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COLDIRETTI: PRIORITARIO RILANCIARE E MODIFICARE IL PIANO DI CONTENIMENTO DELLA CORNACCHIA GRIGIA

COLDIRETTI: PRIORITARIO RILANCIARE E MODIFICARE IL PIANO DI CONTENIMENTO DELLA CORNACCHIA GRIGIA

 

La programmazione delle coltivazioni primaverili ed estive, specie per le ortive, ripropone nelle campagne l’ incubo dei danni causati dalle cornacchie ed in genere da altre specie nocive. Tante le perdite per molte aziende agricole del territorio perennemente in lotta con una fauna selvatica che pone a rischio il lavoro e la produttività dei campi.
Coldiretti reitera la denuncia di una situazione spesso fuori controllo, con la evidente alterazione dell’ equilibrio fondante tra ambiente e attività produttive che occorre ripristinare nei campi. Di alcune specie nocive, cresciute in modo esponenziale, la presenza è segnalata diffusa e pressante: cinghiali, cornacchie e nutrie
Con una situazione che presenta tante criticità. Occorre incidere sui tre aspetti determinanti senza i quali i Piani di contenimento della fauna selvatica risultano inefficaci: la tempestività delle azioni di prevenzione, la congruità delle risorse poste in campo e la semplificazione delle procedure per l’ ottenimento degli indennizzi.
Cornacchia Grigia – Sono le colture orticole primaverili ed estive e i frutteti le produzioni maggiormente danneggiate dalla specie - Ancora oggi non esiste una statistica sulla presenza delle cornacchie nei territori, consentirebbe di rilevarne finalmente il numero e agire nella aree maggiormente sotto pressione. Il Piano di controllo elaborato quasi tre anni fa presenta evidenti limiti: il numero complessivo di esemplari contenibili (18.900 unità, 2000 nella provincia di Oristano), sganciato da qualsiasi dato o censimento, di fatto si rivela insufficiente; la equiparazione del contingente tra province non tiene conto del fatto che alcune sono più vocate all’ orticoltura e che quindi necessitano di interventi più incisivi; inoltre occorre tener conto che la Amministrazioni provinciali non sono più 8 ma 4; infine, la ripartizione delle modalità di contenimento (60% attraverso gabbie, 40% con arma da fuoco) è decisamente troppo sbilanciata verso l’ impiego delle gabbie, aspetto valido in una situazione ordinaria ma, non in una emergenziale, quale quella di Oristano. Il piano di contenimento esistente necessita dunque di indispensabili miglioramenti senza i quali si rischia nuovamente uno stop alle attività proprio nei mesi estivi, come già accaduto in passato.
Per gli altri nocivi la situazione è tutta da definire. Sono già tante infatti le segnalazioni giunte negli uffici Coldiretti che rimarcano una aumentata presenza e attività dei cinghiali, non solo sui campi ma, anche presso gli allevamenti, causa una popolazione che viene data sempre più aggressiva e in aumento. Anche sui cinghiali non esiste alcun dato sul loro numero! La più diffusa presenza delle nutrie desta sempre più preoccupazione, specie alloctona che, priva di alcun antagonista, si diffonde ovunque rapidamente (con 3/ 4 gestazioni annue). A tutt’oggi non esiste alcuna azione di contenimento. La forte siccità ha parzialmente mitigato la presenza della specie.

Per il presidente provinciale di Coldiretti Giovanni Murru è prioritario rivisitare e ridare una accelerata, avviandolo tempestivamente, al piano di contenimento delle cornacchie, partendo dal censimento così da zonizzare gli esemplari presenti per operare nelle aree con maggior pressione. Approccio da estendere ad altre specie contenibili (cinghiali, nutrie etc.).
Va inoltre previsto un congruo rimborso - evidenzia Murru- per l’ impegno e le spese dei tanti coadiutori volontari che prestano la loro opera.
Il presidente provinciale Coldiretti centra l’ attenzione sulle efficaci azioni preventive, tuttavia, nel momento in cui si verificano dei danni, è prioritario che Regione e provincia intervengano con risorse congrue e tempestive. Tale aspetto è ancora più necessario per quelle specie che difficilmente possono esser oggetto di piani di contenimento.
Occorre programmare una azione organica di contrasto, strutturata nel tempo e frutto di un lavoro collettivo.
Il tema della fauna selvatica – aggiunge Murru - va affrontato in modo risolutivo. L’agricoltura può diventare volano di sviluppo per l’economia dei nostri territori, a patto che le varie criticità siano affrontate in modo serio, sulla questione fauna selvatica, come su tante altre.
Ribadiamo la necessità – conclude il Presidente Coldiretti – di un urgente incontro con le istituzioni regionali e provinciali per programmare una azione organica di contrasto, strutturata nel tempo e frutto di un lavoro collettivo, basato su dati, censimenti e piani per delle varie specie.

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