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Cacciando

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Beccacce che Passione Gennaio 2014

  • Pubblicato in Riviste
Beccacce che Passione vi aspetta in edicola dal 5 gennaio

Non è scritto da nessuna parte che per cacciare beccacce bisogna per forza utilizzare il campano o il beeper. Si può, anzi a volte è meglio, cacciare in silenzio e quando, come e perché ce lo spiega David Stocchi, che sull’argomento si è confrontato anche con Marco Frattini e Fabio Nicol Camino, entrambi utilizzatori del setter inglese ed esperti beccacciai, e con Alfredo Montebovi, anch’esso cacciatore di beccacce con i breton che lui stesso alleva. E sempre di breton beccacciai ci racconta Gianni Lugari, mentre il dissacrante Diogene (alias Felice Modica) fa capolino dalla sua botte per commentare alcune notizie di attualità che, direttamente o indirettamente, vanno a toccare il mondo venatorio.

In primo piano i campanacci di Siino Gioele che, con perizia e maestria impreziosisce i tradizionali campani sardi, abbellendoli con incisioni e personalizzazioni.

Dei nostri ausiliari si occupa invece Rossella Di Palma, spiegandoci quando e come è opportuno ricorrere all’uso di integratori alimentari o nutraceuti per ottimizzare lo stato di salute dei nostri cani e migliorare le loro prestazioni sportive.

Uno sguardo sul mondo beccacciaio oltre i nostri confini ce lo offre Paolo Pennacchini, che ha intervistato Miguel Minondo, presidente del Club cazadores de becada (Spagna) e sempre Pennacchini ci spiega come “leggere” le fatte della beccaccia, che, come tutte le deiezioni della fauna selvatica, sono un patrimonio di informazioni sulla presenza, le abitudini e i comportamenti delle nostre prede.

Il successo delle prove specialistiche a beccacce e il consenso che riscuotono soprattutto da parte di cacciatori/conduttori è il tema affrontato da Giancarlo Bravaccini che, in virtù della sua esperienza di cacciatore e dei successi che ha ottenuto con i suoi cani in molte prove specialistiche, analizza le molteplici cause di questo fenomeno.

Cambia argomento Silvio Spanò che, in quanto noto studioso a livello internazionale della Scolopax rusticola, approfondisce ulteriormente le questioni legate allo status di salute della specie, già affrontate sul precedente numero della rivista.

Per quanto riguarda l’attrezzatura invece, Simone Bertini ha testato due cartucce, la B&P MB Tricolor tipo 3 e la Fiocchi Traditional 34 Dispersante, entrambe in calibro 12, nonché ha messo a punto una ricetta di ricarica in calibro .410. Il Benelli Arabesque in calibro 20 è il fucile che questa volta è stato scelto da proporre alla vostra attenzione.

Questo e molto altro sul prossimo numero di Beccacce che Passione, auguriamo a tutti una buona lettura.

Beccacce che passione - Aprile 2013

  • Pubblicato in Riviste

Beccacce che Passione marzo-aprile 2013: è in edicola il nuovo numero!

 

E’ in edicola il nuovo numero di Beccacce che Passione che si apre con la riflessione a quattro mani di David Stocchi e Guglielmo Anastasi su come sono cambiate le beccacce e sulle cause e le conseguenze per la caccia e i cacciatori che le cercano dietro la coda dei propri ausiliari. Restando in tema cinofilo, Stefano Belloi propone un’intervista a Giulio Tirotti, noto dresseur da sempre appassionato di continentali italiani, che offre utili consigli sulla gestione e organizzazione di canile e furgone, i luoghi dove i nostri cani trascorrono gran parte del loro tempo. Anche in questo numero non mancano due interessantissime testimonianze firmate da due beccacciai “doc”: Giorgio Lugaresi e Gianfranco Guidali. Parlando di beccacce difficilmente si può escludere dal “gioco” un nome come quello di Gianni Lugari che, con il suo articolo dal titolo emblematico “presa di punto”, ci propone una riflessione sul rapporto tra caccia, società, cani e cacciatori. Dopo tanto parlare di caccia alla beccaccia, una piccola sosta nella cucina di Dario Manzi Fè è d’obbligo; questa volta l’autore ci consiglia l’abbinamento “gnocchi al sugo di beccaccia”. Della caccia alla beccaccia in Calabria ci racconta Giacomo Cretti, mentre l’emozione della caccia in bosco è il tema intorno al quale ruota la felice penna di Marco Sartori. Un ritorno alla tradizione nella presentazione di Alessio Mascia dei campani realizzati artigianalmente dalle sapienti mani di due “artisti” di Tonara, in provincia di Nuoro.

Nella seconda parte di questo numero la parola passa ai “tecnici”: della migrazione prenuziale della beccaccia e dei temi più strettamente venatori legati ai tempi di caccia si occupa Paolo Pennacchini, mentre Rossella Di Palma ci insegna come correggere un cane che tira al guinzaglio. Un interessantissimo focus è quello a due voci (Alberto Pellegrini, presidente del Club della Beccaccia e Paolo Pennacchini, presidente di Beccacciai d’Italia) che approfondisce le sinergie e gli obiettivi comuni che si sono prefissati i due sodalizi specializzati in nome della tutela della beccaccia e di conseguenza della sua caccia.

Naturalmente anche su questo numero si parla di fucili e di cartucce con Simone Bertini che ha provato il Benelli Legacy e il Crio in calibro 28, e testato la Pegoraro Tradizionale Feltro calibro 20.

E ancora curiosità, news, le vostre considerazioni, attualità, oltre all’anticonvenzionale “botte di Diogene” firmata dalla penna graffiante di Felice Modica.

Beccacce che Passione vi aspetta in edicola, buona lettura!

Annuario delle armi 2013

  • Pubblicato in Riviste

E' in edicola la nuova edizione dell’Annuario delle armi. Dopo il successo delle precedenti edizioni, per il 2013 abbiamo voluto realizzare ex novo l’Annuario della armi con tutte le novità delle Case produttrici di armi lanciate nell’ultimo anno.

In un solo volume di circa 400 pagine in carta patinata, avrete sotto mano tutta l’offerta di armi a disposizione in Italia: per ogni arma troverete una foto a colori e una scheda che raccoglie le principali caratteristiche tecniche (prezzo compreso). Si parte dai fucili, ad anima liscia e rigata: qui sono raccolti tutti i produttori italiani (compresi quelli di alta gamma) e internazionali. La scheda riporta tipologia dell’arma (sovrapposto, doppietta, monocanna), chiusura, lunghezza della canna, sicura, numero di colpi del caricatore, peso, materiale del calcio. L’esposizione continua con le pistole monocolpo e semiautomatiche, sempre con una scheda descrittiva, e con i revolver. Segue la sezione dedicata all’avancarica: fucili, pistole e revolver. Qundi si passa all’aria compressa, con i fucili, le pistole e i revolver delle Case produttrici di questa tipologia di arma, che – ricordiamo – è di libera vendita. Insomma, un’edizione da non perdere.
 

ANITRE

         A N I T R E

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OPERE DI DIFFERENTI AUTORI

ASSEMBLATE DA RENATO MUSUMECI

 

 

Federica Bracchetti

  • Pubblicato in Quadri

Federica Bracchetti nasce il 20.11.1969 a Pesaro, città di mare e trascorre la sua giovinezza in ambienti urbani lontani dal mondo venatorio. Tuttavia, col passare degli anni, e in seguito a scelte di vita non propriamente convenzionali, Federica scopre una vera passione per la caccia e la natura decidendo così di coniugarla con quella per la pittura. L'andare a caccia le ha permesso di ritrovare un universo interiore a lungo nascosto, di vivere la natura in modo totalmente nuovo e di sentire la necessità di fissare sulla tela le visioni e le scene che appartengono a tale mondo. Sono quindi animali, paesaggi e sequenze di caccia che ritrae, filtrate dal suo sguardo e dalla sua unica sensibilità. Le ambientazioni, spesso oniriche, si scontrano con il realismo del soggetto che si staglia sul fondo in tutta la sua definizione, per contrasto e fierezza. La pittrice crea così una dicotomia sempre interessante, mai scontata, un equilibrio tra realtà e immaginazione, fra emozione e razionalità. Rappresenta quei luoghi inesplorati dell'anima e dei boschi dove è nata la sua pittura e dove vivono i ricordi.

I colori ad olio, che Federica usa, si amalgamano sulla tela in maniera armonica, nascondendo, ma solo in parte, lo studio approfondito delle anatomie, così come dei chiaroscuri.  Federica ha affinato l'uso della tecnica dell'olio anche grazie alla frequentazione dei pittori pesaresi Franco Fiorucci e Severo Feduzi.

Il suo talento l'ha portata ad essere richiesta nelle più importanti fiere nazionali e a collaborare con alcune delle più illustri riviste del settore e ad essere richiesta la sua presenza nelle più importanti fiere nazionali.

Il famoso critico d'arte Luigi Piatti nel novembre del 2010, visitando la Galleria della Pergola di Pesaro, così scrisse sulla pittrice:

 

"Trascorrere ogni mese diversi giorni a Pesaro –quasi per me un obbligo morale-  mi porta spesso a conoscenze particolari per l’intervento dei tanti

 

amici “assiemati” nel corso dei quaranta anni di questa mia periodica presenza.

E così capitò che Miriam, ben sapendo del mio interesse per l’arte –cioè pittura, scultura, incisione, eccetera- mi combinò nell’autunno del 2010 un appuntamento nella Galleria della Pergola con una pittrice. Mi dissi: "sarà certamente una delle tante che “producono” fiorellini, paesaggini e robetta varia tanto per passare il tempo, …però ci  vado… Magari Miriam potrebbe avere trovato qualcosa di nuovo e di buono… "   

E la sorpresa veramente ci fu già in Galleria: sul banco erano appoggiate quattro tele, tutte con immagini di animali: una muta di segugi, un setter, un pointer con in bocca una beccaccia e una beccaccia in volo.  E’ una signora che dipinge soltanto animali  mi disse Miriam accortasi della meraviglia ben evidente sul mio viso. Lì per lì riuscii soltanto a dire …e li dipinge bene! E

il mio pensiero volò al Cardellino, unico personaggio di un bel quadro  di Carel Fabritius del 1654.

Arrivò la pittrice: soliti convenevoli di presentazione con  mia temporanea e silente considerazione  di trovarmi di fronte una bella signora di nome Federica Bracchetti. Complimenti  le dissi. Poi iniziai a porre domande; mi premeva di sapere tutto. Per prima cosa perché una donna è pittrice di soli animali, e quali animali! La risposta fu veloce e semplice: Sono cacciatrice.

Intesi subito d’aver di fronte una  eccezione del  “concetto” di donna, e me la immaginai vestita da amazzone con l’arco a tracolla e la faretra al fianco.

Mi passò anche rapida per la mente la convinzione della esigenza di uccidere per amare, che subito rifiutai leggendo negli occhi  della signora soltanto amore per la vita. Cacciatrice, dunque, ma  perché? Ovvio: per praticare uno sport che ti immerge nella natura, che te la fa gustare, che te la fa vivere. Per amore, non per odio. E confermano questo concetto i titoli che Federica dà alle sue opere: il “ritratto” del pointer  in ferma è Superbo vigore, quello del setter con in bocca una beccaccia è Lo strano possesso, quello della beccaccia che appare improvvisa all’orizzonte è Come un’apparizione, il volo dei germani, Alba di neve, e così via: titoli carichi di liricità, di poesia.

Quanto detto è già sufficiente per comprendere appieno la figura della nostra artista che è  degna d’esser collocata tra le icone dell’odierna civiltà come “ritrattista” non già di persone, ma di tutti gli animali. E di essere ritratti è un merito che spetta di diritto a questi animali perché essi, soltanto essi, determinarono il riavvicinamento all’arte di Federica, quell’arte praticata dalla nostra artista già in gioventù e poi abbandonata certamente per impegni familiari ma forse anche, e forse più, per la insoddisfazione data dai soliti banali soggetti che mai  l’avrebbero soddisfatta e che mai l’avrebbero portata al successo. Gli animali, dunque, crearono l’atmosfera per l’esigenza che Federica si sentiva addosso di un salto di qualità notevole in arte, “obbligandola”  -grande l’impegno- a verificare, studiare e capire  il modus operandi  e la conseguente qualità ottenuta dai migliori pittori pesaresi per trarne l’utile e prezioso insegnamento, cioè il mezzo sicuro per quel risultato eclatante che oggi si può ammirare nelle tele a olio e nei pastelli su carta

di sua produzione. E' dunque, questa nostra artista, soprattutto un’allieva indiretta dei vari Caffè, Wildi, Gallucci, Bettini, eccetera, eccetera,  e merita grande encomio e un voto finale di prestigio.

Io spero di incontrare in futuro ancora qualche altra volta Federica Bracchetti, e sono già certo che mi sentirò in obbligo di constatare nuovamente la sua grande dedizione a questo genere di pittura che,  pur apparendo a prima vista un poco inusitato, offre  al fruitore il profumo dell’ amore e della poesia. E, per dirla da cacciatore, bersaglio centrato!

" Luigi Piatti

 

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