Testo e foto di Marco Benecchi
Nel corso degli anni mi sono sforzato di dare consigli su carabine, ottiche, attacchi, calibri, munizioni e palle ma nel democratico mondo della caccia a palla c’è sempre qualcuno che se ne esce con delle trovate piuttosto stravaganti in fatto di armi e, in particolare, di ottiche e attacchi. Recentemente mi è infatti capitato di vedere un bel combinato Valmet cal. 12 – 308 accessoriato con un ottica “dagli occhi a mandorla” su degli attacchi fissi da 30 euro, comperati in un mercato delle pulci! A sentire il proprietario con quella simpaticissima combinazione: “Ogni botta nà tacchia!”. Non ho avuto il coraggio di smentirlo ma ho i miei dubbi che abbia detto il vero. Capisco che in tempo di profonda crisi economica ogni occasione è buona per risparmiare, ma dovrebbe esserci un limite a tutto. C’è da dire che almeno nella scelta dei calibri da utilizzare i nostri amici selecontrollori sembrano aver finalmente capito che con un calibro 270 Winchester puoi praticamente abbattere di tutto, alce ed orso bruno compresi, ma in molti hanno ancora da risolvere l’eterno dilemma: quale arma acquistare e cosa montarci sopra. Oggigiorno la quasi totalità degli appassionati di caccia a palla praticano la battuta al cinghiale, la caccia di selezione agli ungulati e spesso anche i contenimenti notturni. Quindi, per fare ciò, ci vogliono, o almeno ci vorrebbero, almeno tre armi con altrettanti sistemi di mira adatti allo scopo. L’ideale sarebbe che ogni cacciatore potesse avere una nutrita batteria di armi, ma purtroppo non tutti possono permettersela. Ma allora cosa fare per avere una buona attrezzatura “tuttofare” senza dover spendere un fortuna? La prima tecnica di caccia che ho elencato è quella al cinghiale in battuta, che, per forza di cose, deve essere praticata con una buona carabina semiautomatica. E dobbiamo ammettere che oggi le semiauto non hanno molto da invidiare come prestazioni balistiche ad una carabina bolt action. Quindi direi di partire dall’arma e se siamo tutti d’accordo da una semiautomatica. Poi cercheremo di equipaggiarla secondo esigenza. Anche se non sarò stato l’unico a essere riuscito a corredare una singola arma rigata (sia carabina sia basculante) con due o addirittura più ottiche, sicuramente sono stato tra i primissimi appassionati di caccia a palla in Italia a farlo. Nel corso degli anni, sempre con infinita pazienza, con una buona dose di manualità e con la voglia di fare dettata dall’esigenza, sono riuscito a montare più cannocchiali, collimatori vari elettronici a punto rosso ed anche visori notturni su una singola arma. Ma il bello è che, oltre ad essere riuscito a rendere tutti quegli strumenti di precisione perfettamente intercambiabili tra loro, sono riuscito a mantenere inalterata la taratura di ognuno anche dopo ripetuti scambi,
montaggi e rimontaggi. Ammetto che non è stato sempre facile mettere in pratica le bizzarre fantasie mie e di tanti amici e conoscenti, ma quando ci sono riuscito è stato anche grazie all’infinita pazienza del grande Alessandro Contessa. Alessandro è titolare insieme al fratello Andrea della giovane e dinamicissima ditta di Marcheno, ormai famosissima in tutto il mondo per la produzione di attacchi e d’accessori; mi ha costantemente fornito gli attacchi completi e/o i pezzi necessari per costruire i più turpi prototipi e per dar vita alle mie stravaganti invenzioni. Comunque, l’idea di montare più strumenti ottici su una sola arma mi venne tanti anni fa, quando decisi di tentare di soddisfare un amico che con una carabina Browning BAR calibro 30.06 voleva praticare la caccia in battuta al cinghiale con il Punto Rosso e la caccia di Selezione con un’ottica a forte ingrandimento. Oggi si è aggiunta l’esigenza di utilizzare anche i mirini termici e digitali per la caccia notturna, che devono essere montati molto indietro sull’arma per essere praticamente attaccati all’occhio del tiratore. In quei casi le difficoltà da superare non sono poche e non sempre è possibile garantire la solidità necessaria al fine del mantenimento dell’affidabilità e della precisione. Per fortuna Contessa ha in catalogo tre linee di prodotti per guide standard europee, Piccatinny e Blaser in grado di soddisfare qualsiasi esigenza, consentendo di poter montare ogni sistema di mira all’altezza e alla distanza giusta tra l’oculare e l’occhio del tiratore, in modo che poi risulti comoda l’imbracciatura. Il gioco vale la candela? Io penso di si, perché il prezzo di ogni singolo attacco è onesto e concorrenziale, specialmente se confrontato con i prodotti simili di produzione americana o europea. Spesso vi sarà capitato di vedere nelle armerie o in qualche foto pubblicata sulle riviste specializzate, delle bellissime valigette portafucili predisposte per contenere comodamente una carabina corredata con più canne e più ottiche. Solitamente una canna è camerata in un calibro da battuta (30.06, 8 x 57 JS, 9,3 x 62, ecc) e l’altra in un calibro per la caccia all’aspetto (270 W, 7 x 64, 7 mm RM, 300 WM, 8 x 68, ecc). E le ottiche abbinate sono molto specialistiche come l’1,25 – 4 x 24 e l’8 x 56, oppure l’1,25 – 4 x 24 e il 3 – 12 x 50. Queste erano delle combinazioni “classiche”, che andavano molto di moda diversi anni fa, ma non oggi. Oggi, secondo il mio modesto parere, quei bellissimi set sono diventati anacronistici, perché non credo sia più il caso di ricorrere alle seconde e terze canne quando esistono tantissimi calibri veramente “tuttofare”, come non serve più ricorrere al doppio cannocchiale (che forse era il vero motivo della scelta del multicalibro), perché le ottiche da mira d’ultima generazione sono degli strumenti di altissima precisione e soprattutto versatilissime. Le ultime generazioni di cannocchiali da caccia consentono, con pochissima pratica, di poter fare dal cinghiale in battuta al camoscio in alta montagna ma anche l’orso al carnaio e tutti i grandi e prestigiosi selvatici alla cerca. Se invece vogliamo alternare sulla nostra arma un cannocchiale tradizionale, un puntatore di tipo elettronico o un mirino notturno, come abbiamo visto è possibile, è molto pratico e relativamente economico. Inoltre non occorre un bravo armaiolo particolarmente esperto per eseguire il lavoro, basterà che abbia una buona dose di passione e il quadro completo su tutta la gamma di attacchi in commercio, in modo che possa trovare subito quelli che meglio di altri si prestano a essere modificati e/o accuratizzati. Molti costruttori di attacchi portaottica hanno cataloghi ricchissimi di modelli e componenti; vendono persino basi ed anelli prefinti, inserti, spessori, distanziatori, staffe grezze e minuterie varie che permettono di montare qualsiasi strumento da puntamento, sia tradizionale sia elettronico, con un altissimo grado di precisione. I miei preferiti sono gli attacchi Contessa, non per la profonda amicizia che mi lega a Alessandro e Andrea, ma perché li ritengo veramente il Top, i migliori in commercio. Possono essere richiesti direttamente in fabbrica già modificati ed è estremamente facile procurarsi anche tutti i pezzi necessari per rendere intercambiabili due–tre o addirittura più ottiche tra loro. L’idea di scrivere questo articolo mi è venuta fotografando uno degli ultimi lavori che sono usciti dall’officina ….. Benecchi. Carabina Browning BAR Hunter cal. 30.06, scina standard europea Contessa con sopra intercambiabili tra loro: un Leica Tempus 2, un Delta Titanium 2.5 – 15 x 56 HD e un Pulsar Tallion. Cosa che ritengo davvero una scelta intelligente su come intendere il “Cacciare tutto con una singola arma”! Tutto perfettamente tarato e amovibili in pochissimi secondi!
Non sto qui ad elencarvi tutte le volte che mi sono dovuto sobbarcare l’incarico di montare i più stravaganti strumenti ottici di puntamento sopra a: fucili lisci, carabine bolt action, semiautomatiche, a leva, monocolo, basculanti vari ed anche su molte armi ex militari, ma posso promettervi che se avrete qualche piccolo problema in materia e magari vorrete un consiglio su come risolverlo, scrivete tranquillamente alla nostra Redazione, e cercheremo di esservi utile in qualche modo.
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