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ARCI Caccia Campania: Le squadre sono un importante tassello della gestione, la Regione se ne scorda

ARCI Caccia Campania: Le squadre sono un importante tassello della gestione, la Regione se ne scorda

L’ultima invenzione della Giunta Regionale è stata togliere la gestione sociale dell’attività venatoria del cinghiale, oggi agli ATC, e affidarla al CRIUV al quale, tanto per cambiare, viene assegnato anche denaro pubblico (che, ci auguriamo, verrà documentato ai cittadini).

Gli ATC della Campania protestano e l’ARCI Caccia con loro.

Enti con finalità pubbliche che raccolgono quote d’iscrizione che sono delegati alla gestione della fauna selvatica vengono esautorati mentre ci sono da affrontare i danni agli agricoltori, la sicurezza conseguente alla densità di popolazioni di cinghiale che si vorrebbero affrontare esclusivamente con la delega ad una nuova casta di “unti dal Signore” messi in contrapposizione, così, a strategie di controllo ad ampio coinvolgimento.

Così si fa in Europa.

Storia, risultati, cultura e metodologie tradizionali confermano la qualità dei controlli effettuati dalle “squadre”, l’indispensabilità dei cani e delle braccate, l’efficacia nei confronti della tutela del lavoro dei nostri agricoltori.

La “fiction” sanitaria sembra propedeutica ad un nuovo commercio di animali “catturati” con le “gabbie” per essere rivenduti a caro prezzo e “sparati” da benestanti cacciatori e a tecniche di contenimento lautamente finanziate con le tasse delle tasche dei cittadini, in barba alla tutela delle specie selvatiche e della biodiversità.

Il tutto per discriminare uomini, lavoratori, pensionati della nostra Regione, delle nostre campagne. Come sempre a caccia del voto nei sondaggi.

Gli “zimbelli” per le persone non funzionano. Lo dimostrano le urne

 

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