistico, non sia da imputare quantomeno anche a cause più grandi e ben più incidenti di noi cacciatori. Non pensiamo che qualche prospettiva la si possa ottenere nè con il solito “sono tutti uguali” e nemmeno con uno sdegnoso silenzio o con polemiche da bar; c’è bisogno di tanto rispetto reciproco e di reciproca legittimazione, poiché la nostra categoria non ha niente da farsi perdonare.
Vorremmo che il nostro impegno di tutti i giorni nella salvaguardia e nella valorizzazione ambientale, uniti agli attori del mondo rurale ed agricolo e nel rispetto di quei valori, possa continuare ad essere valore aggiunto per mantenere vivo il tessuto sociale di questo paese, dei borghi e delle campagne che lo caratterizzano. Consapevoli di un ruolo che non si può evocare soltanto quando ci sono problemi da risolvere, dalle nutrie ai cinghiali, ma che va considerato e rispettato tutto l’anno, anche a caccia.
C’è da chiedere alle forze politiche impegni precisi e non vaghe promesse subito dimenticabili, magari sotto la pressione dei fanatici ambientalisti e animalisti già presenti nelle loro coalizioni.
Solo così si potrà pensare a contenere una sfiducia crescente, palpabile in ogni nostra assemblea, e a rappresentare un ruolo politico di tutto rispetto. Oggi i politici che sono disposti ad ascoltare le nostre ragioni non sono più di una decina a livello regionale e ancora meno a livello nazionale; vediamo se siamo capaci, assieme a tutte le associazioni venatorie, di mettere a fuoco pochi punti precisi e su quelli dare conto e pretendere consenso. Solo cosi ci si riporterà ad attenzione e fiducia; e, per cortesia: suggerisco a tutti i politici di evitare le missive dell’ultima settimana con il fatidico “caro cacciatore” perché quelle sono lettere che non fanno onore nemmeno a chi le scrive, se non sono suffragate da un recente passato di reale disponibilità e di seria credibilità.