ANLC: una minaccia globale
- Scritto da Cacciando.com
- Dimensione font Riduci dimensione font Aumenta dimensione font
Ci sono dei momenti in cui bisogna chiamare le cose con il loro nome, senza nascondersi dietro piccole speranze o cercando di minimizzare ad ogni costo. Il 2019 sarà un anno terribile. Non solo per la caccia e i cacciatori ma per ogni minoranza che non avrà il “potere” di aggregarsi e di rendere note e condivise le proprie istanze.
La proposta di modifica costituzionale dell’istituto referendario che sarà discussa alla Camera dei Deputati il prossimo 16 gennaio, rappresenta un pericolo immane e reale in quanto prevede di abbassare il quorum al 25% anziché al 50% come stabilito dall’Assemblea Costituente della
Repubblica Italiana.
Nonostante la severa bocciatura della modifica della Costituzione proposta con il famoso Referendum del 4 dicembre del 2017, oggi una delle più temute novità previste da quella “rivoluzione” è tornata di moda proprio per volontà di coloro che contribuirono a stroncarla. Con un linguaggio semplice e comprensibile da tutti, cercherò di spiegare come stanno le cose. L’attuale quorum del 50% previsto per le consultazioni referendarie – propositive o abrogative che siano – viene ridotto al 25% degli aventi diritto al voto perché un quesito referendario sia valido. Nel caso di un nuovo referendum per l’abolizione della caccia, il risultato della votazione sarebbe valido non se avrà votato il 50% + 1 degli aventi diritto, ma basterà la metà esatta. Cioè il 25%+1.
In altre parole, se ci fosse un nuovo referendum abrogativo, basterebbe poco più del 12% dei voti per abolire la caccia!
Non nascondiamoci dietro un dito: i referendum sono falliti soprattutto perché non è mai stato raggiunto il quorum saggiamente previsto dai Padri Costituenti; ma se domani questa soglia dovesse essere dimezzata, non credo ci sarebbero speranze.
Peraltro, indipendentemente dal fatto che noi siamo direttamente interessati come cacciatori, bisogna aggiungere che l’approvazione di una simile riforma rappresenterebbe una sciagura mortale non solo per la caccia. Tutto quello che riguarda la vita civile: rifiuti; acqua; infrastrutture;
scelte energetiche; sanità; educazione; attività ricreative come la raccolta dei funghi o la pesca, sarebbe in mano a poco più di 10 milioni di elettori che, se ben strutturati e organizzati, potrebbero fare il bello e il cattivo tempo. Alla faccia della democrazia!
Di fronte a questo pericolo incombente, il mondo venatorio dovrà ritrovare quella compattezza di intenti che negli anni passati ha permesso alla caccia di superare crisi altrettanto minacciose e la Libera Caccia si dichiara fin da ora disponibile a qualsiasi iniziativa concreta e unitaria che,
mettendo da parte ogni particolarismo associativo, riesca a fare fronte comune e ad impedire questo vero e proprio stravolgimento dell’istituto referendario.
Roma, 11 gennaio 2019
Il Presidente
Paolo Sparvoli