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Arci Caccia: Dalla conferenza dei Presidenti Regionali un richiamo a collegialità nella gestione, unità del mondo venatorio e attenzione alla tutela dell’ambiente

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Durante l’appuntamento del Caccia Village, si è riunita a Bastia Umbra la Conferenza dei Presidenti Regionali di Arci Caccia. Dall’assemblea e dalla Presidenza è venuto un forte richiamo ad alcuni temi fondamentali, che dovranno armare l’associazione per affrontare le grandi sfide che attendono la caccia ed i cacciatori. Sul piano interno, la richiesta unanime è stata quella di un ritorno alle origini, ad un’associazione dove il NOI prevalga sempre e comunque sull’IO e la gestione sia fondata su un’assoluta collegialità tra i vari organismi. Queste sono le radici originali dell’Associazione, che nasce all’interno della grande famiglia Arci, garanzia di un codice genetico fatto di solidi valori che hanno reso l’Arci Caccia quello che è oggi. Un’associazione forte, democratica, unita e impegnata sul fronte della solidarietà e della tutela dell’ambiente.

Dall’Assemblea, come sempre, si è levata una forte richiesta di unità del mondo venatorio. Di una unità fatta di contenuti e di valori, che porti le varie anime a parlare con una sola voce senza nessuna tentazione annessionistica da parte di nessuno. Un risultato ottenibile con un processo federativo che potrebbe avere come punto di partenza l’esperienza della Cabina di Regia, positiva, ma insufficiente ad affrontare le sfide che ci attendono. Sfide che vengono ad esempio dal rapporto con la politica, basta vedere a cosa ci sta portando la riforma del terzo settore, che rischia di esplodere come una bomba nel mondo del volontariato o gli innumerevoli progetti di legge che vogliono toglierci l’accesso ai fondi, limitare l’uso delle armi o, addirittura, bloccare la braccata per proteggere il lupo. Altra priorità è quella della ricostruzione di un rapporto con gli agricoltori, che possono essere i nostri migliori alleati per far breccia nel mondo della politica che conta e soprattutto per riconquistare autorevolezza nei confronti della società civile. Compito quest’ultimo per il raggiungimento del quale abbiamo a disposizione un altro strumento importante: La Fondazione Una. Uno strumento che va rafforzato e valorizzato sempre più nel prossimo futuro, viste le tante opportunità e le tante sfide che ci offrono le tematiche ambientali. Arci Caccia ha aderito con convinzione ai “Fridays for future” perché, negli anni a venire, i cacciatori dovranno impegnarsi sempre più nel loro ruolo di gestori dell’ambiente. Un ambiente sano, infatti, vuol dire territorio in cui cacciare e selvaggina da insidiare, ovvero quello di cui abbiamo bisogno. Si è appena conclusa la Giornata Mondiale per la Biodiversità, caratterizzata da rapporti allarmanti, che parlano di una costante perdita di specie animali e vegetali. Un patrimonio che sparisce a causa di inquinamento, deforestazione, consumo del suolo e riscaldamento globale. Niente a che vedere con la caccia quindi, che non è mai menzionata tra la cause di estinzione. Questo perché la caccia ben gestita e regolamentata non ha nessun impatto sulla tenuta delle popolazioni animali. Al contrario, la presenza del cacciatore sul territorio, con il suo bagaglio di conoscenze e la sua funzione di presidio, oltre che di vera e propria vigilanza, previene il manifestarsi di molte situazioni di degrado o contribuisce alla segnalazione delle stesse in modo celere alle autorità competenti.

Il Presidente Nazionale

Piergiorgio Fassini

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