ARCI Caccia Puglia: Provocazioni anticaccia…che noia!
- Scritto da Cacciando.com
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In merito alla proposta di VAS di vietare la caccia a 500 mt dalla costa marina il Presidente Regionale dell’ARCI Caccia della Puglia, avv. Giuseppe De Bartolomeo ha dichiarato:
“Il tema del divieto di caccia a 500 metri dalla costa marina, affrontato con tanto di documenti inviati alle autorità competenti, sostenuti dall’ARCI Caccia con condivisione unanime del Gruppo dirigente regionale e nazionale è stato proposto da anticaccia di professione con toni intimidatori e infuocati che non fanno “calore”.
Il nostro dissenso è totale e continueremo esprimerlo in tutte le sedi.
Ribadiamo che agiremo anche legalmente contro quanti si propongono disonestamente di abbinare il bracconaggio all’attività venatoria o di incolpare i cacciatori di responsabilità inesistenti quale quella degli incendi boschivi, vergognose diffamazioni.
Invitiamo le altre Associazioni Venatorie nazionali riconosciute a coordinare unitariamente le azioni per sconfiggere le provocazioni in essere, anche con attività comuni di lotta al bracconaggio sotto la direzione dei Carabinieri Forestali così da dimostrare concretamente chi fa “chiacchiere” e chi i fatti.
Ai toni, talvolta intimidatori dei sacerdoti dell’animalismo anticaccia, rispondiamo con la pacatezza della ragione e della normativa. La legge in vigore così recita:
Articolo 1 legge 157/92: diversamente da quanto affermato da VAS, l’articolo 1 comma 5 stabilisce che le regioni devono istituire zone di protezione lungo le rotte di migrazione dell’avifauna. La Regione Puglia ha istituito, da molti anni, numerose zone di protezione lungo le rotte di migrazione, sotto vari istituti. Su questo punto non vi è alcuna benché minima mancanza da parte della Regione Puglia, e ancora meno alcuna inadempienza riguardo la Direttiva 147/2009/CE.
Articolo 21 comma 2 legge 157/92: questo articolo prevede che scatti il divieto di caccia a 500 metri dal mare, solo nel caso in cui le regioni non abbiano istituito zone di protezione lungo le rotte di migrazione. La Regione Puglia ha istituito un numero elevatissimo di aree sottoposte a protezione, che limitano lo svolgimento dell’attività venatoria agli uccelli acquatici, sebbene consentita dalla legge.
Il resto è noia di cui si alimentano gli anticaccia.
Invitiamo le donne e gli uomini di buon senso e buona volontà ad isolare “provocazioni” e “provocatori” che nulla hanno a che fare con i problemi reali dei cittadini della nostra Regione e con la tutela e la valorizzazione dei beni naturali e paesaggistici della Puglia.
L’Europa non ascolti le parole di chi la chiama in causa perché vuole denigrare la nostra Patria”.