ANLC: Ancora in guerra
- Scritto da Cacciando.com
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È inutile nascondercelo, siamo in guerra. Ma non è una guerra territoriale o economica: è una guerra di religione, una “crociata” prettamente ideologica che rende davvero difficile, se non addirittura impossibile ogni difesa. Il ciclico rigurgito di intolleranza si rinforza immancabilmente all'approssimarsi di ogni consultazione elettorale e denuncia in questo modo anche la sua vocazione politica, trasformandosi in uno strumento di cattura del consenso sociale nell'ambito delle classi più sensibili nei confronti delle problematiche “ambientali” o, per essere più precisi, animaliste.
Sì, ancora una volta ci hanno dichiarato guerra. E siccome in guerra tutto è permesso, allora ecco che assistiamo a sceneggiate ridicole e offensive per l’intelligenza dei cittadini come quella messa in atto dalla solita animalista milanese che dimostra di non disdegnare i colpi proibiti e le armi di distruzione di massa. In questo tipo di guerre non ci sono convenzioni da rispettare, così la nostra “amica” fa ricorso ad una propaganda basata sulla disinformazione più becera e grossolana, spalleggiata da un giornalismo acritico che cerca solo di compiacere il sentimentalismo a basso prezzo di una opinione pubblica malata di “bambismo”.
Le offensive più violente, come quella che stiamo vivendo, sono basate sull'allarmismo e sul terrorismo mediatico e sono supportate dall'esibizione di dati strampalati come quelli forniti non da un istituto universitario ma da una fantomatica Associazione delle vittime della caccia che, come tutti sappiamo bene grazie alle ricerche del CNCN, adotta una metodologia di stampo ideologico, conteggiando in maniera sfrontata gli omicidi e rubricandoli come “incidenti di caccia avvenuti in ambito extra venatorio” e utilizzando il termine generico di “vittime” sommando con estrema disinvoltura morti e feriti per presentare numeri preoccupanti.
In questa nuova escalation bellica, l’asticella si è, per così dire, alzata di molto.
Così è ricicciata la storia dei minori che non solo non possono ottenere la licenza, ma non possono nemmeno partecipare con genitori e nonni ad una sana giornata in campagna o in montagna. Anche in questo caso l’offensiva non tiene in alcuna considerazione le realtà delle altre nazioni europee nel quali vige, senza alcun trauma sociale, una legislazione assolutamente più permissiva, ma non per questo più pericolosa o più diseducativa.
Secondo alcuni dati diffusi qualche tempo fa da Big Hunter ed altri reperibili in rete:
In Finlandia (307.193 cacciatori, quasi la metà di quelli italiani), non esiste limite di età per la licenza di caccia (che si consegue per esame), e la caccia è aperta tutto l'anno (con delimitazioni specie per specie e dove è cacciabile anche il lupo.
In Belgio, la stagione di caccia apre il 10 di luglio.
In Norvegia (190.000 cacciatori), l'età venatoria inizia a 16 anni, con possibilità di dare l'esame di caccia a partire da 14 anni. Per molte delle specie oggetto di caccia, la stagione si prolunga fino alla fine di febbraio e il cinghiale si caccia tutto l'anno
In Svezia (290.000 cacciatori) la situazione della stagione di caccia è analoga, con punte fino al 30 aprile.
In Estonia alcune specie si cacciano tutto l'anno.
In Lettonia ad alcune specie la caccia è aperta tutto l'anno, ad alcune fino al 31 marzo, ad altre fino al 30 aprile.
In Inghilterra (UK), (627.000 cacciatori) chiunque può usare un fucile da caccia alla presenza e sotto la responsabilità di un titolare di licenza e alle anatre selvatiche si va a caccia fino al 20 febbraio.
In Islanda (300.000 cacciatori), si va a caccia a 16 anni.
In Polonia, la stagione di caccia per alcune specie si protrae fino al 28 febbraio.
In Francia (1.300.000 cacciatori), l'età venatoria parte dai 15 anni (accompagnati) ed è libera dai 16. Per alcune specie di migratori, la caccia si protrae fino al 20 di febbraio.
In Spagna (circa 1.000.000 di cacciatori) le condizioni sono quasi identiche
In Germania il permesso di caccia può essere rilasciato ai maggiori di 16 anni che abbiano superato un esame scritto, orale e pratico e che durante l’attività venatoria siano accompagnati da un adulto esperto. Esistono varie date di apertura della caccia che per i cinghiali, cacciabili dal 16 luglio al 31 gennaio, può essere praticata anche di notte
Ecco, di fronte a questa realtà che potrebbe aver subito lievi modifiche negli ultimi tempi, la paladina animalista non fa una piega e strepita minacciando sciagure e lutti per l’intera nazione.
Ma fa anche di più, purtroppo!
Nega ai lavoratori dipendenti la possibilità di andare a caccia stabilendo il silenzio venatorio il sabato, la domenica e le feste comandate, come se gli infiniti boschi italiani durante i mesi di novembre, dicembre e gennaio fossero pieni zeppi di turisti.
E fa anche peggio: cancella con un colpo di spugna avvelenata la dignità di anziani e vecchi, considerandoli peggio degli appestati e relegandoli nelle riserve di qualche centro anziani a rintontirsi di bocce, briscola e scala quaranta. A pensarci bene è strano, un vecchio come il suo maestro e mentore potrebbe tranquillamente governare l’Europa; un ultranovantenne potrebbe (salute permettendo) guidare una potente fuoriserie mentre un settantaseienne non potrebbe curare il suo appostamento fisso e trascorrere qualche ora con la sua doppiettina e il bretoncino da riporto.
Lo so, per chi è addetto ai lavori, questa sorta di pulizia etnica vagheggiata dall'animalista talebana rappresenta una vera e propria bestemmia ma, come ho già detto, in tempo di guerra tutto è permesso: anche le bestemmie e andare, con una incredibile faccia tosta, contro la maggior parte delle regole universalmente riconosciute e accettate a livello europeo.
E allora?
La risposta migliore, per non sprecare inutilmente inchiostro, carta ed energie, potrebbe essere, come altre volte, una breve ma autorevole presa di posizione di qualche sociologo di fama o di un istituto universitario che bolli definitivamente come autentiche idiozie le proposte brambilliane.
Roma, 17 aprile 2019
Paolo Sparvoli
Presidente ANLC