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ANLC TOSCANA: Perchè c'erano associazioni non riconosciute al tavolo sulla legge obbiettivo?

ANLC TOSCANA: Perchè c'erano associazioni non riconosciute al tavolo sulla legge obbiettivo?

Regione Toscana - Tavolo di Concertazione per la proroga della Legge Obiettivo

TANTE CRITICITA' MA LA POLITICA SCEGLIE CHI PARTECIPA IN MANIERA ARBITRARIA E DISCRIMINATORIA

La Regione Toscana ancora non riconosce pienamente il fallimento della sciagurata "Legge Obiettivo", che tanti danni ha prodotto sia al mondo venatorio che a quello agricolo, per questo vuole pervicacemente continuare a mantenere in vita una legge sbagliata ma, almeno questa volta, ha deciso di coinvolgere le parti interessate alla fase preliminare.
Abbiamo partecipato al tavolo di concertazione per la proroga della Legge Obiettivo evidenziando alcune criticità che continuano ad emergere, nonostante i maldestri tentativi della Regione di concedere qualcosa alle squadre di cinghiale ed ai selecontrollori alla vigilia delle elezioni europee.
Come Libera Caccia, tra le altre problematiche sul tappeto, abbiamo richiesto di chiarire la questione degli invitati partecipanti alle battute di caccia in braccata, evitando possibili fraintendimenti che potrebbero portare a sanzioni postume; per il buffer di 100 metri dalle aree vocate dobbiamo uscire dalla ipocrisia e dall'incertezza della applicazione, chiedendo che sia aumentato notevolmente; la caccia in singolo alla specie cinghiale non può essere certo equiparata alla caccia alla lepre a rastrello come propone la Regione Toscana; infine, ci pare quanto mai pericoloso per le coltivazioni di pregio toscane permettere ai selecontrollori di foraggiare i propri punti di sparo rischiando di attirare animali che poi non potranno essere prelevati in numeri consistenti, inoltre ci sembra assurdo aver vietato questa pratica alle squadre di caccia al cinghiale per allontanare dalle zone non vocate gli ungulati e poi permetterla ad altre categorie di cacciatori.
Ma la cosa che più ci ha lasciato sbigottiti, e che abbiamo fortemente stigmatizzato, è la presenza al tavolo di una associazione non riconosciuta, la CCT. A conferma di questa affermazione alleghiamo il parere rilasciato dagli uffici regionali su richiesta di altra associazione venatoria riconosciuta.
Tale sigla infatti non gode del riconoscimento del Ministero dell'agricoltura e non si capisce a quale titolo debba partecipare ad incontri e tavoli istituzionali riservati alla associazioni di categoria agricole e venatorie regolarmente riconosciute; di fronte alla nostra rimostranza ci è stato riferito che il Presidente Rossi in persona ha voluto la presenza della CCT ma non ci è stato spiegato il motivo.
La politica, quindi, entra a gamba tesa anche nei tavoli tecnici agevolando solo sigle di proprio interesse, lasciando fuori tutto il mondo delle associazioni venatorie non riconosciute presenti ed organizzate sul territorio toscano. Libera Caccia da sempre pensa che i rapporti istituzionali con gli Enti preposti alla gestione venatoria spetti alle associazioni riconosciute a livello nazionale, ma se ci deve essere una apertura a quelle non riconosciute tale apertura deve coinvolgere tutte le sigle toscane che potranno portare il proprio contributo.
Il Governo del PD e della sinistra ha scelto la strada della discriminazione tra sigle venatorie, imponendo solo chi di proprio gradimento.
Libera Caccia continuerà ad analizzare le proproste che verranno avanzate dalla Regione e, se non verrano risolti i nodi che abbiamo evidenziato e che proporremo in futuro, siamo pronti a scendere ancora una volta in Piazza per fare sentire la voce dei cacciatori toscani.

Sisto Dati

Vice Presidente Nazionale ANLC

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