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Piemonte: è sempre clima teso tra cacciatori e Regione

Piemonte: è sempre clima teso tra cacciatori e Regione
Non si può certo dire che tra i cacciatori piemontesi e Giorgio Ferrero, dal 2014 assessore a caccia, agricoltura e pesca di Regione Piemonte, vi sia un grande feeling.
S'erano appena spenti gli echi dello scioglimento di tutti i Comitati di gestione di ATC e CA piemontesi che un'altra tegola rischia di cadere sulla testa dell'amministratore astigiano: il CACN4, Comprensorio Alpino Cuneo 4, Valle Stura, attraverso l'Avv. Prof. Paolo Scaparone ha presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR Piemonte che nel novembre scorso aveva respinto la sua richiesta di annullare l'accorpamento gestionale con il contiguo CACN5, giudicando legittima quell'operazione.
Ricordiamo come l'operazione di  “Razionalizzazione dei Comitati di gestione degli ATC e CA”, voluta dall'assessore del PD, avesse determinato una serie di ricorsi da parte del mondo venatorio e di altri soggetti, ma come il pronunciamento del TAR avesse dato ragione ai ricorrenti solo in parte, bocciando alcune loro richieste, e tra queste quella del CACN4.
Ciò nonostante la Regione, sconfitta sui criteri di assegnazione dei posti all'interno dei Comitati che non rispettavano il criterio della "rappresentatività",  era stata costretta a scioglierli, nominando un commissario sino alle nuove nomine.
Ora questo nuovo ricorso complica ulteriormente i disegni di Giorgio Ferrero, impegnato anche nell'arduo compito di portare avanti il contestato (dal mondo venatorio) DDL 182, che dovrebbe ridare ai cacciatori piemontesi una legge sulla caccia, dopo che la precedente (n.70/96) venne abrogata per scongiurare un referendum.
Si è anche saputo che nei prossimi giorni altri soggetti, certamente alcune associazioni venatorie, presenteranno analoghi ricorsi al Consiglio di Stato sui punti dove il TAR non accolse le loro richieste.
Se a tutto ciò s'aggiunge l'ordinanza n.1262/2017 con cui, sempre nel novembre scorso, il TAR ha spedito Regione Piemonte di fronte alla Corte Costituzionale, sollevando la questione di legittimità per alcuni suo provvedimenti legislativi di divieto, allora si può facilmente prevedere che l'ultimo anno di mandato per l'astigiano Giorgio Ferrero non sarà affatto tranquillo. Come del resto non lo sono stati gli altri quattro! 
Vedremo se qualcosa cambierà dopo il 4 marzo, quando il Consiglio Regionale potrebbe venire rivoluzionato dall'uscita di molti suoi esponenti, candidati a Camera o Senato della Repubblica e che, se eletti come pare probabile,dovranno essere sostituiti.
 
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