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Luca Gironi

Luca Gironi

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Le Associazioni Venatorie del Veneto presentano le osservazioni alla bozza di Calendario Venatorio

Alcune associazioni venatorie del Veneto hanno presentato le loro osservazioni alla bozza di calendario venatorio 2025/26 presentata dalla Regione:


veneto

OSSERVAZIONI BOZZA DI CALENDARIO VENATORIO 2025-26 REGIONE VENETO

STAGIONI VENATORIE
Tordo, sassello e cesena: spostare chiusura al 31 gennaio, il KC è stato aggiornato e il tordo sassello e la cesena da GEN2 a GEN3 e il tordo bottaccio da GEN.1 a GEN.2 e quindi con la decade di sovrapposizione e per il principio di scaglionamento delle date di apertura/ chiusura della caccia per gruppi di specie simili ci cui cap.2.6 della Guida Interpretativa è possibile chiudere la caccia questi turdidi il 31 gennaio, da quest’anno il parere del CTFVN è favorevole per l’applicazione di questa decade senza alcuno studio a
Beccaccia: spostare chiusura al 31 gennaio. Sono disponibili dati e pubblicazioni per la specie oltre al KC 2021 (testo della Commissione) che dimostrano in modo inequivocabile che la migrazione avviene in febbraio e non in gennaio. Sono inoltre disponibili dati di beccacce marcate con trasmettitore satellitare in Veneto nel 2025, che ad oggi non hanno iniziato la migrazione prenuziale.
Moretta: spostare chiusura al 31 gennaio. La specie ha KC in febbraio quindi la chiusura anticipata prevista nella bozza al 19 gennaio non è corretta e confligge con il paragrafo 2.6 della Guida UE che prevede chiusure uniformi per gruppi di specie. Il parere ISPRA sulla specie non è vincolante e la Regione Veneto ne sta applicando la maggior parte dei punti;
quindi, non è necessario anticipare la chiusura. Si ricorda che in Emilia-Romagna, in Piemonte, e in varie regioni italiane la chiusura è stata fissata al 31 gennaio e non è stata sospesa dal TAR.
Quaglia: spostare chiusura al 30 novembre. Non ci sono ragioni per anticipare la chiusura di una specie che ha aumentato la sua permanenza in autunno a causa del riscaldamento del clima e va incontro alle esigenze dei cacciatori con cane da ferma. La quaglia è inoltre soggetta a limite stagionale quindi la tutela è assicurata da questo.
Preapertura
Colombaccio: la data di chiusura sulla proposta in gennaio non è corretta. Si propone di posticipare la preapertura al giorno 7 settembre, consentendo le giornate fisse 7, 10, 13 e 14. In questo modo, come applicato la stagione scorsa, si può anticipare di soli 10 giorni la chiusura in gennaio, che sarebbe quindi stabilita il giorno 20. Per quanto riguarda il carniere in preapertura portarlo a 25 capi e prevedere per il mese di settembre e gennaio la caccia in forma vagante. La soluzione migliore fermo restando la preapertura sarebbe quella di poter mantenere aperto dalla terza dom. di settembre al 31 gennaio motivando il fatto che la specie non è in difficoltà e considerato che nella regione confinante hanno previsto anche un piano di controllo specifico. Un'altra alternativa potrebbe essere anche quella di sospendere per dieci giornate ai primi di dicembre come già fatto in passato e come altre regioni hanno fatto la scorsa stagione. Inoltre, di prevedere il carniere a 25 capi per le giornate di preaperture.
Ghiandaia, gazza ladra, cornacchia grigia e cornacchia nera: Prevedere la preapertura con le stesse date del colombaccio e le stesse modalità per la chiusura.
LIMITI DI PRELIEVO
Sono stati introdotti limiti non presenti nella stagione scorsa, molti dei quali inspiegabili e non accettabili.
Alzavola e altre specie di acquatici tranne quelli soggetti a piano di gestione nazionale: il limite di 10 capi non è comprensibile trattandosi di specie in favorevole stato di conservazione a livello regionale, nazionale e internazionale Il limite va portato a 25 capi, ovviamente non superabile se computato con altri uccelli acquatici.
Cornacchia grigia, cornacchia nera, gazza, ghiandaia e volpe: non si comprendono i limiti stagionali di 35 capi per specie abbondantissime, in aumento e appartenenti ai predatori opportunisti. Ci si domanda se si tratta di un errore e che in realtà si intenda un limite giornaliero di tutti i capi complessivamente delle 5 specie, anche perché manca nella tabella il limite giornaliero. Se così non fosse si chiede di eliminare il limite stagionale.
SPECIE CACCIABILI
Combattente: la specie è stata analizzata dal Consorzio Scientifico della Task Force for Recovery of Birds nel 2024, insieme a numerose altre specie per valutare la sostenibilità del prelievo venatorio. Dopo questa valutazione, compiuta “a semaforo”, la conclusione, validata nel Comitato NADEG, è che saranno sottoposte a piano di prelievo adattativo in futuro la quaglia, il fischione e il moriglione. Al contrario per molte specie, tra cui il combattente, il risultato è di “semaforo verde”, cioè il prelievo in Unione europea è sostenibile https://circabc.europa.eu/ui/group/e21159fc-a026-4045-a47f-9ff1a319e1c5/library/9fe5ef02-99fe-44c5-81c8-b01169ffdbc2/details. Non vi sono quindi ragioni per vietare la caccia alla specie. Possono essere stabiliti dei limiti, ad esempio, caccia solo da appostamento con 5 capi al giorno e 15 all’anno.
Pavoncella: il Piano di Gestione di questa specie è in via di discussione presso la Conferenza Stato Regioni; quindi, è possibile che sia approvato prima dell’inizio della stagione venatoria. Per questo motivo si chiede di inserire la specie con la specifica che sarà oggetto di caccia in caso di approvazione del piano e che l’attività venatoria sarà regolata secondo quanto stabilito dal piano.
Pernice Rossa: Pernice Rossa: si chiede che sia inserita come specie cacciabile e, per ovviare alle osservazioni del ISPRA, di limitarne la reintroduzione ai soli territori con un’altitudine inferiore ai 600 metri s.l.m. e comunque al di fuori della Zona Faunistica delle Alpi.
Caccia agli ungulati:
Inserimento del cinghiale nella caccia degli ungulati autorizzata e regolamentata dall’Unità Organizzativa coordinamento e gestione ittico e faunistico venatoria. Regolamentazione da concordare per equilibrare la caccia collettiva e quella individuale.
La gestione, a fini venatori, della specie Cinghiale (Sus scrofa) e disciplinata dalla DGRn.2088 del 3.8.2010 e successive modifiche ed integrazioni, in tutto il territorio regionale ove presente
N.B. le associazioni Venatorie Arcicaccia e Enalcaccia sono contrarie alla preapertura al Colombaccio
Cordialmente
Venezia 20/03/2025

f.to
Presidente A.N.L.C. Veneto Fabio Frigo
Presidente Enalcaccia Veneto Ravagnan Franco
Presidente Arcicaccia Veneto Dal Bianco Ruggero
Presidente ANUU Migratoristi Veneto Persona Giovanni
Presidente E.P.S. Veneto Presidente Giuseppe Ederle
Presidente Caccia, Pesca e Ambiente Veneto De Toni Marco
Presidente FIDC Veneto Emiliano Galvanetto

 

 

Lombardia: Danilo Damiani protagonista delle prove cinofile di montagna

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Si è svolta ad Orsello in Abruzzo una due giorni dedicata ai pointer su selvaggina naturale valida per il Trofeo Enci Alpi Appennini, che rilascia qualifiche per il Campionato Italiano di lavoro. Hanno partecipato una decina di coppie. Prove che mettono a dura prova cani e conduttori per il tipo di terreno e per la difficoltà nel trovare i selvatici, che in questo caso, purtroppo sono risultati assenti e di conseguenza nessun cane è entrato in classifica.

A questa manifestazione ha partecipato anche il portacolori Arci Caccia Lombardia Danilo Damiani, nella foto con la giacca rossa.
Danilo dal 2018 partecipa al campionato italiano del pointer club Italia per la squadra della Lombardia e nel 2019 si qualificano al secondo posto. Nel 2021 e 2022 è stato convocato per rappresentare l’Italia nel campionato europeo a selvatico abbattuto per la razza POINTER inglese.
Sempre nel 2021 si ottiene il secondo posto con la qualifica più alta dei 2 giorni di gare ottenendo 1°eccellente CAC CACIT. Nel 2022 sempre nel campionato Europeo vince la batteria nel 2°giorno di prove.
Nel 2023 la squadra della Lombardia vince il titolo europeo.
Seguiremo il suo percorso 2025 certi che saprà rappresentare al meglio Arci Caccia e l’Italia nelle manifestazioni a cui parteciperà.

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Trento: Una bella cerimonia per la consegna dei diplomi di abilitazione venatoria

WhatsApp Image 2025 03 09 at 11.05.12Failoni: "Diventate nuovi ambasciatori con la passione per la montagna, la fauna e l'ambiente"


In Provincia la prima cerimonia di consegna degli attestati di abilitazione alla caccia


Si è svolta questo pomeriggio nella Sala Depero del palazzo sede della Provincia la prima cerimonia di consegna degli attestati di abilitazione alla caccia e delle qualifiche di esperto accompagnatore, a coronamento del percorso di abilitazione all'esercizio venatorio di 127 nuovi cacciatori e 71 esperti accompagnatori; ottima la partecipazione delle donne cacciatrici.
L'evento ha rappresentato un'occasione per valorizzare il ruolo fondamentale della caccia per la conservazione dell'equilibrio naturale, la gestione sostenibile della fauna e li mantenimento delle tradizioni culturali del nostro territorio.
Alla cerimonia hanno preso parte il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, l'assessore all’artigianato, commercio, turismo, foreste, caccia e pesca Roberto Failoni e numerose autorità civili e militari ,fra le quali il presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini. Presenti, tra gli altri, il direttore generale della Provincia Raffaele De Col, il dirigente generale del Dipartimento Protezione Civile, Foreste e Fauna Stefano Fait, il dirigente del Servizio faunistico Alessandro Brugnoli, il neo presidente dell'Associazione Cacciatori Trentini Matteo Rensi, i presidenti dei Parchi naturali Adamello Brenta Walter Ferrazza e Paneveggio Valerio Zanotti.
Molti interventi hanno posto l'accento sul tema della sicurezza.

L'assessore Roberto Failoni alla cerimonia di consegna degli attestati di abilitazione alla caccia [ Foto Penasa_Archivio Ufficio stampa PAT]
Nel suo saluto Failoni ha sottolineato che si tratta della prima volta per il Trentino della consegna dei riconoscimenti per i nuovi cacciatori: "Avete una grande responsabilità, oltre a quella dell'attività venatoria, anche voi dovete diventare nuovi ambasciatori della montagna trentina: abbiamo bisogno di persone che hanno la passione per la fauna, l'ambiente e la nostra tradizione. Oggi è un momento di festa, avete raggiunto un obiettivo importante", ha detto l'assessore.

"Credo che questa sia un'iniziativa interessante, che ha un fondamento nell'importanza del vostro ruolo all'interno dell'ecosistema ambientale trentino: l'equilibrio che si riesce a dare con la caccia è riconosciuto ed è il motivo per il quale abbiamo voluto istituzionalizzare questo momento. L'attenzione deve essere massima, come la sicurezza, ma sappiamo anche che assieme alla responsabilità la crescita di adesioni, specialmente da parte dei giovani, dà un senso di continuità a una attività che ha radici profonde nella storia del Trentino e della nostra Autonomia. L'arte venatoria richiede responsabilità e attenzione, nel rispetto dei vari ruoli istituzionali", ha detto Fugatti.

Brugnoli, presidente della commissione di abilitazione all'esercizio venatorio, ha auspicato che il momento simbolico di oggi diventi un appuntamento tradizionale: "Se posso permettermi una raccomandazione è quella della sicurezza", ha ribadito.

"Sono orgoglioso in questa mia prima uscita pubblica di essere con voi nuovi cacciatori, vi porgo il migliore augurio che possiate vivere con passione tutto il mondo venatorio, ricordando di ascoltare i consigli dei cacciatori più esperti in modo da avvicinarvi all'ambiente in modo corretto, con il rispetto che merita. Gestiamo un bene pubblico e siamo molto attenti, il cacciatore è una sentinella sul territorio che presidia", ha detto Rensi.

Fotoservizio e filmato a cura dell'Ufficio Stampa

https://youtu.be/AHrkzH_qBVw

https://youtu.be/-z8fiOp6tQE

 

 

 

Il Movimento 5 Stelle chiede l'esclusione di 21 specie dall'elenco delle specie cacciabili

Camera dei deputati Aula Palazzo Montecitorio RomaIn un'interrogazione al Ministero dell'Agricoltura i deputati 5 stelle Caramiello, Sergio Costa, Di Lauro, Cherchi, Ilaria Fontana chiedono l'esclusione dall'elenco delle specie cacciabili di ben 21 di quelle attualmente contenute per evitare una procedura di infrazione.

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:

la direttiva 2009/147/CE detta Uccelli concerne la conservazione degli uccelli selvatici nel territorio europeo degli Stati membri;

al 4° considerando la direttiva afferma che le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri sono in gran parte specie migratrici. Tali specie costituiscono un patrimonio comune e l'efficace protezione degli uccelli è un problema ambientale tipicamente transnazionale, che implica responsabilità comuni;

al 5° considerando la direttiva afferma che la conservazione delle specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri è necessaria per raggiungere gli obiettivi comunitari in materia di miglioramento delle condizioni di vita e di sviluppo sostenibile;

all'articolo 2 la direttiva prevede che gli Stati membri dell'Unione adottino tutte le misure necessarie per mantenere o adeguare le popolazioni delle specie di uccelli selvatici ad un livello di conservazione che corrisponde in particolare alle esigenze ecologiche, scientifiche e culturali;

all'articolo 7, comma 1), la direttiva prevede che in funzione del loro livello di popolazione, della distribuzione geografica e del tasso di riproduzione in tutta la Comunità le specie elencate all'allegato II possono essere oggetto di atti di caccia nel quadro della legislazione nazionale; gli Stati membri faranno in modo che la caccia di queste specie non pregiudichi le azioni di conservazione intraprese nella loro area di distribuzione;

all'articolo 7, comma 4), la direttiva prevede che gli Stati membri si accertino che l'attività venatoria rispetti i princìpi di una saggia utilizzazione e di una regolazione ecologicamente equilibrata delle specie di uccelli interessate;

la direttiva Uccelli è stata recepita in Italia principalmente dalla legge quadro nazionale 11 febbraio 1992, n. 157, che tutela la fauna selvatica e disciplina l'attività venatoria;

ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 157 del 1992, la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale;

ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 157 del 1992, lo Stato, le regioni e le province autonome adottano le misure necessarie per mantenere o adeguare le popolazioni di tutte le specie di uccelli di cui all'articolo 1 della direttiva 2009/147/CE, ad un livello corrispondente alle esigenze ecologiche, scientifiche, turistiche e culturali, tenendo conto delle esigenze economiche e ricreative e facendo in modo che le misure adottate non provochino un deterioramento dello stato di conservazione degli uccelli;

ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 157 del 1992, l'esercizio dell'attività venatoria è consentito «purché non contrasti con l'esigenza di conservazione della fauna selvatica» e che tale esigenza trova una sua massima espressione nella tutela della biodiversità, assunta a principio fondamentale dell'Ordinamento, in virtù di quanto disposto dal novellato articolo 9 della Costituzione;

nel luglio del 2023 la Commissione europea ha aperto nei confronti dello Stato italiano la procedura Pilot Eup (2023)10542 – Mancato rispetto del diritto europeo della natura in relazione a una serie di problematiche venatorie in Italia;

in detta procedura Pilot sono state evidenziate varie criticità inerenti alla gestione e alla regolamentazione dell'attività venatoria in Italia in relazione al rispetto del dettato comunitario;

fra i rilievi mossi dalla Commissione europea vi è l'abbattimento di alcune specie di uccelli con stato della popolazione non favorevole, in assenza di adeguati piani di gestione/conservazione efficacemente applicati;

l'elenco delle specie indicate dalla Commissione europea comprende: Allodola, Alzavola, Beccaccino, Codone, Combattente, Coturnice, Fagiano di monte, Fischione, Folaga, Marzaiola, Mestolone, Moretta, Moriglione, Pavoncella, Pernice rossa, Pernice sarda, Porciglione, Quaglia, Starna, Tordo sassello, Tortora selvatica;

dalla data dell'apertura della procedura Pilot non è stata adottata nessuna iniziativa in merito all'obbligo di mantenere o adeguare le popolazioni delle specie citate;

laddove presenti (Allodola, Coturnice, Fagiano di monte, Moriglione, Tortora selvatica), i piani di gestione/conservazione non sono stati adeguatamente implementati; a tal riguardo non esistono rapporti ufficiali sullo stato di attuazione dei piani se non due riferiti a Coturnice e Allodola, redatti da Ispra, risalenti al 2019 in cui si evince sostanzialmente la scarsa applicazione degli stessi quindi, le specie indicate dalla Commissione europea sono continuate ad essere state oggetto di prelievo venatorio nonostante lo stato di conservazione sfavorevole;

tale situazione costituisce una chiara violazione della normativa comunitaria e nazionale –:

se il Ministro dell'agricoltura, sovranità alimentare e foreste, in ottemperanza a quanto stabilito al comma 3 dell'articolo 18 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, intenda promuovere l'adozione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con cui si escludano dall'elenco delle specie cacciabili le specie di uccelli richiamate nella procedura Pilot Eup (2023)10542 (Allodola, Alzavola, Beccaccino, Codone, Combattente, Coturnice, Fagiano di monte, Fischione, Folaga, Marzaiola, Mestolone, Moretta, Moriglione, Pavoncella, Pernice rossa, Pernice sarda, Porciglione, Quaglia, Starna, Tordo sassello, Tortora selvatica), anche al fine di evitare una nuova apertura di procedura di infrazione nei confronti dello Stato italiano.
(2-00543) «Caramiello, Sergio Costa, Di Lauro, Cherchi, Ilaria Fontana».

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura