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Toscana: ANLC non firma il protocollo d'intesa con la Regione

Toscana: ANLC non firma il protocollo d'intesa con la Regione

LIBERA CACCIA TOSCANA NON FIRMA L'ACCORDO CON LA REGIONE TOSCANA

MOTIVAZIONI:

Oggetto : L.R.T. N°10/2016 detta “ Legge Obbiettivo”

Prendiamo atto che nonostante l'apparente concertazione sulla Legge Obbiettivo, praticamente niente in meglio, a nostro avviso, è stato cambiato, anzi. Per questo la Libera
Caccia, come tre anni fa esprime il suo parere NEGATIVO su questa legge che aumenterà ancora di più le distanze tra cacciatori, agricoltori e mondo politico. Staremo a vedere quando quegli agricoltori abituati a ricevere l'aiuto delle squadre del cinghiale per mettere recinzioni, fili elettrici ed altre opere di prevenzione danni, si sentiranno rispondere di rivolgersi ad altri, chi li aiuterà?

Di seguito riportiamo le nostre richieste alla Regione, ad oggi praticamente non ascoltate:

- Non autorizzare il foraggiamento per la caccia di selezione come riportato nel parere ISPRA del 9 gennaio 2019 e nelle modifiche della 157/92 riportate sul COLLEGATO AMBIENTALE pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 19 gennaio 2016.

- Vorremmo una VERA caccia di selezione, come richiesto da ISPRA nella risposta al Piano di prelievo della specie cinghiale nelle aree non vocate per il periodo 2019/2021 del 9 gennaio 2019 ed anche nella risposta sul Piano di Controllo per la specie cinghiale, con piani di abbattimento eseguiti su censimenti certi, fatti per distretti e non per province, con periodi specifici per sesso e classi di età.

- Sospendere la caccia di selezione alle femmine di cinghiale per un periodo biologico che permetta i parti e l'accudimento della prole dal mese di aprile al mese di luglio;

- Limitare il periodo di validità di NUI al solo periodo di possibilità del danno, quindi quando non esiste più tale rischio il NUI deve automaticamente decadere, non è ammissibile tenerlo aperto 1 anno solare ;

- Siamo completamente contrari che venga concessa l'esclusività ai proprietari o conduttori di fondi di esercitare la CACCIA di selezione sui propri territori, se tale opzione venisse malauguratamente approvata, si richiede che eventuali danni ricadenti in tali zone, non siamo risarciti ;

- Assegnare alle squadre un'area di competenza, di almeno 400 metri a confine con le aree vocate (tale misura viene consigliata per una questione di praticità perché corrisponde al lato del quadrato costituito da latitudine e longitudine delle carte topografiche) oppure una zona delimitata da confini certi, di area non vocata al cinghiale, adiacente ai distretti, per una gestione e responsabilità totale. Quindi caccia di selezione con gli iscritti alle squadre del distretto, abbattimenti in regime di articolo 37 e disponibilità delle medesime in opere di prevenzione danni da concordare con l'agricoltore, del tipo recinti elettrificati realizzati prima delle semine e /o della maturazione del prodotto . Naturalmente il tutto sotto il controllo dell' ATC che potrà a suo insindacabile giudizio, là dove si manifestino delle carenze e/o mancanze, apportare modifiche temporali alla gestione di tale area. I DANNI all'interno di tali aree saranno comunque sempre a carico dall'ATC come avviene su tutto il territorio a caccia programmata ;

- Assegnare alle squadre le zone non vocate poste all'interno di più ampie aree vocate dove provvederanno ad effettuare gli interventi in selezione con I soli componenti delle squadre facenti parte del distretto ove è ubicata tale area ;

- Inserire una norma che permetta di aumentare il numero dei cacciatori ospiti presenti nella braccata e cioè la lista deve essere composta da almeno 10 iscritti alla squadra ed da 8 invitati in possesso dei requisiti specifici previsti, inoltre possono essere aggiunti ulteriori invitati anche senza resquisiti in numero non superiore a 30 ;

- Sarebbe auspicabile una direttiva che richieda in primis il coinvolgimento dei capo distretto e dei capo caccia delle squadre nella gestione dei contenimenti del territorio adiacente alle aree vocate, sia in zone interdette alla caccia sia aree non vocate ;

- Che tutti gli animali abbattuti in controllo con l'Art 37, sia selezione, girata o braccata siano portati ai Centri di raccolta, e quindi venduti affinché il ricavato sia utilizzato per risarcire i danni agli agricoltori sia le eventuali spese veterinarie per i cani impiegati negli interventi in girata e braccata, oppure ceduti gratuitamente a centri benefici ;

- Togliere l'obbligo di certificazione ENCI per i cani da cinghiale utilizzati durante gli interventi di braccata in controllo ;

- Specificare che la forma di caccia singola vuol dire 1 solo cacciatore e non un numero maggiore ;

- Nelle definizioni di area non vocata togliere la dizione “potenzialmente coltivabili" da rimettere a coltura”;

- Al fine di evitare danni alle colture agricole e conseguenzialmente allontanare gli ungulati dalle zone urbanizzate e dalle strade, scopo della Legge Obbiettivo, dovranno essere previsti come obbligatori dei Progetti di Miglioramento ambientale, da parte dell'ATC concordati con le squadre e gli agricoltori della zona, per il recupero di campi in disuso posti in zona vocata a debita distanza dalle aree coltivate.

Libera Caccia continuerà nella propria opera di rappresentante delle richieste del mondo venatorio ed invita le altre Associazioni Venatorie a dichiarare subito ed in maniera esplicita, la loro posizione, visto che alcune hanno già firmato con la Regione un protocollo dove accettano il prolungamento della legge Obbiettivo. Non vorremmo che accada, come in passato, che si possa giocare poi sull'ambiguità del "Anche noi lo avevamo detto".

Sisto Dati
Vicepresidente vicario Associazione Nazionale Libera Caccia

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